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    Michele Altomeni

    Rallentare e riposare


    Il pescatore stava sulla riva del fiume a contemplare il volo degli uccelli. Passò l’uomo bianco e gli chiese cosa stesse facendo.
    - Mi riposo e godo della natura – rispose il pescatore alzandosi a sedere.
    - E non peschi?
    - No, oggi ho già pescato abbastanza
    - Ma visto che hai ancora tempo, perché non continui a pescare?
    - E perché dovrei continuare a pescare?
    - Beh… potresti vendere il pesce e guadagnare di più.
    - Ah si? E per fare cosa?
    - Potresti comprarti una barca per pescare in mezzo al fiume e prendere più pesce, così guadagneresti di più.
    - Interessante! E poi?
    - Poi potresti investire i maggiori guadagni per assumere qualcuno che ti aiuti, e magari comprare altre barche.Potresti prendere più pese ed esportarlo sui mercati di altre città.di certo guadagneresti molto di più.
    - Non ci avevo pensato…
    - Una volta preso il giro degli affari potresti comprare una flotta di barche a motore, e potresti comprare un elicottero per sorvolare i mari e individuare i banchi di pesci più grossi,e altri strumenti tecnologici che ti permetteranno di catturare quantità di pesci enormi.Diventeresti ricchissimo.
    - Bello! E una volta che sarò ricchissimo cosa farò?
    - Beh, potrai anche assumere un manager che diriga tutta l’impresa al tuo posto e tu non dovesti più lavorare e potresti restare a pancia all’aria in riva al fiume.
    - Allora sono già abbastanza ricco – rispose il pescatore - e con un con un sorriso si sdraiò sull’erba ad osservare il volo degli uccelli.

    Storielle come questa ci fanno pensare che in effetti qualcosa nella nostra società non funziona. Però ci sembra impossibile fare scelte conseguenti. Siamo immersi in un fiume che scorre veloce verso valle e ci sembra impossibile uscire dalla corrente. Il tempo e la velocità si sono trasformati in demoni maligni, una vera e propria trappola che ci tiene prigionieri e ci impone scelte che aggravano sempre di più la nostra condizione.
    La felicità e il benessere umano, oltre ad un diverso rapporto con i beni (decrescita, sobrietà, limite), richiedono una modifica del nostro rapporto con il tempo. “Il tempo è denaro” è un motto che rende bene l’idea di come l’esistenza umana sia ormai completamente piegata alla logica dell’accumulo monetario, tanto che anche il cosiddetto “tempo libero” è stato travolto dal consumo e della mercificazione.
    Un passaggio cruciale in questo processo è stato la netta separazione del tempo produttivo dal tempo libero. Il lavoro è diventato sempre più “denso”, alieno dalla dimensione umana, una specie di immersione nella sofferenza per uscire, di tanto in tanto, a prendere boccate di tempo libero. Così il tempo libero si è trasformato in un ideale quasi mitico, carico di aspettative, in pratica una merce come le altre, sottoposta alle stesse logiche del mercato, dei bisogni, della dipendenza e della permanente insoddisfazione. Sempre più percepiamo il tempo libero come una merce scarsa e ci affanniamo nel tentativo di “valorizzarlo”. A forza di riempire di aspettative e attività il tempo libero ne abbiamo fatto una dimensione altrettanto frenetica, se non di più, del tempo dedicato alla produzione. Siamo presi in un vortice da cui è impossibile uscire senza una forte presa di coscienza della nostra condizione. Anche in questo caso si tratta di rivalutare un concetto denigrato dai valori dominanti della nostra società, quello della lentezza, come proponeva Alexander Langer quando auspicava la sostituzione del motto olimpico “citius, altius, fortius” (più veloci, più in alto, più forti), che rappresenta la quintessenza della nostra società con un “più modesto, ma più vitale “lentius, profundius, soavius” (più lenti, più dolci, più in profondità).
    Rallentare è la premessa necessaria per rivitalizzare i nostri sensi, oggi travolti e storditi dalla frenesia. Solo rallentando potremo riprendere a vedere ciò che ci circonda e a sentirne gli odori e i suoni, saremo capaci di assaporare il gusto delle cose e a percepirle al tatto. Solo rallentando potremo incontrare le persone e stringere relazioni autentiche. Altrimenti la vita rischia di essere semplicemente attraversata di corsa, il che non ha molto senso.

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