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    Il Mito del potere

    Analisi socio economica della realtà attuale e sulla gestione del potere
    10 ottobre 2011 - Mariolina Cadeddu (Presidente Auser, Università della Liberetà di Rovato dalla sua costituzione fino al 2008. Presidente dei revisori dei conti di Auser Regione Lombardia. Autrice del libro "Rovato si racconta" stampato per i vent'anni di Auser)
    Fonte: Relazione frutto di appunti di un incontro avvenuto sul Monte Orfano di Rovato, ad opera di Mariolina Cadeddu
    mariolinedda@yahoo.it

    IL MITO DEL POTERE

    Lunedì 3 ottobre al Convento dell'Annunciata sul Monte orfano ha avuto luogo l'incontro con Roberto Mancini, nell'ambito del percorso antropologico organizzato da Padre Ermanno e dai frati Servi di Maria.
    Roberto Mancini è un filosofo che insegna all'università di Macerata . Egli ha trattato l'argomento “Il mito del potere” in una assemblea come sempre attenta e ricca di molte presenze.
    Di questi tempi ragionare di potere riconduce alla politica e alle realtà che stiamo vivendo. La crisi che ci troviamo a vivere crea malessere e timore per il nostro futuro.
    Ma non è che abbiamo sbagliato a costruire la società come un unico mercato?
    Mercato dominato dall'economia finanziaria non dalla necessità, eccesso di consumi, non risposta ai bisogni umani, La scuola non risponde ai giovani. Denaro che produce altro denaro.
    Facciamo un esempio in Trentino l'economia è ancora sana, esistono cooperative che assumono. Esiste una economia legata alla produzione di beni concreti. Non come quelle economie basate sulle speculazioni e sullo spostamento di capitali.
    Soldi che spostati producono altri soldi, non merci, non prodotti, ma soldi.

    Questo modello è sbagliato e rappresenta un grosso problema.
    E' una economia fondata sulla pura competizione, io vinco tu perdi, mentre il fondamento della società umana è la cooperazione. Il principio di competizione uccide i rapporti, vogliamo una economia che non induca alcuni alla disperazione.
    Il nostro modello economico è sbagliato. Le nostre aziende delocalizzano la produzione inviandola in luoghi dove non esistono diritti oppure dove vengono sfruttati bambini, uomini e donne.
    Le crisi di questo sistema non passano con il tempo.
    Occorre cambiare ottica, occorre fondare la società sulla pratica della giustizia sociale.
    Giustizia e condizione di rispetto delle persone, del loro valore, della loro dignità.
    Il rapporto attuale è enormemente sbilanciato. Rispetto delle persone, rispetto della natura.
    Invece viviamo in un'era dove primeggia il dio denaro. Occorre una svolta, occorre un cambiamento. Dobbiamo uscire da una dimensione di sfiducia, di paura, di depressione.
    Occorre una svolta di responsabilità.
    Tutte le grandi svolte della storia sono state realizzate da uomini eccezionali: Gandhi, Nelson Mandela, Gesù Cristo, Marthin Luther King, persone che si sono immolate rinunciando alla propria vita in nome di un ideale. Persone che hanno combattuto non con le armi in mano oppure spostando capitali ma producendo pensiero e coscienza civica ed umana. Persone che hanno gettato un seme e hanno trovato terra ed acqua per nutrirlo e farlo crescere.
    Quali sono gli ingredienti necessari per la svolta?
    Occorrono tre tipi di intelligenza-
    1) la speranza che sa riconoscere il bene possibile (coloro che desiderano cambiare il mondo, le persone creative, i poeti, i sognatori, coloro che non ci stanno....)
    2) metodo educativo, metodo economico: nuova economia, nuovo modello educativo (non violenza) riferimenti a Gandhi, non rovinare l'altro, non eliminarlo, non distruggerlo. (ebrei e palestinesi, guerra continua, senza soluzioni che aggiungono danno al danno)
    Questa crisi produce miseria, ma può dare l'opportunità di tornare indietro. Stiamo dando ai giovani l'idea che contino i soldi, il potere, le apparenze
    3) essere responsabile, essere persone integre occorre fare la propria parte. Il mondo però non lo cambiano quelle persone indaffarate che corrono di qua e di là, magari facendo volontariato, lo fanno le persone integre.

    Ci sono persone che non vogliono gestire il potere e non si affannano per averlo. Ci sono persone integre che guardano all'aspetto umano. E' stolto scommettere sulla ricchezza individuale e non accorgersi oppure sottovalutare la povertà dei molti.
    Occorre pensare non solo al proprio benessere ma al benessere collettivo. Proviamo a considerare quanto amore occorre per far crescere una persona. Quanta cura ed attenzione sono necessarie per farne un essere equilibrato, un essere che sentendosi amato riesce a dare il meglio di sé.
    Ora che realtà stiamo vivendo? I cittadini hanno un senso di impotenza. Hanno effettuato una scelta, hanno indicato i candidati che sembrava avessero la possibilità e la credibilità per governare il paese ed ora si trovano a considerare quanto è sotto gli occhi di tutti.
    Un paese sull'orlo della bancarotta, proclami che non hanno portato da nessuna parte e, nel gioco delle parti tutti contro tutti, nel salvaguardare le proprie verità e le proprie ragioni.

    Occorre considerare il potere orizzontale e il potere verticale. Il potere è come un seme, può essere veleno, oppure ha capacità positive.
    Perdonare vuol dire dare fiducia ad una relazione che era morta. Perdonare è una forma di potere.

    Il potere orizzontale significa dare delle responsabilità, condividerle e dare la priorità alle persone per farle crescere.
    Occorre esercitare il potere come un servizio.
    La Harendt affermava che potere è uguale a violenza.
    Il potere è l'energia che nasce dalla cooperazione, un ordine di convivenza dove c'è posto per tutti. La democrazia è quell'arte dove non si elimina nessuno.

    Il primo passo da compiere è quella del risveglio personale.
    Paul Valery diceva: se vuoi realizzare un sogno la cosa che devi fare subito è svegliarti.
    Occorre uscire dalla disperazione, occorre associarsi per poter cambiare il mondo, occorre sciogliere nodi.
    Occorre leggere le situazioni, conoscere la realtà, occorre sapere chi paga in termini di sofferenza, decifrare la realtà di cui siamo parte.
    Partiamo dal nostro QUARTIERE, partiamo dagli ambiti che conosciamo.
    Prova a fare politica, non solo volontariato, non solo partecipazione, occorre portare un altro metodo. Noi oggi portiamo in politica i peggiori, i più cinici, quelli che promettono le sette meraviglie, che promettono il paese di Bengodi e quelli che pensano di cacciare altri esseri umani nella sofferenza e nella fame.
    Occorrono elementi di giustizia sociale ampi e occorre capire le connessione economiche. Occorre coinvolgere i giovani non solo nelle politiche giovanili ma chiamarli ad essere soggetti di cambiamento, di rivoluzione della gestione pubblica.
    Occorre costruire una risposta alla crisi e introdurre un cambiamento che vada ad includere, non ad escludere, che vada a dare risposte concrete, non a imbonire oppure ad illudere con promesse che non potranno essere mantenute.
    Occorre puntare sul lavoro che dà dignità, che non sia sfruttamento o causa di timore, di ansia, di malessere.
    Ogni singolo malessere si riversa sulla società e sulla pelle di tutti.
    Occorre cambiare le leggi a livello internazionale. Occorre produrre una coscienza che non sia finalizzata a servire unicamente se stessi ma occorre pensare oltre la punta del naso.
    Occorre far crescere l'empatia, la compassione in cerchi sempre più ampi. L'amore promuove la forza, il valore la dignità delle persone. Occorre avviare nuovi processi educativi.
    Il potere teme l'educazione atta alla crescita. Il potere teme la consapevolezza. Il potere ha bisogno di persone paurose e sottomesse, pavide, tiepide, incapaci di atto di coraggio. Persone divise tra loro ma ricche di desideri che qualcuno promette di soddisfare.
    Chi è in grado di maneggiare le leve della paura e del desiderio ha in mano il destino degli uomini.
    Scendendo dal Monte ciascuno ha potuto riflettere su un argomento quanto mai attuale e impegnativo sulle responsabilità che ciascuno pensa sempre di demandare ad altri.
    Mariolina Cadeddu

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