“QUALITÀ DEL TERRITORIO E QUALITÀ DELLA VITA”

Ultimo incontro di “Vivere il territorio” con Fabio Taffetani

14 ottobre 2015 - Federica Menghini

Fabio Taffetani ad Altraeco

Quello di martedì 13 ottobre con il prof. Fabio Taffetani è stato l’ultimo incontro del ciclo “Vivere il territorio” con il quale l’Associazione Altraeco ha cercato di riportare l’attenzione su questioni relative all’ambiente in cui viviamo, sul suo stato di salute e sulle varie iniziative che lo riguardano.
Fabio Taffetani, professore di Botanica presso l’Università Politecnica delle Marche, ha cercato di fornire una visione complessiva dell’impatto ambientale che le attività dell’uomo hanno avuto dagli anni ’50 ad oggi, con particolare attenzione al settore energetico, turistico e agricolo. Una panoramica su come non sempre si è fatto un “uso intelligente del territorio”: capita, anche nelle nostre Marche, di vedere vaste distese di territorio sacrificate a favore di impianti di energia alternativa – fotovoltaici, eolici, biogas – spesso troppo grandi e dannosi per i cicli vitali; cave sempre più sfruttate per compensare l’erosione costiera, che rendono instabile il territorio montano; impianti di risalita troppo ingombranti che concentrano la loro utilità nel solo periodo invernale; campi “desertificati” ed esposti a smottamenti a causa della scomparsa della boscaglia strutturata e dell’uso massiccio di diserbanti chimici; fiumi non sempre gestiti in modo corretto e rispettoso degli habitat naturali. Il tutto ha prodotto gravi danni alla biodiversità e alla zootecnia, inquinamento delle acque e insorgenza di malattie legate proprio agli agenti inquinanti. Quella descritta dal prof. Taffetani è una realtà che è ormai sotto gli occhi di tutti, ma che viene sottovaluta e accettata passivamente. Ormai le cronache di calamità naturali che interessano ogni giorno una zona d’Italia non fanno più scalpore. Ma la questione invece non va più taciuta e alle parole devono seguire i fatti, che producano finalmente un’inversione di rotta. La situazione è talmente grave che anche l’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco ha insistito sull’urgenza di cambiare le cose. È lo stesso Taffetani a citarne un brano, relativo alla perdita di biodiversità, proprio per far comprendere quanto siano dannosi sugli equilibri naturali gli interventi fatti dall’uomo, soprattutto quelli in nome di una logica consumistica.
Ma andare controcorrente si può: l’agricoltura biologica è già un antidoto, ma vanno aggiunti il recupero di antiche tradizioni nella gestione dei territori, gli interventi delle istituzioni che vietino l’uso di prodotti tossici anche nell’agricoltura convenzionale e il monitoraggio degli agrosistemi. Già molti comuni nelle Marche (Serra dei Conti, Staffolo, Appignano, Grottazzolina, Cagli) si stanno dotando di regolamenti di polizia rurale e di ordinanze che dettano regole di prudenza nell’uso di fitofarmaci e in alcuni casi ne vietano l’utilizzo. Per questo è necessario informare e convincere anche gli altri Comuni a seguire questi esempi virtuosi.
Altraeco ringrazia i partecipanti, il relatore e il folto pubblico, e si augura di aver reso un buon servizio alla cittadinanza, contribuendo a far luce su questioni che alla fine riguardano la salute e il buon vivere di tutti.

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