Scommettere sulla fame
Testi chiusi il 01/12/2010
Crisi finanziaria e speculazione su cibo e materie prime
Pubblichiamo in allegato un recente dossier di Andrea Baranes CRBM/Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus. Testi chiusi il 01/12/2010
Indice
I. Gli impatti della speculazione
II. Strumenti e protagonisti della speculazione
II.1 I DERIVATI
II.2 COMMODITY INDEX FUNDS, GLI ETF e GLI ETC
II.3. GLI HEDGE FUNDS
II.4. I FONDI DI PRIVATE EQUITY
II.5. LE BANCHE
III. I canali e i meccanismi della speculazione
III.1. LA CRISI FINANZIARIA
III.2. GIOCARE CON I DERIVATI
III.3. SPECULAZIONE O INVESTIMENTO PRODUTTIVO?
III.4. FINANZA SPECULATIVA VS. ECONOMIA PRODUTTIVA
III.5. AUMENTANO I PREZZI, SI IMPOVERISCONO I CONTADINI
III.6. CRISI E SOVRANITÀ ALIMENTARE
III.7. ALTRI FATTORI NELL’AUMENTO DEI PREZZI
III.8. EFFETTI INDIRETTI DELLA SPECULAZIONE
IV. Soluzioni e alternative
IV.1. LE PROPOSTE DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
IV.2. I DERIVATI
IV.3. HEDGE FUND E PRIVATE EQUITY
IV.4. I COMMODITY INDEX FUNDS & ETF
IV.5. LA TASSA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE
IV.6. RIDIMENSIONARE LA FINANZA
Bibliografia e siti internet
I. GLI IMPATTI DELLA SPECULAZIONE
Il food price index della FAO, che misura l’andamento dei prezzi di alcune delle più importanti materie prime alimentari, è aumentato del 71% tra l’inizio del 2007 e marzo 2008. Nello stesso periodo il grano è
aumentato dell’80%, il mais del 90%. In tutto il mondo i consumatori hanno pagato di più cibo e derrate alimentari (commodity). Questo ha fatto diminuire i consumi, accelerando la recessione globale.
Gli impatti più devastanti si sono avuti nei Paesi più poveri. Nelle nazioni del Nord mediamente tra il 10 e il 15% del reddito è speso per acquistare cibo. Per le famiglie più povere nei Paesi del Sud tale percentuale
può andare dal 50 al 90%. Assieme alla diminuzione dei redditi legata alla crisi globale, l’aumento dei prezzi delle derrate alimentari e del cibo ha incrementato il numero delle persone cronicamente malnutrite o sottonutrite di 75 milioni nel 2007 e di altri 40 milioni nel 2008.
A questi numeri si sommano altri impatti:
- milioni di persone hanno dovuto rinunciare a frutta, verdure, latticini e carne per assicurarsi almeno il consumo di cereali e riso. Lo spostamento della dieta su prodotti meno cari e su schemi meno variati provoca problemi enormi in modo particolare per le donne e i bambini.
- Altri milioni di persone sono state costretti a vendere i pochi beni in loro possesso. Per molti contadini l’unico bene a disposizione era la terra coltivabile.
- Ancora, l’aumento della spesa per il cibo ha comportato la diminuzione dei redditi disponibili per assicurarsi servizi essenziali, a partire da sanità o istruzione, in Paesi in cui lo Stato sociale è quasi del tutto assente e il pubblico non garantisce alcun welfare.
- L’impossibilità ad accedere a cure mediche, sommata alla dieta più povera ha avuto conseguenze che si ripercuoteranno per anni sui più deboli, nuovamente in primo luogo sui bambini.
Sotto in allegato la versione integrale
Allegati
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