barralunga

REES Marche

RSS logo

Calendario

    Beni comuni

    12 agosto 2006 - Gabriele Darpetti
    Fonte: Bollettino Res Marche N°1 Anno 2 - 04 aprile 2006

    Relazione Introduttiva al
    Forum Marchigiano dell'Economia Solidale

    Dai Valori alle Pratiche


    Torna a Indice

    1. Il Percorso fatto sino ad oggi

      • Le Tappe:

        Il primo incontro ufficiale del Tavolo RES si è tenuto il 2 luglio del 2004 (tra pochi giorni saranno venti mesi esatti), ad esso sono seguiti altri 10 incontri del Tavolo (così lo avevamo denominato) a cui hanno partecipato, almeno una volta, 63 persone.Gli altri incontri si sono tenuti il: venerdì 15ottobre 2004 / sabato 6novembre 2004 / sabato 18 dicembre 2004 / sabato 5 febbraio 2005 sabato 2aprile 2005 / sabato 14maggio 2005 / sabato 16luglio 2005 / sabato 17settembre 2005 / sabato 19novembre 2005 / sabato 14gennaio 2006. Gli incontri sono stati quindi 11 (o forse 12) nell'arco di un anno e mezzo. Penso sia opportuno dare subito atto alla cooperativa Mondo Solidale ( ed in particolare a PaoloChiavaroli ) di essersi fatta carico di promuovere il primo incontro e soprattutto di ospitarci e dare quindi una "casa" al Tavolo Res.

      • La Partecipazione

        Ai vari incontri hanno partecipato mediamente 18 persone. Ripensando agli obiettivi che ci eravamo dati, non possiamo dirci soddisfatti dal punto di vista quantitativo, infatti solo 16 persone su 63 hanno partecipato abbastanza assiduamente e sono state presenti ad oltre la metà degli incontri. Alcune persone hanno partecipato saltuariamente, mentre altre, dopo i primi incontri, non sono più venute. Dal punto di vista qualitativo invece, c'è stata a mio avviso una ricchezza di contributi, un concorso di sensibilità diverse, un approfondimento di temi e proposte, a cui raramente mi è capitato di assistere. Le discussioni sono state sempre di alto livello e anche molto diversificate. Volendo "pensare positivo" possiamo dire che in questi mesi abbiamo "formato" uno zoccolo duro di persone che si sono chiarite i contenuti ed i metodi necessari per costruire un sistema economico alternativo, in cui l'ambiente ed i diritti della persona siano al primo posto, persone che oggi sono sicuramente molto importanti per fare un ulteriore "passo in avanti".

        Un elemento da sottolineare è il fatto che all'inizio c'erano persone singole e c'erano persone che rappresentavano altri soggetti (i Gas, l'a gricoltura biologica, il commercio equo e solidale, Banca etica, l'Associazione Bioars e il settore della bioedilizia, la cooperazione sociale, le associazioni ambientaliste, le Ong della cooperazione internazionale, le associazioni di volontariato e il Csv, ed altre esperienze tipo Emergency, Rete Lilliput, ecc.).

        Poi nel tempo l'impegno è sempre più diventato un fatto personale di coloro che partecipavano al tavolo: questo è positivo perché indica il buon coinvolgimento e la motivazione di ciascuno, ma può essere anche negativo in quanto comporta una minore responsabilizzazione dei soggetti citati, al progetto di costruzione della rete Res.

      • L'Organizzazione:

        Il Tavolo Res è stato fino ad oggi strutturato in maniera molto informale: l'avviso dell'i ncontro veniva diffuso tramite le varie mailing list, ognuno poteva aggiungere argomenti da discutere all'ordine del giorno predisposto all'ultimo incontro, si sceglieva un facilitatore dell'incontro che aveva il compito di coordinare i lavori, si individuava un volontario che redigeva un verbale che poi veniva inviato in rete, quale pro-memoria delle cose discusse.

        Un elemento su cui riflettere, per il futuro, può essere dato dal fatto che gli argomenti che venivano posti in discussione erano liberamente proposti da chiunque lo desiderasse, o dall'emergenza di quel momento al tavolo, quindi è mancato un filo conduttore con delle precise priorità, che ha rallentato l'individuazione degli obiettivi strategici su cui concentrare il nostro lavoro. E' altresì vero che questa modalità ha consentito di dare spazio a tutti e ci ha aiutato a conoscerci meglio reciprocamente.

        La struttura è stata quindi molto semplice, democratica, basata sulla ricerca del massimo consenso sulle cose che si discutevano.

        In questo modo ci si preoccupava poco di chi c'era, e soprattutto di chi non c'era, partendo dal presupposto che tutti erano informati, e che quindi valeva il principio che i presenti, essendo il risultato di una libera scelta di chi aveva posto quell'incontro ad alta priorità rispetto ad altri impegni, avevano il dovere-diritto di decidere sugli argomenti posti in discussione. In questo caso non si può, quindi, tener conto della rappresentatività dei presenti, e questo è un limite che occorrerebbe tentare di correggere.

        L'obiettivo del Forum, infatti, nelle sue elaborazioni, dovrà tener conto anche di questo aspetto.


      Torna a Indice

    2. IL Documento Programmatico quale Carta dei Valori

      • Punto di partenza e non punto di arrivo

        . Ciò che ha accompagnato quasi tutti gli 11/12 incontri del Tavolo è stata la discussione (un pezzo per volta) del documento programmatico, che oggi voi vedete nella sua versione finale. Ovviamente, parlando di economia solidale, era necessario fissare alcuni paletti fondamentali, sia per capirci meglio fra di noi (e vedere se volevamo la stessa cosa), sia per far capire agli altri quali sono i nostri obiettivi e i valori di fondo a cui vogliamo ispirare la nostra azione. Inoltre era necessario dotarci di questo documento perché su questi temi (dell'economia etica e solidale) tanto si è detto e tanto si è scritto, anche da chi intende cavalcare un'onda emotiva che interessa molti giovani, e la confusione spesso è enorme, a tutto vantaggio di chi non ci crede o di chi si sente toccare in certi interessi non sempre buoni e legittimi. Una confusione che noi abbiamo tutto interesse a dissipare. Quindi era quanto mai necessario avere un quadro di riferimento completo, in cui principi, soggetti, modalità realizzative e valori fondamentali fossero messi in relazione tra di loro in una visione coerente e chiara. C'è chi infatti tende a prendere solo certi aspetti, quelli che più fanno comodo, mentre noi vogliamo esplicitare che il rispetto dei diritti e della dignità della persona umana non sono disgiunti dal rispetto dell'ambiente e delle risorse naturali, che non c'è solidarietà senza giustizia, che non c'è giustizia senza pace, che non c'è qualità della vita senza relazioni corrette tra le persone, senza democrazia, ecc.

        Ma questo documento, pur importante, frutto di molto lavoro, deve comunque essere considerato un punto di partenza, da arricchire sempre ogni volta che avremo tratto un insegnamento utile da un'esperienza di economia solidale concreta, ogni volta che una cultura, una religione, una mente creativa, avrà prodotto nuovi spunti, avrà fatto emergere nuove ingiustizie da combattere, avrà dato valore profetico ad una intuizione utile per tutti.

        E' un lavoro per tutti. Quello di diffonderlo e di cercare il modo di praticarlo, ma anche quello di arricchirlo e di perfezionarlo. Non c'è qualcuno deputato a far questo. Dovrà sempre di più essere la sedimentazione di una ricerca e di una pratica collettiva.

      • Proseguire l'elaborazione culturale e la formazione

        Oltre a perfezionare il documento, dovremo comunque cercare di riempire di contenuti e di motivazioni plausibili il nostro agire. Per far questo, oltre a lavorare nella realizzazione pratica di una economia etica e solidale, dovremo continuare a studiare. Ad approfondire conoscenza. A formarci ed a formare.

        Inoltre, dobbiamo tener conto che c'è una generazione che ci guarda, che chiede di capire e di confrontarsi; è assolutamente necessario coinvolgere i giovani (15/25 anni).

        Per far questo c'è bisogno, anche e soprattutto, di una presenza culturale e di adeguare il nostro linguaggio. Oggi c'è stato un ritiro del mondo culturale dalla economia, dalla politica, dalla partecipazione civile. Occorre intervenire in maniera propositiva sullo sviluppo sociale e su quello economico con prospettive diverse. Ma per far questo occorre ritornare allo studio approfondito dei problemi. L'impegno di ognuno di noi è indispensabile perché, al di là delle formule organizzative che troveremo, le diverse sensibilità e le diverse competenze di cui siamo portatori possono alimentare una elaborazione culturale al servizio del bene comune. Dobbiamo aumentare lo sforzo di scrivere, di produrre cultura al servizio di tutti.

        Dicevo di recente ad un altro incontro che dobbiamo avere maggiore consapevolezza che noi che siamo nel sociale siamo di fatto classe dirigente. Allora abbiamo una responsabilità: la competenza e la formazione. Dobbiamo quindi assumere la sfida di una diffusa stagione formativa e informativa, con un impegno concreto a sviluppare itinerari comuni su molti temi, al fine di rilanciare un condiviso senso del bene comune e superare logiche individualistiche ed egoistiche che non ci appartengono.

        Un percorso formativo da proporre a tutti le associazioni ed i soggetti che citiamo nel documento programmatico e che, tramite momenti seminariali di studio e di confronto su temi fondamentali per la gestione futura della nostra regione, possa di fatto diventare la traccia di una piattaforma di idee e proposte che offriamo a tutta la politica. In questo senso mi piace molto la proposta formulata di una SCUOLA DELLE ALTERNATIVE e di un ragionamento che è già partito di creare un'area educazione e formazione, condividendo questo settore con Mondo Solidale che lo ha già attivato.


      Torna a Indice

    3. Le cose su cui abbiamo lavorato ed i primi frutti

      • Gruppo manifestazioni (Petritoli,Urbino,Eco & Equo)

        • Il gruppo manifestazioni
          è stato costituito all'inizio del 2005 allo scopo di organizzare sul territorio iniziative tese a promuovere l'idea e le esperienze dell'economia solidale, soprattutto quelle localizzate entro il territorio della Regione Marche. L'occasione per la formazione di questo gruppo di lavoro è stata la richiesta pervenuta al tavolo della Res che la stessa si facesse carico di una nuova eventuale edizione della fiera "Eco & Equo" e la richiesta dell'Amministrazione del comune di Petritoli di realizzare nel proprio territorio una iniziativa simile ad "Eco & Equo", sebbene di proporzioni più limitate.

        • Dal gruppo di lavoro all'associazione
          Il 23/05/05 il gruppo di lavoro ha costituito un'Associazione per poter agire come soggetto giuridico nella relazioni con gli enti nel lavoro di organizzazione degli eventi e per poter avere alcuni semplici strumenti di gestione economica e finanziaria. I soci dell'Associazione che, dal nome della prima manifestazione organizzata, è stata chiamata "Associazione I Borghi e le Piazze dell'economia solidale" (in sigla Assores), sono le persone fisiche che partecipavano al gruppo di lavoro "manifestazioni"

        • I borghi e le piazze dell'economia solidale
          La prima manifestazione organizzata dall'Associazione è stata quella di Petritoli, che si è svolta nei giorni 3-4 settembre 2005 e che è stata denominata "I borghi e le piazze dell'economia solidale". Successivamente Assores ha collaborato con il gruppo territoriale di Urbino della Res alla realizzazione di una iniziativa simile nei giorni 8-9 ottobre 2005 all'interno della manifestazione "Urbino, terra di biodiversità", organizzata dal Comune di Urbino e dalla Comunità Montana. Entrambi gli eventi rientrano nel progetto di realizzare momenti di presenza dell'economia solidale in diversi luoghi della regione per promuovere la proposta della Res sia in termini politici e culturali che economici, mostrando concretamente prodotti, servizi e attività che si richiamano all'idea di una economia diversa, attenta alle esigenze indissociabili dell'uomo e dell'ambiente. Nell'organizzare questo tipo di iniziative è stata curata la sobrietà della stessa, in modo che potesse essere replicata facilmente anche in contesti molto periferici e con scarse risorse disponibili, la maggiore coerenza possibile di tutti gli aspetti coinvolti (materiali, fornitori di prodotti e servizi, ecc.) e la creazione di relazioni profonde e continuative con le diverse espressioni delle comunità con le quali e nelle quali si è realizzato l'evento (amministrazione, scuole, associazionismo, realtà produttive riconducibile all'economia solidale).

        • Evoluzioni
          Attualmente il gruppo è impegnato nella fase di pre-organizzazione dell'edizione 2006 di "Eco & Equo", insieme all' Assessorato all'Ambiente e ai Servizi sociali delle Regione Marche. L'obiettivo è, anche in questo caso, realizzare un evento più sobrio e con maggior coerenza interna rispetto alle due edizioni precedenti. Nel frattempo si continuano a valutare le richieste di collaborazioni per la realizzazione di eventi itineranti del tipo di quelli realizzati a Petritoli e Urbino.

          Dal punto di vista della propria natura giuridica il gruppo è in attesa delle decisioni che saranno assunte all'interno della Res che, se dovesse decidere di costituirsi come Associazione, renderebbe non più necessaria l'esistenza di Assores; essa potrebbe così sciogliersi come Associazione e l'attuale gruppo di persone che ne fa parte potrebbe tornare a lavorare come uno dei tanti gruppi di lavoro all'interno della nuova Associazione Res, o viceversa individuare altre forme organizzative e/o di impresa economica.

      • Gruppo Redazione (Bollettino Notiziario)

        • Il "gruppo redazione"
          viene costituito già nei primi mesi di vita del Tavolo Regionale dell'Economia Solidale, per rispondere ad una duplice esigenza, quella di comunicare verso l'esterno le attività e le tematiche del tavolo, e quella di creare strumenti di comunicazione interna per facilitare la discussione e lo scambio di informazione tra i soggetti che partecipano al tavolo. Per i primi mesi il gruppo ha lavorato in maniera sperimentale e cercando un po' alla volta il suo equilibrio e il suo modo di operare.

        • Comunicazione telematica
          Nel marzo 2005 esce il primo bollettino telematico, inviato per posta elettronica ad un vasto indirizzario, composto da una parte di articoli di approfondimento e da una parte in cui vengono segnalate iniziative ed appuntamenti attinenti al mondo dell'economia solidale, in regione e fuori. Il bollettino viene diffuso a scadenza mensile. Dopo alcuni mesi di sperimentazione si attua una riorganizzazione che riguarda sia il bollettino che il gruppo. Il gruppo, da indefinito che era, viene fissato in 4 persone. Attorno a questo nucleo si sviluppa una rete di collaboratori tendenzialmente crescente, che cerca di valorizzare le numerose competenze e conoscenze presenti nella Rete.

          La parte degli appuntamenti viene separata dal bollettino, per costituire un notiziario a parte. Il bollettino assume una scadenza trimestrale, prevedendo anche alcuni numeri monografici, mentre il notiziario degli appuntamenti esce con maggiore frequenza, ogni qual volta ci siano iniziative da segnalare.

        • Sito Internet
          Il gruppo segue anche la realizzazione del sito della Rete, previsto nel progetto finanziato da Regione e CSV. Allo stato attuale il sito non è ancora in linea, ma è stato redatto un progetto che è in fase di attuazione. Il sito non vuole essere una semplice vetrina della Rete, ma un vero e proprio strumento di informazione e comunicazione sia interna che esterna. Tra le altre cose il sito conterrà il database che raccoglie i dati del censimento effettuato per le Pagine Arcobaleno, liberamente consultabile; l'archivio di tutti i documenti, dei bollettini e di ogni altro materiale prodotto dalla Rete; una ricca sezione di documenti di approfondimento sui diversi temi di interesse della Rete. Disporrà inoltre di strumenti operativi come mailing list, forum ecc. e metterà a disposizione spazi per soggetti che partecipano alla Rete stessa.

        • Evoluzioni
          Dopo questa fase sperimentale il gruppo sta cominciando a pensare al futuro e alle possibili evoluzioni. Tra le ipotesi vi è l'idea di creare una rivista cartacea che integri gli strumenti telematici, e anche la possibilità di collaborare con il settimanale Carta, interessato a creare un inserto locale dedicato a Marche, Abruzzo e Molise. La volontà del gruppo è arrivare anche a trasformare queste iniziative in attività economiche che permettano di creare lavoro retribuito, così da dare stabilità all'impegno.

      • Progetto Regione, Pagine Arcobaleno

        Nella primavera 2004, le botteghe del Commercio Equo della provincia di Pesaro, assieme ai G.A.S. locali, hanno cominciato a pensare un progetto per costruire una "guida" locale ai soggetti dell'economia solidale. Il progetto è stato condiviso all'interno della cooperativa Mondo Solidale e si è avviata una discussione per farlo diventare un progetto regionale, non più solo per costruire una guida, ma per creare un vero e proprio distretto di economia solidale (DES).

        In estrema sintesi il progetto prevede un censimento delle realtà dell'economia solidale delle Marche e dei soggetti a cui ci si può rivolgere per mettere in pratica il consumo critico, scelte ecocompatibili ecc. La pubblicazione dei dati raccolti su una guida che sia anche un libro sui comportamenti solidali che ognuno può adottare. La pubblicazione anche di un sito internet e la presentazione di tutti questi materiali in 5 convegni sul territorio regionale.

        La loro presentazione ha lo scopo di coinvolgere nel processo Res sia nuovi consumatori, sia nuovi produttori, oltre a sensibilizzare le Istituzioni Locali su questi temi. E' quindi intenzione del Tavolo Res realizzare molti altri incontri di presentazione, in forma capillare anche in realtà più piccole, coinvolgendo i gruppi locali. Oltre alla Regione, e precisamente l'assessore regionale alle Politiche Sociali che ha accordato il finanziamento principale per svolgere queste attività, nel progetto è stata coinvolta l'Università di Urbino. In particolare il Master Lavorare nel Non Profit, che ha inviato 3 studenti a svolgere uno stage nell'ambito dell'attività di censimento.

        Da parte sua il CSV ha approvato il progetto presentato facendosi carico di una parte dei costi relativi alla pubblicazione dei materiali.La fase del censimento è partita in ottobre 2004 e si è protratta fino a giugno 2005. Il lavoro si è rivelato più complesso del previsto a causa delle difficoltà nel rintracciare i soggetti da censire e alle ancora maggiori difficoltà a farsi restituire i questionari compilati. Gli operatori hanno lavorato su un indirizzario di 405 soggetti, di questi 122 hanno risposto al questionario.Tutti i dati raccolti sono stati inseriti in un database informatico elaborato dal gruppo di lavoro che sta curando un analogo censimento nella provincia di Bologna (Pagine Arcobaleno). I dati inseriti nel database saranno consultabili entro breve all'interno del sito internet, previsto dal progetto, che conterrà un'apposita sezione di consultazione. La realizzazione del sito internet è stata affidata alla cooperativa sociale CA 2000, la stessa che ha realizzato il sito delle Pagine Arcobaleno bolognesi. La cooperativa in questo momento sta lavorando al progetto.

      • Gruppo Documenti

        • Il gruppo Documenti
          ha lo scopo di essere di supporto al Tavolo Regionale per la creazione di documenti normativi, programmatici o di altro genere. Il gruppo può operare in due modi differenziati:

          1. riceve il compito di preparare una bozza che poi sarà discussa e approvata dal Tavolo;

          2. il Tavolo (o un forum) fornisce gli spunti di base da elaborare in una bozza, che poi sarà ugualmente discussa e approvata dal Tavolo.

        • Composizione e attività realizzate
          Si tratta di un piccolo gruppo costituito da 4 persone. Il gruppo ha elaborato al proprio interno la bozza di regolamento del Tavolo regionale, la bozza di regolamento degli incontri, la bozza del documento programmatico. Tutte queste bozze sono state poi discusse, variate e approvate passo per passo durante vari incontri del Tavolo Regionale.

          Questa doppia discussione ed elaborazione, dapprima all'interno di un gruppo ristretto e poi del Tavolo Regionale, ha consentito di redigere, in tempi non troppo lunghi, documenti di base del Tavolo, con buoni risultati di chiarezza, completezza e sinteticità e con l'osservanza del metodo del consenso (approvazione dei testi da parte del 100% dei presenti).

        • Evoluzioni
          Un nuovo mandato, già avuto dal Tavolo, concerne la redazione di uno statuto e un regolamento interno, relativi ad una associazione in cui organizzare la rete regionale dell'economia solidale. Anche se si sono già tenuti tre incontri sullo statuto, prima di dare attuazione a tale mandato il gruppo attende la conferma di questa linea durante il Forum, sulle prospettive di potenziamento e sviluppo della rete. In caso positivo, il Forum stesso o un altro apposito incontro, potranno dare delle indicazioni di fondo, alle quali le bozze dei nuovi documenti dovranno conformarsi.

          In prospettiva, un compito futuro di questo gruppo è anche quello di elaborare delle proposte di normative da presentare a comuni o province o alla regione Marche.Ritengo, a questo punto, doveroso fare una menzione al lavoro prezioso di Loris Asoli. Oltre alla predisposizione delle bozze di lavoro dei documenti da discutere, egli ha tenuto i collegamenti con il Tavolo Res Nazionale, riportando nel contesto marchigiano esperienze e idee utili per il lavoro di tutti noi.

      • Altri gruppi non attivati

        Oltre ai gruppi di lavoro attivati, e che hanno prodotto consistenti risultati, è opportuno fare menzione anche dei gruppi di lavoro, previsti inizialmente dal Tavolo Res. ma non attivati. Essi sono: il gruppo finanza etica, il gruppo ecologia, e il gruppo imprese. Ciò và detto per completezza di informazioni, per discutere anche sul motivo per cui tali gruppi non sono partiti, e per verificare se qui, oggi, vi siano le condizioni per attivarli.

      • Conferenze ed Incontri

        In questi venti mesi, ci sono inoltre state numerose iniziative, di promozione e di divulgazione dei temi dell'economia solidale. Alcune volte promosse da componenti del Tavolo Res, altre volte da soggetti esterni a noi. Ciò è positivo ed importante, ma ci deve far riflettere sulla opportunità di relazionarsi di più, tra i soggetti del tavolo, per promuoverli meglio creando più sinergie tra tutti noi, e per creare le condizioni per coinvolgere coloro che hanno promosso iniziative al di fuori del nostro contesto.

        Cito a titolo di esempio(quelli che mi ricordo ovviamente) il ciclo di conferenze e workshop denominata "l'economia solidale in atto" tenutasi a Pesaro dal 14 ottobre al 19 novembre e promossa dal Gas e dalla Bottega di Mondo Solidale di Pesaro; l'iniziativa denominata "Biodomenica" di Tolentino del 2 ottobre, e il convegno "l'altra faccia dell'economia:la cooperazione" sempre tenutosi a Tolentino il 14 ottobre promosso dalla associazione culturale Equazione di Tolentino; il seminario di approfondimento " finanza etica e microcredito" tenutosi a Urbino il 20 ottobre e promosso dalla Bottega di Mondo Solidale di Urbino; e tanti altri. Inoltre ritengo opportuno menzionare anche i convegni realizzati a Petritoli e ad Urbino nell'ambito delle manifestazione "I borghi e le piazze dell'economia solidale", perché molto ben riusciti, e sicuramente da riproporre in futuro in altri contesti, quali "vivere la solidarietà" con Ettore Masina ed altri importanti relatori a Petritoli e il convegno "gruppi di acquisto solidali: un'opportunità per lo sviluppo locale" a Urbino.

      • Rete Gas

        Sono passati dodici anni dalla nascita del primo Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) a Fidenza nel 1994. Oggi i GAS censiti in Italia sono più di 250 e molti altri esistono senza essersi segnalati. Le richieste di adesioni sono continue e pure i mezzi di comunicazione si sono accorti di questa pratica che vuole partire dalle esigenze concrete della vita di tutti i giorni per affrontarle con una sguardo allargato che tenta di tenere insieme il nostro benessere, il rispetto dell'ambiente, le condizioni di lavoro, i popoli lontani e le relazioni.

        Forse, a questo punto sarà necessario spiegare brevemente quando un gruppo d'acquisto (che è essenzialmente un gruppo di persone che fa acquisti collettivi) diventa solidale. Diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell'ambiente, ai popoli del sud del mondo e a coloro che, a causa della ingiusta ripartizione delle ricchezze, subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo. Siccome abbiamo ormai sperimentato che i prodotti acquistati attraverso il gruppo ci fanno stare meglio, perché oltre ad essere buoni e salutari hanno delle storie da raccontare, si presenta ora la necessità di ragionare proprio su questo nostro modo di "Vivere Bene ", ovvero su come poter allargare la quantità dei prodotti e dei servizi reperibili all'interno di circuiti di tipo solidale, per poter soddisfare un numero sempre maggiore di bisogni.

        La proposta della rete di economia solidale ed in particolare dei distretti, promossa dai GAS insieme ad altre realtà vicine, si muove in questa direzione, favorendo il contatto fra i diversi attori dell'economia solidale per costruire relazioni che plasmino un nuovo tessuto economico sostenibile. Da queste riflessioni si comprende come la costruzione di una RES richieda, tra l'altro, di non considerare il territorio come un pavimento, un qualcosa che deve sorreggere delle azioni umane che trovano la loro logica altrove, ma, al contrario, un soggetto fatto di stratificazioni storiche, di cultura, di memoria, di ricchezza e di saperi che possono produrre futuro, se reinterpretati continuamente ed opportunamente. Per prima cosa allora dobbiamo imparare a vedere i nostri patrimoni e a riconoscerli. Il DES (distretti di economia solidale) nascerà mettendo insieme tanti spezzoni autonomi per produrre, ciascuno per la propria parte un modello di sviluppo alternativo in un luogo.

        Tale sviluppo alternativo non può essere "astratto" o preconfezionato al di fuori del luogo a cui si riferisce, ma deve essere intimamente legato alla qualità specifica del luogo per cui è progettato, mettendo insieme reti di produttori, di consumatori, di volontari, di culture e tutto ciò che già si esprime con progetti di filiera, patti sociali…con lo scopo di costruire dei laboratori di sviluppo locale autogovernato. Il coordinamento marchigiano dei GAS, nella pratica, si occupa di promuovere la nascita di nuovi GAS nella regione (ad oggi i GAS censiti sono 18) e di promuovere momenti informativi durante gli eventi di rilevanza regionale, quali Eco & Equo e le varie manifestazioni, quali "I Borghi e le Piazze dell'Economia Solidale"

        Il 2 giugno di ogni anno i GAS delle Marche si incontrano per l'intera giornata in un momento conviviale in cui la mattinata è dedicata alla discussione delle tematiche a noi vicine mentre il pomeriggio è riservato alla festa, alle relazioni ed al gioco. I coordinatori e tutti gli aderenti che lo richiedono sono collegati da una mailing list che garantisce il contatto fra i gruppi. Rimane comunque molto lavoro da fare per riuscire a mettere in rete i diversi GAS, che per loro stessa natura sono fortemente legati al territorio su cui insistono e con difficoltà riescono a dedicare energie per seguire la rete. Fra le prospettive a breve termine c'è la realizzazione di un sito, la costituzione di una associazione che formalizzi le attività dei GAS di fronte alla legge; fra quelle a medio-lungo termine, la realizzazione di filiere produttive che richiedano il coordinamento dei vari gruppi anche per le questioni organizzative.

        L'importanza della presenza della rete Gas nel costruire la Res Marche è evidente. Infatti le famiglie che vi partecipano sono coloro che per prime possono esprimere pareri sui servizi e sui prodotti che la Rete Res saprà attivare, e sono le prime persone che possono proporre prodotti necessari e coerenti con i nostri progetti. Inoltre il numero delle persone coinvolte è notevole (18 gas a cui partecipano mediamente 20 famiglie cadauno, significa un coinvolgimento potenziale di oltre 600 persone) è sono molto importanti per la costruzione dei Des (I Distretti di Economia Solidale) e per la crescita complessiva della Res.

        E' pur vero che non dobbiamo avere solo la mira della crescita. Come ci ricorda giustamente Francesco Gesualdi nell'ultimo numero di Altraeconomia di Febbraio 2006 (nel suo articolo a proposito del caso Unipol) in cui dice testualmente che "Non sono contro la crescita delle nostre iniziative. Al contrario voglio che conquistino il mondo. Ma non mi interessano come tali. Mi interessano solo come strumenti di cambiamento. La nostra stella polare non può essere la crescita, ma la coerenza. Perseguendo la coerenza potrà arrivare anche la crescita

      • La Comunicazione

        Durante questi mesi mi è capitato di vedere alcuni articoli, alcune interviste, sui temi dell'economia solidale, sui mass-media tradizionali (quotidiani, ed altro) e su riviste più specializzate. Alcuni esempi: un bel articolo "spesa, un risparmio a tutto Gas" del 25 giugno 2005 sul Messaggero, oppure "prezzi alti, si compra dagli agricoltori. I consumatori si riuniscono per saltare i commercianti" del 13 novembre 2004 sul Corriere Adriatico, ancora "Dalla produzione al consumo. Così nasce il distretto solidale" del 17 dicembre 2004 sul Corriere Adriatico, altri ancora sull'agricoltura biologica, ecc.

        Se da una parte è necessario che continui questo spontaneismo e la libera iniziativa di ognuno e di ciascun soggetto della rete, dall'altra può essere opportuno fare sinergia di mezzi e di relazioni, per essere più incisivi, agire con più continuità, e produrre un messaggio coerente. Per cui sul fronte della comunicazione in senso lato, oltre agli strumenti che realizzeremo direttamente noi, pensare ad una "cabina di regia" con persone preparate per questo compito può essere una ulteriore evoluzione utile. Questo tema investe ovviamente il Gruppo Redazione, ma se si pensa a tutte le possibili implicazioni relative al discorso comunicazione, comprese le collaborazioni con tante riviste, anche locali (mi viene in mente "Mediterraneo", oppure le stesse riviste delle associazioni che partecipano al Tavolo Res), il discorso si fa veramente complesso e comporta uno sforzo complessivo di tutti noi nell'affrontarlo.


      Torna a Indice

    4. Spunti per proseguire il cammino

      • Gli Obbiettivi del Forum

        Nella lettera-invito a questo forum erano già esplicitati, in maniera sintetica, gli obiettivi che ritenevamo utili porre al centro dei lavori di questa giornata. Un primo obiettivo veniva identificato nella necessità di"Consolidare ed ampliare la rete dell'economia etica e solidale nelle Marche". Un secondo obiettivo prevedeva la necessità di"Impostare azioni per costruire nuovi "pezzi" di economia etica e solidale nelle Marche". Con il termine "consolidare la rete" intendiamo identificare con chiarezza i partecipanti alla rete, chiedere una loro maggiore assunzione di responsabilità (soprattutto dei soggetti collettivi), definire modalità di relazioni più strutturate e continuative nel tempo. Con il termine "ampliare la rete" intendiamo aumentare considerevolmente il numero di persone e di soggetti plurimi o collettivi a cui proporre il nostro progetto, al fine di "coprire" maggiormente tutti i settori potenzialmente afferenti all'economia solidale e tutto il territorio marchigiano. In riferimento al secondo obiettivo, intendiamo concorrere a rafforzare le buone pratiche produttive già esistenti e a realizzare nuove attività, imprese, percorsi culturali, proposte legislative, iniziative pubbliche, attività finanziarie ed economiche in genere, promozione dei diritti e dei doveri. A tal fine occorre una precisa ricognizione delle risorse attivabili ed un progressivo loro coinvolgimento. Questo forum dovrà pertanto, senza remore o tatticismi, con la massima sincerità e creatività possibile, discutere come conseguire al meglio questi due obiettivi, condividere le strategie operative atte a realizzarli ed assumere le decisioni conseguenti. Si avverte, quindi, la necessità di fare un deciso passo in avanti. Dopo un percorso articolato, fatto con serenità e senza forzature, facendo sedimentare una sensibilità comune, ma soprattutto imparando a condividere tra un primo gruppo di persone la voglia di cambiare la realtà, ora dobbiamo sprigionare le potenzialità di questo gruppo ed allargarlo contemporaneamente. Avendo acquisito un linguaggio comune, ora dobbiamo acquisire una strategia comune. Per incidere e cambiare la realtà occorre una azione corale, che si rende quindi visibile e praticabile anche da altri. E' sicuramente giunto il momento di lavorare per allargare il raggio della nostra azione tramite, però, nuove adesioni che ci facciano raggiungere quel minimo di massa critica sufficiente a produrre cambiamenti.

      • Le Esigenze emerse in 20 mesi di Lavoro

        Il cammino di questi venti mesi è stato ricchissimo di contributi, ragionamenti, elaborazioni teoriche, proposte organizzative e anche di belle iniziative realizzate. Rileggendo i verbali delle riunioni, e alcune discussioni avvenute via e-mail, penso che abbiamo prodotto una vivacità ed uno spessore culturale che raramente si vedono oggi in altri contesti associativi. Di questa ricchezza io non so come fare esattamente tesoro e come utilizzarla anche in futuro, ma penso che il modo migliore sia quello di farla fruttificare, trasformandola in piccole ma efficaci realizzazioni. Questo cammino ha prodotto anche delle esigenze concrete, in molti di noi, ed anche qualche piccola frustrazione a cui dobbiamo porre rimedio. Una esigenza manifestata in più occasioni è stata la necessità di mantenere vive le relazioni tra tutti coloro che partecipavano, evitando di spaventare gli interlocutori che venivano per la prima volta di fronte a obiettivi potenzialmente troppo ambiziosi, e nel contempo di dare occasione e modo a tutti di partecipare secondo i loro tempi e le loro esigenze private senza perdere contatto con il lavoro collettivo.

        Un'altra esigenza è quella di poter condividere il lavoro che insieme si decide di fare tra molte persone, affinché l'incarico ad ogni singolo soggetto non sia più pesante rispetto a quello che egli riesce a conciliare con il resto della sua vita. Altrimenti il lavoro o le attività che mettiamo in piedi rischiano di avere il fiato corto, mentre noi dobbiamo ragionare con prospettive di medio-lungo periodo, e non bruciare tutte le nostre forze in un arco breve di tempo. Inoltre non dobbiamo mai correre il rischio che una o più persone siano " indispensabili" per proseguire certe attività. Caricheremmo di troppe responsabilità queste persone, minandone la serenità con cui invece dobbiamo affrontare tutte le questioni, e metteremmo a rischio le attività stesse destinandole a possibili interruzioni, o diminuzione di efficacia. Il passo in avanti che dobbiamo fare, con le soluzioni che sapremo trovare, dovrà saper rispondere anche a queste esigenze. L'equilibrio e la serenità di qualsiasi persona deve essere tutelata al massimo, e ognuno per noi deve essere parimenti importante. Tra di noi non ci dovranno mai essere gerarchie, ma solo funzioni di servizio al bene comune.

      • Le Proposte Organizzative

        Su come perseguire gli obiettivi sopraccitati del Forum c'è già stato, nel tavolo regionale qualche ragionamento, che noi qui oggi dobbiamo affinare, precisare e concretizzare nei modi e nei tempi. Non partiamo quindi completamente da zero, Ma le proposte che vengono indicate, vogliono essere solo un contributo per rendere più efficace la discussione. Il Tavolo RES, e il gruppo di lavoro documenti, ritengono che per conseguire il Primo Obbiettivo, una possibile soluzione sia la costituzione di una Associazione Regionale. Essa sarebbe utile quale strumento destinato a consolidare i rapporti tra gli attuali partecipanti alla rete, e sarebbe utile anche per avere una struttura che esprima con chiarezza gli obiettivi che intendiamo perseguire da proporre a nuovi soggetti al fine di ampliare la rete stessa. L'Associazione Regionale è stata inoltre individuata anche quale possibile strumento utile a favorire il perseguimento del SECONDO OBIETTIVO in quanto potrebbe meglio raccogliere risorse umane e finanziarie per promuovere "pezzi" di economia solidale. Essa individuerebbe con maggiore chiarezza chi ha il compito, anche con continuità professionale, di realizzare attività ed iniziative concrete per l'economia solidale, nonché potrebbe essere promotrice, con la partecipazione di capitale sociale, di nuove imprese etiche e solidali. Infine potrebbe rappresentare anche un interlocutore più strutturato e riconoscibile con tutte le altre istituzioni pubbliche e private.

        L'associazione, se questa sarà la scelta, dovrà avere (nei limiti del possibile e dei vincoli normativi) una forma ed una dinamica organizzativa che già possa indicare una diversità di concezione della partecipazione e della democrazia, ed a questo proposito si dovrà attivare tutta la creatività possibile. Dovranno uscire più spunti ed indicazioni possibili, affinché un gruppo di lavoro possa stendere un documento che ne indichi il funzionamento e gli altri principali aspetti, affinché ci possa essere una prossima riunione del Tavolo Res che ne approvi la forma e ne avvii la fase costitutiva. Sarà sicuramente una sfida che coinvolgerà tutti noi, per dimostrare, coerentemente con tutti i principi enunciati, che la parola democrazia sarà riempita dei suoi reali valori e che la si vorrà praticare in tutte le sue forme, chiedendo a tutti un reale sacrificio di partecipazione. Nessuna concessione alla "delega", se non per questioni meramente gestionali, e nessuna concessione alla democrazia "per maggioranza", mi pare di poter indicare tra alcuni punti fermi che dobbiamo sicuramente prevedere.

      • Incidere nella Società

        La nostra azione non dovrà essere rivolta a "stare meglio noi", a creare quindi un ambiente di nicchia in cui ci troviamo bene, ma il nostro spirito dovrà essere un po' più rivoluzionario (ovviamente non violento alla Gandhi) e puntare a incidere nella società. Questo comporta anche una capacità organizzativa, ed una capacità di raccogliere risorse finanziarie superiori a quelle attuali. Un inventario serio, onesto, sereno, della capacità di reperire fondi economici, in varie forme - compresa un minimo di autotassazione - è un requisito utile per capire quanto "capitale di rischio" possiamo utilizzare per promuovere nuove imprese etiche e solidali, che poi ci auguriamo alimentino ulteriormente la rete in capacità umane e finanziarie per proseguire nei nostri progetti.

      • Attorno a noi altre Esperienze

        C'è una consolazione, che ci deve accompagnare nel nostro lavoro, e che ci deve dare sempre più forza e determinazione: quella di sapere che non siamo soli ma che ci sono tanti altri che fanno lo stesso nostro lavoro. La moltiplicazione delle fiere, dei convegni, dei forum, delle riviste, in giro per l'Italia, ma anche in tutto il resto del mondo, è un segno evidente che sono ormai tante le persone che hanno aperto gli occhi sulle ingiustizie quotidiane (e sulle perverse dinamiche liberiste del mercato), e come noi si stanno rimboccando le maniche per invertire una tendenza. Il fatto che non si riesca a stare dietro a tutte le proposte che arrivano ed a leggere tutte le riviste, è un gran bel segno. Significa che, anche economicamente, cominciamo a spostare qualcosa. Non volendo citare tutte queste cose (per ragioni di tempo e perché non vorrei omettere qualcuno o qualcosa) mi limito a due esempi: il prossimo Incontro nazionale sull'acqua - che si terrà a Roma dal 10 al 12 marzo- e la rivista Valori. A proposito dell'acqua, segnalo un incontro che si terrà il 4 marzo ad Ancona per la costituzione del Forum regionale "l'acqua: bene comune". Nel primo caso è un ulteriore esempio di una sensibilità diffusa su un tema fondamentale: la difesa dell'acqua, e che comincia a fare massa critica, a costruire una rete, a uscire dallo spontaneismo e dalla saltuarietà di una azione, per diventare soggetto visibile e proposito che vuole fare opinione, vuol fare cultura, vuole incidere nelle scelte della politica. Nel secondo caso una rivista che con l'apporto determinante di Banca etica, ma anche di altri importanti soggetti (come il sindacato cisl) comincia a diffondere (non più solo tra pochi appassionati ma in un pubblico più vasto) le buone pratiche e la cultura di un uso differente delle risorse, comprese quelle finanziarie.

        Ma ci sono anche altre interessanti esperienze intorno a noi, che spesso non conosciamo e che dovremo tentare di coinvolgere, conoscere ed intercettare per fare rete. Proprio in questi giorni sono venuto a conoscenza della costituzione di un nodo a Fano dell'associazione "Mondo Comunità e Famiglia"p (che si ispira all'esperienza originaria di Bruno e Enrica Volpi di Villapizzone a Milano) e che sta per varare una struttura di "condomini solidali" nelle vicinanze di Mondavio. Un'altra esperienza di costituenda rete marchigiana è il " Coordinamento regionale della Pace" a cui partecipano Enti Locali, Associazioni, Scuole di Pace, ecc., che prevede al suo interno la possibilità di lavorare e progettare sull'economia solidale. Di queste iniziative ne sono venuto a conoscenza quasi per caso, ma penso a quante altre iniziative ci possano essere sul territorio regionale che vanno censite ed incontrate per capire se ci sono le condizioni per fare un percorso comune, in una unica rete veramente etica e solidale.


      Torna a Indice

    5. Una Comunità di Persone

      • Ognuno si deve mettere in gioco personalmente

        In ogni progetto la differenza la fanno le persone. Se ognuno di noi non si mette in gioco personalmente non cambia la percezione esterna che "un altro mondo è possibile" e quindi non cambiano i meccanismi che regolano le nostre vite. So che il cammino è faticoso, d'altra parte ci poniamo un obiettivo molto impegnativo, ma sarà inevitabile che ognuno di noi debba essere coinvolto di più, e coinvolta di più la sua vita e i suoi affetti. So, peraltro, che già molte persone, anche qui presenti hanno iniziato a praticare stili di vita sobri e coerenti con quanto stiamo tentando di realizzare, ed altre persone stanno sperimentando pratiche di condivisione di beni e servizi. Ognuno quindi dovrà dare il suo personale contributo, nei tempi e nei modi che gli sarà più congeniale, e facendo circolare le informazioni su quello che si fa per offrire sempre nuovi spunti a ciascuno di noi.

      • Una azione collettiva non come sommatoria di azioni individuali

        . L'efficacia della nostra azione, io penso, si misurerà nella capacità di creare un movimento corale, che viene percepito come un insieme. Senza individualità né personalismi, ma soprattutto senza distonie nel proporre e realizzare il nostro progetto tra un componente e l'; altro della rete. Per fare questo il nostro agire non potrà essere la semplice sommatoria di azioni individuali, ma realmente una azione collettiva. Significa imparare a condividere di più problemi e proposte, risultati e soddisfazioni, prospettive e sogni comuni. Ciò comporterà necessariamente anche il fatto che dovremo conoscerci di più aumentando anche i momenti ricreativi. Questo ci aiuterà a farci decidere meglio con chi condividere un percorso di lavoro. Ognuno potrà aggregarsi così per affinità culturali, comportamentali, ideologiche, ecc. ma condividere è la parola fondamentale con cui dobbiamo misurarci. Per conoscerci meglio propongo una "maratona oratoria" in cui in un pomeriggio - davanti ad un bel camino, con due biscotti equi e solidali ed un bicchiere di vino - ognuno abbia a disposizione 30 minuti per raccontare della sua vita, dei suoi affetti, delle sue passioni, delle sue gioie o dei suoi dolori, dei suoi sogni e delle sue speranze.

        Ma un altro aspetto fondamentale, di questa grande azione collettiva che ci aspetta, è la capacità di coinvolgere tutte le realtà da cui proveniamo, di cui a volte siamo i rappresentanti, o alle quali comunque partecipiamo, e che sono affini agli obiettivi della Res. Come coinvolgere di più tutti i settori e le aree che richiamiamo anche nel "documento programmatico" è un altro tema che oggi dobbiamo discutere e sul quale trovare anche alcune possibili soluzioni. Stesso discorso, anche se comporta problematiche diverse, va affrontato circa la nostra capacità di coprire tutto il territorio marchigiano. Certo non possiamo far nascere progetti in territori dove non viviamo, ma penso che ci sia ancora spazio per individuare tante altre persone, che pure condividono le nostre aspettative, in territori ancora scoperti dalla nostra rete. Dobbiamo usare un po' più di creatività per "incontrare" queste persone, e per allargare il nostro raggio di azione.

      • Solidarietà e Sussidiarietà

        Due aspetti fondamentali, che qui vorrei brevemente ricordare, per conseguire una realtà economica e sociale etica e solidale, sono appunto il concetto della solidarietà, e come diretta conseguenza il concetto di sussidiarietà. Sono due principi guida a cui dovremo uniformare le nostre azioni e di cui dovremo tener conto nel definire le nostre strategie. La solidarietà deve essere colta, innanzi tutto, nel suo valore di principio sociale ordinatore delle istituzioni, in base al quale le strutture che regolano i rapporti tra le persone e i popoli, devono essere trasformate in strutture di solidarietà, mediante la creazione o l'opportuna modifica di leggi, regole del mercato, prassi quotidiane. La solidarietà intesa non come un sentimento di compassione ma intesa come l'esigenza di riconoscere nell'insieme dei legami che uniscono le donne, gli uomini e i gruppi sociali tra loro, lo strumento per provvedere alla crescita comune, condivisa da tutti. Ciò significa che esistono stretti vincoli tra solidarietà e bene comune, solidarietà e destinazione universale dei beni, solidarietà e uguaglianza tra le persone e i popoli, solidarietà e pace nel mondo.

        Questo comporta creare un ambiente favorevole perché si possa attuare una logica di sussidiarietà, ossia la valorizzazione delle associazioni e delle organizzazioni intermedie; l'incoraggiamento offerto all'iniziativa privata, l'articolazione pluralistica della società; la salvaguardia dei diritti umani e delle minoranze; il decentramento burocratico e amministrativo; l'equilibrio tra la sfera pubblica e quella privata, con il conseguente riconoscimento della funzione sociale del privato; un'adeguata responsabilizzazione del cittadino nel suo essere parte attiva della realtà politica e sociale del Paese. Se queste cose sono accettate in via teorica, c'è ancora quasi tutto da fare per realizzarle in pratica. Principale conseguenza della sussidiarietà è, infatti la partecipazione attiva, che si esprime, essenzialmente, in una serie di attività mediante le quali il cittadino, come singolo o in associazione con altri contribuisce alla vita culturale, economica, sociale e politica della comunità civile cui appartiene. Occorre, a questo proposito, un lavoro teso al superamento degli ostacoli culturali, giuridici e sociali, che spesso si frappongono come vere barriere alla partecipazione solidale dei cittadini alle sorti della propria comunità. Questo è il nostro campo di azione, questo è il campo d'azione della RES.

        Quando si parla di sussidiarietà, al fine di praticarla anche dentro la RES, mi viene in mente la necessità di realizzare tavoli provinciali e in prospettiva anche tavoli comunali. Questa è una scommessa fondamentale su cui dovremo misurarci nei prossimi mesi. Il lavoro che viene fatto a livello regionale non può essere altro che un buon lavoro di coordinamento, che diventerebbe però inefficace se non viene "nutrito" dagli stimoli e dalle richieste dei gruppi locali, così come non diventerebbe significativo se la progettualità regionale non venisse "adottata" ed usata anche in sede locale. Una riflessione specifica del Forum, e successivamente del Tavolo Res, credo che su questo punto sia assolutamente indispensabile.

      • La Rete come Valore

        Ogni rete è un sistema infrastrutturale complesso, basato su numerose interconnessioni. Perché ci sia una rete è necessario che ogni interconnessione funzioni. Questa è sicuramente una sfida difficile con cui dobbiamo misurarci. Ma partecipando, in questi anni, a numerose reti, più o meno strutturate, mi sono fatto una personalissima convinzione che senza una buona manutenzione, ogni rete tende a malfunzionare. Questo vale non solo nelle reti "strutture fisiche" - vedi rete idrica - ma vale a mio avviso anche nelle "reti relazionali". Ogni nodo della rete ha bisogno di manutenzione. Di qualsiasi tipo di rete. Ed è per questo che ritengo utile aprire una riflessione anche su un possibile ruolo di "manutentore di reti". Se la rete è un valore di per sè, perché crea e trasmette conoscenza, crea sinergie, crea opportunità economiche, alimenta la solidarietà, è uno strumento per diffondere la sussidiarietà, ecc., ed è per noi anche un metodo fondamentale di lavoro, allora è opportuno pensare anche ad investire nella sua manutenzione, nel responsabilizzare qualcuno affinché la rete possa effettivamente sprigionare tutte le sue potenzialità. Non so chi e come. Ma sento che è una cosa da fare.

        Le relazioni umane sono un valore importante e devono essere il punto di partenza per costruire un sistema economico diverso. La rete deve diventare anche un luogo di amicizia, in cui ognuno deve liberamente dare quello che ritiene essere il suo possibile contributo. Il lavoro che ci aspetta deve essere vissuto con serenità e senza ansie di alcun tipo. Ci deve essere attenzione a rispettare tutti, e ad aspettare tutti. Così come ci deve essere rispetto per chi dà di più ed è più avanti in un percorso, senza che egli si debba fermare per aspettare tutti, e senza che il suo maggior lavoro diventi un metro di giudizio per altri. Ad ognuno il suo tempo e ad ognuno le sue priorità di vita. Certo però, che l'impegno verso la Res, non diventi l'u ltimissimo impegno, dopo una lunga lista di altri interessi, o un motivo di impegno facoltativo ed eccessivamente hobbistico. Altrimenti non riusciremo a cambiare il contesto che ci sta intorno, prima di tutto perché non riusciremo a cambiare noi stessi.

      • Il contributo insostituibile delle Donne

        Un'ultima cosa su cui fermarci a riflettere, per agire di conseguenza, è l'assoluta necessità di un maggior apporto delle donne. Lungi da me l'idea di parlare di quote, o di inseguire false parità tra uomo e donna, voglio affrontare il problema più sul piano qualitativo che quantitativo. Il genio femminile è necessario in tutte le espressioni della vita sociale, perciò va garantita la presenza delle donne in ogni contesto economico, politico, culturale. Lo scarso fascino per le ideologie che ha la donna, l'attenzione, spesso maggiore, per i bisogni concreti della persona, la maggiore coscienza della condizione umana, lo stile di finezza e di pacatezza nell'a ffrontare i problemi; il fatto che la donna naturalmente abbia una molteplicità di interessi, quindi si leghi di meno ad un singolo impegno, mantenendo così una visione più generale e completa sulle vicende quotidiane, fa sì che il loro contributo sia oltremodo prezioso. Se, in generale, il riconoscimento e la tutela dei diritti delle donne nel contesto lavorativo dipendono dall'organizzazione del lavoro, dai tempi e dai modi con cui il loro impegno viene richiesto, anche nel nostro progetto di sviluppo di una economia etica e solidale, non potendo fare a meno del loro contributo, dovremo fare più attenzione alla possibilità di accesso alle nostre attività e alle nostre iniziative. Così come dovremo ricercare una presenza significativa delle donne nelle strutture che andremo in futuro a costruire.


      Torna a Indice

    6. Il mio impegno personale

      Il mio impegno personale c'è stato, c'è e non mancherà in futuro. Ma probabilmente esso ha bisogno di fare un salto qualitativo e di costruire una coerenza complessiva con gli altri aspetti della mia vita. Dopo tante esperienze, e tanti piccoli impegni in cui sono stato coinvolto in questi anni, la fortuna di avere incontrato le persone che hanno partecipato più assiduamente al tavolo Res e ad alcuni gruppi di lavoro, mi ha fatto compiere un passaggio, anche e soprattutto culturale, che io definisco " di completamento" rispetto al mio impegno nel movimento cooperativo. Posto che il lavoro nella cooperazione, che dura ormai da ben 28 anni (1978-2006), è sempre stato per me più una "missione" che un lavoro in senso stretto, in questi ultimi anni ero abbastanza insoddisfatto della deriva " imprenditoriale-manageriale" che aveva preso la cooperazione, tradendo a mio modo di vedere i valori ed i principi che ne sono alla base ( per essere sintetico e far capire cosa intendo allo stesso tempo vorrei citare una frase dei Probi Pionieri di Rochdale che oltre a creare beni e servizi per i soci, oltre a tentare di "regolare i poteri della produzione, della distribuzione, dell'educazione, ecc." essi avevano il sogno di contribuire a "fondare un nuovo ordine sociale"). Per cui voglio fortemente migliorare lo strumento cooperativo, ma per far questo ho bisogno dell'aiuto di tutti voi.

      In questi ultimi anni ho sentito il bisogno di dare il mio contributo anche in politica, sentendomi richiamato dal senso di responsabilità di chi non può delegare per troppo tempo ad altri la realizzazione del bene comune (specie quando questi altri si comportano esattamente nel senso contrario), ed in particolare richiamato al "dovere" per un cristiano di testimoniare la sua fede in tutti gli ambiti, con spirito di servizio e con carità, compreso l'ambito politico e soprattutto di fronte al manifestarsi di forme sempre più forti e pericolose di annullamento di alcuni valori fondamentali. E così ho scelto la via più difficile di fondare una lista civica nella mia città, e poi di alimentare una rete di liste civiche a livello regionale e spero anche a livello nazionale, per far ripartire dal basso e a partire proprio dai contesti locali la pratica della partecipazione trasparente e democratica alle scelte per costruire una convivenza civile basata sui valori e non sugli interessi personali. Allora io vedo che l'impegno per e nella cooperazione, con l'impegno per e nella politica, con l'impegno per e nella RES sono alla fine tre aspetti di una stessa passione: la passione per il rispetto della dignità della persona umana. Tre impegni che si completano a vicenda e che si alimentano a vicenda(ha ragione Loris Asoli quando ipotizza che dovremo lavorare contemporaneamente su tre fronti: quello culturale, quello giuridico, e quello economico) Tre impegni che diventano quindi un unico impegno, che si esprime in forme diverse.


      Torna a Indice

    Sito realizzato con PhPeace 2.6.32

    PhPeace è software libero, e ognuno è libero di ridistribuirlo secondo le condizioni dellaLicenza GNU GPL

    A meno di avvisi di particolari (articoli con diritti riservati) il materiale presente in questo sito può essere copiato e ridistribuito, purchè vengano citate le fonti e gli autori. Non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale pubblicato.

    validateXHTMLcclvalidateCSS

    Segnala eventuali errori al WebMaster | RSS logo