barralunga

REES Marche

RSS logo

Calendario

    Beni comuni

    Michele Altomeni
    Fonte: Comportamenti Solidali

     

    L’Acqua in casa

     

     

    Abbiamo visto che il risparmio idrico è ormai un imperativo ecologico anche alle nostre latitudini dove problemi di carenza idrica non sono affatto rari nella stagione calda. Gli sprechi vanno evitati anche nei periodi piovosi perché la potabilizzazione comporta un consumo energetico, così come il pompaggio, e a questo si aggiunga l’energia usata per scaldarla nei vari usi che se ne fanno.

     

    Il risparmio idrico

    In casa sono molti gli sprechi che possiamo ridurre con un po’ di attenzione e qualche accorgimento, a partire dalla costruzione e dalla ristrutturazione della casa, quando andrebbero adottate soluzioni che consentano il riciclaggio (ad esempio l’acqua di scarico del lavandino usata per il w.c.) e prevista la doppia conduttura nella speranza che gli enti pubblici decidano di adoperarsi per differenziare la distribuzione dell’acqua potabile, che va depurata, da quella per usi sanitari, che invece non ne ha bisogno. In ogni momento è possibile realizzare un sistema di raccolta dell’acqua piovana che può essere usata per il giardino ed è ottima per lavatrice, lavastoviglie, ferro da stiro e ogni altro apparecchio che non va d’accordo con il calcare. Un intervento semplice ed economico, ma di grande efficacia, è l’applicazione di un riduttore di flusso ad ogni rubinetto: serve a miscelare aria all’acqua in uscita riducendone di circa il 50% il consumo. Con questo semplice accorgimenti una famiglia di tre persone può risparmiare decine di migliaia di litri in un anno. L’installazione non richiede l’intervento di un tecnico. Ormai si trovano facilmente, anche su internet (http://www.commercioetico.it)
    Sugli enormi sprechi dello scarico del water si può intervenire installando un sistema che permetta di usare solo l’acqua che serve (acqua stop). In alcuni casi si può semplicemente modificare l’asticella del galleggiante per ridurre l’acqua erogata, oppure si può inserire nella vasca una bottiglia o un mattone. Questi semplici interventi possono produrre risparmi fino a 25.000 litri di acqua potabile all’anno.
    L’impianto idrico va controllato periodicamente: basta guardare se a rubinetti chiusi il contatore resta fermo. Un foro da un millimetro nella tubatura può far perdere 2000 litri al giorno. Naturalmente occorre riparare con sollecitudine anche eventuali perdite dei rubinetti o del water.

     

     

    L’importanza dei gesti quotidiani

    Oltre agli aspetti tecnici sono di grande importanza i nostri gesti quotidiani per i quali sarà sufficiente un po’ di attenzione per il tempo necessario ad apprendere alcune buone abitudini o a perderne di cattive. In primo luogo si deve imparare a non aprire i rubinetti al massimo e a non lasciare scorrere l’acqua inutilmente, ad esempio mentre ci si strofinano i denti o ci si fa la barba. I piatti andrebbero lavati in un catino o nella vasca del lavandino senza far scorrere l’acqua, il che permette di risparmiare anche detersivo. Ottima per i piatti è l’acqua di cottura della pasta.
    Fare la doccia anziché il bagno consente di risparmiare fino a 50 litri di acqua. Naturalmente non va tenuta aperta l’acqua mentre ci si insapona e se non si hanno problemi di salute, una doccia fredda ogni tanto è salutare.
    Lavatrice e lavastoviglie vanno usate solo a piena carico. Con questo piccolo accorgimento una famiglia di 3 persone può risparmiare fino a 8000 litri di acqua in un anno. Anche le temperature sono rilevanti: un ciclo di lavaggio a 30° richiede circa 80 litri di acqua, a 90° ne serve quasi il doppio. Quando si acquista un elettrodomestico controllare le etichette per verificare quale consuma meno acqua.
    Limitare i lavaggi dell’auto (magari lasciandola fuori quando piove), e usare il secchio anziché il tubo può far risparmiare fino a 150 litri.
    Le verdure vanno lavate lasciandole a bagno in una bacinella anziché sotto l’acqua corrente, sotto il rubinetto si possono sciacquare velocemente alla fine. Una famiglia di 3 persone, in questo modo, può risparmiare anche 4500 litri in un anno. L’acqua in cui sono state lavate le verdure è ottima per annaffiare l’orto o i fiori.
    Anche senza un apposito impianto è possibile recuperare l'acqua piovana e se occorre far scorrere l'acqua in attesa che arrivi quella calda, anziché sprecarla si può raccogliere in un secchio per altri usi.
    Mettendo assieme gli accorgimenti tecnici e l’attenzione ai gesti quotidiani è possibile ridurre il consumo idrico domestico anche del 50% senza ridurre la qualità della vita. Anzi, basterà provare per un anno e poi fare il confronto delle bollette per accorgersi che è anche un bel risparmio economico.

     

     

    La giusta igiene

    L’utilizzo principale dell’acqua in casa è quello igienico. Vale la pena riflettere sull’idea di igiene che si è imposta nella nostra cultura. Di certo la rivoluzione dei comportamenti igienici ha fatto crescere la speranza di vita nel mondo occidentale molto più di quanto abbia fatto la scienza medica e farmaceutica. Tuttavia, dovremmo anche prendere atto che negli ultimi decenni il concetto di igiene è stato stravolto e manipolato, non più nell’interesse collettivo della pubblica salute, ma a beneficio di un settore che fa affari d’oro, quello, appunto, dei prodotti per la pulizia del corpo, della casa e degli abiti.
    La pubblicità e altri mezzi della comunicazione di massa ci martellano con messaggi sull’igiene al punto che la pulizia del corpo o della casa per molti è diventata un’ossessione. Ci mostrano persone schifate dalla vista di un po’ di sudore, ci trasmettono l’orrore per una macchiolina sul vestito, il terrore per chissà quali batteri che potrebbero annidarsi negli angoli della nostra casa. Così, da una società decisamente sozzona, qual’era l’Europa dei secoli scorsi (mentre ad esempio quelli che venivano giudicati selvaggi in altri continenti adottavano pratiche igieniche molto evolute), siamo passati all’idiozia dell’igiene esasperata.
    Un eccesso di igiene è addirittura dannosa per la salute umana. La nostra pelle ha dei sistemi di protezione che vengono devastati da un uso eccessivo di saponi. In più il nostro organismo ha sempre vissuto a contatto con gli elementi della natura, compresi i batteri, ed ha sviluppato sistemi di difesa ed anticorpi. La mania della pulizia sta creando ambienti asettici che causano l’indebolimento del nostro sistema immunitario, rendendoci sempre più vulnerabili.
    Il cittadino solidale dovrebbe prendere coscienza di queste distorsioni e valutare da solo, senza farsi influenzare, qual’è il livello di igiene di cui ha bisogno. Di certo fare la doccia tutti i giorni (come fa il 20% degli italiani) è eccessivo se non si fanno lavori che lo rendono necessario. In alcuni casi ci si può limitare a lavaggi “localizzati”, tanto più che noi italiani, a differenza dei popoli anglosassoni, usiamo quella splendida invenzione che è il bidet.
    Un eccesso di igiene, oltre ad essere dannoso per noi, lo è anche per l’ambiente. In primo luogo comporta uno spreco di acqua. Se tutti gli italiani decidessero di farsi il bagno ogni giorno se ne andrebbe in un anno un quantitativo d’acqua più grande del Lago Maggiore. A questo si aggiunge l’inquinamento. Per lavarci e per lavare la casa si usano spesso prodotti chimici altamente inquinanti che, attraverso gli scarichi e le fogne, finiscono nei fiumi e poi nel mare. Le famose alghe che ogni estate vanno in villeggiatura sulle nostre coste sono solo una delle conseguenze.

     

     

    Detergenti chimici ed ecologici

    Detersivi troppo aggressivi non sono indicati nemmeno per la salute, e per il bucato deteriorano più velocemente sia la biancheria che gli elettrodomestici. Molti detergenti contengono ammoniaca, un gas altamente irritante. Altre sostanze da evitare sono fosfati, acido nitrilotriacetico (NTA), tensioattivi cationici, sbiancanti ottici, enzimi e profumi sintetici. Da escludere anche i prodotti testati attraverso la sofferenza degli animali da laboratorio.
    In commercio si trovano prodotti per la pulizia della casa, del corpo e del bucato realizzati con ingredienti naturali, amici dell’ambiente e della salute di chi li usa. Spesso sono concentrati, quindi ne serve un quantitativo minore, il che ammortizza il maggiore costo e permette di ridurre le confezioni da smaltire. Meglio ancora se venduti in ricariche che permettono di riutilizzare i flaconi.
    La soluzione ottimale è l’autoproduzione dei prodotti per l’igiene. A questo proposito è possibile consultare il manuale Pulizie verdi (01) .
    L’acqua calda dovrebbe essere il principale detergente e disinfettante, magari con l’aiuto di alcol, aceto e sale. L’attenzione a pulire lo sporco prima che si incrosti è altrettanto significativa. I panni in microfibra (quelli veri) riescono a sgrassare alcune superfici senza necessità di acqua e detersivi.

     

     

    Qualche suggerimento

    Le superfici laminate, in formica o trattate, di solito non hanno bisogno di altro che acqua tiepida con un po’ di sapone e o di aceto. Per spolverare è sufficiente un panno inumidito e molti dei pulitori in commercio sono del tutto superflui. Per un trattamento periodico del legno si può ricorrere a prodotti a base di cera d’api, oli naturali o agrumi.
    Molti prodotti per i vetri contengono sostanze dannose (tensioattivi, ammoniaca e fosfati). I vetri si possono pulire utilizzando semplice carta di giornale e acqua tiepida: inchiostri e ad altre componenti presenti nella carta li faranno splendere. Altrimenti è sufficiente aggiungere mezzo bicchiere di alcool denaturato e due gocce di detersivo per i piatti ad un litro d'acqua. Evitare di pulire i vetri quando il sole vi sbatte sopra, altrimenti resteranno striati.
    La polvere accumulata da tappeti e moquette può contenere acari, batteri e funghi. Come detergente si può usare lo stesso suggerito per i vetri, con l’aggiunta di qualche goccia di ammoniaca (aerare bene dopo aver pulito).
    Per lavare i pavimenti si può utilizzare una miscela composta da un litro di acqua, mezzo bicchiere di alcool denaturato, uno o due cucchiaini di detersivo per stoviglie e un cucchiaino di bicarbonato. Questo composto va diluito al 5-10 per cento nell'acqua per lavare i pavimenti, circa una tazza da caffè per ogni litro d'acqua. Per il parquet vanno scelte cere naturali ricavate dalla carnauba e dalla canna da zucchero o cera d'api. Per i pavimenti in cotto è ottimo l'olio di lino.
    I detergenti per il forno sono tra i più pericolosi. Le incrostazioni si possono pulire a forno tiepido con una spazzola saponata oppure con un panno o una spugna intrisi di acqua e bicarbonato di sodio (che va bene pure per i fornelli). Se c’è molto sporco si può lasciare per una notte nel forno una pentola con due litri di acqua e due cucchiai di ammoniaca. L’indomani il grasso si sarà ammorbidito e sarà più facile rimuoverlo. Per i fornelli, anche se incrostati, spesso basta versare un po’ di acqua che in pochi minuti ammorbidisce lo sporco, per cui basterà una passata di spugna.
    Tensioattivi e fosfati dei detersi per i piatti, oltre ad inquinare l’ambiente, si depositano sulle stoviglie e vengono ingeriti con il cibo, quindi vanno preferiti quelli che ne sono privi. I veri detersivi ecologici dovrebbero essere completamente biodegradabili e privi di qualsiasi sostanza chimica di sintesi. Per lavare i piatti è ottima l’acqua di cottura della pasta, soprattutto se ancora calda. Detersivi e brillantanti per lavastoviglie sono ancora più aggressivi.
    I detergenti per i sanitari sono molto tossici e andrebbero sostituiti con disincrostanti naturali, biodegradabili, a base di aceto o altri acidi organici. Si può usare anche aceto puro diluito in acqua ben calda. Come disinfettante è ottimo il bicarbonato di sodio sciolto in acqua calda. I disgorganti, composti in gran parte da soda caustica o acido muriatico, sono molto dannosi. Molto meglio la ventosa di gomma o la spirale metallica, oppure provare con acqua bollente con mezza tazza di bicarbonato di sodio e 50 ml di aceto. Contro le striature di calcare si può usare uno strofinaccio imbevuto di aceto bianco o ammoniaca diluita
    I deodoranti per ambienti (spray, in gel e solidi) sono per lo più inutili. In alternativa si può usare un bastoncino di incenso o un bruciaessenze, oppure lasciare una buccia d’arancia sulla stufa o sul calorifero o appendere ad una parete un rametto di lavanda secca.
    Per il bucato a mano (così come per il corpo) è ottimo il sapone di Marsiglia. Scaglie di sapone di Marsiglia si possono usare anche con la lavatrice, ancora meglio dei detersivi biologici. Da escludere in ogni caso detersivi con tensioattivi artificiali, additivi ed emulatori. Le lavanderie andrebbero evitate il più possibile perché utilizzano trattamenti altamente inquinanti.

     

     

    La fitodepurazione

    Con il crescere dell'inquinamento la depurazione delle acque è diventato un grande affare economico. Sul mercato si trovano depuratori di ogni tipo, da quelli destinati al consumo domestico fino ai grandi impianti di depurazione per interi acquedotti o fiumi. Ma esistono anche tecniche di depurazione naturali purtroppo poco utilizzate, tra queste riveste una certa importanza la fitodepurazione.
    Osservando lo sbocco di uno scarico inquinante lungo un fiume ci si rende conto che, proprio in mezzo a sostanze nocive, alcune specie vegetali si sono selezionate e sono in grado non solo di resistere all'inquinamento, ma anche, entro certi limiti, di sfruttarlo nutrendosi del carbonio organico, dell'azoto e dei fosfati presenti nell'acqua di fogna. Con queste piante è possibile costruire veri e propri depuratori altrettanto efficaci di quelli tecnologici, capaci di restituirci acqua pura e biomassa vegetale anzichè fanghi di depurazione. Cinque metri quadrati di canneto sono sufficienti a soddisfare le esigenze di depurazione di un abitante. Esistono già diverse esperienze in cui cicli di fitodepurazione servono interi centri abitati permettendo un continuo riciclaggio delle acque. Diverse sono le imprese capaci di effettuare studi e realizzare impianti di fitodepurazione per diverse esigenze, che si tratti di case, agriturismi e strutture ricettive.

     

    Note:


    1. Linda e Axel Waniorek - Pulizie verdi. Edizioni Ed agricole, 1996 (torna su)

    Sito realizzato con PhPeace 2.6.32

    PhPeace è software libero, e ognuno è libero di ridistribuirlo secondo le condizioni dellaLicenza GNU GPL

    A meno di avvisi di particolari (articoli con diritti riservati) il materiale presente in questo sito può essere copiato e ridistribuito, purchè vengano citate le fonti e gli autori. Non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale pubblicato.

    validateXHTMLcclvalidateCSS

    Segnala eventuali errori al WebMaster | RSS logo