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    Ancora diamanti di sangue?

    Si sa che i signori della guerra sono molto sensibili ai diamanti. E' la pietra preziosa utilizzata solitamente per gli acquisti di armi.
    16 luglio 2009 - Francesco Montanari
    Fonte: fuoritempo.info - 06 luglio 2009

    Si sa che i signori della guerra sono molto sensibili ai diamanti. E' la pietra preziosa utilizzata solitamente per gli acquisti di armi.

    Dal 2003 è attivo un sistema di certificazione e controllo dei diamanti istituito per impedirne il commercio illegale, denominato "processo Kimberley".
    Questo processo è stato però definito inefficace nel corso della riunione annuale dei paesi che fanno parte di questo sistema di controllo, che quest'anno si è tenuta a Windhoek, in Namibia.
    Ian Smile, uno dei fondatori del processo, è categorico: "I governi preferiscono fingere che il processo funzioni, ma non è così. Il commercio di diamanti tornerà al suo passato criminale e gli eserciti ribelli non avranno nessun problema a trovare compratori per i loro diamanti di sangue".

    Sara Milanese ha raccontato cosa non va, nella numero di aprile del mensile Nigrizia:

    "Preoccupante la situazione in Zimbabwe, dove da aprile alle miniere della regione di Marange, la Federazione mondiale delle Borse dei diamanti ha vietato il commercio. Un divieto inevitabile, date le continue segnalazioni di violazione dei diritti umani dei minatori impegnati nell'estrazione di diamanti: l'esercito che ha preso il controllo della regione un anno fa, costringere al lavoro forzato anche donne e minori. Secondo l'organizzazione internazionale Human Rights Watch almeno 200 persone sono state uccise dai militari nel 2008. Il divieto imposto al paese è stato però violato ripetutamente, secondo le testimonianze raccolte da varie organizzazioni non governative, e mai ratificato dal Kimberley process.

    L'ong Global Witness ha inoltre segnalato l'incredibile aumento di esportazioni di diamanti della Guinea Conakry, paese che ha visto aumentare il volume del suo commercio di pietre preziose con l'estero del 500% in soli 2 anni. Un dato che sorprende troppo, e che viene messo in relazione alla vicinanza con la Sierra Leone: si segnalano scambi illeciti al confine tra i due paesi. Il commercio illegale di diamanti ha finanziato la sanguinosa guerra civile, conclusa nel 2002, che ha lasciato in Sierra Leone pesanti ferite.

    Anomalie anche per la Costa d'Avorio, ricca di diamanti ma interdetta dal commercio a causa dell'ancora instabile situazione politica e sociale. Il traffico di diamanti insanguinati ha già infatti avuto un ruolo chiave nel passato ivoriano: ha contribuito a finanziare la guerra civile che per 4 anni, dal 2002 al 2006, ha devastato il paese. Quest'anno dovrebbero tenersi, dopo numerosi rinvii, le elezioni generali che rappresenteranno un vero passo in avanti per il processo di pace. Ma le tensioni interne persistono, e nonostante le sanzioni imposte dall'Onu, il paese avrebbe ripreso il commercio di diamanti.

    Le violazioni segnalate non si fermano all'Africa, ma riguardano anche Libano e Venezuela. Nessuno di questi paesi però è stato sospeso dal processo di Kimberley, che perde sempre più credibilità agli occhi della comunità internazionale.

    L'unica decisione concreta che i 200 rappresentanti riuniti a Windhoek sono riusciti a prendere è l'invio di un'ispezione in Zimbabwe. Difficilmente gli inviati avranno però accesso alla regione di Marange.

    Nessuno quindi può garantire che i diamanti presenti nelle nostre gioiellerie siano "puliti". Sarebbe opportuno, a mio avviso, riflettere bene prima di acquistarne.
    "Un diamante è per sempre"... anche l'ingiustizia che ha generato?

     

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