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    Il mistero della vita

    Una concezione sul mistero e il senso della vita, della morte, della sofferenza, del corpo, una concezione sulla evoluzione individuale e cosmica
    29 settembre 2010 - Loris Asoli

    L'essere umano è composto di corpo, anima e spirito.

    Il corpo tutti noi lo conosciamo.

    Lo spirito è la nostra essenza eterna, fatta di energia, di luce e di amore, che fluiscono in esso da tutto il cosmo spirituale.

    Lo spirito individuale da una parte è un “corpo spirituale”, fatto di luce ed energia, dall'altro porta in sé un nucleo individualizzato senza forma, che contiene tutte le capacità e le potenzialità dell'essere. Come un seme porta in sé le potenzialità e le fasi dell'albero che sarà, così il nucleo spirituale porta in sé tutte le potenzialità divine che gli derivano dall'essere figlio del cosmo spirituale. Lo spirito individuale è una essenza, costituita da una concentrazione e concertazione individualizzata delle essenze di tutti gli altri esseri del cosmo spirituale, secondo la legge olistica “tutto è contenuto nel tutto”

     

    L'anima dell'uomo è l'intermediaria fra il suo corpo e il suo spirito. Essa è intimamente collegata con il corpo e ne capta e riceve tutti gli impulsi e le pulsioni; essa è intimamente collegata anche con lo spirito individuale, per poter dirigere e sostenere la vita del corpo e per poter essere collegata con le funzioni più alte del pensiero, del sentimento, della volontà, dell'intuizione e dell'ispirazione. L'anima ha una forma sottile energetica, che è fatta di “centri di coscienza” collegati fra loro, quelli che gli orientali antichi chiamarono “chakra” o ruote di luce. I centri di coscienza da una parte sono fatti di sostanza luminosa sottile, che proviene dalla struttura spirituale individuale e cosmica, dall'altra sono anche collegati intimamente con tutte le funzioni corporee, con tutti gli organi e le cellule, che non potrebbero vivere senza di essi. L'anima porta il corpo verso lo spirito e lo spirito verso il corpo. Le sue attività sottili principali, collegate allo spirito, sono il pensiero, il ricordo, il sentimento, la volontà.

     

    Se dunque ogni uomo porta in sé uno spirito individuale, è suo compito imparare a percepirsi non solo come corpo, ma anche come spirito e a sentire la propria essenza originaria e con ciò a percepire la parte eterna che è dentro di lui. La frase del Cristo “Io vi porto la vita eterna” significa che Egli ci ha resi consapevoli di essere, nel profondo e nell'essenza, spiriti di luce, individualizzati ed eterni, ed ha inoltre portato l'impulso e le forze dentro le anime umane per arrestare l'involuzione spirituale in cui l'umanità si trovava.

     

    La morte è solo morte del corpo, ma l'essenza spirituale non è distruggibile dall'uomo, poiché proviene dalle più alte Gerarchie celesti. Chi impara a percepirsi come spirito (conosci te stesso, quale spirito) entra nella consapevolezza della vita eterna e forse, al momento del trapasso, potrà compiere consapevolmente il passaggio dalla vita sulla terra e nel corpo, alla vita nel mondo spirituale.

     

    Che senso ha la vita sulla terra e la sofferenza in essa?

    Il cosmo spirituale è costituito dalle “Gerarchie spirituali”. Mistici e veggenti ne hanno parlato in varie epoche storiche. Nel mondo greco Dionisio l'Aeropagita ha usato per le Gerarchie i seguenti nomi: Angeloi, Arcangeloi, Archai, Exousiai, Dynamis, Kyriotetes, Thronai, Cherubim, Seraphim. Nel mondo cristiano, per esempio con Tommaso d'Aquino, si sono usati i nomi: Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini. Dante Alighieri ha usato la stessa terminologia. Rudolf Steiner, oltre ad usare una terminologia come quella greca, ne ha usata anche un'altra che mette l'accento sulle caratteristiche e l'azione delle Gerarchie: Angeli custodi, Spiriti del fuoco o spiriti dei popoli, Spiriti del tempo o Spiriti della personalità, Spiriti della forma, Spiriti del movimento, Spiriti della saggezza, Spiriti della volontà, spiriti dell'armonia, Spiriti dell'Amore.

    Le Gerarchie spirituali sono in Dio, vivono nel “trono” dell'Altissimo, nell'Unità suprema, nell'armonia delle sfere spirituali. Possiamo sperimentare che il cosmo materiale è intriso di infinita saggezza, infinita bellezza, infinita potenza, infinito amore responsabile, che mantiene e sviluppa la vita. Tutto ciò è possibile per l'azione delle Gerarchie in Dio, nell'Unità cosmica. Dio, lo Spirito, la Vita, è potenzialità infinita, creazione continua, continuo movimento evolutivo nell'amore.

     

    Nell'attività creativa divina, l'Uomo è la decima Gerarchia, la Gerarchia della Libertà. Il cosmo spirituale soffre e gioisce nella preparazione del parto. L'uomo ha il compito di portare questo dono di Dio nell'unità del cosmo spirituale. Tutte le Gerarchie celesti collaborano. Poiché tutto è contenuto nel Tutto, l'uomo porta la Libertà anche per tutti gli altri esseri, per le altre 9 Gerarchie, in quanto ogni conquista, di ogni gerarchia, si riversa come dono su tutte le altre. Le nove Gerarchie vivono nell'Unità assoluta e nell'armonia fra di loro e in Dio. La loro essenza è talmente compenetrata nelle Leggi di armonia che governano il cosmo che non è loro possibile trasgredirle. All'uomo è stata data la capacità e la potenzialità di trasgredire le Leggi, sperimentandone le conseguenze. Alla fine del percorso l'Uomo imparerà ad osservare le Leggi divine coscientemente e consapevolmente, per intima scelta interiore, dalla Libertà del suo spirito. Sarà così tornato alla “casa paterna” in tutta consapevolezza e la sua esperienza e la sua essenza saranno un tesoro per il cosmo intero.

     

    Il mondo cosmico fisico e la Terra sono lo specchio per lo spirito dell'uomo, entro il quale egli può vedere e sperimentare l'effetto delle trasgressioni alle Leggi divine di Unità, Armonia, Amore. Il mondo materiale è in realtà fatto di energia spirituale, poiché non esiste nulla che non sia spirito. La materia è energia spirituale sottotrasformata, a più bassa vibrazione, oscurata. La materia è energia spirituale che ha subito un processo di appesantimento e oscuramento, per adeguarsi allo spirito umano, involuto nel processo di sperimentazione della Libertà. Essa, la materia, è un dono al quale tutte le Gerarchie celesti collaborano, affinché l'uomo abbia un ambito, un cosmo, entro il quale sperimentarsi e specchiarsi.

    Tutto nasce dallo spirito. L'uomo trasgredisce le Leggi divine a partire dal suo spirito. Concepisce pensieri che sono contro l'armonia celeste: volere di più degli altri, essere più degli altri, avere più potere, più prestigio, più beni, più ricchezze, più dominio, escludere gli altri, voler rimanere indifferenziato, senza portare alcun dono individuale nell'insieme degli esseri e delle diversità. Il concepire pensieri contrari alle leggi potrebbe portare gli spiriti umani individuali al proprio annientamento, ma la grazia divina non permette il disfacimento degli esseri spirituali, creati nella perfezione, ma permette che la loro energia si abbassi, corrispondentemente all'abbassarsi della coscienza individuale, e fornisce nel contempo la possibilità di incarnarsi in un mondo a più bassa energia, che è lo specchio della nuova condizione mentale, interiore, di coscienza, dell'uomo. Sulla terra l'uomo può sperimentare l'effetto della propria incapacità di vivere in armonia nella comunità umana, l'effetto dell'odio, dell'aggressività, dell'invidia, dell'attaccamento al potere, al prestigio, al successo, ai beni materiali, così come l'effetto della sfiducia nel mondo divino e nella propria origine ed essenza eterna. L'uomo sperimenta così la sofferenza, fino alla sofferenza del decadimento, della morte, dell'annientamento del corpo. Chi si è identificato nel corpo e non si è aperto alla propria natura spirituale superiore ed eterna, sperimenta la morte del corpo come annientamento totale.

     

    Da una parte ad ogni individuo è data la grazia di sperimentare se stesso, per risvegliarsi alla propria natura superiore, e perciò ciascuno sperimenta ciò che è bene per lui, anche secondo la legge “ciò che semini raccoglierai”. Dall'altra ciascun individuo ha un compito, una missione individuale, con la quale si incarna sulla terra. Alcuni esseri possono scegliere di assorbire il male tramite la sofferenza del corpo, sia per sé che per gli altri che li circondano. L'esempio supremo è il Cristo che, avendo superato tutti i mali e tutte le tentazioni dello spirito, poteva ascendere alla vita spirituale pura, dalla quale era provenuto, senza subire niente nel corpo. Ma la sua missione, di essere solare incarnato sulla terra, era di prendere su di Sé una grossa fetta del destino negativo che l'umanità si era creato e di fornire l'esempio e la forza per tornare alla “patria divina” (il figliol prodigo). Così ha subito nel corpo e nell'anima le più grandi umiliazioni e le più alte sofferenze, durante le quali il Suo spirito rimase fedele alle Leggi dell'amore, che portava in Sé e che aveva predicato e praticato. Anche nell'ora suprema delle più grandi sofferenze rimase, nello spirito, pienamente e perfettamente fedele e coerente con il comandamento “amate i vostri nemici” e con tutto il cuore e l'anima implorò il Padre non per sé, ma per il perdono dei suoi torturatori: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. La sua vittoria totale sul male entrò in tutte le anime, nell'area del cuore, ed è coscienza elevata, energia redentiva, a disposizione degli individui che vorranno evolversi positivamente e tornare nel regno divino e nella vita eterna.

     

    Quando vediamo sulla terra un essere nella sofferenza non siamo dunque autorizzati a pensare che ciascuno subisce sempre l'effetto delle proprie azioni negative, come fanno alcune concezioni di vita orientali, poiché il “mistero” nella vita è grande e la saggezza infinita e la Legge che ci è stata data è quella di non giudicare il prossimo, ma amarlo come parte di sé e di Dio, ed aiutarlo nelle sue difficoltà e sofferenze.

     

    Il corpo fisico da una parte è lo specchio dello stato di coscienza dello spirito e lo strumento per la sua esperienza nella vita terrena; dall'altra il corpo fisico ha anche una sua missione da compiere nel corso delle ere evolutive dell'umanità. Mano a mano che lo spirito umano individuale si evolverà e si evolverà l'umanità nel suo complesso, il corpo fisico si affinerà sempre più. Anche la Terra, il pianeta dove vive l'uomo con il suo corpo fisico, si evolverà ed affinerà, per essere sempre di supporto ai nuovi corpi fisici dell'uomo. L'uomo trasformato avrà un corpo trasformato in un ambiente trasformato. Ciò non avverrà spontaneamente, ma sarà l'uomo stesso, il suo spirito che, nel corso delle varie epoche, vivendo ed evolvendosi, lavorerà sul suo corpo fisico per perfezionarlo, renderlo simile a sé, spiritualizzarlo. Facendo questo lavoro sul corpo, lo spirito e l'anima dell'uomo compiono il loro cammino verso la Libertà e l'Amore.

     

    Il Cristo per primo ha aperto la strada, compiendo l'opera di trasformare il proprio corpo fisico in corpo di luce. Lo Spirito del Cristo, che in realtà non aveva lasciato del tutto il suo corpo fisico, apparentemente morto, con la sua possente forza spirituale, diede alle cellule del suo corpo fisico l'energia sufficiente a spiritualizzarlo, facendolo andare verso lo stato di luce e riassorbendolo nel suo corpo spirituale. Poi rimase ancora un po' presente sulla terra nel suo corpo di luce, prima di ascendere nel mondo spirituale, dove il suo spirito si è nuovamente trasformato ed elevato riprendendo l'energia che aveva lasciato nel mondo spirituale per potersi incarnare in un corpo sulla terra.

     

    Fra corpo e spirito non deve quindi esserci lotta, ma lo spirito deve imparare a dominare e compenetrare pienamente il corpo e con il corpo l'uomo deve imparare a percepirsi come essere spirituale. Lo spirito deve imparare a percepire la propria presenza entro il corpo fisico e a irradiarla di sé, di luce, di energia pura, di forze positive. Nel corso delle ere lo spirito individuale farà in modo che il proprio corpo si senta sempre più tutt'uno con lo spirito che dimora in esso e fornirà alla materia del corpo l'energia per spiritualizzarsi sempre più e tornare allo stato di luce.

     

    Quale è dunque il compito dell'uomo rispetto al corpo? Non è di fuggirlo, andando verso lo spirito. Non è neanche di spiritualizzarlo per annullarlo, riassorbendolo in sé stesso, ma è quello di evolvere nel corpo e insieme al corpo, il quale nel corso delle ere si trasformerà, facendogli da indissolubile compagno e specchio del proprio essere, fino a che l'evoluzione sarà giunta ad un punto tale che il corpo affinato e spiritualizzato, sarà uguale allo spirito e non ci sarà più bisogno di questa distinzione: corpo e spirito saranno una sola cosa e la vita dell'umanità sarà ascesa nelle sfere spirituali.

    Una via per compiere questo commino è la via dei valori, la via dell'Amore, della Libertà, della Veracità e della Giustizia.

     

    Tutto questo non lo esprimo con la certezza della verità, ma rappresenta la mia personale ed attuale concezione di vita, maturata dalle esperienze,  dalle letture e dalle riflessioni, e fa parte del mio cammino e della mia ricerca. Spero che possa dare qualche spunto utile a qualcuno, ma se volete, consideratelo come una favola per adulti e cercate la vostra concezione di vita e il vostro percorso personale verso Dio. Poiché siamo tutti intimamente correlati, ogni singolo passo positivo di ciascuno, aiuterà tutti gli altri.

     

     

    

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