“VIVERE IL TERRITORIO”

Riqualificazione e gestione del Fiume Musone: il caso dell’azienda agricola di Massimiliano Savoretti

1 ottobre 2015 - Federica Menghini (Redazione Altraeco)

Massimiliano Savoretti e Marco Moroni (socio Altraeco)

Martedì 29 settembre, presso l’Associazione Altraeco di Recanati, l’agronomo Massimiliano Savoretti, ospite del secondo appuntamento del ciclo “Vivere il territorio”, ha introdotto i presenti ad una realtà ambientale di cui ci si interessa poco e che invece riguarda tutti: il buono stato di salute dei fiumi.
Una tesi di laurea da scrivere, la curiosità verso la tradizionale gestione domestica dei corsi fluviali, l’intraprendenza e la voglia di fare sono stati gli elementi che hanno spinto Massimiliano a farsi protagonista e promotore di un progetto pilota che in poco più di un anno lo ho portato a ripulire un tratto di 4 km del Fiume Musone, mettendo in atto una riqualificazione ambientale ed ecologica senza precedenti a livello regionale e forse nazionale.
L’idea nasce nel 2007 da una presa di coscienza: in cinquant’anni di incuria nella pulizia dei corsi d’acqua si è prodotto un vero e proprio distacco tra l’uomo e il fiume, deleterio sia per l’uno che per l’altro. Dagli anni 60’ infatti la gestione forestale dei fiumi è stata realizzata solo attraverso mezzi meccanici che hanno contribuito all’erosione del terreno, mettendo in pericolo colture e abitazioni limitrofe e rendendo sempre più costose e difficili le operazioni di intervento. Non si è fatta più pulizia e con il tempo si sono accumulati tanti rifiuti non tutti riciclabili. Massimiliano però non si è perso d’animo e ha proposto interventi che in qualche modo coniugassero le opere di cura dei fiumi dei contadini di cinquant’anni fa con le tecniche e le innovazioni di oggi. Obiettivi chiari: ripristinare il presidio dell’agricoltura, implementare il cantiere forestale, riproporre la gestione boschiva in chiave moderna, attuare una filiera territorio-energia basata sull’utilizzo dei sottoprodotti per abbattere i costi di gestione.
Tante le difficoltà: una grande quantità di normative da rispettare, tante autorizzazioni da chiedere, scelta oculata di cantieri e degli operatori, logistica e stoccaggio del materiale di risulta, sicurezza e coordinamento del cantiere, difficile accesso alle zone di intervento, collocazione delle biomasse. Tanti i soggetti coinvolti, con cui è stata necessaria una paziente concertazione pluriennale: ASSAM, Cooperativa Sociale Undicesima Ora, Università di Camerino, di Siena, di Ancona e di Bologna (quelli direttamente coinvolti); Regione Marche, Provincia di Ancona, Provincia di Macerata, Comune di Recanati, Comune di Osimo, Comune di Castelfidardo, Corpo Forestale dello Stato, Sopraintendenza dei Beni Architettonici e paesaggistici (soggetti indiretti). Solo nel 2014 quindi, grazie al contributo del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) delle Marche e alla determinazione di Massimiliano si è passati dalla teoria ai fatti ed è stato aperto il cantiere forestale: con escavatori di ultima generazione, motoseghe e trattori è stato fatto un taglio selettivo della vegetazione in alveo, sono stati raccolti rifiuti e ramaglie, è stato attuato un rimboschimento con specie autoctone ed è stata valorizzata una gran quantità di biomassa legnosa.
I benefici di questa opera sono stati ingenti: una gestione boschiva basata sulla manutenzione degli assi fluviali, un risparmio economico rispetto agli interventi degli enti preposti alla manutenzione, una spinta ad uniformare la normativa e gli indirizzi di gestione, l’avvio di un processo ripetibile di manutenzione costante del territorio, la creazione di una nuova figura professionale specializzata, quella del “manutentore del territorio”. Dall’incontro è emerso che l’obiettivo è stato raggiunto e che l’esperienza di Massimiliano può e deve essere riprodotta in tutti gli altri chilometri del Musone e in tutti i fiumi regionali e nazionali, a vantaggio dell’ambiente, del paesaggio, della produzione di energie rinnovabili e della fruizione turistica. Altraeco ritiene di aver presentato un “buona pratica” ed è orgogliosa di averlo fatto.
Di fronte a inquinamento e dissesto idrogeologico occorre realizzare interventi di prevenzione e di gestione del territorio; occorre avere, però, non approcci settoriali, ma una visione globale e unitaria dei problemi.

Il terzo e ultimo appuntamento del ciclo “Vivere Il Territorio” sarà martedì 13 ottobre ore 21.15 con l’incontro su “Qualità del territorio. Qualità della vita”, introdotto da Fabio Taffetani.

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