Il mio paese
Il mio paese
Rabindranath Tagore
Dove la mente non conosce paura
e la testa è tenuta ben alta;
Dove il sapere è libero;
Dove il mondo non è stato frammentato
entro anguste mura domestiche;
Dove le parole sgorgano
dal profondo della verità;
Dove lo sforzo incessante tende le braccia
verso la perfezione;
Dove il limpido fiume della ragione
non ha smarrito la via
nell'arida sabbia del deserto
delle morte abitudini;
Dove Tu guidi innanzi la ragione
verso pensieri e azioni sempre più ampi;
in quel cielo di libertà, Padre,
fa che il mio paese si desti.
25 aprile 2010
Viviana Vivarelli
Aspirando alla libertà
davanti alla morte del mio paese
alla fine degli uomini e degli dei
dei valori e degli ideali
nel pianto di una generazione perduta
nelle secche dell'inganno
e in un incubo di potere,
io oggi te commemoro
Patria mia negletta,
Patria uccisa ogni notte
nelle trame dei potenti
e nelle falsità dei deboli,
deboli di cuore, di mente,
di prospettive, di sogni...
di speranza, di ideali,
di valori, di progetti
deboli di umanità
incapaci di vedere e di sentire
popolo che non è più un popolo
fatto di uomini franti
divisi dentro e fuori
popolo che non è più niente
nello spezzettamento degli interessi
negli egoismi condivisi
nelle bestialità perpetrate
negli odi lancinanti
popolo perso, ingannato, che si inganna
nella palude dell'egoismo
rinserrato in case fortezze
in palazzi prigioni
in comuni lager
popolo che ha perso fuori
la sembiante umanitaria
popolo che ha perso dentro
il valore della sua anima
perché quando l'uomo
rompe i legami
che ha con gli altri e con Dio
qualcosa si spezza dentro
e lo aliena da se stesso
non si rompe solo un paese
si spacca l'essere umano
e allora brancola nel buio
come un vampiro senza pace.
La tenia
Viviana Vivarelli
L'Italia è malata
ma non ci sono medici
e non si può chiamare il prete
dagli psicologi ci guardi Iddio
e non abbiamo stregoni
Non si vedono medicine
sul suo capezzale
e nemmeno elisir di lunga vita
L'Italia sta male
l'Italia agonizza
ma i parenti la ucciderebbero
e i vicini la perderebbero
gli amici sono nemici
i serpenti tramano nell'ombra
e anche gli animali di casa
le si rivoltano contro
L'Italia è sola
spezzettata
divisa
dilaniata in lotte intestine
dissanguata
stanca
E' piena di parassiti
ha tre tumori in testa
la pancia piena di vermi
che mangiano a tutto spiano
la spina dorsale è debole
e ora tentano di spezzarla del tutto
braccia e gambe si dissociano
le cadono i capelli
al posto dei globuli rossi
è piena di globuli neri
che crescono a tempi impressionanti
per fagocitare ogni potere.
L'Italia non è più uno stivale
è un'enorme tenia
che divora se stessa.
..
Viviana
Il mio paese è il mondo. Il mio corpo l'umanità. Il mio cielo Dio.
Ma prima di essere mondo, io sono famiglia, amici, vicinato, villaggio, città, regione, nazione, continente. Una scala di cui io sono o ogni gradino o niente. Prima di essere mondo, io sono ‘prossimità', in una fede che dice di amare il prossimo come me stesso, in un ideale che vuole che veda l'altro in quanto ‘è' me stesso, in un mondo di valori dove nessuno si realizza senza la realizzazione di tutti. Prossimità vuol dire ascolto e aiuto. Vuol dire compresenza e coesistenza. Prossimità è empatia e partecipazione. L'uomo che perde questa capacità decade nella scala umana. Prossimità vuol dire essere l'uomo che mi sta davanti. E capire che non posso evolvere senza di lui.