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    Solare termodinamico in pole un'azienda italiana

    La Archimede Solar Energy in prima linea in uno dei settori più promettenti. Realizza i tubi ricettori a sali fusi brevettatid all'Enea. Una prospettiva alla quale crede molto la Siemens. Dal prossimo gennaio sarà operativa una centrale in Spagna
    24 aprile 2010 - Valerio Gualerzi

    Solare Termodinamico SIVIGLIA - Potrebbe scorrere “sangue” italiano nell’energia del futuro. Nel sempre più ampio ventaglio di nuove tecnologie pulite a disposizione, il solare termodinamico è sicuramente una delle più promettenti. Un recente rapporto del Politecnico di Milano sottolinea come il 2009 sia stato un anno di svolta per questa fonte energetica, con una crescita del 23% della potenza installata rispetto al 2008. Le proiezioni per i prossimi anni sono però ancora più rosee soprattutto grazie ai tanti progetti messi in cantiere negli Stati Uniti dove entro il 2020 sono previste nuove centrali per un totale di 10,3 GW di potenza. La corsa per conquistare quote di mercato è quindi più aperta che mai e vede in pole position anche una neonata azienda italiana, la Archimede Solar Energy. Si tratta di una società creata dal gruppo Angelantoni per realizzare su scala industriale i tubi ricettori a sali fusi brevettati dall’Enea sotto la presidenza di Carlo Rubbia.

    Una soluzione alla quale dimostra di credere fortemente anche un colosso industriale come Siemens che partecipa al capitale dell’A rchimede Solar Energy con una quota del 28%. "Per noi rappresenta un ulteriore asso tecnologico nella manica, un sistema che promette di incrementare notevolmente l’efficienza degli impianti riuscendo ad arrivare a temperature superiori a quelle dei ricettori attualmente in uso", spiega René Umlauft, Ceo della divisione rinnovabili di Siemens Energia in occasione della presentazione alla stampa internazionale della nuova centrale da 50MW in costruzione a Lebrija, nei pressi di Siviglia, e pronta dal prossimo gennaio a soddisfare i consumi elettrici di circa 11 mila famiglie spagnole.

    Per chi non ha dimestichezza con il funzionamento del solare termodinamico (detto anche a concentrazione o CSP), va spiegato che i ricettori sono le vene pulsanti del sistema. Simili a dei lunghi tubi dal diametro di pochi centimetri, sono piazzati al convergere dei raggi solari riflessi dai lunghi filari di specchi a parabola. Nelle centrali già in funzione al loro interno scorre un olio sintetico che grazie al calore concentrato del sole raggiunge la temperatura di circa 400 gradi utilizzata per produrre il vapore necessario al funzionamento di turbine identiche a quelle utilizzate nelle tradizionali centrali a gas. Grazie a un’i ntuizione di Rubbia, all’interno del ricettore Archimede passa invece una miscela di sali fusi in grado di toccare la temperatura di 550 gradi e di conservarla a lungo, permettendo all’impianto di funzionare anche di notte. Due potenzialità che Siemens ritiene molto importanti. “Crediamo - spiega ancora Umlauft - che entro il 2020 il mercato del solare termodinamico varrà circa 23 miliardi di euro e noi vogliamo diventare leader del settore entro il 2015. Per questo puntiamo ad ampliare la nostra offerta con il ricettore Archimede e aspettiamo con fiducia di vederlo all’opera nel progetto pilota che verrà lanciato a maggio nella centrale di Priolo”.

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