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    Michele Altomeni
    Fonte: Comportamenti solidali

     

    Risparmiare energia in casa

    di Michele Altomeni

     

    Una famiglia italiana composta da tre persone consuma circa 3000 Kwh di elettricità (erano 1800 nel 1980). Negli ultimi decenni, nonostante la maggiore efficienza tecnologica, sono sensibilmente aumentate le bollette, lo spreco di risorse energetiche e l’emissione inquinanti per produrre elettricità, infatti uno studio dell’Unione Europea stima che si potrebbe risparmiare il 18% dell'energia che consumiamo a costi netti nulli o addirittura guadagnandoci.
    Il risparmio è la fonte energetica più pulita in assoluto e permetterebbe di “liberare” una grossa quantità di energia. In alcune zone degli USA, negli ultimi anni, si è investito in questa direzione con il risultato di risparmiare circa 46 miliardi di KWh all’anno. Gli investimenti sono stati alti, ma hanno dato risultati in breve tempo. Uno studio sull’Italia elaborato nel 1999 stima un possibile risparmio complessivo del 46%, mentre il risparmio ottenibile semplicemente agendo sul lato della domanda sarebbe del 20%, se ci limitiamo al settore domestico si poterebbero ottenere risparmi del 27%.
    I consumi energetici domestici si dividono all'incirca in 50% per riscaldamento, 20% per acqua calda, 30% per illuminazione ed elettrodomestici

    Il riscaldamento della casa

    Il riscaldamento degli edifici rappresenta una parte importante dei consumi energetici, superiore alla quota dei trasporti, e produce in Italia circa il 20% dell’emissione di CO2. Un appartamento in centro o nord Italia richiede per il riscaldamento un consumo circa di 1200 litri di gasolio (o 1000 metri cubi di metano) all’anno, con una emissione di circa 5-6 tonnellate di CO2. Intervenendo con scelte di risparmio energetico nel settore edile si potrebbe arrivare ad un risparmio energetico fino al 70%.
    La legge stabilisce il periodo e le ore massime di accensione dell'impianto di riscaldamento, diverse in base alle fasce climatiche. Stabilisce anche che la temperatura interna non deve superare i 20 gradi, ma queste norme sono spesso ignorate o violate.

    La dispersione termica

    Una parte importante dello spreco energetico per il riscaldamento si deve alla dispersione termica: le case moderne hanno pareti sottili di mattoni traforati che favoriscono la dispersione del calore. Queste pareti si possono coibentare con materiali isolanti, ma senza impedire completamente la traspirazione. A questo scopo è bene scegliere isolanti naturali come sughero, fibra di legno o cellulosa, pannelli di canne o fibre di cocco. Oltre alle pareti è bene controllare anche l'isolamento del tetto nonché dei pavimenti o delle pareti intermedie con locali quasi mai utilizzati come cantine e ripostigli.
    Le finestre provocano una dispersione termica elevata. Si può intervenire installando doppi vetri o, meglio ancora, doppie finestre che lascino almeno 60 centimetri di vuoto tra una e l’altra. Meglio se la finestra esterna può essere rimossa in estate. Chiudere le imposte al calar del solo riduce la dispersione termica.
    Ottimo sistema naturale sono le "pareti verdi": griglie applicate alle pareti esterne per far risalire delle piante rampicanti che rinfrescano in estate e riscaldano in inverno.

    Gli edifici passivi

    Sono chiamati passivi quegli edifici che consumano meno del 10% dell'energia necessaria a riscaldare un edificio normale. Questo è possibile soprattutto attraverso soluzioni architettoniche e tecniche.
    Tra le caratteristiche di un edificio passivo vi sono la struttura portante in legno, pareti esterne in laterizio, intonaco interno in argilla, cappotto esterno in sughero, tetto ventilato, parete solare, finestre ad alta tenuta, esposizione a sud, impianto di ventilazione capace di recuperare il calore, vegetazione ombreggiante esterna...

    Gli impianti

    Rispetto agli impianti è importante avere una caldaia efficiente e della giusta potenza rispetto alle caratteristiche dell'edificio. E' obbligatorio un controllo annuale della stessa da parte di un tecnico autorizzato che ne verifica l'efficienza e le emissioni.
    Sui termosifoni è possibile installare un apposita valvola termostatica che permette di regolare la temperatura autonomamente, così da poter tenere più bassi quelli nelle stanze meno utilizzate o con una temperatura naturale più alta. Le tende davanti al termosifone ne riducono l'efficienza. Se il termosifone è posto su una parete che dà verso l'esterno è opportuno mettere tra termosifone e muro un pannello isolante. La dispersione termica va controllata anche sui tubi che trasportano l'acqua calda.
    Un buon sistema di riscaldamento è quello a battiscopa, costituito da un tubo di rame, in cui circola acqua calda, che corre dietro il battiscopa. Questo impianto permette una distribuzione omogenea della temperatura e del grado di umidità, richiedendo temperature più basse rispetto ai sistemi convenzionali, consentendo un buon risparmio di energia (un solo grado in meno di temperatura significa risparmiare il 6% di energia). L’impianto a battiscopa richiede la circolazione di una piccola quantità di acqua, quindi raggiunge più rapidamente la temperatura desiderata.
    Un sistema simile è quello a pareti radianti, composte da mattoni pieni con una scanalatura entro cui viene collocato, in ogni fila di mattoni, un tubo di rame in cui scorre acqua calda.
    Sempre più vengono riscoperti la stufa o il camino a legna che oggi possono essere abbinati ad accorgimenti tecnici che ne aumentano l’efficienza. Possono anche produrre acqua calda e aria da far circolare anche in stanze diverse dell’appartamento. Una variante più ecologica è la stufa a pellet che utilizza scarti di falegnameria trasformati in compresse di segatura.
    Altri combustibili per il riscaldamento sono elettricità, olio combustibile, gasolio, metano e GPL. Metano e GPL sono convenienti sul piano economico ed ecologico mentre l'elettricità non è adatta a riscaldare ambienti e acqua.

    Alcuni accorgimenti

    Alcuni piccoli accorgimenti possono produrre un buon risparmio energetico. Ad esempio chiudere le valvole dei termosifoni nelle stanze non utilizzate e spegnere il riscaldamento almeno un’ora prima di andare a dormire o di uscire, per sfruttare il calore accumulato nei locali.
    In generale siamo abituati a temperature domestiche troppo elevate. Oltre che un danno per l'ambiente e le nostre tasche, non giova neppure alla salute. Abbassando gradualmente la temperatura ci si abituerà facilmente anche a 16°, magari usando uno scialle o una maglia in più.
    Anche con gli impianti centralizzati è possibile scegliere orari e temperature installando nel condominio un sistema di contabilizzazione del calore per ripartire le spese. Questo permette di sommare i vantaggi del riscaldamento centralizzato (risparmio) con le esigenze individuali.

    Il raffreddamento

    Ormai si sta diffondendo l'abitudine di consumare energia anche per raffreddare la casa e non solo per scaldarla. La pubblicità martellante ci sta convincendo che non possiamo più farne a meno!
    Il condizionatore d'aria è un impianto ad alto impatto ambientale, ma anche economico per le tasche dei consumatori. Un apparecchio medio consuma in un ora quanto un frigorifero da 300 litri in un giorno. In un giorno consuma fino a 15Kwh di energia. Tra l'altro il condizionatore è uno strumento “egoista”, perché raffreddando la nostra casa, oltre ad aumentare la temperatura del pianeta tramite l'effetto serra, espelle aria calda direttamente nelle zone circostanti.

    Il riscaldamento dell'acqua
    Lo scaldabagno elettrico è il sistema meno indicato. Portare 100 litri di acqua a 60 gradi richiede circa 5 Kwh di energia. Se non è ben coibentato ne richiede altri 3. In mezz'ora di funzionamento consuma 250g di olio combustibile nella centrale elettrica emettendo 600g di CO2. La coibentazione dello scaldabagno è molto importante, anche per quello a gas.
    Si può risparmiare (energia e acqua) anche riducendo durata e frequenza delle docce, e chiudendo l’acqua mentre ci insaponiamo. Lo scaldabagno può essere regolato sui 40° in estate e 50/60 in inverno.

    L’illuminazione

    In Italia si consumano ogni anno 7 miliardi di Kwh per l'illuminazione domestica che rappresenta il 13,5% del consumo elettrico nel settore residenziale. Per produrre questi 7 miliardi di kwh si emettono in atmosfera 5.600 milioni di tonnellate di CO2. Una famiglia media consuma circa 65-70 Kwh a bimestre per l'illuminazione, cioè l'8-10% della bolletta.
    Per migliorare l'illuminazione in casa si può partire dalla disposizione dei mobili e dalla destinazione dei locali. Va considerato che più le pareti sono chiare più riflettono la luce. In genere, è meglio avere più fonti di luce localizzate piuttosto che grossi lampadari centrali.
    Sulla quota di elettricità destinata all’illuminazione si può risparmiare semplicemente cambiando le lampadine. Si stima che in Italia, solo intervenendo sull'illuminazione di interni (sia nel settore domestico che negli altri) si potrebbero risparmiare circa 5 miliardi di Kwh, che corrispondono al 20% dei consumi di energia per illuminazione.
    Per scegliere la lampadina più adatta occorre considerare il tipo di ambiente, le attività che vi si svolgono e quanto tempo le luci vi restano accese. Una migliore illuminazione non dipende da una maggiore quantità di luce (e quindi di consumi), ma da una adeguata distribuzione delle sorgenti luminose. Dal punto di vista dei consumi va valutata la durata e l'efficienza energetica, cioè la quantità di luce che una lampadina è capace di produrre in rapporto al consumo di elettricità.
    Le lampade ad incandescenza sono le più diffuse. La qualità della luce è buona e il costo di acquisto è basso, ma hanno una cattiva efficienza energetica perché gran parte dell'energia viene trasformata in calore anziché in luce. Anche la durata di vita è breve: in media circa 1000 ore.
    Le lampade alogene si sono diffondendo molto negli ultimi anni. Emettono una luce più bianca e quindi più gradevole. La durata è doppia rispetto alle comuni lampade ad incandescenza, hanno una maggiore efficienza energetica, ma solo se usate per l'illuminazione diretta e con potenza inferiore ai 100 watt, mentre per l'illuminazione indiretta richiedono potenze più elevate e quindi non sono convenienti. Le lampade alogene sono anche sospette di essere dannose per la salute.
    Le lampade al neon hanno un'efficienza energetica molto superiore alle lampadine ad incandescenza e una durata di gran lunga superiore, ma la qualità della luce emessa non è gradevole e tende ad affaticare la vista, quindi sono poco adatte per locali in cui si soggiorna a lungo.
    La soluzione migliore per il cittadino solidale sono le lampade fluorescenti, con una qualità di luce equivalente a quella di una lampada ad incandescenza, hanno un costo più elevato, ma una durata circa dieci volte superiore ed un'alta efficienza energetica che consente di ammortizzarne il costo dopo circa 1000 ore d'uso (meno di un anno). Esistono sia in versione tubolare che compatta. La loro durata si riduce se vengono spente e accese di frequente (sopra le 10 volte al giorno), quindi il loro uso è sconsigliato in locali frequentati per breve tempo (bagno, sgabuzzini...). Consentono di ridurre i consumi energetici di circa il 70%. Ad esempio, una di queste lampade a 20Watt produce la stessa quantità di luce di una lampada ad incandescenza da 100 watt. La durata è di circa 10000 ore

    Gli elettrodomestici

    Le famiglie italiane consumano con gli elettrodomestici oltre 16 miliardi di kwh emettendo 18,5 milioni di tonnellate di CO2. A questi dati andrebbero aggiunti i consumi relativi alla produzione e allo smaltimento una volta buttati.
    Alcuni elettrodomestici sono davvero inutili, si comprano e si utilizzano 3 o 4 volte all'anno per fare un lavoro che manualmente richiederebbe pochi minuti in più. A volte si comprano elettrodomestici sovradimensionati rispetto alle proprie esigenze: frigoriferi molto più grandi del necessario, TV o videoregistratori con funzioni che non useremo mai.
    I produttori tendono a mettere in commercio apparecchi sempre meno “durevoli” e difficilmente riparabili, così da continuare ad alimentare il mercato. Quando si sceglie un elettrodomestico è meglio prendersi un po' di tempo, documentarsi, magari spendere un po' di più e portare a casa un bene veramente soddisfacente che ci farà risparmiare sul lungo periodo perché consuma meno energia e perché resterà efficiente per anni.
    Teniamo anche presente che un elettrodomestico proveniente da paesi di nuova industrializzazione (sud est asiatico, Europa dell'est...) ha buone probabilità di essere stato prodotto attraverso lo sfruttamento della manodopera.



















    Consumo medio annuo degli elettrodomestici
    Consumi in (Kwh)
    Lavastoviglie 1500
    Scaldabagno 1100
    Lavatrice 560
    Congelatore 550
    Lampadine a incandescenza 450
    Televisore 300
    Frigorifero 280

     

    Certi elettrodomestici consumano energia anche da spenti, con la funzione “stand by”, ad esempio TV, videoregistratore, radio, segreterie telefoniche. Negli Stati Uniti uno studio ha dimostrato che in media gli elettrodomestici “spenti” consumano 450 Kwh all'anno per casa. Questo spreco si può evitare spegnendo l'elettrodomestico completamente anziché con lo “stand by”, oppure staccando la spina. Un lettore di CD consuma 15 watt in funzione e 11 in stand-by; un'antenna satellitare 22 watt quando si guarda la tv e 14 con il sistema a riposo.
    Dal 1999 una legge (decreto 7 ottobre 1998 del Ministero dell’Industria che a sua volta recepisce varie direttive della Comunità Europea che si sono succedute dal 1992 al 1996) prevede per i principali elettrodomestici l’etichetta energetica, che permette di conoscere e valutare, fin al momento dell’acquisto, le principali caratteristiche tecniche, le prestazioni e il consumo di energia di ciascun modello. L’etichetta energetica classifica gli elettrodomestici in 7 categorie, dalla A, che indica la maggiore efficienza, alla G. Gli elettrodomestici di classe A di norma hanno costi più elevati, ma permettono di recuperare nel tempo l’investimento iniziale

    Il frigorifero

    Bisogna sceglierlo della dimensione giusta, per evitare sprechi. Di norma le proporzioni sono 100-150 litri per 1 persona, 220-280 litri per 2-4 persone, 300 litri per 4 o più persone.
    Oltre all'aspetto energetico per il frigo bisogna fare attenzione anche al tipo di gas usato come refrigerante. Per anni sono stati usati i CFC dannosi per l'ozono e ora sono stati vietati dalla legge, ma i produttori li hanno sostituiti con gli HCFC, anche questi dannosi per l'ozono, oppure con gli HCF che non danneggiano l'ozono ma provocano l'effetto serra. Alcune marche hanno iniziato a produrre frigoriferi che sostituiscono questi tre gas dannosi con idrocarburi innocui come propano e butano. Proprio per i gas che contengono e che potrebbero essere dispersi nell’ambente i frigoriferi da buttare vanno consegnati raccoglitori appositi.
    Alcune case produttrici hanno anche cominciato a fare più attenzione alla riciclabilità e all’efficienza energetica. I frigoriferi energy+ (http://www.energy-plus.org) sono tra il 25 e 40% più efficienti di un modello di classe A.
    Si può migliorare l’efficienza di un frigorifero adottando alcuni accorgimenti. Va collocato ad almeno 10 cm dal muro, per evitare il surriscaldamento, in una zona fresca della cucina, lontano da fornelli, termosifoni e finestre. Il termostato va regolato su posizioni intermedie, così che la temperatura stia tra 0 e 5 gradi. Il cibo va tenuto lontano dalle pareti interne del frigo, bisogna evitare di introdurre cibi ancora caldi e tenere il frigo aperto il minor tempo possibile. Lo stato delle guarnizioni dello sportello va verificato periodicamente, mentre la pulizia del condensatore e della serpentina sul retro aiuta a contenere i consumi, così come la rimozione periodica del ghiaccio che non dovrebbe superare i 5 millimetri.

    La lavatrice

    La lavatrice è responsabile di circa un quarto del consumo elettrico domestico, causando ogni anno l'emissione di 7 milioni di tonnellate di CO2. Un accorgimento utile è allacciarla all'impianto dell'acqua calda, a meno che non sia anche questo elettrico, dato che scaldare acqua con gas o gasolio è più economico ed ecologico che farlo con l'elettricità. Montando un decalcificatore magnetico all’ingresso dell’acqua si scioglie il calcare permettendo di lavare a temperature più basse e di ridurre il consumo di detersivo.
    Il programma a 90° andrebbe usato solo per la biancheria molto sporca: le alte temperature consumano più elettricità, più acqua e più detersivo oltre a logorare i tessuti. Tra l’altro, oltre i 60 gradi, i detersivi contenenti enzimi perdono efficacia. La lavatrice va usata solo o pieno carico o selezionando il programma per il mezzo carico.
    Più detersivo non vuol dire più pulizia: oltre la dose consigliata il detersivo è inutile e va ad inquinare fiumi e mari o rimane attaccato ai capi, cosa non proprio salutare.
    L’ideale sarebbe realizzare lavanderie comunitarie. Nei paesi scandinavi tutti i palazzi ne sono dotati. Alcune grandi lavatrici sono più efficienti ed hanno costi di gestione più bassi rispetto a molte lavatrici piccole. Tra l’altro si ottimizzano gli spazi e si recupera il ruolo di socializzazione che avevano fino a poco tempo fa i lavatoi.

    La lavastoviglie

    Una lavastoviglie, in un ciclo di lavaggio a 65°, consuma in media 1,5 – 2kwh provocando l'emissione di 1 kg di CO2 e 20-30g di detersivo. Negli anni la tecnologia della lavastoviglie è migliorata rendendole più efficienti nei consumi idrici ed elettrici, tuttavia è ancora bene interrogarsi sull'effettiva necessità di una lavastoviglie in casa mettendo sulla bilancia sia i vantaggi che gli svantaggi (costi di acquisto, consumi, durata...).
    Se alla fine decidiamo di comprarla scegliamo le più efficienti, quelle che richiedono un minor consumo di acqua e di elettricità. Come per la lavatrice sarebbe bene allacciarla all'impianto dell'acqua calda.
    La prima regola per la lavastoviglie è usarla a pieno carico, magari facendo un prelavaggio in attesa di riempire i cestelli. Se i piatti non sono molto sporchi vanno scelti lavaggi rapidi e a bassa temperatura. Come per la lavatrice è inutile aumentare le dosi di detersivo rispetto a quelle consigliate e si può fare a meno dell'asciugatura con aria calda, dato che basta aprire lo sportello a fine lavaggio e lasciare asciugare i piatti con la circolazione di aria naturale.

    Il forno

    Piastre e forni elettrici sarebbero da evitare perché molto meno efficienti di quelli a gas. Nella cottura è bene usare tegami più larghi degli anelli di cottura per limitare la dispersione di calore. L'uso del coperchio permette di risparmiare energia e tanto più la pentola a pressione che riduce i tempi di cottura conservando anche la maggior parte delle sostanze nutritive.
    Si stanno sempre più diffondendo i forni a microonde, collegati ad uno stile di vita frettoloso e spesso usati per cibi precotti, con una grave perdita di qualità dell'alimentazione. In più il microonde divora parecchia elettricità.

    Gli “inutensili”

    La friggitrice elettrica è un tipico elettrodomestico che dopo l'acquisto resta inutilizzato per lungo tempo dentro qualche mobile. Questo perché dopo il primo uso ci si rende conto che il tempo e la fatica necessari a usarla, lavarla e riporla rende molto più efficiente l'uso della vecchia padella. Il consiglio migliore che si possa dare in merito è di non comprarla.
    Accanto alla friggitrice, nel mobile degli elettrodomestici superflui, sonnecchiano spessi altri attrezzi che la pubblicità ci presenta come insostituibili collaboratori domestici, salvo poi scoprire che la realtà è ben diversa. Queste macchinette fanno un battuto in pochi secondi, ma montarle, smontarle e pulirle richiede molto più tempo di un battuto fatto con il buon vecchio coltello. Un campionario di elettrodomestici inutili comprende la gelatiera, la vaporiera (per cuocere al vapore), il coltello e l'affettatrice elettrici.

    Gli apparecchi a pila

    L’uso delle pile andrebbe limitato ai soli casi di assoluta necessità e facendo un piccolo ed intelligente investimento iniziale si possono acquistare pile ricaricabili e caricatore.

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