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    La scuola sui tetti e per le strade

    Esplode la protesta studentesca contro la ‘riforma’ Gelmini dell’Università. Cortei e manifestazioni ovunque ed il governo sospende la votazione del provvedimento. Martedì il voto finale ed i ragazzi promettono battaglia.
    27 novembre 2010 - Redazione Rees Marche
    Fonte: .inviatospeciale.com - 26 novembre 2010

    Esplode la protesta studentesca contro la ‘riforma’ Gelmini dell’Università. Cortei e manifestazioni ovunque ed il governo sospende la votazione del provvedimento. Martedì il voto finale ed i ragazzi promettono battaglia.

    Il disegno di legge del governo ha scatenato la contestazione di decine di migliaia di studenti italiani. I giovani sono saliti sul Colosseo a Roma, sulla Torre di Pisa, sulla Mole Antonelliana a Torino e hanno invaso il porto di Palermo, gli uffici del Ministero del Tesoro a Milano. L’opposizione allo smantellamento dell’università pubblica è fortissima.

    Con una certa irresponsabilità la reazione del ministero degli Interni è stata dura e ci sono stati incidenti con le forze dell’ordine. A Firenze 5 o 6 gli studenti sono stati colpiti durante una carica della polizia all’Università, dove i manifestanti protestavano contro il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Daniela Santanchè che partecipava ad un dibattito. Contuso lievemente anche un agente. A Milano, nei pressi di piazzale Loreto, altra carica di alleggerimento, e due giovani contusi alla testa e al volto colpiti alcune manganellate. A Bologna altra carica per impedire un tentativo di entrare nella stazione.

    Davanti Montecitorio tra sit-in e cori gli universitari gridavano: “Meglio Samba che Bunga-bunga”, mentre in Sardegna dilaga la protesta nelle università. A Sassari studenti e ricercatori si sono barricati sul tetto del Rettorato e hanno occupato anche un’aula della sede centrale, all’ingresso del quale hanno appeso cartelli in dieci lingue diverse, dall’italiano all’arabo, con la scritta: “Io sono contrario”. A Cagliari circa 50 studenti sono saliti sul tetto del Palazzo delle Scienze.

    A Roma il rettore della Sapienza, Luigi Frati, ha deciso di rinviare a data da destinarsi la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, mentre il cantante Antonello Venditti è salito sul tetto della Facoltà di Architettura di Piazza della Fontanella Borghese in pieno centro storico della Capitale in segno di solidarietà per il presidio di docenti e studenti. A Napoli occupata la sede della famosa ‘Orientale’ a palazzo Giusso. A Palermo diversi cortei formati da migliaia di studenti di quasi tutte le scuole hanno attraversato il centro della città. A Torino occupate le facoltà di Fisica e Chimica. A Cosenza i docenti della facoltà di Scienze politiche dell’Università della Calabria, preside compreso, si sono detti pronti a rassegnare le dimissioni qualora la riforma Gelmini dovesse essere approvata nel testo attuale. Proteste a Parma, saltata l’inaugurazione dell’anno accademico e studenti sul tetto della Facoltà di Matematica. A Padova è stato esposto uno striscione con la scritta ”Il Ddl va ritirato, non c’è Santo che tenga” sulla basilica di Sant’Antonio. A Ferrara si è svolto un corteo funebre, organizzato dagli studenti e dai ricercatori, per celebrare la morte dell’università italiana. Dopo il presidio gli studenti e i ricercatori hanno occupato il rettorato. In seguto dalle finestre sono stati srotolati 2 striscioni lunghi 7m che chiedono le dimissioni del Ministro Gelmini, rivendicando che “la cultura è libertà”. A Venezia alcune decine di aderenti al coordinamento universitario hanno protestato a Cà Foscari e all’Istituto Universitario di Architettura. A Trieste studenti, ricercatori e docenti ha circondato l’edificio centrale dell’Università e si sono stretti simbolicamente attorno al palazzo. A Perugia si è tenuta una manifestazione davanti alla mensa dell’Università. A Siena un gruppo di studenti universitari ha provato a salire sulla Torre del Mangia, in piazza del Campo a Siena, per srotolare uno striscione con la scritta ‘Resistere’. L’intervento di agenti della Digos ha bloccato l’azione.

    Intanto quarta sconfitta del governo alla Camera su un emendamento, questa volta dei finiani. Il voto finale del provvedimento è slittato a martedì. A testimoniare lo stato di confusione che ormai sommerge la maggioranza un episodio surreale: i ministri Gelmini e Alfano per errore hanno votato con l’opposizione. SI vedrà se la riforma dell’Università diventerà la Waterloo di Berlusconi, ma decisamente il quadro politico è ormai diventato esplosivo.

    Per gli studenti “queste due grandi giornate di lotta segnano uno spartiacque. Ci volevano far credere che la crisi fosse tutta interna alle beghe di Palazzo, del tutto autoreferenziale, ma in questi due giorni tutti hanno visto un’intera generazione manifestare tutta la propria rabbia occupando i luoghi del potere e della cultura”.

    Hanno aggiunto i contestatori: “Siamo stanchi di una classe politica che vuole decidere sul nostro futuro! Lo abbiamo detto ieri assediando il Senato: da oggi decidiamo noi! E non siamo i soli a dirlo la giornata di ieri a Londra dimostra che anche in altri paesi europei gli studenti si stanno ribellando”.

    Infine il bollettino delle battaglie future è chiaro: “Ricominceremo da lunedì a bloccare le università e scenderemo in piazza insieme a tutte quelle lotte che si stanno dispiegando in questo paese! Dai migranti sulle gru a Brescia agli operai di Pomigliano rilanciamo le mobilitazioni, non faremo approvare il D.d.L. Gelmini e andremo avanti, sempre più forti, fin quando questo governo non cadrà. Lunedì assemblee in tutte le facoltà!”.

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