Un'altra Social card è possibile. Da 400 euro al mese
Ecco allora l’AltraCard: lo strumento per migliorare la qualità della vita, rispettando l'ambiente e spendendo meno.
Cambiare stile di vita conviene, e fa risparmiare 400 euro al mese. Si può fare con “l’altra card”, la nuova iniziativa lanciata da Bilanci di giustizia: una social card “fatta in casa”, stando attenti a ridurre i consumi. “E’ una lista di 20 azioni – spiega il fondatore don Gianni Fazzini – che permettono di risparmiare e allo stesso tempo di migliorare l’ambiente e la qualità della vita”. Frutto dell’esperienza delle oltre 500 famiglie che da 16 anni aderiscono a Bilanci di giustizia, le venti azioni – dal pane fatto in casa ai regali autoprodotti, dall’utilizzo della bici a quello delle biblioteche – hanno in comune un obiettivo: razionalizzare i consumi. “Per ogni azione – illustra don Fazzini – sul nostro sito sarà indicato quanto si può risparmiare e quali vantaggi per l’ambiente e la qualità della vita si otterranno: a chi partecipa vorremmo consegnare ‘un’altra card’ adesiva da incollare sulla propria auto”. L’iniziativa viene lanciata oggi dai microfoni di Caterpillar, nell’ambito della giornata del risparmio energetico “M’illumino di meno” in programma il prossimo 13 febbraio.
Una “card” diversa, quindi, che per i bilancisti è però “la vera social card”. Solo che fra 40 e 400 euro al mese c’è una bella differenza. Come si fa a raggiungere questa cifra? Fare il pane a casa, per esempio, fa risparmiare 5 euro al mese, comperare insalata sfusa al posto di quella confezionata quasi 10 euro, e fare colazione a casa (utilizzando naturalmente caffè e tè equosolidali) significa avere 50 euro al mese in più. Ma i risparmi non vengono solo dalle abitudini alimentari. Guidare l’auto senza superare i 2.500 giri fa risparmiare 15 euro, e con un utilizzo oculato dell’energia elettrica (lampadine a risparmio energetico, spegnere le luci che non servono) si mettono da parte altri 20 euro al mese. E non solo: acquistare o scambiare abiti usati fa risparmiare 30 euro, e frequentando di più le biblioteche (per libri, musica e film) vuol dire spendere 15 euro in meno ogni mese.
Si tratta in poche parole di consumare meno, rispettando l’ambiente e la giustizia sociale: ma così facendo non si rischia di danneggiare l’economia? “Ci hanno sempre detto che senza consumi si perdono posti di lavoro – risponde don Fazzini – ma questa crisi ha dimostrato il contrario: il sistema non funziona”. L’unica possibilità, secondo i bilancisti, è cambiare stile di vita. “In questa fase – prosegue don Fazzini – i consumatori hanno il potere di indirizzare il cambiamento dell’economia: le nostre 20 azioni servono a questo”. Nata nel 1993 da un’iniziativa di Beati i costruttori di pace, la campagna Bilanci di giustizia conta oggi 53 gruppi locali e più di 500 famiglie. Secondo l’ultimo rapporto dell’operazione, le famiglie bilanciste hanno speso nel 2007 il 15% in meno rispetto a quelle censite dall’Istat, precisamente 906 euro al mese invece di 1.063. Per partecipare basta impegnarsi a monitorare e migliorare i propri consumi, testimoniando i risparmi ottenuti su una scheda mensile. Per aiutare a tenere i conti in ordine, sul sito della campagna (www.bilancidigiustizia.it) si può scaricare anche un apposito calendario 2009