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    Michele Altomeni
    Fonte: Comportamenti Solidali

    Curare

    L’idea di stare bene viene di norma associata all’assenza di dolore e malattia. Dato che la nostra cultura medica è molto sbilanciata sulla dimensione biologica e materiale dell’essere umano, nella storia si è spesso trascurata l’importanza di aspetti altrettanto determinanti per il benessere umano, legati più al lato psicologico e spirituale. Questi presupposti della medicina occidentale appaiono oggi profondamente in crisi, lasciando spazio ad approcci alternativi, recuperati dalla medicina popolare del nostro passato o da esperienze maturate in altre culture. E’ già in atto una profonda trasformazione, per quanto ancora poco percettibile. Negli ultimi decenni la scienza medica ufficiale ha dovuto, suo malgrado, accettare teorie e pratiche a lungo bollate come “superstizioni” o “truffe”. Ancora oggi vive arroccata sulle sue posizioni e cerca di difendere un castello di certezze in visibile degrado.
    Di questa fase di passaggio, come di norma accade, approfittano personaggi senza scrupoli e vere e proprie organizzazioni a delinquere che, facendo leva sulla disillusione dei cittadini e sulla loro disperazione, ordiscono truffe e speculazioni. Non è sempre facile distinguere un ciarlatano da un onesto praticante di tecniche mediche alternative, ma in questi casi possono aiutare i rapporti di fiducia verso conoscenti che hanno già sperimentato medicine e terapie alternative e possono raccontare la loro esperienza.
    In generale sarebbe necessario modificare il nostro approccio verso il benessere e la salute. La medicina occidentale ci ha abituati a ricorrere al medico quando arriva il malessere, ossia il sintomo della malattia. A quel punto cominciamo ad assumere farmaci (che spesso nascondono il sintomo anziché curare il male) e interveniamo su alcuni aspetti della nostra vita (dieta, ambiente di vita e di lavoro, abitudini ecc). Molte medicine tradizionali ritengono che il sintomo sia l’ultimo stadio di un male maturo, per cui gli interventi dei nostri medici sono per lo più tardivi. Più che esperti che curano i sintomi servirebbero “consulenti” che ci seguono e ci consigliano sulle caratteristiche del nostro corpo, sulla dieta che più gli si addice, sull’influenza che certi ambienti e certe abitudini possono avere su di noi, in modo che il malessere provocato dai sintomi possa essere prevenuto alla radice e che non si debba arrivare ad uno stadio acuto per cui non resta che ricorrere a soluzioni drastiche ed invasive come l’assunzione di prodotti chimici o interventi chirurgici.
    Tuttavia, anche nella cura dei sintomi sarebbe possibile sostituire molti farmaci di sintesi con rimedi naturali che erano patrimonio culturale delle generazioni passate e che stiamo perdendo. Recuperare questo sapere è di fondamentale importanza, una vera e propria ricchezza.
    Accenniamo, senza alcune pretesa scientifica, ad alcune tecniche mediche che si stanno affermando in alternativa alla medicina ufficiale, lasciando ai nostri lettori responsabili il compito di approfondire le informazioni e fare le loro scelte.

    Naturopatia e fitoterapia

    La naturopatia non è una medicina codificata, ma un insieme eterogeneo nel quale confluiscono diverse tecniche. La più nota in Italia è la fitoterapia, ovvero la cura attraverso le piante, a questa vanno aggiunte l'argilloterapia (che si avvale di diverse terre), l'idroterapia (che si avvale dell'acqua).
    Ciò che differenzia maggiormente la fitoterapia dalla medicina ufficiale è che la prima considera curativa tutta la pianta, concepita come un organismo vivente completo, mentre la seconda prende in considerazione solo il principio attivo, cioè la sostanza della pianta che svolge l'azione terapeutica.
    Finalizzata alla prevenzione piuttosto che alla cura, la medicina naturopatica presenta il vantaggio di essere poco o affatto tossica per l'organismo e, essendo prodotta usando materie naturali, il suo impatto ambientale è molto limitato. Senza contare che non è la stessa cosa disperdere nell'ambiente una confezione di pillole o una confezione di tisana.
    Nonostante le loro molteplici diversità, le tecniche indicate come naturopatia si richiamano ad un unico principio: la natura è una grande madre e il corpo umano può guarire se le forze vitali che esso contiene vengono opportunamente sollecitate. Ma perché esso possa reagire positivamente e mantenere il giusto equilibrio, è necessario che l'aria che respira, l'acqua che beve e in cui si immerge, i cibi di cui si nutre, non siano contaminati.
    La salute è dunque considerata come una dotazione naturale che deve essere preservata con una vita sana e con l'attenzione per l'ambiente.

    Omeopatia

    Secondo alcune stime l'omeopatia è la medicina alternativa attualmente più diffusa in Italia. Essa si basa sul principio che l'organismo, opportunamente stimolato, è in grado di reagire alla malattia che lo invade. Pensate come un semplice stimolo, le sostanze curative vengono diluite in acqua che “ne conserva memoria”. Caratteristica dei farmaci omeopatici è dunque la loro assoluta non tossicità e la provenienza da elementi naturali e non prodotti attraverso sintesi chimica.
    Nel tempo l'omeopatia ha dato vita a diverse scuole:

    L'Unicismo
    gli unicisti sono gli eredi in linea diretta di Hahnemann, uno dei padri fondatori della moderna omeopatia. La loro ricerca è finalizzata a trovare il rimedio unico capace di coprire tutti i sintomi del paziente. La terapia consiste nella somministrazione di preparati fortemente diluiti.

    Il Pluralismo
    gli omeopati che aderiscono a questa scuola ricorrono a preparati composti da diverse sostanze oppure utilizzano più rimedi insieme.

    L'Antroposofia
    nata dalle ricerche del filosofo Rudolf Steiner, è molto attenta all'equilibrio spirituale del paziente. Il medico antroposofo ricorre preferibilmente alla basse diluizioni per non interferire con la sfera psichica.

    L'Omotossicologia
    è nata negli anni Cinquanta dalle ricerche del dottor Hans Reckweg e, concettualmente è la più vicina alla medicina convenzionale. Il medico omotossicologo prescrive in genere vari prodotti composti a basse diluizioni.

    Medicine etniche

    La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvalorato il ruolo delle medicine tradizionali, inserendole, fin dal 1976, nei suoi programmi sanitari. Lentamente questi sistemi di cura si stanno diffondendo anche in Occidente. Alla base di queste pratiche c’è sempre la prevenzione.
    Sulla loro efficacia terapeutica il mondo scientifico è ancora diviso, in ogni caso la preferenza accordata a terapie non invasive e la bassa, o nulla, tossicità dei preparati farmacologici che esse somministrano, sta pian piano aprendo anche all'interno della comunità medica tradizionale uno spazio per una riflessione sulla malattia che non scinda lo spirito dal corpo.
    Le principali medicine tradizionali sono quella cinese e quella ayurveda indiana.
    La medicina tradizionale cinese è un insieme di terapie di cui la più famosa è l'agopuntura, ma che comprende anche altre tecniche che vanno dai massaggi alla fitoterapia. In Occidente la medicina cinese è arrivata negli anni Venti grazie ad un sinologo francese, George Soulié de Morant, e da allora ha visto un successo crescente tanto che alcuni ospedali utilizzano attualmente l'agopuntura accanto alle terapie più avanzate. La medicina cinese si rifà al sistema filosofico orientale per il quale l'essere umano è collegato alle energie universali attraverso una rete di "meridiani" che percorrono tutto il suo corpo, come una sorta di circuito elettrico. La malattia è un blocco lungo uno dei meridiani e il medico agisce per rimuoverlo.
    Il termine ayurveda deriva dal sanscrito e significa "scienza della longevità". E' la medicina tradizionale indiana che si fonda sulla teoria del tridosha, ovvero delle forze che governano tutto l'universo e l'essere umano. Le tre forze sono il vento, l'acqua e il fuoco e la loro armonia è garanzia di salute, al contrario la prevalenza di una sulle altre è la causa di tutte le malattie. Strettamente legata allo yoga, la medicina ayurveda è in grado di curare qualsiasi malattia, tuttavia la mancanza assoluta di tossicità dei farmaci che essa propone, la rende particolarmente adatta nella terapia di malattie croniche e degenerative. Nella concezione ayurveda, tutto è curativo: la dieta come lo stile di vita (sonno, sessualità, ecc.). Il medico ayurveda usa erbe e minerali resi assimilabili attraverso trattamenti speciali, che associa a massaggi e ad altre terapie.

    Igiene e cosmesi

    Cosmetici, prodotti per l’igiene personale e deodoranti rappresentano una voce importante nei bilanci familiari degli italiani, basti guardare la mole di pubblicità esistente. In questo campo valgono molte delle considerazioni fatte per le pulizie in casa e la prima regola resta quella di evitare i consumi inutili e superflui, quindi optare per prodotti ecologici (01) e possibilmente autoprodotti.
    Per non farsi ingannare dai soliti specchietti per le allodole è opportuno controllare bene gli ingredienti e verificarne l’effettiva naturalezza. A questo scopo può essere utile il sito internet biodizionario (http://www.biodizionario.it) che riporta le numerose sostanze che si possono trovare nei cosmetici e di ognuna indica se sia accettabile o da evitare.
    BOX: Un sapone universale autoprodotto
    E’ possibile produrre in casa un sapone universale, utilizzabile sia per il corpo (anche per i bambini) che per indumenti e piatti.
    Per circa 15 pezzi di sapone occorrono 5 litri di acqua, 1 litro di olio di oliva e 180 g di soda caustica. Gli ingredienti vanno versati in una pentola e lasciati cuocere a fuoco lento per dieci ore circa. Per evitare che il prodotto esca dalla pentola per l’ebollizione si può aggiungere dell’acqua fredda.
    Una volta pronto, il sapone va versato e fatto raffreddare, quindi tagliato a pezzi e lasciato seccare per circa sei mesi.
    Se si vogliono ottenere saponi profumati è sufficiente aggiungere delle essenze o infusi.

    Così come la medicina interviene su un organismo ormai ammalato, la cosmesi si prende cura del nostro aspetto esteriore compromesso da altri fattori. Sarebbe molto più efficace e salutare curare l’alimentazione, fare un po’ di moto (non serve andare in palestra, basterebbero un po’ di lavori domestici, usare la bici o le gambe invece dell’auto e semmai fare qualche esercizio in casa). Per disintossicarsi da un’alimentazione sbagliata può essere utile anche saltare qualche pasto, oppure fare una dieta di frutta (biologica). Anche bere molta acqua ha effetti depuranti.

    Bagno consapevole

    Nella stanza da bagno si possono fare diverse scelte solidali. Ad esempio, chi usa per la doccia spugne sintetiche, può sostituirle con la loffa, ricavata da una zucca, oppure con il guanto in juta o altre fibre naturali. Da evitare la spugna di mare. Gli asciugamani in lino e fibre naturali sono preferibili a quelli sintetici. Per farsi la barba o depilare le gambe il famigerato rasoio usa e getta va sostituito con quello tradizionale in metallo con lamette intercambiabili. Allo stesso modo va preferito lo spazzolino da denti con la testina sostituibile, in modo da non dover buttare anche il manico (lo spazzolino elettrico è inutile). Per quanto riguarda i cotton-fioc molti ne sconsigliano l’uso, ma se non se ne può farne a meno vanno scelti quelli in carta anziché in plastica.
    La carta igienica rappresenta un bel danno ambientale: dall’abbattimento di alberi per produrre la cellulosa all’uso di cloro per sbiancarla, fino allo scarico nelle fogne e quindi in mare. In primo luogo va fatta maggiore attenzione ai quantitativi, dato che spesso se ne spreca veramente tanta. Inoltre esistono in commercio marche di carta igienica riciclata, non sbiancata e, a volte, imballata in mater-bi anziché in plastica.
    Gli assorbenti, come tutti gli “usa e getta”, non amano l’ambiente, ma alcuni movimenti femministi si sono impegnati per sviluppare valide alternative. Difficile da trovare in Italia è il “keeper”, una coppetta in gomma naturale che si inserisce come un tampone, ma anziché assorbire raccoglie il sangue al suo interno. Può essere indossato per 12 ore, anche di notte, e poi lavato con acqua calda e aceto di mele. Più tradizionale, ma sempre ecologico, l’assorbente lavabile in cotone biologico.

    La buona morte

    Non si può vivere bene se non ci si riconcilia con l’idea della morte. La nostra cultura meccanicista, con il concorso della classe medica, l’ ha rimossa. In questa concezione la distinzione tra una buona morte e una brutta morte praticamente non ha senso e così abbiamo perso la capacità di affrontarla, abbiamo rimosso l’arte tradizionale del morire e non riusciamo più a concepire l’idea di morire in salute. Offrire conforto e sostegno a pazienti morenti e famigliari era uno dei compiti più importanti di un buon medico. Oggi i professionisti sanitari non sono più in grado di farlo, ma nemmeno i comuni cittadini. La morte è quasi sempre vista come un insuccesso della medicina, qualcosa da nascondere, quasi di vergognoso.

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