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    "Su Roma" ...

    Si agitano tanto: si agitano i governatori e i banchieri nei loro G7, G8 e G20, alla ricerca di soluzioni (così dicono); si agitano gli 'indignati', con manifestazioni e cortei di protesta.
    Ma, al momento, si confrontano due disabilità: quella del capitalismo protervo e boccheggiante e quella della tradizione democratico-pacifista, con i suoi rituali spenti e inadeguati.
    23 ottobre 2011 - Enrico Euli

    Devo dirvelo: alla terza macchina incendiata, ho girato canale.

    Ai campionati mondiali di scherma, due atleti paralimpici si fronteggiavano a colpi di fioretto, dimenando goffamente il busto e le braccia, disperatamente ancorati ad una sedia a rotelle, che non permetteva loro ulteriori movimenti.

    Ostaggi di sé stessi.

    Si agitano tanto: si agitano i governatori e i banchieri nei loro G7, G8 e G20, alla ricerca di soluzioni (così dicono); si agitano gli 'indignati', con manifestazioni e cortei di protesta.
    Ma, al momento, si confrontano due disabilità: quella del capitalismo protervo e boccheggiante e quella della tradizione democratico-pacifista, con i suoi rituali spenti e inadeguati.

    Si prosegue, insomma, sulla strada di Genova: nessuna autocritica da entrambe le parti, nessun ascolto e cambiamento da parte di chi sta sopra, nessuna revisione delle pratiche di lotta da parte di chi sta sotto.

    Intanto, in profondità, nella microfisica della vita quotidiana, una sostanziale collusione.

    E, così come a Genova, come sempre, qualcosa riempie questo vuoto: la violenza aggressiva, nell'escalation fatale tra forze dell''ordine' (che non sono mai imparziali né ignare) e del 'disordine' (che non sono solo 100 ragazzi col cappuccio (delinquenti, teppisti, balordi...), o pochi 'compagni che sbagliano'; esiste un'ampia zona grigia, sia chiaro una volta per sempre...).

    E' lo stesso processo che è in corso su scala mondiale: il terrorismo e la guerriglia tengono in scacco gli eserciti ed i governi; la popolazione civile (pacifica ?) sta in mezzo, a prender botte, bombe e schizzi da entrambi.

    E sarà sempre più così, in un'escalation distruttiva senza fine, soprattutto se i 'pacifisti' continueranno a proporre 'Perugie-Assisi' o passeggiate romane; e a coprire la passività, infiorandola ogni tanto con dibattiti, eventi culturali, proteste simboliche.

    Il sistema non è mai stato tanto debole, indipendentemente da noi, e rischia un'implosione catastrofica. In una fase come questa, potrebbe anche decidere, pur di sopravvivere, di farci fuori tutti, comunque, anche se ci organizzassimo diversamente e facessimo delle scelte di lotta diverse e più efficaci. Ma credo che sia sempre meglio essere sconfitti tentando il nuovo che continuando ad organizzare manifestazioni per i black bloc e i poliziotti, o per salvarci l'anima.

    Si dice che ieri ci fossero 300.000 persone in piazza. Domando:

    -esistono in Italia 30.000 persone disposte a compiere azioni nonviolente di disobbedienza civile, anche illegali (occupazioni, blocchi, sabotaggi...), e disposte quindi, eventualmente, a finire in galera ?

    -esistono in Italia 300.000 persone disposte a compiere azioni nonviolente di non collaborazione attiva (boicottaggi di aziende e banche, obiezioni fiscali mirate...) ?

    -esistono in Italia 3.000.000 di persone disposte a sostenere le forme di lotta di cui sopra e a programmare un'astensione pubblica e motivata per le prossime elezioni ?

    Se non siamo capaci di andare a colpire i veri interessi dei nostri avversari (denaro e consenso-potere), se non siamo disposti a rischiare anche di perdere qualcosa per noi, non siamo all'altezza dello scontro in atto e, giustamente, non siamo credibili.

    O la nonviolenza è 'un equivalente morale della guerra' o, semplicemente, non è.

    O siamo capaci di compiere le nostre azioni nonviolente (e non banalmente 'non violente' ) con lo stesso grado di convinzione e radicalità con cui i black bloc, i kamikaze, i banchieri perseguono i loro interessi e le loro idee, oppure è del tutto inutile continuare a fare teatro.

    Da tempo, attendo una risposta a quelle domande da parte dei movimenti in cui ho operato.

    Ora l'attendo da voi, indignati.

    Nell'attesa, continuo a stare -per una volta- alla finestra:a guardare sport, fuochi (cuochi) e fiamme in tv.

    con affetto e attenzione

    Enrico Euli

    "se riesci a passare un pomeriggio assolutamente inutile, in modo assolutamente inutile, allora avrai imparato a vivere" 
    Lin Yu Tang 

     


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