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    Cisco System promuove la risoluzione "say no pay"

    Vittoria storica di una mozione sui principi di trasparenza.
    Dopo tre anni di intenso lavoro, la risoluzione "say on pay", presentata da un gruppo di azionisti attivi americani e sostenuta in Italia da Etica sgr, ha ottenuto il 51% dei voti in assemblea del colosso dell'informatica Cisco System.
    13 gennaio 2010 - Redazione Rees Marche

    Cisco System promuove la risoluzione "say no pay"

    Vittoria storica di una mozione sui principi di trasparenza

    Dopo tre anni di intenso lavoro, la risoluzione "say on pay", presentata da un gruppo di azionisti attivi americani e sostenuta in Italia da Etica sgr, ha ottenuto il  51% dei voti in assemblea del colosso dell'informatica Cisco System.

    La mozione, che chiede ai vertici dell'azienda di prendere in considerazione il volere degli azionisti responsabili affinché vengano introdotti nuovi principi di trasparenza sui processi di remunerazione dei top manager con la conseguente rendicontazione all'assemblea, era stata presentata per la prima volta all'assemblea di Cisco del 2007 e già allora aveva ottenuto il 48% dei voti a favore; nel 2008 la mozione era stata ritirata all'ultimo momento su richiesta dei vertici di Cisco che si erano impegnati a un dialogo con gli azionisti su questo tema. Dialogo che si è presto interrotto spingendo gli investitori religiosi a riportare la questione in assemblea nel 2009, ottenendo così la maggioranza dei voti in assemblea.  
    Si tratta di una vittoria storica, ottenuta dopo anni di campagne di pressione lanciate da Christian Brothers Investment Services (CBIS), insieme ad altri azionisti responsabili anch'essi associati ad ICCR, tra i quali, per l'Italia, Etica Sgr.

    ICCR è l'associazione interconfessionale che riunisce circa 300 investitori religiosi con patrimonio gestito di oltre 100 miliardi di dollari, impegnati nel dialogo e nell'azionariato attivo con le maggiori imprese americane sui temi sociali, ambientali e della governance.  
    La grave crisi economica e finanziaria in corso ha portato sotto i riflettori la questione delle politiche di remunerazione dei top manager delle grandi banche e società, soprattutto negli Stati Uniti, dove l'azionariato attivo è una prassi consolidata, portata avanti anche con il sostegno degli investitori religiosi: solo nel 2009 negli USA sono state presentate almeno 100 mozioni sul tema della trasparenza nelle remunerazioni.

    Tra le società che hanno introdotto in statuto il voto consultivo in assemblea sulla remunerazione degli amministratori vi sono Intel, HP, Occidental Petroleum, Verizon, MBIA, PG&E, H&R Block, Blockbuster, Ingersoll-Rand e Motorola.

     

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