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    Come risolvere il problema delle rivolte dei braccianti agricoli e dei contadini

    Pubblichiamo due Articoli, uno del Prof. Giuseppe Altieri ed uno del Dr.Sankara della Rete dei Gruppi d'Acquisto Solidali di Roma e Lazio, che esprimono la soluzione, che anche noi della Redazione condividiamo per risolvere questo problema
    17 gennaio 2010 - Redazione Rees Marche

    Publichiamo due Articoli, uno del Prof. Giuseppe Altieri ed uno del Dr.Sankara della Rete dei Gruppi d'Acquisto Solidali di Roma e Lazio, che esprimono la soluzione, che anche noi della Redazione condividiamo per risolvere questo problema

     

    I°Articolo

    Prof. Giuseppe Altieri

     

    Il problema delle rivolte si risolve solo collegando produttori e consumatori per pagare il giusto prezzo agli agicoltori e contadini e mangiare cibi biologici e ogm free al 100%, locali e italiani. Se ci adattiamo alla Mafia del Mercato, delle Multinazionali, Banche e supermercati, oltre ad ucciderci con il cibo avvelenato tutti quanti, la conseguenza naturale è che scoppiano le rivolte, ora dei braccianti, domani dei contadini, che già hanno invaso Roma coi trattori, semplicemente perché il prezzo degli aranci è di 10 centesimi al kg !!! (quanto li paghi tu acquistandoli al supermercato?), grazie alle importazioni selvagge sotto costo (magari in cambio di esportazioni di armi, ndr), che hanno l'unico scopo di far fallire gli agricoltori italiani, per poter acquistare la terra da parte dei grandi gruppi internazionali del cibo, i quali hanno bisogno di controllare l'agricoltura per controllarci e dominarci uno per uno... attraverso i loro commessi Supermercati della Plastica, Pesticidi ed OGM! Boicottiamo il supermarket !  Acquistiamo gli aranci e mandarini direttamente dagli agricoltori pagandoli il giusto prezzo di 1 € al kg, così come tutti gli altri alimenti biologici ad un prezzo equo e chiediamo loro il certificato biologico e le paghe dei lavoratori adeguate. Cosa aspettiamo?! Approfittiamo della crisi per risorgere insieme all'Agricoltura Tradizionale e biologica Italiana. Soprattutto salviamo la vita nostra e dei nostri figli.

     

    II° Articolo

    Arance (non) razziste

    by Dr.Sankara  (della Rete dei Gruppi d'Acquisto Solidali di Roma e Lazio)


    A Rosarno, sta accadendendo di tutto. In Calabria succedono cose gravi. In Italia, in questi anni, succede veramente di tutto. Crisi, criminalità, immigrazione, razzismo, sfruttamento, economia: e tutto pare confondersi negli scontri di questi giorni.

    Una città che prima sfrutta i lavoratori stranieri e poi gli spara. Una grande distribuzione che prima compra a basso costo e poi, in tempi di crisi, dimentica l’agricoltura. Una regione prima butta soldi pubblici e poi è strozzata dalla criminalità organizzata. Una politica che prima usa l’immigrazione e poi vuole cacciarla via. Un’informazione che quando non capisce farnetica.

    Neanche io ci capisco molto, lo ammetto. Soprattutto non capisco un dibattito pubblico e politico che cerca responsabili e nemici, che si divide se dar ragione a questi o a quelli, se espellere qualcuno o cambiare leggi. Tutto si concentra su quello che doveva fare lo Stato o quello che dovevano fare i calabresi (nativi o immigrati). Mai nessuno si chiede cosa possiamo fare noi, dove abbiamo sbagliato, come rimediare.

    Sarò un po’ naif. Sarò un ingenuo, ma mi pare che noi con i gruppi d’acquisto solidale, nel nostro piccolo, qualcosa lo stiamo facendo e lo abbiamo fatto.

    Abbiamo smesso di acquistare da una grande distribuzione che compra a 23 centesimi e vende a tre euro al chilo le arance. Arance che poi sono raccolte da lavoratori in nero (e adesso sappiamo quasi sempre neri anche loro) a 25 euro al giorno. Abbiamo (noi rete gas lazio) cominciato a comprare direttamente da produttori calabresi che hanno tagliato qualsiasi legame con mafie e ‘ndranghete, che garantiscono la cura del territorio, che garantiscono condizioni decenti per chi lavora la terra, che sosteniamo anche quando c’è la crisi.

    Forse non sarà abbastanza. Forse non saremo direttori da 15mila euro al mese che dicono di stare dalla parte della gente comune (italiana), “stronza” perché “giustamente” scocciata dai negri clandestini (leggi Giordano oggi su libero) o perché sparano ai negri sbagliati (leggi Feltri su il giornale). Ma neanche intellettuali che stanno dalla parte di Ballotelli o degli “ultimi” con belle idee e citazioni, ma che non offrono mai soluzioni, che parlano male dei governi ma mai della Coop (leggi la Palombelli o Serra su Repubblica).

    Noi parliamo poco, e quest’eccezione finirà presto, ma almeno proviamo a fare qualcosa. Forse se molti lettori di quei giornali, se molti scandalizzati non-sono-razzista-ma… o tutta-colpa-del-Cavaliere, facessero un GAS e comprassero (e facessero amicizia) con un produttore di arance calabrese le cose inizierebbero a cambiare davvero.

     

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