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    Fiat-Chrysler: la Fiat segue la via disastrosa dell’Olivetti

    La scalata alla Chrysler da parte della Fiat è una buona notizia sicuramente per Marchionne e la famiglia Agnelli-Elkann, potrà produrre utili finanziari, ma è una pessima notizia per il paese. In realtà così l’industria Fiat diventa un decentramento della Chrysler, come la Dacia in Romania lo è per la Renault.
    23 aprile 2011 - Redazione Rees Marche
    Fonte: rete28aprile.it - 21 aprile 2011

    Cos' è la rete 28 Aprile

    Il 28 aprile del 2005 alcune decine di sindacalisti e sindacaliste della Cgil si sono incontrati per discutere della necessità di far cambiare linea alla Cgil e a tutto il sindacalismo confederale.
    Questa prima riunione ha dato il via all’attività del gruppo di compagne e compagni che, per questa semplice ragione, si sono chiamati “Rete28Aprile per l’indipendenza e la democrazia sindacale”.


    Il termine rete sta ad indicare la necessità di costruire nuovi legami tra tutte e tutti coloro che intendono battersi perché il sindacato fronteggi ovunque l’attacco continuo ai diritti, al salario, alle condizioni di lavoro.

    cgil_chevogliamo

     

    di Giorgio Cremaschi

    Buona notizia sicuramente per Marchionne e la famiglia Agnelli-Elkann, ma pessima per il paese.

    La scalata alla Chrysler da parte della Fiat è una buona notizia sicuramente per Marchionne e la famiglia Agnelli-Elkann, potrà produrre utili finanziari, ma è una pessima notizia per il paese. In realtà così l’industria Fiat diventa un decentramento della Chrysler, come la Dacia in Romania lo è per la Renault. E’ un disastro che viene pagato tutto dai lavoratori e dall’apparato industriale italiano ed è un film già visto, purtroppo. Anche l’Olivetti, altra eccellenza produttiva nazionale, è stata sacrificata e poi distrutta per fare la scalata alla Telecom. Allora come oggi, subalternità e servilismo politici e sindacali, coprono di elogi la spregiudicatezza dei manager. E così viene nascosto l’ennesimo disastro nelle politiche industriali e nei diritti del lavoro del nostro paese.

     

     


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