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    Contratto di fornitura di vaccino contro l'influenza A H1N1

    Un contratto da 185 milioni di euro, firmato in tutta fretta nel pieno dell'estate, sotto il fuoco dei media che bombardavano gli italiani sul rischio di una pandemia dagli esiti disastrosi. E' il «Contratto di fornitura di vaccino contro l'influenza A H1N1» siglato l'anno scorso dal Ministero della Salute - titolare all'epoca il trevigiano Maurizio Sacconi - con la Novartis Vaccines and Diagnostic Srl di Siena, divisione italiana del colosso svizzero.
    10 gennaio 2010 - redazione Rees Marche
    Fonte: da Il Mattino di Padova - gennaio 2010

    Un contratto da 185 milioni di euro, firmato in tutta fretta nel pieno dell'estate, sotto il fuoco dei media che bombardavano gli italiani sul rischio di una pandemia dagli esiti disastrosi. E' il «Contratto di fornitura di vaccino contro l'influenza A H1N1» siglato l'anno scorso dal Ministero della Salute - titolare all'epoca il trevigiano Maurizio Sacconi - con la Novartis Vaccines and Diagnostic Srl di Siena, divisione italiana del colosso svizzero.
    Il «contratto del mistero», in realtà, è pubblicato su internet. Mica sul sito del Ministero della Salute, naturalmente, ma in quello del presidente del Codacons, la più importante associazione di consumatori. A leggerlo fa rimpicciolire d'un colpo solo gli incarichi di favore, le forniture dirette, gli acquisti discrezionali cui ci hanno abituati i politici di casa nostra. Bagatelle d'un momento. Qui si parla di milioni di euro, in barba a tutte le procedure. Lo dicono le stesse premesse del contratto: «occorre mettere a disposizione dei cittadini italiani il vaccino antinfluenzale A (H1N1) per la profilassi del rischio di contagio umano connesso alla Pandemia». Lo conferma la Presidenza del Consiglio dei ministri, che autorizza il direttore generale del Ministero ad acquisire «in termini di somma urgenza» le dosi del vaccino; la stessa urgenza che «non consente di rispettare i tempi delle procedure di gara d'appalto aperte, ristrette o negoziate con pubblicazione di bando di gara e pertanto la mancata osservanza della procedura d'appalto pubblico nell'assegnazione del contratto è giustificata». Grazie a queste premesse, il direttore generale del Ministero, Fabrizio Oleari, mantovano di Suzzara, il 21 agosto manda a chiamare Francesco Gulli, napoletano, amministratore delegato di Novartis Vaccines and Diagnostic, e insieme firmano il contratto per l'acquisto di 24 milioni di dosi di vaccino Focetria al prezzo di sette euro più Iva l'una. Totale: 168 milioni di euro più 16,8 milioni di Iva, per un totale di 184 milioni e 800 mila euro. Banca d'appoggio per l'operazione sarà il Monte dei Paschi di Siena. Un bel contratto per Novartis, il colosso farmaceutico nato nel 1996 dalla fusione di Ciba e Sandoz, attività in 140 paesi al mondo, un fatturato complessivo di 22 miliardi di euro, 73 mila addetti. E che in Italia occupa 3.800 persone e fattura 1,4 miliardi di euro grazie alle sedi di Origgio (Varese), Siena, Roma, Torre Annunziata, Rovereto e Marcon, nel Veneziano (dove c'è la Ciba vision, la divisione operativa che opera nel settore delle lenti a contatto). Un contratto del tutto blindato, peraltro, che esclude penalità a carico della multinazionale nel caso di mancato rispetto delle date di consegna. E che addirittura ammette che il prodotto immunologico contro l'influenza A, alla firma del contratto d'acquisto, si trovasse in fase di studio e ricerca: «l'esito delle ricerche, la capacità di Novartis di sviluppare con successo il prodotto, i tempi di produzione, la qualità dell'inoculo virale, la capacità produttiva e il lancio del prodotto allo stato attuale sono ancora in corso di definizione» si legge a pagina 3. Insomma, abbiamo acquistato un prototipo. Con la clausola persino che, in caso di mancata autorizzazione al commercio, «il Ministero riconosce forfetariamente a Novartis, a titolo di partecipazione una tantum ai costi sostenuti dalla stessa relativamente alla produzione, sviluppo e realizzazione nonché della ricerca clinica relativi al prodotto un importo pari a 24 milioni e 80 mila euro, al netto dell'Iva». E poi dicono che in Italia non si sostiene la ricerca... Clausole così singolari che la Corte dei Conti, il 2 settembre scorso, solleva undici richieste di chiarimenti al Ministero della salute: dall'assenza di penalità per Novartis ai rischi risarcitori cui va incontro lo Stato, dalla mancata autorizzazione al commercio alla stessa congruità dei prezzi, che non appare in alcun «parere di organo tecnico». Un'istruttoria archiviata in fretta dopo appena una settimana dai magistrati contabili che, riconoscendo «l'eccezionalità e somma urgenza dell'intervento», seppelliscono la pratica dando il via libera alla fornitura dei vaccini Focetria. Un contratto che suscita anche la curiosità della politica: prima l'Italia dei Valori chiede conto a Sacconi, poi il Partito Democratico con Maria Antonietta Coscioni chiede di rendere pubblico il contratto. Sospetti oramai inoculati persino nel capogruppo del Pdl alla Camera, Maurizio Gasparri, che sabato ha dichiarato: «Su questa storia dei vaccini sarà forse il caso di fare luce in Parlamento. Come ai tempi dell'aviaria, si comprano quantità ingenti di vaccini poi non utilizzati». A godere, per adesso, sono sicuramente le quotazioni del titolo Novartis: più 40% nel 2009.

     

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