Il Wwf contro "il consumatore sfrenato"
Oggi, oltre un terzo della popolazione mondiale consuma a livelli insostenibili. Si tratta di 2,3 miliardi di persone, specie dei Paesi più ricchi, che hanno contribuito a far impennare la spesa globale per beni e servizi (nel 2006, 30.500 miliardi di dollari, + 28% rispetto a dieci anni prima) e lo sfruttamento del Pianeta: «Ogni anno, si estraggono 60 miliardi di tonnellate di risorse, circa la metà in più di quanto accadeva 30 anni fa». A lanciare l'allarme su un sempre più probabile «rischio default» della Terra, è l'annuale rapporto «State of the World», presentato, a Roma, da Wwf Italia ed Edizioni Ambiente, che ricorda come negli ultimi 50 anni la produzione dei metalli sia sestuplicata, il consumo del petrolio sia aumentato di 8 volte e di 14 quello di gas naturale. In pratica, ha commentato il curatore dell'edizione italiana dello studio, Gianfranco Bologna, è come «se ogni giorno l'uomo prelevasse dal Pianeta risorse con le quali si potrebbero costruire 112 Empire State Building».
A finire sotto accusa è, soprattutto, il «consumismo sfrenato». Nel 2008, nel Mondo, sono stati acquistati ben 68 milioni di veicoli, 85, di frigoriferi, 297, di computer e 1,5 di telefoni cellulari. Dominano le spese i 65 Paesi con redditi alti (78% della spesa globale in beni di consumo), nonostante, evidenzia lo studio, costituiscano appena il 16% della popolazione globale. Paradigmatico il caso degli Stati Uniti. Nel 2006, hanno speso in beni di consumo 9.700 miliardi di dollari (il 32% del totale), circa 32.400 dollari pro capite, rappresentando, però, solo il 5% della popolazione mondiale. «Di fatto - evidenzia il rapporto - se tutti vivessimo come gli americani, la Terra potrebbe sostenere a mala pena 1,4 miliardi di individui, invece che i 6,8 miliardi attuali».
Tirata d'orecchie, anche, per il Vecchio Continente (quotidianamente, un europeo medio usa 43 Kg di risorse, contro gli 88 Kg di un americano) e per il modo di spendere, anche, dei Paesi con redditi più bassi, come Giordania e Thailandia. Lo studio evidenzia che pure con livelli di reddito considerati di «sussistenza», circa 5mila-6mila dollari pro capite l'anno, si consumi già a livelli insostenibili. L'invito, quindi, a «tutti» i Governi è di adottare, velocemente, «tecnologie sostenibili», che possano, è scritto, «permettere ai consumi di base di posizionarsi in una dimensione ecologicamente possibile».
Questo perché, ricorda il rapporto, a consumi invariati, per produrre energia sufficiente a soppiantare, nei prossimi 25 anni, l'apporto dei combustibili fossili, «si dovrebbero costruire 200 mq di pannelli solari fotovoltaici e 100 mq di solare termico, al secondo, più di 24 turbine eoliche da 3 megawatt all'ora non stop, per il prossimo quarto di secolo». Un investimento in energia e materiali, giudicato, «spropositato».