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    Farmer John: un film - epopea a lieto fine sul mestiere agricolo

    Quante meravigliose soddisfazioni e quante pene porta con sé il lavoro agricolo! Ma soprattutto, come è difficile per gli agricoltori andare avanti solo con le proprie forze! Negli ultimi dieci anni in Europa 3 milioni di aziende agricole hanno chiuso per sempre i battenti. Milioni di ettari di terra agricola non vengono più coltivati, con tutte le gravi conseguenze che ne derivano, una per tutti: il dissesto idrogeologico...
    7 gennaio 2012 - Lucy Milenkovic'

    Quante meravigliose soddisfazioni e quante pene porta con sé il lavoro agricolo! Ma soprattutto, come è difficile per gli agricoltori andare avanti solo con le proprie forze! Negli ultimi dieci anni in Europa 3 milioni di aziende agricole hanno chiuso per sempre i battenti. Milioni di ettari di terra agricola non vengono più coltivati, con tutte le gravi conseguenze che ne derivano, una per tutti: il dissesto idrogeologico.
    Poiché il nostro raccolto di mele di quest'anno è stato in gran parte distrutto dall'attacco di uccelli voraci, essendo in preda allo sconforto, ho pensato di consolarmi guardando un film di cui avevo sentito parlare con entusiasmo e che era stato proiettato con successo negli Usa, in Germania, in Australia e in Nuova Zelanda: "The Real Dirt on Farmer John". E in effetti alla fine del film il mio stato d'animo cupo era diventato più ottimista: forse c'è un modo per fare sopravvivere almeno una parte degli agricoltori!
    Il film ripercorre la carriera agricola di John, nato e cresciuto nell'azienda paterna basata sulla coltivazione dei cereali e sull'allevamento bovino. Rimasto l'unico erede, sotto la pressione della situazione economica sfavorevole, John fallisce ed è costretto a vendere gran parte dei terreni. Non demorde, però; riprova e fallisce un'altra volta, anche a causa dell'astio rivolto verso di lui, hyppie e creativo, dagli agricoltori vicini. Con l'aiuto della madre - che allestisce un banchetto per la vendita davanti a casa - riprova ancora: questa volta cambia però orientamento produttivo, inizia a coltivare ortaggi biologici e a venderli direttamente. Da qui nasce come per miracolo la grande svolta: i membri di una CSA (Community Supported Agricolture) di Chicago gli chiedono se è disponibile a rifornire loro gli ortaggi, in cambio i consumatori gli finanzieranno in anticipo la produzione. L'azienda diventa così un luogo di aggregazione sociale, si riempie di visitatori, si assumono collaboratori, dal biologico si passa alla biodinamica, i membri della CSA finanziano l'acquisto di terreni confinanti e aiutano a costruire nuovi edifici agricoli............ diventa possibile realizzare un futuro diverso, pieno di speranza e che coinvolge un gran numero di persone!
    Perché ciò si realizzi è però necessario che i consumatori inizino a condividere le responsabilità di chi lavora direttamente la terra: come dice John, è ora di mettere in atto "un approccio rivoluzionario all'agricoltura". E noi tutti siamo responsabili della salute e del futuro del nostro pianeta.

    Lucy Milenkovic' Gubbio novembre 2011 


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