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    Beni comuni

    Michele Altomeni
    Fonte: Comportamenti Solidali

    I consumi energetici

    Il consumo energetico può essere misurato con la quantità di petrolio necessario a produrre l’energia. L'uomo primitivo, che non conosceva il petrolio, consumava una quantità di energia equivalente a circa 50Kg di petrolio. Quando iniziò ad usare il fuoco per scaldarsi, cucinare e lavorare i metalli, il suo consumo energetico raddoppiò. Con l’avvento dell'agricoltura il consumo raggiunse circa 250Kg di petrolio equivalente. In realtà la fonte principale di energia era quella solare accumulata sotto forma di legna. La situazione restò quasi immutata fino al 1700, quando la rivoluzione industriale fece esplodere i consumi energetici, portando il consumo pro capite annuale a circa 1800kg di petrolio equivalente. La seconda rivoluzione industriale (elettricità, automobile, chimica...) li portò a 2800 Kg in Italia e 8000 negli Stati Uniti.
    L’uso di energia continua ancora a crescere in conseguenza all’aumento demografico, all’incremento dei consumi nelle società ricche e alla diffusione della tecnologica in nuove aree del pianeta. Rispetto all’equità si tenga presente che un cittadino di un paese industrializzato consuma in media 6 volte l’energia utilizzata da un cittadino del sud del mondo.
    Tra 1990 e 2001 la produzione mondiale annua di energia è passata da 8.623 Mtep a 10.038 Mtep, crescendo complessivamente del 16.4%, e con un ritmo annuo di +1,4%. In Italia i consumi sono cresciuti del 15%, mentre la media europea è stata del 12%. L’Italia è l’undicesimo Paese per consumi energetici a livello mondiale (188 Mtep, 2% del totale) e il quarto a livello Europeo (12%).

    Tabella in costruzione
    Grafico Consumi Energetici Italia
    Fonte: AAVV – Paura del buio – Ed. Berti/AltrEconomia

     

    Negli ultimi anni si è verificato un evento nuovo nella storia italiana: i consumi energetici estivi hanno superato quelli invernali. Il 17 luglio 2003 il consumo energetico ha raggiunto 53.105 Mw, mentre il precedente record di 52.590 Mw era stato raggiunto il 12 dicembre 2002. Ciò si deve alla massiccia diffusione di impianti di condizionamento che consumano quantità enormi di elettricità.

     

    Trasporti

    In Italia i trasporti assorbono il 30% del consumo energetico totale, pari a 24 miliardi di litri di carburante che si trasforma in gas inquinanti. All’interno del settore dei trasporti, quello su strada rappresenta il 94,9%, quello aereo il 2,4%, gli impianti l’1,4% e il trasporto navale l’1,3% (Enea anno 2000).
    Nella stima dei consumi energetici del trasporto su strada andrebbero aggiunti quelli legati alla produzione e manutenzione dell’auto, degli accessori e delle infrastrutture come strade, autostrade, uffici, centri vendita ecc. Per raggiungere livelli minimi di sostenibilità, il settore dei trasporti in Italia dovrebbe praticamente dimezzare i consumi.
    L’efficienza energetica7 del motore a scoppio è piuttosto bassa, intorno al 30%. Il trasferimento di forza alle ruote disperde circa 1/3 dell’energia e quasi altrettanto se ne va per caricare la batteria e azionare gli apparati elettrici. La maggior parte dell’energia prodotta si disperde nell’ambiente sotto forma di calore e non contribuisce alla propulsione del veicolo. Guido Viale, nel suo libro Tutti in Taxi riporta la definizione data dal biologo Giovanni Damiani che considera l’automobile una “stufa semovente” che brucia energia principalmente per produrre calore inutile e solo marginalmente per il proprio spostamento. In più, gran parte dell’energia utilizzata effettivamente per lo spostamento, serve a spostare se stessa e non i passeggeri: un’auto, anche se piena di passeggeri, pesa almeno il doppio del suo contenuto.

     

     

    Agricoltura

    L’agricoltura moderna è strettamente dipendente dal petrolio e dai consumi energetici. Dal petrolio derivano fertilizzanti e pesticidi, altro petrolio viene bruciato nelle fabbriche di trattori e di altri macchinari che a loro volta bruceranno petrolio. Altro ancora dai mezzi che trasportano i prodotti negli stabilimenti dove vengono lavorati bruciandone ancora e così via. E’ così che, per produrre un barattolo di grano (contenente 270 calorie) vengono bruciate 2790 calorie sotto forma di consumi energetici, contribuendo all’inquinamento di aria, acqua e terra e degli stessi alimenti. Per produrre 100g di carne di manzo (270 calorie), vengono bruciate ben 22000 calorie in energia. Quando si afferma che l’agricoltura moderna produce di più rispetto a quella tradizionale bisognerebbe considerare che consuma almeno 10 volte di più.

     

     

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    Note: 7) Conversione dell'energia in lavoro

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