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    Crisi energetica e crisi ecologica: crisi di scienza e di coscienza

    Milleduecento scienziati e quattromila cittadini hanno sottoscritto l'appello contro il ritorno al nucleare in Italia, promosso da un comitato presieduto dal professor Vincenzo Balzani, docente di chimica presso l'Università di Bologna
    16 maggio 2009 - Redazione Rees Marche (Segnalato da Maria Assunta Bordon)

     Milleduecento scienziati e quattromila cittadini hanno sottoscritto l'appello contro il ritorno al nucleare in Italia, promosso da un comitato presieduto dal professor Vincenzo Balzani, docente di chimica presso l'Università di Bologna

    "A nostro parere l'opzione nucleare non può essere considerata la soluzione del problema energetico per molti motivi - si legge nell'appello - necessità di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare, possibile bersaglio per attacchi terroristici, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari".

    Secondo gli scienziati, il cui appello può essere firmato sul sito www.energiaperilfuturo.it, bisogna puntare sull'energia solare: "La più grande risorsa energetica del nostro pianeta è il Sole - affermano - una fonte che durerà per 4 miliardi di anni, una stazione di servizio sempre aperta che invia su tutti i luoghi della Terra un'immensa quantità di energia, 10.000 volte quella che l'umanità intera consuma. Sviluppare l'uso dell'energia solare e delle altre energie rinnovabili significa guardare lontano, che è la qualità distintiva dei veri statisti"

    Anche questa volta stiamo dimostrando di avere la memoria corta. L'8 novembre 1987 un referendum abrogativo ha bandito l'uso del nucleare in Italia. L'80,60% dei votanti (65,10% degli italiani) sembra si sia fatto semplicemente suggestionare dal disastro di Chernobyl. A distanza di vent'anni possiamo tranquillamente dimenticare le potenziali Chernobyl e guardare avanti impavidi verso il progresso ed un futuro più prosperoso per tutti. Peccato che guardare avanti senza far tesoro delle esperienze passate. chiudendo gli occhi nei confronti di un presente che sta mutando e dovrebbe porre le basi per non lasciare tristi eredità ai nostri nipoti, non sia certo indice di saggezza e di lungimiranza. E' soltanto un delirio di onnipotenza.

    Benpensanti, paladini a difesa del diritto alla vita, della giustizia e dell'etica, mi chiedo: insistere nell'anteporre il potere economico alla salvaguardia della salute nostra e del pianeta, insistere nell'inquinare, nel produrre e commercializzare alimenti adulterati e geneticamente modificati, non avere il coraggio di distinguersi optando per l'utilizzo di energie ecosostenibili e scelte nuove perché nuovo è già il paradigma produttivo-economico-sociale che si sta affacciando... tutto questo è forse indice di amore e di rispetto per la Vita?

    Nel gennaio 1990, in occasione della XXIII giornata mondiale per la pace Papa Giovanni Paolo II definiva la crisi ecologica un problema morale e, tra l'altro, così scriveva: "... Pace con Dio Creatore, Pace con tutto il Creato ... Ma il segno più profondo e più grave delle implicazioni morali, insite nella questione ecologica, è costituito dalla mancanza di rispetto per la vita, quale si avverte in molti comportamenti inquinanti. Spesso le ragioni della produzione prevalgono sulla dignità del lavoratore e gli interessi economici vengono prima del bene delle singole persone, se non quello di intere popolazioni. In questi casi, l'inquinamento o la distruzione riduttiva e innaturale configura un vero e proprio disprezzo per l'uomo... La costruzione di una società pacifica non può ignorare né il rispetto per la vita, né il senso dell'integrità del creato."

    Abbiamo tutti il dovere di cercare, di studiare, di conoscere e di capire al di là della mera informazione mediatica perché soltanto attraverso la conoscenza e la consapevolezza potremo mantenere vigile e lucida la nostra mente e discernere con saggezza le nostre scelte.

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