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    Dilaga lo stress da lavoro

    Quattro milioni di italiani e più di 40 milioni di europei ne sono vittime: il 22 per cento dei lavoratori del Vecchi Continente.
    4 aprile 2010 - Redazione Rees Marche

    Dilaga lo stress da lavoro

    Quattro milioni di italiani e più di 40 milioni di europei ne sono vittime: il 22 per cento dei lavoratori del Vecchi Continente.

    Precarietà, aumento dei ritmi produttivi, pressione emotiva, violenze e molestie di natura psicologica e fragile equilibrio tra lavoro e vita privata sono alcune delle cause principali che provocano il cosiddetto stress da lavoro.

    Nel nostro Paese le vittime di questa patologia sono circa 4 milioni, mentre in Europa sarebbero più di 40 milioni, ovvero il 22 per cento della forza lavoro.

    Il fenomeno, per altro è sempre più diffuso e strettamente legato alle grandi trasformazioni imposte dalla globalizzazione, rappresenta il secondo problema sanitario in Europa.

    Dagli studi condotti emerge che una percentuale compresa tra il 50 e il 60 per cento di tutte le giornate lavorative perse è riconducibile allo stress.

    Le conseguenze economiche sono pesanti ed il costo causato dalla patologia arriverebbe alla cifra astronomica di 20 miliardi di euro annui.

    Uno studio del European Heart Journal ha stimato che solo il trattamento sanitario del disturbo depressivo collegato allo stress incide direttamente sull’economia europea con un dispendio pari a 44 miliardi di euro e indirettamente, in termini di calo di produttività, con una perdita pari a 77 miliardi.

    Lo stress da lavoro deve essere considerato come la conseguenza di un conflitto psicologico tra le responsabilità imposte dall’ambiente peoduttivo e sociale nel quale si vive e le capacità personali nel farvi fronte.

    Questo disagio, poi, è collegato profondamente al tipo di professione, all’organizzazione del lavoro ed al modo in cui sono impiegate le persone dalle aziende.

    Nel nostro Paese, ha spiegato Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Istituto superiore prevenzione e sicurezza sul lavoro (Ispels), “sono soggette a stress da lavoro categorie tradizionali come le professioni sanitarie, gli insegnanti, e le Forze dell’ordine, anche se di fronte alla frammentazione del mondo del lavoro rimangono sempre più coinvolti anche i lavoratori precari, quelli flessibili e gli over 45″.

    Per tutti questi lavoratori, ha aggiunto Iavicoli, “il rischio maggiore, oltre ad una serie di disturbi di carattere psicosociale, che spesso portano ad un utilizzo crescente di psicofarmaci, è rappresentato da quelle malattie che poi correlate passano alla fase della somatizzazione, come ad esempio i disturbi gastrointestinali o cardiovascolari”.

    Non sono presenti rimedi certi allo stress da lavoro, anche perchè è difficile individuare le caratteristiche della patologia, ma la strada da seguire, ha concluso l’esperto dell’Ispels, “è quella di puntare e investire sulla cultura della prevenzione, e di essere in grado, come per il rumore o per i rischi chimici, di avere una metodologia condivisa e partecipata in base alla quale valutare i rischi”.

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