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Azioni di Economia Solidale verso il Distretto maceratese

La Regione Marche rappresenta un territorio particolarmente ricco di esperienze di Economia Solidale. Basti ricordare che rappresenta la culla dell’Agricoltura Biologica, che presenta una delle più importanti organizzazioni di Commercio Equo e Solidale, che vanta forme di cooperazione sociale tra le più interessanti in Italia.
5 febbraio 2010 - Redazione Corto Circuito (Toni Montevidoni)
Fonte: Il progetto presentato in data 21 dicembre 2008 alla Provincia di Macerata. Uno analogo sarà presentato nella Provincia di Fermo

 

"I prezzi non dovrebbero essere fissati al livello più basso possibile,

ma a quello sufficiente per fornire ai produttori

degli standard adeguati alle loro condizioni di vita."

John Maynard Keynes 1944

 

A) Premessa

L'Economia Solidale, da fenomeno sperimentale, oggi è una realtà significativa diffusa capillarmente in tutto il mondo. Tale crescita è documentata in numerosi studi ed esperienza che analizzano ed implementano questa importante realtà (cfr. www.retecosol.org )

L'economia solidale, è l'insieme di ATTIVITA' ECONOMICHE raccolte nelle esperienze che nascono dal lavoro delle cooperative, delle associazioni e da organismi collettivi che da tempo costruiscono dal basso un'economia diversa, che valorizza le relazioni prima che il capitale, che riconosca un'equa ripartizione delle risorse tra tutti, che garantisca il rispetto dell'ambiente e l'arricchimento di quello sociale.

Si tratta di esperienze che sperimentano nella pratica economica risposte concrete alle enormi questioni che oggi vengono poste dall'economia mondializzata. In questo senso l'economia solidale non va considerata un settore dell'economia, ma un approccio trasversale che tocca tutti i settori. L'economia solidale assume forme e connotazioni differenti a seconda della latitudine e della cultura.

In Italia e nell'esperienza marchigiana include le attività economiche sviluppate dal commercio equo e solidale, dalla finanza etica, dall'agricoltura biologica, dal consumo critico, dal turismo responsabile, dalle pratiche di riuso e di riciclo dei materiali, dalla bioedilizia, dalla cooperazione sociale ed internazionale, dall'applicazione di energie rinnovabili, da sistemi di scambio non monetario, dai sistemi di informazione aperta come il libero software o la libera informazione etc.... Tale compagine economica di fatto è costituita da gruppi eterogenei ma profondamente radicati nel territorio ed è rappresentata da:

  • le cooperative che gestiscono le botteghe del commercio equo e solidale, dai suoi soci che offrono anche risorse finanziarie per progetti di microcredito e cooperazione internazionale;

  • dai soci delle MAG e di Banca Etica che indirizzano le loro risorse finanziarie ad una gestione trasparente e responsabile del denaro di cui vogliono essere partecipi assumendo il principio che il credito è un diritto di tutti gli individui e non solo di chi possiede garanzie reali da offrire, e indirizzandone l'utilizzo;

  • dai produttori biologici che attuano sistemi di coltura e produzione rispettosi dell'ambiente e dei consumatori, attivando processi innovativi nella distribuzione e nello stoccaggio dei beni al fine di mantenere anche all'interno della filiera produttiva coerenza di valori e di prassi

  • dai gruppi di acquisto solidale costituiti da numerosissimi nuclei familiari che praticano un consumo critico e rivolgo il loro consumo verso i produttori biologici favorendo le specificità territoriali, minimizzando i costi di imballaggio e penalizzando la grande distribuzione e i produttori poco attenti alle questioni sociali, ambientali e qualitative nei loro prodotti;

  • dalle esperienze di turismo responsabile

  • dalle pratiche di riuso e riciclo

  • esperienze di produttori ed implementatori di energie rinnovabili

  • esperienze di produttori di sistemi innovativi nella costruzione abitativa

  • dalle libere iniziative editoriali, d'informazione radiotelevisiva, dai social networks.

 

Negli ultimi anni queste realtà tendono a "fare rete" e ad individuare percorsi comuni aldilà delle diverse forme, sperimentando azioni economiche eque e sostenibili. Sono già numerose le esperienze nel nostro Paese di "Reti di Economia Solidale" che mettono in relazione le molteplici sensibilità, ciascuna nella propria specificità, in un disegno comune, al fine di valorizzare e rafforzare ogni singola esperienza e creando sinergie significative, forti della capacità di relazione, cooperazione e collaborazione reciproca e costante nel territorio.

In questo percorso sulle strategie di rete, è maturata la proposta di Reti regionali e provinciali di Economia solidale, articolate in "DES-Distretti di Economia Solidale", di ambito territoriale intercomunale (comprensori di comuni, vallate, comunità montane). Le reti e i distretti, coordinati fra loro in un progetto unico, hanno sia il compito di collegare in maniera organica le diverse esperienze presenti sul territorio, favorendone le sinergie, sia di favorire lo sviluppo complessivo dell'economia solidale nell'intero territorio provinciale e regionale.

B) Marche Etiche

La Regione Marche rappresenta un territorio particolarmente ricco di esperienze di Economia Solidale. Basti ricordare che rappresenta la culla dell'Agricoltura Biologica, che presenta una delle più importanti organizzazioni di Commercio Equo e Solidale, che vanta forme di cooperazione sociale tra le più interessanti in Italia. Tra l'altro la nostra Regione ha fondato il suo modello di sviluppo su imprese di piccole dimensione e fortemente radicate sul territorio e, in questo contesto, la creazione di un "Distretto di Economia Solidale" rappresenterebbe una interessante evoluzione sociale e un laboratorio per sperimentare nuove frontiere di applicazione per le azioni economiche che si sviluppano ponendo grande attenzione alle conseguenze non economiche di esse.

Da queste premesse nasce il progetto di costituire una Rete regionale di Economia solidale articolata in 5 Reti provinciali e in Distretti intercomunali/provinciali di Economia Solidale.

 

C) Principi e criteri dei DES

Le reti e i distretti di economia solidale dovrebbe ispirarsi ad alcuni principi fondanti definiti nella "Carta per la Rete di Economia Solidale" ed a questi dovrebbero attenersi i soggetti aderenti:

  • nuove relazioni tra i soggetti economici basate sui principi di reciprocità, cooperazione e fiducia;

  • giustizia e rispetto delle persone (condizioni di lavoro, salute, formazione, inclusione sociale, garanzia dei beni essenziali, democrazia interna, partecipazione, trasparenza);

  • rispetto dell'ambiente (sostenibilità ecologica);

  • partecipazione collettiva alle decisioni;

  • lavorare in rapporto con le realtà presenti sul territorio (partecipazione al "progetto locale");

  • essere in relazione con le altre realtà dell'economia solidale, condividendo un percorso comune;

  • impiego delle risorse economiche e finanziarie (compresi gli eventuali utili) per attività a scopo socio-ambientale, per il sostegno delle singole realtà o per lo sviluppo della rete.

 

D) Perché una realtà economica dovrebbe aderire alla Rete regionale e/o provinciale

Al di là delle motivazioni etiche e politiche legate alla diffusione di un modello economico alterativo (la parola esprime un concetto più forte: esso non si pone lontano dal mercato tradizionalmente inteso, ma intende competere all'interno di esso minandone i principi e quindi con l'intento di alterarne le regole sul suo campo di applicazione ovvero la competitività), economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile, la Rete, articolata in distretti, può essere uno strumento capace di consolidare e accrescere le realtà economiche che ne fanno parte. Da questo punto di vista, in estrema sintesi, i vantaggi possono essere:

  1. mercato interno: i soggetti, mettendosi in rete tra loro, possono alimentare un circuito economico interno fatto di scambi di beni e servizi che il più possibile dovranno essere reperiti all'interno del circuito stesso.

  2. mercato sensibile: ogni soggetto di economia solidale è a contatto con un certo numero di consumatori consapevoli. Non sempre questi consumatori sono comuni. In più un consumatore sensibile a determinate tematiche non necessariamente lo è già su altre, ma in potenza lo è, perché attento ai propri consumi e motivato da ideali che possono essere estesi ad altri campi. Ciò significa che i soggetti del distretto possono lavorare assieme per "mettere in comune" i consumatori consapevoli, producendo una crescita della sensibilità e quindi dello spostamento dei consumi dal mercato tradizionale a quello solidale.

  3. mercato esterno: anche quando si cerca di raggiungere un consumatore non ancora particolarmente sensibile è più opportuno farlo come "sistema", con campagne e strumenti comuni, proponendo una vasta gamma di servizi e prodotti, piuttosto che come singola realtà.

  4. in generale il Distretto mira a costruire economie di scala e sinergie che beneficino tutti i soggetti coinvolti

  5. all'interno del distretto si trovano i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) cioè gruppi di famiglie organizzate che fanno acquisti comuni da soggetti che rispondono a criteri sociali e ambientali. Entrare nel distretto significa avere già un gruppo di "consumatori" con cui interloquire secondo una logica non competitiva.

  6. la collaborazione tra tanti soggetti piccoli e medi crea un grande soggetto che potrebbe interloquire anche con gli enti pubblici rispetto al mercato degli "acquisti verdi e socialmente responsabili"

  7. All'interno del distretto è possibile sviluppare numerose forme di collaborazione, cooperazione e mutualità, comprese forme di finanziamento interno, sostegno ecc.

  8. L'unione di diversi soggetti può portare allo sviluppo di progetti rilevanti che una singola realtà non potrebbe affrontare. Solo a titolo di esempio, si potrebbe sviluppare una catena commerciale di prodotti dell'economia solidale o un marchio comune...

 

E) Soggetti promotori e attività delle Reti e dei distretti di economia solidale

La creazione di reti e distretti di Economia solidale è sempre sostenuta da un gruppo promotore: in alcune realtà come quella marchigiana questo gruppo ha costituito un "Tavolo dell'economia solidale" con il fine di promuovere la nascita di una rete o di un distretto.

Sin dall'inizio della loro sperimentazione le reti e i distretti hanno scelto alcuni strumenti ed attività per potersi meglio organizzare e promuovere, così da rafforzare i circuiti economici tra le realtà dell'economia solidale1.

Alcuni distretti hanno deciso di redigere una loro "Carta dei principi", per precisare ed attuare localmente i criteri definiti nella "Carta per la Rete Italiana di Economia Solidale". La "Carta dei principi" locale viene sottoscritta da chi aderisce al progetto, inoltre all'interno di essa verranno indicati tutti i criteri cui si basa il movimento stesso.

Tra le attività dei distretti e dalle reti c'è la costituzione di una propria mailing list, specifica per la gestione delle notizie interne, ci sono poi le pagine arcobaleno che servono per censire le realtà di economia solidale presenti sul territorio: spesso la compilazione di queste pagine costituisce il passaggio fondamentale per una prima conoscenza del territorio di riferimento.

Questa mappatura infatti richiede di definire i criteri di selezione delle realtà e crea una base di informazioni molto utile allo sviluppo delle reti e dei distretti. Altre attività sono la realizzazione di fiere che possono essere uno strumento per tessere legami e per far conoscere al pubblico, e tra loro, le diverse esperienze di economia solidale attive sul territorio; in questa logica quasi tutti i distretti attivi in Italia organizzano fiere, inoltre per rafforzare la base della domanda che lo sostiene il distretto sceglie, come uno dei primi passi da affrontare, di creare e rafforzare i GAS che sono presenti sul territorio.

Un'atra possibilità per lo sviluppo delle reti e dei distretti è la creazione di uno sportello informativo per i consumatori critici, in cui dare informazioni sui "nuovi stili di vita" e su dove trovare prodotti e servizi sostenibili. In alcuni casi le reti e i distretti hanno richiesto per i loro progetti fondi pubblici a Enti Locali o alla Commissione Europea: è comunque importante e fondamentale segnalare l'importanza dell'indipendenza delle reti e dei distretti di economia solidale dalle istituzioni.

 

F) Obiettivi generali

La creazione di reti e distretti di economia solidale significa mettere in rete le diverse realtà presenti sul territorio in un tipo di rete che non sia solo informativa ma anche economica. Questo significa che i diversi nodi della rete (produttori, distributori, consumatori) cercheranno per quanto possibile di rifornirsi gli uni dagli altri, portando ad attivare dei circuiti sia di fiducia che economici per sostenere le realtà aderenti.

La creazione della Rete regionale, articolata in distretti, vuole collegare tutti i soggetti dell'economia solidale della regione al fine di sviluppare alcuni obiettivi principali:

  1. rafforzare le realtà di economia solidale che vi aderiscono attraverso una promozione comune verso l'esterno;

  2. favorire le realtà di economia solidale che vi aderiscono attraverso strumenti comuni di gestione (ad esempio per la logistica o lo scambio di informazioni);

  3. stimolare la nascita di nuove iniziative di economia solidale non ancora presenti sul territorio

 

G) STRATEGIA

I membri (individui e strutture) dell'economia solidale potranno sviluppare se stessi e il territorio in modo equo/sostenibile soltanto costituendosi in una RETE REGIONALE DI ECONOMIA SOLIDALE, ARTICOLATA IN 5 RETI PROVINCIALI E IN DISTRETTI INTERCOMUNALI. L'idea di fondo del DES è quella di collegare in reti organiche, efficienti ed efficaci, e per la prima volta in Italia, le realtà dell'economia solidale/alternativa locali creando dei circuiti economici strutturati, in cui le esigenze dei vari attori della rete: consumatori, trasformatori, produttori, distributori, commercianti, finanziatori (banche, Camera di Commercio, Provincia di Macerata, Comunità montane, Regione Marche) vengono soddisfatte tramite relazioni dirette di reciprocità tra gli uni e gli altri. In questo modo si può creare un "circuito virtuoso", in cui le diverse realtà che producono si sostengono a vicenda attirando in modo collaborativo, in un primo tempo, le preferenze dei consumatori "critici" o "consapevoli" e, in un secondo tempo, contaminando con i propri valori e criteri gli altri attori del territorio circostante (piccola distribuzione, PMI, Enti Locali, ecc...). Riteniamo che la vera forza strategica di questo progetto sia quella di dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, ovvero di avere prodotti e servizi di qualità ad un costo accessibile, e dei produttori, ovvero di aumentare la consapevolezza dei consumatori rispetto alla qualità/genuinità dei prodotti, dei criteri e dei processi produttivi.

Inoltre, la strategia fondata sui processi relazionali reticolari, e quindi sulla messa in rete dei vari soggetti che operano nel territorio, presuppongono che la gestione e la facilitazione del processo di costruzione della rete sia identificabile in un soggetto ben definito e riconoscibile. Questo soggetto, che può essere anche una impresa creata ad hoc, non può prescindere dalle credibili ed affidabili esperienze anche personali, degli aderenti all'Associazione "Rete di Economia Etica e Solidale delle Marche", che coerentemente hanno promosso questo stesso progetto. Questi soggetti, soprattutto in una veste professionale, potranno garantire la continuità e la capillarità della rete.

Tutti i gruppi di soggetti che si muovono su un livello territoriale provinciale o intercomunale o comunale, potranno profittare dei benefici insiti nella strategia della rete regionale e nazionale, nella presenza cioè di una rete marchigiana articolata in distretti dell'economia solidale.

 

H) Azioni

Consapevoli della capillarità e della specificità delle esperienze di economia solidale attualmente in atto nella Provincia di Macerata, le azioni previste in questo progetto dovranno rendere sinergiche le esperienze in corso e partire dai bisogni, dalle competenze e dagli interessi reali ed attuali.

  1. Facilitazione della messa in rete:

    • 1 Forum territoriale tra gli oltre 30 GAS regionali, produttori biologici maceratesi e la Provincia di Macerata, da tenersi presso l'Abbadia di Fiastra in data 5 e 6 giugno 2010

    • incontri territoriali (mensili fra i soggetti componenti la rete ed i rappresentanti delle istituzioni)

  2. Informazione:

    • sito, (potrebbe essere utilizzato quello dell'Associazione REES MARCHE www.resmarche.it , quelli della Provincia di MC e dei soggetti della rete)

    • newsletter (Bisettimanale rivolta ai soggetti della rete ed a tutte le loro mailing lists)

    • mailing list, (strumento di lavoro per il constante e continuativo aggiornamento dei soggetti della rete; aperta con un moderatore nella funzione di manutentore della rete e di facilitazione della circolazione delle informazioni)

  3. Consolidamento GAS esistenti e creazione di nuovi:

    • GAS nascenti, produttori (Incontri tematici sul tema dell'economia solidale e sul DES maceratese da realizzarsi nei GAS esistenti di Recanati, Civitanova, Macerata, Tolentino, Matelica e nelle località in cui vi siano organizzazioni, gruppi di famiglie/singoli interessati)

  4. Piccola distribuzione organizzata: messa in rete tra la base logistica o emporio solidale di Civitanova ed i farmer markets di Tolentino e Macerata per i prodotti già acquistati dai GAS di Recanati, Civitanova, Macerata e Tolentino (alimentari, abbigliamento, artigianato locali e/o equosolidali etc...) ed in cui sia possibile promuovere anche la consegna a domicilio per anziani e persone non autosufficienti.

I) Partners (la Provincia di Macerata è capofila)

  • Comuni della provincia di Macerata

  • GAS di Civitanova/Associazione GAIA, GAS di Porto Recanati/Recanati/Loreto, GAS di Macerata, GAS di Tolentino, GAS di Matelica

  • Associazione CiSei (Farmer Markets/Mercati del contadino di Macerata e Tolentino)

  • Centri di Educazione Ambientale

  • Coltivatori biologici e biodinamici

  • REES Marche

 

L) Piano economico

Vedi allegato A

1 Esponenti gruppo DES, 2004, des.

 

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Inseriamo in questo spazio che abbiamo denominato "Corto Circuito"  tutte le ipotesi e le discussioni avviate in questi anni sul progetto di realizzazione dei Distretti di Economia Solidale (DES) in Italia e nella nostra Regione in particolare, allo scopo di promuoverne al più presto la realizzazione anche nei nostri territori.

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