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    Beni comuni

    30 settembre 2006 - Michele Altomeni
    Fonte: Comportamenti Solidali

     

    Acqua e secco

     

    Le prime forme di vita apparvero nell’acqua 3,5 miliardi di anni fa e fino a 360 milioni di anni fa l’acqua rimase l’unico ambiente in cui continuò a manifestarsi. L’acqua costituisce i ¾ dei nostri muscoli e del nostro cervello, è fondamentale per l’assimilazione del cibo, porta nutrimento ed ossigeno alle cellule e rimuove i prodotti di scarto attraverso il sangue ed il sistema linfatico, lubrifica ogni giuntura del nostro corpo e rappresenta il suo naturale impianto di aria condizionata grazie alla sudorazione. Un corpo umano può contenere fino a 47 litri di acqua.
    Nei secoli l’acqua è stata un elemento magico capace di ridare la salute o la giovinezza, dimora di divinità, strumento per riti propiziatori. Nel frattempo l’essere umano cominciò ad addomesticarla, a deviare i fumi per l’irrigazione, a costruire grandi acquedotti per raggiungere le città, a servirsene per il piacere.
    Per secoli questo sfruttamento si è mantenuto in equilibrio con la natura, ma dalla rivoluzione industriale ha iniziato a degenerare verso lo spreco e l’inquinamento. E mentre da un lato, con la riscoperta dell’igiene, l’acqua portava grandi benefici in campo sanitario, dall’altro, contaminata e degradata, diventava fonte di nuove malattie.
    La superficie della Terra è coperta per il 71% di acqua, ma di questa solo l’1% è utilizzabile per usi alimentari perché più del 97% è salata e oltre il 2% è trattenuto nei ghiacciai. Tale quantità sarebbe sufficiente a soddisfare le esigenze umane, ma un primo problema sta nella ripartizione geografica: il Canada, ad esempio, dispone di risorse praticamente illimitate d’acqua di buona qualità, almeno 100 volte in più per abitante rispetto all’Egitto. Ma disponibilità e accesso non coincidono necessariamente: ad esempio, in Brasile e in Zaire, paesi molto ricchi di acqua, gran parte della popolazione non riesce ad accedervi; in California, nonostante la penuria idrica, gli abitanti ne utilizzano enormi quantità; un italiano, in media, utilizza quotidianamente l’acqua che un africano nelle zone desertiche consuma in 6 mesi, cioè 231 litri.
    La richiesta d’acqua a livello mondiale è in continuo aumento a causa dell’incremento demografico e delle moderne abitudini di vita. Si calcola che dal 1950 ad oggi la domanda sia triplicata. Contemporaneamente la disponibilità pro capite a livello mondiale è diminuita da 17.000 a 7.500 metri cubi a causa di cambiamenti climatici, inquinamento e altre conseguenze dell’attività umana. Abituati ad aprire i rubinetti e a vederla scorrere, ci sembra che l’acqua non debba finire mai. E mentre noi continuiamo a darla per scontata, le multinazionali del settore hanno capito la situazione e, accaparrandosi i diritti di sfruttamento delle sorgenti, ne stanno facendo l’oro del terzo millennio. L’acqua diventa ogni giorno più preziosa e averne di buona qualità è sempre più problematico.
    Rispetto a questa fondamentale risorsa il cittadino solidale deve fare attenzioni ai consumi, all’inquinamento e alle problematiche di tipo sociale.

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