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    Beni comuni

    Patto tra Comuni ed Imprese: è possibile uscire dalla Crisi?

    Forse esiste la possibilità di salvare questo Paese e la sua industria manifatturiera, ma per riuscirci bisogna probabilmente partire dalla periferia, dai Comuni, piccoli e medi, dai Distretti ma soprattutto dalle loro imprese.
    11 aprile 2010 - Dr. Oronzo Turi
    Fonte: criticamente.it - 09 aprile 2010

    Forse esiste la possibilità di salvare questo Paese e la sua industria manifatturiera, ma per riuscirci bisogna probabilmente partire dalla periferia, dai Comuni, piccoli e medi, dai Distretti ma soprattutto dalle loro imprese.

    Però la salvezza non la si può raggiungere da soli, con forze limitate e divisioni; non ci riusciranno da sole le imprese come non ci riusciranno da soli i Comuni.

    Non ci riusciranno le Imprese lasciate senza difese e senza soldi a combattere non solo con la CINA ma anche con le imprese tedesche, francesi, polacche ecc. le quali invece hanno ricevuto aiuti e sovvenzioni in sovrabbondanza.

    Non riusciranno a salvarsi da soli nemmeno i Comuni che dopo i tagli delle tasse locali non hanno ricevuto i trasferimenti promessi dal potere centrale e non solo, ma saranno costretti da un patto di stabilità a non spendere nemmeno la liquidità che già possiedono. Ma ci saranno conseguenze ben più pesanti e pericolose, infatti, in primo luogo, i Comuni saranno costretti a vendere i beni demaniali inalienabili per continuare a sostenere la spesa corrente, in secondo luogo,  nell'arco di due o tre anni, in mancanza di liquidità e risorse finanziarie, saranno costretti a tagliare personale e servizi in modo quasi definitivo dal momento chè la deindustrializzazione avrà reso tutti definitivamente poveri.

    Può questo trend che sembra inevitabile ed irreversibile essere invertito?

    E'possibile che un patto di collaborazione e di aiuto reciproco tra comuni ed imprese produttive possa impedire che sia le imprese che i comuni falliscano nel medio periodo, con gravi ripercussioni per tutti?

    E'ancora possibile competere efficientemente con Paesi stranieri quali la Cina, la quale ha un sistema finanziario costituito da Banche che funzionano come organi di finanziamento a fondo perduto per le imprese produttive?

    E' possibile continuare ad esportare in modo competitivo  quando le imprese Cinesi ricevono sostanziosi finanziamenti all'esportazione (pari al 18% del valore)?

    E' ancora possibile avventurarsi per il mondo a collocare i propri prodotti quando i Cinesi hanno costruito un sistema capillare di vendita in tutti i Paesi del mondo, come Francia e Germania, Giappone e Corea per i le loro imprese automobilistiche?

    E' possibile riuscire a costituire un ombrello protettivo che ci aiuti ad uscire non solamente dall'attuale crisi, tuttora in corso, ma a anche prevenire possibili nuovi default statali, compreso un collasso dell'Euro?

    E' possibile che i Comuni garantiscano la restituzione dell'Irap e delle altre tasse come prestiti alle imprese produttive in cambio dell' accollo dei debiti del Comune da parte di un ente intermedio tra imprese e comuni?

    E' possibile fornire prestiti a tasso zero o negativo alle imprese in proporzione all'IRAP pagata per cui, più assumono e più producono, più vengono finanziate a fondo perduto?

    E' possibile fornire garanzie ai Comuni per non disfarsi del proprio patrimonio quando, con il decentramento fiscale, lo Stato scaricherà sugli enti locali il Debito Nazionale, e, anzi utilizzando il debito, ingrandire le basi commerciali per le proprie imprese all'estero?

    Sarà possibile tutto questo? E' possibile  immaginarci un futuro?

    Questo breve articolo ha lo scopo di far maturare nei lettori una visione critica e realistica dei possibili scenari, purtroppo negativi, che si verificheranno nel breve-medio periodo nel nostro Paese. Ed ha anche lo scopo di raccogliere impressioni e suggerimenti in merito a possibili soluzioni a tali problematiche.

    Nota della redazione: Su questo articolo noi di REES Marche diciamo che è possibile uscire dalla crisi e risolverne i problemi, non continuando con l'economia tradizionale, ma attraverso l'economia solidale e le reti e distretti di economia solidale. E tutto questo a sua volta richiede una maturazione delle coscienze e delle condizioni sociali che porti ad una affermazione di questa nuova economia.

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