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    L'arte di prendere energia e di donarla

    Tutti siamo a caccia di energia. Desideriamo essere apprezzati dal nostro prossimo, ricevere riconoscimenti al nostro essere, ricevere ricompense per ciò che facciamo. Ma l'arte di "cacciare" energia è quanto mai variopinta.
    26 ottobre 2010 - Loris Asoli

    Tutti siamo a caccia di energia. Desideriamo essere apprezzati dal nostro prossimo, ricevere riconoscimenti al nostro essere, ricevere ricompense per ciò che facciamo.
    Ma l'arte di "cacciare" energia è quanto mai variopinta.  C'è chi cerca energia collocandosi sopra gli altri, chi sottomettendosi, chi parlando all'infinito, chi criticando tutti, chi parlando sempre delle proprie sfighe e malattia, chi facendo il tenero, chi il duro, chi il simpatico, chi l'antipatico, chi andando contro le persone che hanno maggiori riconoscimenti sociali, chi facendo il misterioso, chi il saggio, chi l'ignorante da istruire, chi il forte, chi l'indifeso, chi ostentando ricchezza, chi povertà, chi ostentando successo, bellezza, forza.
    Anche fra l'uomo e la donna, nella coppia, c'è spesso una lotta per l'energia, per chi domina il rapporto e sottomette l'altro.
    L'arte di cacciare energia dagli altri ha veramente varianti infinite.  Una delle più forti si realizza quando qualcuno è collocato in una posizione di potere e da quella umilia i sottomessi, i dipendenti, quelli di grado inferiore, gli indifesi. Il mobbing sui posti di lavoro è una delle modalità di rubare energia agli altri (sempre che gli altri ci caschino).
    In generale, ogni modo di attirare l'attenzione su di sé, come ogni modo di collocarsi al di sopra degli altri è un tentativo, più o meno riuscito, di prendere energia dagli altri.

    C'è poi chi cerca energia nelle cose esteriori, nel cibo, nel sesso, negli "sballi", nelle droghe, nelle medicine, negli integratori, nei luoghi a più alta energia, nei pensieri elevati!

    Dalla comparsa del Cristo sulla terra tutto questo in realtà è obsoleto, antievolutivo.
    La nuova Legge è "Date e vi sarà dato".  Tanto più l'individuo fa ciò che ama, indipendentemente dall'apprezzamento degli altri, tanto più è fedele alla propria "missione", trovata nell'intimo della propria anima, tanto più cerca di dischiudere i propri talenti e capacità potenziali, nel tentativo di "darli", lasciarli fluire, quanto più si arricchisce in forze interiori e capacità di donare e far fluire le proprie energie, potenzialmente infinite.

    Il nuovo modo di prendere energia è quello di cercarla e prenderla all'interno del proprio essere e non all'esterno.
    "Il regno dei cieli è dentro di voi", "Potete fare cose più grandi di quelle che Io ho fatto", "Dio, l'immortalità, la pienezza, è dentro di voi, e attende di essere dischiusa. La fonte divina interiore desidera fluire, liberata dalle barriere dell'ego",  "Uccelli istupiditi nelle vostre gabbie, la porta è aperta! Vi spavento affinché spicchiate il volo!".

    Voler prendere l'energia dagli altri non è la via.  Il cosmo ha energie infinite e nell'intimo dell'uomo ci sono ugualmente energie infinite. Occorre imparare a riceverle;  non voler prendere, ma accogliere, ricevere dall'abbondanza infinita ciò che questa vuol donare.
    Ma questo è possibile soltanto mettendosi in sintonia con le Leggi divine e realizzandole, invece di porsi contro di esse.   "Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù".   Infatti, mettersi in sintonia con le Leggi divine dell'unità, dell'armonia fra le diversità, della sinergia, del "tutto è nel tutto" e della Libertà, è anche un modo di ricevere energia.
    E' quindi una inversione rispetto  al voler prendere energia dagli altri, rispetto al modo conflittuale di catturare l'energia.  E' un modo collaborativo e sinergico di costruire e potenziare l'energia collettiva, nel rispetto e valorizzazione delle diversità.  Porsi contro le Leggi divine è invece un modo certo di sbattere contro un muro invalicabile e di farsi del male, tardi o prima che arrivino le conseguenze.

    Cosa dire allora, delle forze che vengono meno con la vecchiaia, del deperire, non solo delle energie, ma anche delle facoltà mentali?   Anche il nostro corpo e la nostra mente appartengono al mondo esteriore e in esso non c'è la nostra salvezza, poiché ciò che è materiale è soggetto al deperimento e alla morte. Ma ancora una volta volgendosi al mondo interiore, troviamo lo spirito individuale, che non muore con la morte del corpo e che può fare le sue esperienze positive anche con un corpo menomato, anche con la vecchiaia, anche con la mente che si è scollegata dal corpo e non riesce più a governarlo.  E' lo spirito dentro di noi la vera vita, ed esso si rinforza nel dono di se stesso e non nel tentativo di arraffare energia e beni dal prossimo e dalla natura.

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