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    Il diritto alla felicità

    Non so se saremo capaci di fare questo, ma sento che un movimento di rinnovamento è cominciato. Sta a noi farne parte o restare attaccati a un mondo vecchio che ormai non ha più ragione di essere.

    20 settembre 2010 - Viviana Vivarelli

    'art. n° 1 della Costituzione degli Stati uniti unica predica il diritto alla felicità.

    Chiunque faccia un minimo di ricerca storica sul modo con cui è sono nati gli Stati uniti d'America sa benissimo che i Padri fondatori si dettero da fare così da temperare la democrazia affinché il potere restasse nelle mani dei più ricchi.
    Gli Stato uniti nacquero come un'aristocrazia del denaro e così si sono mantenuti fino ad oggi. Le sue leggi hanno sempre creato disuguaglianze e disparità e il suo sistema elettorale è stato studiato in modo da contrastare l'uguaglianza e la democrazia, tant'è che i risultati non sono nemmeno proporzionale al numero potenziale dei votanti e fono ad oggi perfino la confusa e imbrogliata tecnica elettorale risulta punitiva per le classi inferiori.
    Gli Stati uniti nascono da un'èlite del denaro che non intendeva certo realizzare un sistema francese di uguaglianza tra i cittadini, ma tendeva a far restare il potere nella classe più ricca.
    In quanto all'articolo 1° della Costituzione americana, non mi pare che sia un principio da stimare. Fondare una Nazione su un principio edonistico è molto pericoloso, quando per raggiungere quella felicità gli individui si sentano autorizzati a dar sfogo ad ogni istinto egoistico. E, sul piano internazionale, nei decenni, questa ricerca della felicità americana ha prodotto l'infelicità e la desolazione di troppi popoli.

    Il diritto alla felicità è 1° inganno della Costituzione americana.

    Il risultato di questo diritto egoistico ed edonistico è sotto gli occhi di tutti: gli Stati uniti d'America in tutta la loro storia hanno lottato per garantire questo diritto ad una èlite ristretta di ricchi potenti, togliendo anche il diritto alla sopravvivenza a tutti gli altri:  si parte dagli indiani d'America, gli immigrati, i non anglosassoni, i neri, i messicani, i sudamericani,  i poveri, si passa attraverso le aggressioni militari a tutti i popoli del mondo, fino alle infiltrazioni micidiali della CIA con le sue stragi e destabilizzazioni e l'appoggio ai peggiori dittatori della Terra, attraverso l'economia americana che ha abbattuto governi, ha infiltrato democrazie, ha distrutto economie, ha usato ogni forma di menzogna per impedire la libera autodeterminazione dei popoli e il sorgere di governi invisi ai presidenti americani.

    Quanto sangue e quanta sofferenza costa questo diritto alla felicità!

    In 1° luogo per i cittadini americani stessi, lesi nei loro diritti fondamentali (si pensi solo al Patrioct Act mai tolto) e ben lungi dall'essere uguali davanti alla legge o davanti al voto.

    In 2° luogo per tutti i cittadini del mondo che, in nome di questo diritto egoistico delle élites americane, hanno dovuto subire invasioni indebite in nome di menzogne, carceri delle torture, ricatti politici, iniquità economiche, occupazione di risorse, distruzioni di territorio, contaminazioni atomiche, manipolazione del loro diritto di autodeterminazione.

    Possiamo ben dire che questo diritto alla felicità americana è stato uno dei più potenti e redditizi strumenti di controllo delle masse che una istituzione potesse mai inventare.

    Purtroppo la storia dimostra che la felicità americana è sempre consistita nella prevaricazione, nel dominio e nella predazione.

    Dovremmo chiederlo agli afgani e agli iracheni che tipo di felicità sia arrivata con gli yankees, e anche che tipo di democrazia, visto che dopo 8 anni di occupazione e di distruzione, in nessuno dei due paesi si riesce a fare non dico una vita normale ma nemmeno delle elezioni politiche che abbiano qualcosa di civile.

    Non solo la Costituzione americana pone un criterio egoistico come la felicità come primo valore civile, ma in un'America intrisa di consumismo si è inculcato che la felicità consista nel possesso, e questo è stato martellato da una propaganda televisiva che ha trasformato l'elettore in consumatore, e ha menomato la natura morale e sociale dell'uomo, riducendolo ad acquirente o possessore di merci, e riducendo ogni significato della vita al possedere, per cui è chi possiede, e già questo segna la non democrazia di un paese dove tutto è deciso dalle classi più ricche nel loro preciso interesse, dalla politica estera, al fisco, al sistema assicurativo, al sistema processuale e penale, alla sanità, alla scuola all'esercito..e la Nazione vale nel mondo non perché diffonde libertà, democrazia e benessere, ma perché occupa posizioni chiave, espropria ricchezze, deruba dei loro beni altri popoli, impone come superiore una moneta ormai fallimentare.

    Tutto questo alla fine è stato ritenuto giustificato dalla società americana, secondo una tradizione protestante fortemente mercantile che nobilita il profitto ed esalta il potere e che, unita alla furbizia ebraica, ha trasformato il mondo in un immenso mercato.

    L'unica ‘democrazia' che l'America ha realmente esportato è questo culto edonista della felicità che si incentra nel piacere egoistico ottenuto in qualunque modo e si focalizza nel potere economico ottenuto massimamente non con una equa concorrenza ma con sistemi indebiti, schiacciando le altre economie e imponendo i propri profitti e la propria valuta come il massimo valore, attraverso quella mercificazione universale di ogni esistente che si chiama neoliberismo.

    Ma quale diritto alla felicità? E' da troppo tempo che gli uomini sono stati resi schiavi manipolando i loro istinti più bassi, e far credere di aver diritto alla felicità è uno di questi imbrogli. Esaltare l'egoismo individuale è l'ultimo espediente con cui i padroni si servono dei deboli per i loro bassi interessi. Guai a chi esalta l'egoismo! Ridurrà l'uomo a bestia per poterlo governare meglio e creerà una folla di schiavi inconsapevoli.

    Non vantavano diritti alla felicità Martin Luther King o Gandhi o Mandela!

    Parlavano di libertà e offrivano sacrifici e dolore e lotte. E non pensavano certo alla felicità ! Né mai la felicità fu promessa dal Cristo o dal Buddha. Cristo parlava di ‘buona volontà' e di ‘pace', non di felicità.

    E' il sistema neoliberista che sventola questo feticcio come espediente di dominio.

    Ed è il sistema neoliberista che ha reso il mondo schiavo sotto le multinazionali che lo hanno devastato con invasioni, prevaricazioni, guerre e distruzioni...

    Un sistema che ha imposto il giogo dei maggiori istituti internazionali come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale o il WTO, che hanno mercificato ogni esistente e hanno reso i popoli dipendenti da decisioni prese in alto da organismi dittatoriali che nessuno ha votato, di cui non si conoscono nemmeno i componenti, che comandano sugli Stati, e che si sono affermati portando alla rovina i popoli e distruggendo le loro economie (basti pensare all'Argentina). Un sistema dove la felicità di tutti è stata bellamente sacrificata per il potere di pochi.

    Quanta felicità ha portato il neoliberismo?

    Nemmeno ora che la sua crisi economica e finanziaria ha aumentato la miseria e la fame nel mondo, nemmeno ora che tutti hanno visto che le sue premesse hanno portato a risultati che sono l'opposto di quanto propagandato, e che l'avidità di poche centinaia di persone riposa sull'impoverimenti e il dolore di 6 MLd di persone, nemmeno ora il sistema riesce a correggere se stesso.

    Si è fatto credere che la felicità si acquisisse consumando, che stesse nel possedere più cose degli altri, nel dominare maggiormente gli altri, nell'avere dei diritti illeciti, e questa pretesa egocentrica alla fine ha significato la distruzione di ogni argine morale, di ogni valore intrinseco e sociale, di ogni scopo etico del vivere, sia per l'individuo che per i governanti.

    Che mondo può sopravvivere dove la felicità è stata messa nel possesso e nel potere? Un mondo simile è destinato all'autodistruzione tra tormenti.

    Se la mia felicità si costruisce a scapito della tua, il mio diritto si tramuterà in una esaltazione egoistica del mio peggio, in un senso di autoindividuazione che permette ogni sorta di violazione della libertà, del diritto, della felicità dell'altro, in un delirio egoistico di onnipotenza, in una presunzione folle di superiorità materiale.

    Alla fine, come si è visto, il diritto alla felicità è diventato il diritto di ognuno di fare quel che cazzo gli pare, purché abbia la forza e il potere di imporlo come legge; la prevaricazione si è fatta sistema, la vita è un campo di battaglia dove la corruzione prevale sul diritto. La pretesa alla felicità non è più diritto di tutti ma premio del più avido che sacrifica tutti ai propri interessi.

    Il diritto alla felicità diventa obbligo ad essere felici con ogni mezzo e in ogni modo, fino alla propagazione e alla propaganda dell'immoralità, allo sdoganamento di ogni sorta di indecenza e di reato. Il logoramento della coscienza civile e individuale è arrivato a tal punto che l'affermazione del proprio Ego è la questione esistenziale per eccellenza, e non si esita a vendere il proprio corpo o la propria autonomia morale per avere briciole di quel potere, anzi quella vendita viene elogiata e propagandata come legittimo modo per acquisire felicità dai servi del potere.

    Io mi chiedo quale felicità possa conservarsi in chi è così pronto a vendere se stesso e a sacrificare gli altri, in un modo dominato solo da un cieco egoismo e da una sorda lotta per possedere di più, per avere i segni esteriori di una prevalenza sugli altri, quando dietro c'è la morte della coscienza e l'imbestialimento dell'individuo?

    Non sappiamo se effettivamente il 2012 sarà contrassegnato da una svolta epocale dell'umanità o se ci sarà la fine del mondo o meglio se ci sarà la fine di "questo mondo".

    L'Era dei Pesci, o era cristiana, ha significato per l'Occidente duemila anni di antagonismi, egoismi sfrenati, invasioni e predazioni, lotte e distruzioni. Come dice l'Apocalisse, il mercato ha post o il suo marchio sulla fronte degli uomini.

    Questa era ha corroso se stessa e ha rovinato il mondo.

    L'unica cosa ben chiara è che questo stato di cose non può continuare o periremo tutti. Il pianeta è allo stremo e non serve a nulla che pochi continuino a negarlo. Così ancora non si può continuare o sparirà la razza umana!

    Le efferatezze di quel sistema neoliberista che contamina anche la Comunità Europea non possono andare avanti! Né possiamo tollerare di essere governati da altri corrotti.

    Non possiamo continuare a pensare che la direzione del mondo sia quella di restringere la ricchezza, il potere e i privilegi a una casta sempre più ristretta di potenti a danno di tutte gli altri, in una progressiva perdita di sopravvivenza, diritti e  riconoscimento per 6 MLD di persone.

    Stiamo transitando verso l'era dell'ACQUARIO, il cui simbolo è la brocca. Come la brocca distribuisce l'acqua, così la mente diffonderà le nuove idee. L'Acquario è un segno d'ARIA, energia mentale che si rapporta ad alti ideali e a progetti universali. Il suo pianeta è Urano, connesso a grandi innovazioni ma anche signore della tecnologia e dell'informatica, che porta innovazione tecnologica, creatività, capacità di guidare idealmente i gruppi ed è anche il pianeta dello sviluppo psicologico alto. 

    Il suo segno opposto è il Leone che indica il potere prevaricante. L'Acquario predilige il gruppo, mentre il Leone è egocentrato. Urano rappresenta la democrazia, mentre il Leone produce dominatori forti e totalitari. L'Acquario è il domicilio base di Saturno, esperienza saggia che guarda tutti gli errori del passato e vi pone rimedio, Saturno è una intelligenza esperta e matura, che sa imporsi autodisciplina e autocontrollo con grande capacità di lavoro e doti organizzative. L'Acquario dunque indica intelletto superiore, idealismo (che è diverso da ideologia), concetti universali e alti progetti collettivi. L'era dell'Acquario sarà l'era dei gruppi, dei movimenti, delle associazioni, delle reti senza capi o regole o strutture, con ordini sociali diversi da quelli gerarchici tradizionali.

    Se siamo sulla linea del rinnovamento lavoreremo per questo. Se siamo per difendere un avido mondo che muore lo contrasteremo. Il futuro del mondo dipende da ciascuno di noi. Non abbiamo più salvatori, non ci sono fedi, gruppi, partiti, padroni o protettori. Non possiamo più fidarci di nessuno e non possiamo più confidare in nessuno. Il mondo futuro sarà quello che nascerà dalle nostre mani. O riusciremo, tutti insieme, a rovesciare questo stato di cose, o periremo.

    Non ci sono nicchie protettive, individuazioni salviche. O ci salveremo tutti insieme, o periremo tutti insieme.

    Il diritto alla felicità è una illusione inventata dai potenti per dominarci meglio.

    Anche credere di essere uno Stato superiore, una razza superiore, una fede superiore è una truffa inventata dai potenti per dominarci meglio.

    In nome di queste illusioni i popoli si scannano tra loro, producono odio, separazione e guerra, rovinano la vita degli altri e abbassano la propria a livelli bestiali.

    Alla fine ciò che otterranno sarà proprio il contrario della felicità, a tutto vantaggio di chi, illudendoli, gli terrà il tallone sul collo, avvantaggiandosi della loro presunzione.

    Ognuno deve rivendicare se stesso.

    Il benessere di un paese non sta nella propaganda di regime. Sta nella libertà e nella giustizia, perché se non c'è l'una non c'è nemmeno l'altra. Sta nel riconoscimento dei diritti di ognuno, indipendentemente dal suo conto in banca. Sta nel poter conoscere la verità e nel poter governare se stessi con la massima democrazia. Sta nel poter dare a ognuno merito o pena secondo quanto ha operato.

    Sta nel potersi dire cittadini e non sudditi e nel poter pensare un futuro migliore per sé e per i propri figli.
    Sta nel poter pensare al progresso come a qualcosa di materiale ma soprattutto di morale che produrrò un mondo migliore.

    I figli dell'Acquario cercheranno principi universali validi per tutti i popoli e lavoreranno per una coscienza planetaria, in cui per la condotta spirituale non si seguirà più una chiesa ufficiale, un partito istituzionalizzato o una struttura rigida, ma si farà azione pratica di salvezza mediante la pratica diretta.

    Non ideologie ma ideali. Non ubbidienza passiva ma autoconsapevolezza.

    Il nuovo sapere si fonderà sull'organizzazione di gruppo, sull'esperienza personale, sull'espansione della coscienza etica, producendo un pensiero universale, operativo e sociale, in una prospettiva transpersonale e secondo un'etica praticata non solo predicata.

    Il percorso d'anima non sarà più basato sul trascendente ma sull'esperienza diretta e sul lavoro collettivo a favore del mondo.

    Non so se saremo capaci di fare questo, ma sento che un movimento di rinnovamento è cominciato. Sta a noi farne parte o restare attaccati a un mondo vecchio che ormai non ha più ragione di essere.

    Siamo usciti dal passato. Siamo entrati in un mondo nuovo. Poiché è tutto da fare non sappiamo come sarà, ancora tutto è work in progress. Sappiamo solo che faremo e non saremo fatti. Che cambieremo ma non solo per noi. Che uno varrà uno ma in quanto siamo tutti. Che o lavoreremo tutti o sarà tutto perduto, non solo per noi ma anche per coloro che tengono fermo coi denti ogni progresso e sviluppo per difendere una loro illusoria e ormai sempre più penosa e precaria felicità, che alla fine li distruggerà, perché c'è una legge universale che alla fine si dispiega: tutto ciò che è contrario alla vita alla fine si riduce alla morte e scompare dall'orizzonte del mondo.

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