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    Beni comuni

    5 marzo 2007 - Comunità Libere
    Fonte: Bollettino Rees Marche Anno 3 N° 1 - 04 marzo 2007

    Il Manifesto di Comunità Libere

    Chi Siamo

    Comunità Libere è espressione della società civile, è composta da persone, famiglie, comunità, imprese, associazioni, cooperative, gruppi....

    Riconosce in Gesù Cristo e nel suo Vangelo il fondamento della sua proposta di liberazione, ma intende divenire uno spazio aperto, pluralistico, di confronto e azione comune, insieme a tutti coloro che si identificano pienamente con il metodo e i valori essenziali del movimento.

    Comunità Libere è lo sforzo collettivo e consapevole di tante persone e realtà verso un unico progetto di liberazione economica e sociale per i nostri territori. Ciò vuol dire sentirsi una comunità di persone e imprese che osano insieme, guidati da obiettivi comuni.
    Ma per vincere la difficile battaglia per la democrazia e la libertà in Calabria, Comunità Libere ritiene essenziale costruire alleanze nord-sud e sud-sud atte a strutturare una rete veramente ampia, a livello nazionale e internazionale.

    Analisi

    Nei territori abbiamo camminato prevalentemente insieme a gente umile, che non poteva o non voleva avere altri riferimenti. Abbiamo così compreso che uno dei criteri regolatori più importanti della nostra società calabrese è l'appartenenza. Nei nostri territori non viene valorizzato chi è professionalmente competente o umanamente capace, bensì chi è in grado
    di esibire una chiara “appartenenza” a una corrente politica forte, alla massoneria, alla 'ndrangheta, ad una famiglia nota, ad un papà o ad un parente “che conta”, ecc.
    L'appartenenza vale più della competenza: questa è l'amara constatazione di molti giovani che, per sentirsi sufficientemente valorizzati, spesso preferiscono emigrare.
    Nel mondo dell'impresa e dell'economia vige la “logica dei valichi”. La ricerca di informazioni e opportunità, gli iter burocratici, le richieste di finanziamento, le gare d'appalto, un finanziamento pubblico o da una banca, diventano valichi per oltrepassare i quali è necessario assoggettarsi ad un pesante sistema di appartenenze clientelari.
    Il mercato privato è pesantemente condizionato dalla 'ndrangheta. Per accedere al mercato pubblico spesso vengono richieste come condizioni di accesso più o meno tacite: tangenti, liste di persone da assumere, pacchetti di voti, scambi di favori, ovvero combinazioni plurime di questi elementi proporzionatamente agli importi in gioco.
    Essere onesti e coerenti in contesti simili diviene un'anomalia.
    Esercitare la libera concorrenza e il libero esercizio d'impresa divengono comportamenti eroici.
    Abbiamo sempre pensato ad un approccio culturale per il cambiamento della Calabria. L'esperienza di alcuni nostri territori ci dimostra che questo non basta. Molta gente è costretta a fare esattamente il contrario di ciò che vorrebbe, conformandosi docilmente a meccanismi sociali ed economici che vorrebbe rifiutare e rigettare.
    Le nostre problematiche non sono dunque determinate solo da un certo tipo di cultura o di mentalità ma da precisi “sistemi di potere” o – per dirla cristianamente – da “strutture di peccato”, che assoggettano la gente servendosi delle esigenze di sopravvivenza quotidiana.

    Il clientelismo diviene allora un percorso di “sopravvivenza” per la nostra gente, in una realtà pervasivamente dominata da queste logiche.
    Questo sistema di potere è scientificamente pensato e strutturato per compiere una manutenzione sistematica della precarietà della gente. In quanto solo mantenendo le persone in una situazione di precarietà e dipendenza le si può facilmente controllare in modo da blindare gli enormi privilegi di pochi.
    Le organizzazioni di potere che governano questo sistema, pur a livelli e con modalità differenti, sono: la 'ndrangheta e le massonerie, con tutto il loro indotto di cortigiani, consorterie varie e comitati d'affari, anche se non organici certamente collusi.

    La 'ndrangheta in questi anni è cresciuta in forza, in complessità organizzativa, in radicamento territoriale, in capacità strategica. Ormai dispone di una propria classe dirigente che pretende di divenire anche classe politica di governo locale, regionale e nazionale.
    Contemporaneamente la 'ndrangheta mantiene anche il suo volto tradizionale: in molti ambienti rurali, per molti ceti popolari, spesso rimane l'unica fonte di appartenenza ad accesso (apparentemente) gratuito. Non è dunque solo il denaro che spinge all'affiliazione, ma anche e soprattutto l'idea distorta del “rispetto”. Le lusinghe del denaro e del “rispetto” riservano in realtà una vita d'inferno per la maggior parte della base degli affiliati.
    Al rispetto della 'ndrangheta noi contrapponiamo la rispettabilità, fondata sull'onestà e sulla capacità di fare il bene per tutti. Proponiamo ai mafiosi di dissociarsi da una vita così assurda e perdente, aiutandoli a costruirsi un lavoro onesto che consenta loro di guadagnare il giusto, vivendo in tranquillità e vedendo crescere serenamente i propri figli.
    Sulle massonerie deviate ovviamente pende l'evidente illegalità.
    Ma anche la solidarietà esclusiva (cioè “che esclude gli altri”) tra i “fratelli”, nella massoneria legale, pone grossi problemi etici in Calabria, dove il potere da “scambiare” viene prevalentemente dalla dirigenza o dall'amministrazione della “cosa pubblica”.
    La massoneria in Calabria è come un vaso di ferro in mezzo a tanti vasi di coccio.
    L'appartenenza massonica, inoltre, comporta un clima di segretezza – o “stretta riservatezza” - per gli iscritti, con il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote.
    Alla solidarietà esclusiva tra i “fratelli” noi contrapponiamo il concetto di “bene comune” che guarda a tutti, massoni e non, che anzi si rivolge prioritariamente a chi è più debole e senza appartenenze, a chi non ha la possibilità di ricambiare in alcun modo.
    Alla segretezza o riservatezza noi contrapponiamo l'apertura, chiara, sincera, trasparente, verso tutti, ancor di più se si ricoprono responsabilità pubbliche o private. Ogni persona che vanga nominata dirigente, assessore, o assuma qualsiasi altro incarico civico di responsabilità, deve dichiarare pubblicamente ogni sua appartenenza, in modo da dare la possibilità alla collettività di verificare se vi siano interessi particolaristici o un vero orientamento al bene comune.
    Questo non vuol dire che nelle massonerie legali non possano esserci persone che sono in buona fede e sono mosse da rette intenzioni: per questo siamo pronti a dialogare con coloro che si renderanno conto degli errori da correggere.
    Esistono poi le massonerie deviate, potentissime, pericolosissime, radicate ovunque, soprattutto nei gangli vitali delle istituzioni, collegate con la 'ndrangheta: sanno colpire a morte con o senza l'uso della violenza. Le loro armi sono molteplici, subdole e insidiose: si servono del formalismo legale per produrre inquisizioni punitive; si servono dei media per diffondere veleni; si servono delle istituzioni per vendette private. La loro strategia primaria è quella di ledere la credibilità di chi le combatte o vi si frappone.
    La compenetrazione tra le massonerie deviate e la 'ndrangheta è inquietante. Ormai è a tutti noto che, da oltre trent'anni, chi giunge ai vertici della 'ndrangheta fa un ulteriore giuramento che lo fa divenire “santista”. Da numerosi atti processuali risulta che la prerogativa principale del santista è proprio quella di aderire alle logge massoniche. (cfr. “Relazione sullo Stato della Lotta alla Criminalità Organizzata in Calabria” della Commissione Parlamentare Antimafia approvata il 26 luglio del 2000).
    Possiamo dunque solo immaginare quali centri di potere siano le massonerie deviate e quale sia il loro potenziale eversivo. Chi tra di noi ha osato denunciare la presenza di questi poteri ha subito pesanti attacchi intimidatori e diffamatori.
    Per tali motivi in Calabria lo scollamento tra politica e società civile si è sempre più approfondito negli ultimi anni fino a determinare tra la gente una profonda disaffezione. La politica è autoreferenziale e poco aperta al confronto, in larga misura rituale e lontana dai bisogni e dal linguaggio della gente. La società civile e l'associazionismo possono costituire il raccordo tra popolazioni e istanze di rinnovamento, contribuendo con le loro iniziative a "fare" sviluppo.

    Obbiettivi do Comunità Libere

    Comunità Libere vuole essere un movimento che raccoglie le forze sane e libere esistenti in Calabria attorno a degli obiettivi ben delineati, superando le divisioni e le diffidenze reciproche, in modo da valorizzare la diversità di ciascuno dentro un grande progetto di tutela della libertà e della democrazia in Calabria.
    Singoli, famiglie, imprese, associazioni, movimenti, che vorranno far parte di Comunità Libere dovranno aver dimostrato nei fatti, con una chiara prassi di testimonianza, di essere liberi da ogni condizionamento da parte dei poteri forti antidemocratici e/o violenti, e aver dato prova di grande orientamento al bene comune e assoluta trasparenza.
    Non potranno in nessun modo farne parte: persone mafiose o conniventi con le mafie, massoni iscritti a qualsivoglia forma di massoneria e/o setta, persone facenti parte di qualsiasi tipo di organismo di natura segreta o riservata o che non abbia attitudine alla trasparenza e pubblicità delle proprie azioni e dei propri membri.
    Gli obiettivi di Comunità Libere sono:

    A) la DIFESA, TUTELA e PROTEZIONE di persone, famiglie, imprese, organizzazioni e istituzioni che vengano attaccati da ogni potere forte, antidemocratico e/o violento;

    B) la DENUNCIA di ogni tipo di violenza e ingiustizia economica, democratica, ad opera dei poteri forti, antidemocratici e/o violenti;

    C) la DIFESA e la TUTELA della libertà, della democrazia e della libertà di mercato in Calabria.
    Innanzitutto, dunque, Comunità Libere difende prontamente chi sia ingiustamente vittima di attacchi dei poteri forti, antidemocratici e/o violenti.
    A tale scopo viene predisposta una rete di reazione nonviolenta capace di mobilitarsi in modo organizzato e rapido di fronte a qualsiasi minaccia si presenti.
    Il movimento ha cura di mantenere la massima indipendenza dai partiti e di non invadere i compiti istituzionali di altri organismi e/o istituzioni.
    Dovrà assolutamente evitare di prefigurare progetti politici e/o di sviluppo regionali o locali, allontanando la tentazione di intervenire in ambiti diversi dai propri obiettivi. In particolare, riguardo alla tutela della democrazia e della libertà, Comunità Libere interviene sempre sul “metodo” senza entrare nel “merito” delle questioni poste.
    In un'ottica di sussidiarietà democratica Comunità Libere non si sostituisce mai ai ai partiti, alle imprese, ai cittadini, alla società civile organizzata, alle Chiese, alle istituzioni libere, ma si adopera per restituire loro un contesto di regole democratiche riconosciute e rispettate, non solo di facciata.
    Comunità Libere si pone anche l'importante obiettivo di contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente che sia coerente con i valori e gli scopi che caratterizzano questo movimento.
    I valori di Comunità Libere dovranno stimolano e ispirano l'azione di Calabria Welfare e di tutte le realtà imprenditoriali che ne fanno parte. Viceversa le frontiere dell'imprenditoria sociale forniscono criteri di reale praticabilità ai valori perseguiti da Comunità Libere. Lo stretto legame tra il “dire” e il “fare” dovrà sempre caratterizzare il percorso di questo movimento.
    Comunità Libere è convinta che “la legalità è la cornice di un quadro rappresentato dalla giustizia sociale” e non il contrario. La legalità non è un valore in sé senza la giustizia sociale. È necessario che la gente venga messa nelle condizioni di poter fruire dei propri diritti fondamentali e inalienabili. La gente deve però corrispondere sussidiariamente assumendosi le proprie responsabilità, con un forte senso civico di partecipazione alla soluzione dei problemi.
    Comunità Libere vuole combattere e “demolire” le strutture di potere antidemocratiche e/o violente. Nello stesso tempo, però, accoglie e cerca di far crescere le persone che ne fanno parte, restituendo loro dignità. Riconosce il valore alto e civile di una misericordia cristiana intelligente e costruttiva.
    Comunità Libere infine crede nei valori di gratuità, apertura e trasparenza.
    Non difende solo i propri membri ma tutti coloro che non hanno la possibilità di difendersi da soli, senza nulla chiedere in cambio.
    Pratica la massima trasparenza possibile di azioni, finalità e struttura.

    Collabora con tutte le forze sane della Calabria anche non facenti parte del proprio movimento. Si pone al servizio delle Istituzioni e collabora con chi serve lo Stato in modo onesto e irreprensibile.

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