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    Beni comuni

    Michele Altomeni
    Fonte: Comportamenti Solidali

    Inquinamento da traffico

    Il settore dei trasporti, ed in particolare la mobilità privata, sono responsabili di diversi tipi di inquinamento, da quello atmosferico a quello da rifiuti, da quello acustico a quello olfattivo.

    Inquinamento atmosferico

    Il settore dei trasporti rappresentano uno dei fattori principali di inquinamento atmosferico, ed il suo impatto è crescente: in Italia le emissioni del trasporto urbano sono aumentate del 18% tra il 1990 e il 1998. Il traffico produce 6 tipi di emissioni principali che, come mostrato in tabella, hanno ognuna proprie conseguenze negative.













    Emissione% prodotta dai trasporti sul totaleProblemi causati
    Derivati dello zolfo (Sox)9Problemi sanitari - danni alla vegetazione - pioggie acide - danni ai monumenti
    Ossidi di azoto (NOx)58Pioggie acide - problemi
    OzonoProblemi sanitari - danni alla vegetazione - danni ai monumenti
    Monossido di carbonio (CO)76Problemi sanitari
    Biossido di carbonio30Effetto serra
    Benzene e altri idrocarburi aromatici (HC)52Problemi sanitari
    Polveri90Problemi sanitari - danni ai monumenti

    Quest’altra tabella indica come i carburanti contribuiscono in maniera diversa all’emissione delle diverse sostanze inquinanti














    Emissioni inquinanti in mg/km
    BenzenePiomboSO2NOXPMCOCOVNMNH3
    Fonte: valori stimati dagli Amici della Terra su dati ExternE Transport
    Benzina super199,114,328,11.96420*33.7586.9222
    Benzina verde32,71,533,75605*10.3001.00870
    Gasolio2,1-47,5279515871061
    GPL--7,41892*3.315133-

    BOX: Marmitte catalitiche e benzina verde
    Da alcuni anni in Italia sono diventate obbligatorie le marmitte catalitiche e da più parti viene il sospetto che si sia trattata di una grossa bufala, o forse di una truffa. Queste marmitte possono ridurre del 70-80% alcuni inquinanti, ma solo quando il motore è caldo, cioè almeno 10 minuti dopo la messa in moto, e spesso i tragitti in città sono troppo corti per scaldarlo. Anche le temperature troppo elevate riducono le capacità catalitiche. La marmitta catalitica richiede una manutenzione accurata: può essere danneggiata da tre o quattro mancate accensioni consecutive o da una partenza a spinta. In ogni caso la vita media di una marmitta catalitica non supera i 5 anni o i 100.000 chilometri.
    La benzina verde ha eliminato il piombo, ma ha aumentato altri inquinanti, come gli idrocarburi aromatici, tra cui il benzene, ritenuto altamente cancerogeno (provoca tumori ai polmoni, al fegato, ai reni, alla pelle e leucemia). Le emissioni di CO2 sono le stesse.

    Auto usa e getta

    Acquistare un auto, un tempo, era un investimento tra i più importanti della vita. L'auto doveva durare più a lungo possibile e l'automobilista faceva grande attenzione alla manutenzione. Poi anche l'auto è entrata nel tritatutto della società dei consumi trasformandosi in un prodotto usa e getta. Per molti “cambiare” l'auto non è stata più la conseguenza del completo logorio del mezzo, ma una pratica sociale necessaria a seguire le mode e il continuo aggiornamento dei modelli sul mercato. In ossequio alla cultura “usa e getta” le riparazioni sono state squalificate, preferendo il nuovo acquisto. In parte questa pratica ha alimentato un grande mercato dell'usato, ma ha anche portato alla rottamazione una grande quantità di auto ancora funzionanti.
    L’automobile, come ogni altra merce, inizia ad inquinare dal momento della sua produzione per continuare durante la sua vita e finire con lo smaltimento. La costruzione di un'auto richiede circa 1,2 tonnellate di materiali (di cui circa 685 kg di acciaio, 117 di ghisa, 43 di alluminio, 8 di rame, 49 di vetro, 105 di plastica, 35 di gomma, 57 di vernici, più altri 70 kg circa tra batteria, pneumatici e liquidi vari); comporta il consumo di circa 40.000 Kwh di energia, 103 metri cubi di acqua, l'emissione di 4 tonnellate di CO2 e 190kg di rifiuti non riciclati. Se si tiene conto dell'uso effettivo dei veicoli nel loro arco di vita, il costo ambientale della produzione di un'autovettura privata è, per ogni chilometro percorso da un passeggero, cinque volte maggiore rispetto a quello dell'autobus e del treno.
    Delle migliaia di autovetture rottamate ogni anno, solo una parte delle componenti vengono recuperate, mentre si accumulano tonnellate di rottami il cui smaltimento è spesso assai complesso. Si calcola che per ogni auto smaltita finiscono in discarica almeno 150 kg di materiali. Nel 1997, sono state rottamate circa 2 milioni di autovetture producendo 1.700.000 tonnellate di rifiuti. Di questi l'80% è stato riciclato, lo 0,8% è stato incenerito, ma ben 306.000 tonnellate sono finite in discariche per rifiuti speciali, 382 tonnellate in discarica per rifiuti pericolosi e 13.487 tonnellate abbandonate nell'ambiente, determinando in questo modo pesanti impatti sui suoli e sulle acque, oltre che estetici e paesaggistici. Anche la demolizione richiede un grosso consumo energetico: circa 5000 kwh ogni auto.
    Numerose sono anche le componenti che devono essere sostituite durante la vita dell'auto, e diventano rifiuto.
    In Italia vengono consumati circa 30.000 pneumatici all'anno che finiscono in gran parte in discarica, mentre andrebbero riciclati. La produzione di gomma riciclata consente un risparmio fino al 71% di energia, mentre un pneumatico in discarica dura oltre 100 anni. I pneumatici possono essere anche ricoperti con un nuovo battistrada così da riutilizzare la struttura, ma in Italia succede appena nel 10% dei casi, mentre in paesi come Germania e Giappone è la normalità.
    L’olio lubrificante, con l'uso si deteriora, per questo è necessario sostituirlo. In Italia sono immesse nel mercato circa 630.000 tonnellate all'anno di olio lubrificante, considerato il consumo, il residuo dovrebbe essere circa 210.000 tonnellate. Se eliminato erroneamente, provoca disastri: versato in terra penetra nel terreno avvelenando piante e animali ed inquinando le falde idriche; il cambio di olio di una sola auto, versato in una fogna o direttamente in acqua, è sufficiente a coprire con una sottile pellicola una superficie di 5 chilometri quadrati di uno specchio d'acqua. Il risultato è l'inibizione della normale ossigenazione e la morte delle forme di vita acquatiche. Se bruciato emette sostanze inquinati per l'aria. L’olio esausto può invece essere recuperato e riutilizzato quasi totalmente: attraverso la rigenerazione ci si possono produrre basi lubrificanti, altrimenti può essere usato come combustibile.
    Le batterie esauste vanno sostituite presso officine autorizzate per lo smaltimento. In ogni caso non vanno abbandonate o gettate nel cassonetto: sono rifiuti tossici pericolosi perché ne possono fuoriuscire piombo e acido. Riciclando le batterie si può recuperare il piombo per una produzione molto meno inquinante rispetto al piombo vergine.

    Inquinamento acustico

    Dal 1995 esiste una legge sull'inquinamento acustico che riconosce il danno che esso provoca alla salute: tachicardia, variazione della pressione arteriosa e della capacità respiratoria, gastriti, nausea, alterazioni del campo visivo e della trasmissione degli impulsi nervosi, emicranie, capogiri, inappetenza, difficoltà di concentrazione, insonnia alterazioni del sistema nervoso e stress. Il 72% della popolazione italiana è esposto a rumori superiori ai limiti massimi previsti e il traffico cittadino è il maggiore responsabile. Un contributo significativo viene dai motorini, soprattutto quelli con le marmitte “truccate”.
    Un'attenta manutenzione della marmitta, oltre alla moderazione della velocità, consentono di limitare la rumorosità dell'auto. Riducendo la velocità da 130 a 100 Km/h, misurando il rumore a 7 metri di distanza, si passa da 83 a 78 decibel.
    La USL n. 1 di Trieste ha rilevato che le farmacie situate in quartieri in cui il livello sonoro notturno è compreso tra i 55 e i 75 decibel vendono una quantità di sonniferi, tranquillanti e farmaci per i disturbi gastrici e cardiaci doppia o addirittura tripla rispetto alla media.
    La legge (DPCM 1.3.1991 e Legge Quadro n. 447/95) prevede che i comuni attuino una zonizzazione acustica (classificazione del territorio comunale in 6 livelli di rumore) e realizzino un piano di risanamento acustico comunale. Si tratta di due strumenti che intervengono a livello di pianificazione urbana che in realtà molti comuni disattendono. Il cittadini solidale potrebbe rivendicare il rispetto di questa norma.

    Inquinamento olfattivo

    Il nostro olfatto percepisce solo una parte delle sostanze che inquinano l’aria che respiriamo, ma quel poco è sufficiente a rendere sgradevole l’odore di gran parte dei posti che attraversiamo e sempre più questo deterioramento della qualità dell’aria ha la sua principale causa nelle emissioni del traffico.

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