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    Rai: del referendum, di meno.

    Commissione il numero giornaliero dei contenitori destinati ai messaggi autogestiti, nonché la loro collocazione nel palinsesto televisivo e radiofonico nelle fasce orarie di maggior ascolto.
    14 maggio 2011 - Redazione Rees Marche
    Fonte: ilnichilista - 11 maggio 2011

    Commissione il numero giornaliero dei contenitori destinati ai messaggi autogestiti, nonché la loro collocazione nel palinsesto televisivo e radiofonico nelle fasce orarie di maggior ascolto.

    Per il referendum del 12 e 13 giugno doveva essere tutto pronto il 4 aprile. Invece, tra ostruzionismi e politica politicante, si è fatto tardi: il 4 maggio. Ma almeno il regolamento, quello della commissione di Vigilanza Rai, sembrava a prova di bomba. Si prenda il caso dei messaggi autogestiti. All’articolo 6 comma 3 si legge:

    Entro i due giorni successivi alla data di entrata in vigore della presente delibera [cioè entro il 6 maggio, ndr] la Rai comunica all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e alla Commissione il numero giornaliero dei contenitori destinati ai messaggi autogestiti, nonché la loro collocazione nel palinsesto televisivo e radiofonico nelle fasce orarie di maggior ascolto.

    E la Rai, in effetti, lo ha fatto. Peccato che, secondo la Commissione, abbia deciso che quelle fasce corrispondano alle 14.30 circa su Radio1, alle 22.25 di Radio2 e, per la televisione, alle nove del mattino di Rai3. Numero giornaliero dei contenitori? A meno che il funzionario con cui ho parlato sia terribilmente sbadato, non pervenuto.

    Ma ci sono altre due forme di comunicazione: le cosiddette «illustrazioni» dei quesiti e le tribune, dove favorevoli e contrari (astenuti compresi) possono confrontarsi. Le prime sono iniziate il 6 maggio sera (solo) grazie all’intervento di Napolitano, ma vanno in onda alle 7.25 su Rai3, alle 17.40 su Rai2 e all’una di notte su Rai1. I comitati avrebbero dovuto essere interpellati sulla loro qualità prima della messa in onda, e invece non le hanno ancora mai viste, in certi casi. E in viale Mazzini serve una dozzina di funzionari per capire che non si capisce niente.

    Quanto alle tribune, manca tutto: in Vigilanza, per esempio, non risulta alcuna pianificazione da parte del servizio pubblico. Del resto non potrebbe essere altrimenti: dall’approvazione servono cinque giorni per formare i comitati, cinque per inoltrare la richiesta di partecipazione, più ulteriori cinque per convocare l’ufficio di presidenza della Vigilanza, procedere al sorteggio che serve ad attribuire in modo imparziale gli spazi radiotelevisivi e comunicare l’esito alla Rai. Insomma, prima del 22 maggio non se ne farà nulla.

    Buon referendum a tutti gli abbonati.

    Una piccola guida sul referendum:

    Sull’acqua.
    Sul legittimo impedimento.
    Sul nucleare.

    La storia dell’istituto referendario.

    Qualche buona ragione per andare a votare.

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