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    Zanotelli: "E’ nato un nuovo soggetto politico, il popolo dell’acqua"

    Il padre missionario considera la legge Ronchi "una bestemmia" e teme il controllo delle multinazionali sui media. Rodotà “referendum senza precedenti per numero di firme”
    15 febbraio 2011 - Raffaella Cosentino
    Fonte: Redattore sociale - 02 febbraio 2011

    Il padre missionario considera la legge Ronchi "una bestemmia" e teme il controllo delle multinazionali sui media. Rodotà “referendum senza precedenti per numero di firme”

    padre missionario considera la legge Ronchi “una bestemmia” e teme il controllo delle multinazionali sui media. Rodotà “referendum senza precedenti per numero di firme”
    ROMA – “E’ nato un nuovo soggetto politico: il popolo dell’acqua, che non è un partito”. È quanto ha affermato padre Alex Zanotelli nel corso della conferenza stampa di presentazione della campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua. “La legge Ronchi è una bestemmia – ha detto il missionario – l’acqua è l’origine di tutta la vita e non può essere privatizzata, il parlamento italiano è il primo in Europa ad avere fatto una legge ma il popolo italiano è anche il primo a fare un referendum sull’acqua”. Secondo padre Zanotelli, il movimento sull’acqua si muove “al di là delle ideologie perchè siamo stanchi, come in Egitto e in Tunisia”.
    L’intervento di Alex Zanotelli si è concentrato sull’acqua ‘oro blu’ che fa gola alle multinazionali, in vista della scarsità di approvvigionamento idrico. “L’Onu prevede per la fine del secolo un miliardo di rifugiati climatici con i tre quarti dell’Africa non più abitabili – ha sottolineato – le decisioni sull’acqua saranno pagate dai poveri”. Sull’atteggiamento delle multinazionali nei confronti del referendum, ha spiegato: “siamo davanti a potentati economici che ci muoveranno guerra in tutte le direzioni, i media sono in mano loro, per questo mi appello ai giornalisti, che facciano passare queste informazioni”. Zanotelli ha ricordato che l’italiana Enel possiede il 90% delle acque in Cile e in Patagonia. Il missionario ritiene che il consiglio  mondiale dell’acqua, previsto per il 2012 a Marsiglia dovrebbe essere “distrutto” perchè è espressione di colossi finanziari come Veolia e invece dovrebbe essere l’Onu a convocare un consiglio mondiale.
    Qualora si andasse ad elezioni politiche per la caduta del governo, il referendum andrebbe rimandato all’autunno, non più tardi. È l’opinione espressa da Stefano Rodotà, giurista tra gli estensori dei quesiti referendari, in risposta alla domanda di un giornalista. Questo in virtù del grande consenso riscosso dal tema dell’acqua pubblica fra i cittadini. “Non ci sono precedenti così consistenti di firme in queste materie – ha spiegato Rodotà – l’agenda politica è stata modificata dall’atto referendario”. Per spiegare il successo dell’iniziativa, il giurista ha affermato che “sul tema dell’acqua pubblica si incontrano i bisogni materiali e il fatto politico significativo è proprio l’unione su uno stesso tema di interessi diversi, di tutti i movimenti, operai, studenti, popolo viola”.


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