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    Beni comuni

    5 marzo 2007 - Michele Altomeni
    Fonte: Bollettino Rees Marche Anno 3 N° 1 - 04 marzo 2007

    Acqua pubblica: ci metto la firma

    Anche nelle Marche, promossa dal Forum Regionale Acqua Bene Comune, è partita la campagna per la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua.
    Il Forum Regionale Acqua Bene Comune è stato promosso da Rifondazione Comunista e Governo Civico nel marzo 2006 per avviare una mobilitazione generale che riaffermi il diritto naturale all'acqua per tutti gli esseri umani. Negli ultimi anni questo diritto ha subito pesanti attacchi in nome delle logiche del mercato e del profitto che tendono a farne una merce. Al forum hanno aderito movimenti, partiti, sindacati, associazioni e singoli cittadini di tutto il territorio regionale.
    Quando il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha lanciato la campagna per la legge di iniziativa popolare il Forum delle Marche ha subito deciso di aderire e si è mobilitato per coinvolgere il maggior numero possibile di soggetti. Il Forum si è poi organizzato in coordinamenti provinciali.
    Ogni coordinamento gestirà sul suo territorio la raccolta delle firme e le iniziative di sensibilizzazione, mentre a livello regionale saranno organizzati alcuni eventi comuni, compresa l’individuazione di alcune giornate di mobilitazione regionale.
    La raccolta di firme proseguirà fino a giugno. Oltre che ai numerosi banchetti è possibile firmare la proposta presso tutte le segreterie comunali delle Marche. Obiettivo della campagna non è raccogliere le 50.000 firme necessarie per mandare la legge in Parlamento, risultato già ampiamente raggiunto dopo appena un mese di mobilitazione, ma di raccoglierne un numero molto maggiore in modo da segnalare al mondo politico in generale quanto questa problematica sia sentita da un vasto numero di cittadini. Il numero delle firme che il movimento riuscirà a raccogliere determinerà il “peso politico” della proposta: maggiore sarà il peso politico più la legge avrà possibilità di andare in porto in tempi brevi e senza stravolgimenti.
    Naturalmente la mobilitazione non ha bisogno solo di cittadini disponibili a firmare, ma anche di persone disponibili a dare una mano nell’organizzazione dei banchetti e delle altre iniziative. Chi fosse disponibile può prendere contatto con i referenti provinciali o con la segreteria regionale.
    Tutte le ulteriori informazioni e le indicazioni operative per partecipare alla compagna sono contenute nel sito internet del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua:
    http://www.acquabenecomune.org

    Riferimenti per la campagna nelle Marche

    Segreteria operativa regionale:

    Alessandro Campetella
    alessandro.campetella@consiglio.marche.it
    tel 071.2298427 (orario ufficio)

    Macerata:
    Evasio Ciocci
    macerata.welfare@marche.cgil.it
    Tel. 348 3701690

    Pesaro e Urbino:
    Luca Orciani
    luca.orciani@libero.it

    Tel. 0721 782985
    Antonella Cenerelli
    lilliputpesaro@yahoo.it

    Tel. 329 7578793
    Paolo Tamburini
    tamburini.paolo@tin.it
    Tel. 329 1664207

    Ancona:
    Sergio Sinigaglia
    siniser@libero.it
    Tel. 339 6523532 oppure 0712070955

    Ascoli Piceno:
    Enzo Impiccini
    enzo.impiccini@ahlstrom.com
    Tel. 340 25860561

    Approfondimento

    Risparmi fino a 300 euro l'anno se scegli quella del rubinetto. Un'indagine nel pesarese

    L’acqua pesarese è tra le più care d’Italia, questo è innegabile. E’ anche vero però che per soddisfare lo stimolo della sete, in città siamo disposti a spendere per le acque in bottiglia dei piccoli patrimoni (anche 500 euro all’anno), incuranti del fatto che, come dimostrano le denuncie delle associazioni dei consumatori, l’oro azzurro che esce dal nostro rubinetto spesso è meglio di molte acque vendute in commercio. Nonostante questo, anche da noi, come nel resto dello stivale, si conferma la tendenza a consumare sempre più le minerali imbottigliate, alimentando quello che è un vero e proprio business da capogiro. La questione è stata approfondita dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Pesaro, nel primo numero di “Donne per l’ambiente”, in cui si fa una disamina del problema con una analisi dell’acqua pesarese e il confronto con molte minerali commercializzate (vedi: www.pesaroambiente.it , sezione “Scelte sostenibili”)
    “Purtroppo — afferma l’assessore Gloriana Gambini — si è diffusa, e radicata, una sfiducia sulla qualità dell’acqua che esce dal nostro rubinetto, accompagnata da un ossessivo tam tam pubblicitario che esalta e talvolta esagera, le proprietà benefiche dell’acqua in bottiglia. Ma non sempre è motivata. Se il sapore della nostra acqua non è paragonabile a quella di una fonte cristallina che sgorga a 2000 metri, le analisi dimostrano che non è affatto male. Inoltre, la minerale che acquistiamo in negozio è infinitamente più cara di quella del rubinetto di casa. Per questo prima di scegliere è bene approfondire la questione”.
    E allora proviamo a farlo: se per 1 litro di acqua del rubinetto una famiglia paga all’Aspes multiservizi 0,14 centesimi (che comprende i costi di fognatura e depurazione), una bottiglia da 1,5 litri di minerale arriva a costare anche 70 centesimi (500 volte tanto). Facendo un rapido calcolo: una famiglia di 4 persone, con un consumo medio scarso di 4 litri al giorno, può arrivare a spendere per un’acqua di prezzo medio 270 euro all’anno, a dispetto dei 2 euro che spenderebbe se bevesse quella del rubinetto. Il risparmio sarebbe di circa 268 euro. Non poco. Ma siamo sicuri che l’acqua di casa è realmente buona?

    “Per garantire la qualità dell’acqua potabile — racconta il dottor Sandro Utel, responsabile del Laboratorio analisi Aspes — abbiamo elaborato un piano di controlli analitici che riguarda tutto il ciclo: dalle fonti di approvvigionamento (Metauro e pozzi), ai potabilizzatori e alle reti di distribuzione, fino agli utenti. L’acqua — assicura Utel — è controllata giornalmente sia in laboratorio, sia tramite analizzatori automatici che funzionano 24 ore su 24 nei punti strategici dell’acquedotto. Ogni anno in tutto il territorio servito dall’azienda si effettuano circa 5.000 campionamenti, per più di 30.000 analisi. Questo ci consente anche di evidenziare l’eventuale insorgere di anomalie e di segnalarle ai servizi operativi per un rapido intervento. Ma sull’acqua cittadina anche l’autorità sanitaria locale fa propri controlli la cui esecuzione è affidata all’Arpam”.
    Accade poi che in commercio coesistano spesso sugli stessi bancali, e in modo promiscuo ,acque minerali di sorgente poste accanto alle potabili imbottigliate (le famose acque microfiltrate). “Il problema è che vengono vendute a prezzi analoghi — fa notare la dottoressa Gabriella Giorgi dell’Arpam — seppure la qualità sia diversa, e il cliente non riesce neanche a distinguerle. Per questo sarebbe giusto separarle anche se il cittadino deve abituarsi a leggere con maggiore attenzione l’etichetta”.

    Sulle caratteristiche organolettiche si sofferma il dottor Pietro Salvadori, responsabile dell’unità Acque potabili e minerali dell’Arpam. “L’acqua di Pesaro è di buona qualità — garantisce— ha un residuo salino intorno a 500 mg/l, un basso contenuto di nitrati e le dosi di calcio e magnesio sono in linea con la normativa. Anche la quantità di sodio è modesta ed il fluoruro è inferiore a 0,5 mg/l”. Cosa dire dello sgradevole sapore di cloro che talvolta ne rovina il gusto? “Come tutte le acque potabili — riprende Salvadori — è soggetta a disinfezione con biossido di cloro per garantirne l’igienicità (assenza di batteri) e come contropartita talvolta può avere un sapore di cloro, che comunque si può eliminare con piccoli accorgimenti”. Come? Versando l’acqua in una brocca, o recipiente aperto, circa 1 ora prima del consumo, poi sarebbe opportuno lasciarla in frigorifero e consumarla fredda, ciò fa sì che il cloro si volatilizzi al contatto con l’aria e che l’acqua perda quei caratteristici odore e sapore.
    (Francesca Pedini)

    Tratto da Il Resto del Carlino (Pesaro) – edizione 16 febbraio 2007

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