Una Fontana di acqua pubblica per allegerire la vita
Una delle irrazionalità più patenti del nostro sistema economico consiste certamente nello spostamento sistematico del centro del valore dal prodotto ai suoi complementi commerciali (l'imballaggio, la confezione, la presentazione, la comunicazione e via dicendo), cosa tanto più evidente a proposito dei prodotti, come l'acqua, il cui basso costo industriale incide già strutturalmente in misura risibile sulla determinazione del prezzo al consumo. Come noto, il risultato immediato di questa stortura è una crescita esponenziale e gratuita sia dei prezzi stessi, sia degli importi di materiali, attività ed energia necessari ad alimentare il ciclo, sia degli scarti e dei rifiuti che esso produce; quello a lungo termine, invece, una progressiva astrattizzazione, una virtualizzazione dell'oggetto dello scambio che finisce col sopprimere tutte le sue proprietà materiali tra! sformandolo in un mero simulacro intercambiabile, supporto indifferenziato di transazioni che seguono leggi loro proprie e su cui nessuno, a conti fatti, possiede un potere reale.
Per contrastare questa pericolosa deriva (nella quale in sostanza è da ricercare la radice della presente crisi globale), alcune piccole pratiche locali provano a tagliare di netto i cosiddetti "costi aggiuntivi" mettendo i beni pubblici direttamente a disposizione del pubblico: è il caso di quella con cui oggi riprendiamo la nostra rassegna settimanale di buone pratiche neomunicipaliste, la "Fontana Leggera" che a Monterotondo - Comune membro della Rete in Provincia di Roma - ha erogato in poche settimane, a beneficio di tutti i cittadini, oltre 100.000 litri di acqua da bere, liscia o gassata, pregiata sotto il profilo organolettico e, soprattutto, completamente gratuita. In soli 50 giorni di funzionamento, la sua distribuzione ha evitato la produzione e lo smaltimento di circa 68.000 bottiglie di plastica, l'immissione in atmosfera di oltre 4 tonnellate e mez! za di anidride carbonica, il consumo di 88.400 kWh di energia e di 34.450 litri di altra acqua che sarebbero stati necessari a produrre le bottiglie; e ha avuto in più l'effetto (simbolico, culturale e programmatico) di riaffermare la natura eminentemente pubblica, non mercificabile e di diritto inalienabile di un bene che solo in pochi oramai - fra Enti locali finanziariamente strangolati, produttori interessati e distributori senza scrupoli - considerano ancora "comune" a pieno titolo.
Inutile per noi commentare questi risultati, se non per sottolineare un dato ulteriore, ossia che l'intera impresa è costata al Comune un totale di 18.000 euro - vale a dire poco più della metà dei circa 30.000 che i cittadini avrebbero dovuto spendere per acquistare l'acqua erogata fino ad ora, sotto forma di bottiglie di acqua minerale, in un supermercato: considerato che l'impianto dovrebbe poter funzionare ancora per un certo numero di anni, è davvero necessario aggiungere altro?
La prima "Fontana Leggera" è inoltre stata a suo tempo inaugurata a Settimo Rottaro, comune di 500 abitanti in provincia di Torino: il servizio che il TG Piemonte le ha dedicato è visibile qui, tutte le informazioni su di essa si trovano alle voci pertinenti di "Riducimballi". In ogni caso tutte queste esperienze si richiamano al più ampio progetto di "Negozio Leggero", co-promosso anche dalla Rete dei Comuni Virtuosi.
Un altro esempio simile è la Casa dell'acqua di Castellina Scalo (Monteriggioni- Siena) dotata di 3 rubinetti: acqua filtrata e acqua filtrata fredda gratuita, acqua gasata 5 centesimi/litro. Grande successo tra la popolazione che ha organizzato anche l'acquisto collettivo di bottiglie di vetro e relativo cestello per 6 bottiglie.
Si possono leggere circostanziati articoli (qui e qui) che dimostrano a margine che per lo stesso scopo si possono utilizzare soluzioni tecniche e partnership differenti.
Mauro Sonzini e-mail: mauson@libero.it