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    Cooperativa Agricola di comunità "Rocca madre" - aderisci al progetto -

    Per la conversione delle terre al biologico, per l'occupazione, per l'agricoltura multifunzinale e sociale, per far crescere l'aspetto comunitario e del bene comune
    16 novembre 2015 - Loris Asoli

    ORIGINE E FINALITA'

    L'idea nasce da percorsi associativi e di cittadinanza attiva, per rispondere alla crisi sociale, economica, ecologica, occupazionale e di moralità, con un progetto innovativo che possa costituire un modello valido sia per la Valdaso, da cui parte, che per altri territori della regione Marche ed oltre.

    Il modello partecipativo dal basso, con il convergere, integrarsi e arricchirsi di varie competenze ed esperienze di vita e professionali, ci sembra l'unico modo per rendere il progetto socialmente valido, realistico e fruttuoso.

    IL LUOGO E I TERRENI

    I soggetti promotori hanno individuato i terreni e le strutture di Rocca Montevarmine, di proprietà del Comune di Fermo, come il territorio e le risorse da cui partire per avviare il progetto. La maggioranza dei terreni di questa proprietà pubblica sono già affittati, mentre alcuni di essi sono liberi, per circa 100 ettari coltivabili, ed è da questi ultimi che la cooperativa intende partire per il proprio progetto, cercando di vincere il bando che il Comune di Fermo ha deciso di indire per il loro affitto a conduzione biologica e sociale, e cercando di coinvolgere nel progetto anche gli altri affittuari.

    IL MODELLO GESTIONALE COMUNITARIO

    Uno dei motivi profondi della crisi che il nostro sistema sociale e produttivo sta vivendo è dovuto alla struttura individualistica e competitiva-concorrenziale dell'economia e della società, con la coltivazione esasperata dell'interesse individuale, senza tener conto dei risultati negativi che questo possa portare per la natura, per l'ambiente di vita e per il vivere sociale, ma con la necessità di combattere i competitori economici con ogni mezzo, per poter sopravvivere nella lotta per il mercato.

    Per questo motivo ci siamo concentrati su una innovativa forma di società, nata da poco, come evoluzione comunitaria delle società cooperative: la COOPERATIVA AGRICOLA DI COMUNITA', che è un tipo si soggetto giuridico fondato sulla collaborazione, sia fra i lavoratori dell'impresa, che con e fra le imprese agricole aderenti, che con le istituzioni e la cittadinanza. Rientra anche nel concetto, che è stato sviluppato fra i consumatori sensibili, specialmente all'estero, nei paesi di lingua anglosassone, di “Agricoltura sostenuta dalla Comunità”.

    Nel nostro caso, per aderire a questo modello, sono state previste 4 tipologie di soci: lavoratori, conferitori o agricoltori, promotori, finanziatori.

    Soci Lavoratori.

    Contribuiscono al raggiungimento degli scopi sociali con la loro attività lavorativa, con la professionalità e la creatività individuale. Inoltre essi lavorano e progettano come gruppo, con spirito comunitario.

    Soci conferitori.

    Sono produttori agricoli ecologici, con propria azienda, che possono conferire i loro prodotti per la trasformazione e/o commercializzazione e possono interagire con la cooperativa in altre modalità, per il bene collettivo. Possono essere anche soci lavoratori. Dando priorità alle relazioni, si cercherà di superare l'aspetto concorrenziale a favore della collaborazione

    Soci promotori

    Sono cittadini e soggetti giuridici preoccupati per il deterioramento dell'attività agricola, della qualità del cibo, dell'ambiente, del paesaggio, della salute e della vita sociale e comunitaria, che vogliono collaborare al raggiungimento delle finalità della Cooperativa di comunità, consapevoli che gli agricoltori, da soli, hanno difficoltà a curare contemporaneamente la multifunzionalità dell'azienda agricola, l'alta qualità del cibo e dell'ambiente, il ruolo sociale dell'agricoltura, l'incremento dell'humus, la qualità del paesaggio, la regimazione delle acque, l'incremento dell'occupazione e la sostenibilità economica e che, quindi, vanno aiutati in vari modi: con le quote o azioni associative, con iniziative promozionali delle loro attività e dei loro prodotti, con l'aiuto a reperire fondi agricoli da condurre in agricoltura ecologica. Mutualmente la cooperativa assegnerà loro priorità nella vendita dei suoi prodotti, nella partecipazione alle attività da lei organizzate e nell'utilizzo dei suoi spazi aperti al pubblico. Inoltre, con la collaborazione dei soci promotori, la cooperativa potrà svolgere una maggiore azione positiva verso tutti i soggetti dei territori in cui opera.

    Soci finanziatori

    Condividono le finalità e collaborano con apporti finanziari a condizioni concordate, Il loro apporto è disciplinato dalla legge sulla cooperazione e dallo statuto.

    Avremmo voluto coinvolgere anche le istituzioni, prevedendo i “soci istituzionali”, ma ci sono limitazioni di legge per la partecipazione delle amministrazioni pubbliche nelle aziende private.

    La dimensione comunitaria del progetto si realizzerà, oltre che con le varie tipologie di soci, anche attraverso una gestione partecipata, responsabilizzata e comunitaria sia dell'aspetto lavorativo che di quello decisionale e con il coinvolgimento degli agricoltori biologici del territorio di riferimento. E' auspicato che lo spirito comunitario pervada tutte le dimensioni dell'agire della cooperativa e che i singoli individui si realizzino nella pratica del bene comune e dell'interesse collettivo.

    L'AGRICOLTURA BIOLOGICA ED ECOLOGICA

    Sono ormai del tutto evidenti gli enormi danni provocati dal modello agricolo chimico mentre sono giunti a maturazione i metodi alternativi fondati sull'ecologia. Un modello di agricoltura fondata sull'ecologia é quello della “agricoltura biologica certificata”, disciplinato con leggi dall'Unione Europea e dai vari stati aderenti.

    Fra i danni dell'agricoltura chimica: produzione di alimenti inquinati, tossici e con valore alimentare fortemente abbassato, corresponsabilità verso il sorgere e aggravarsi di svariate malattie e verso il forte aumento dei costi sanitari, notevole peggioramento dell'ambiente agricolo e della vita dei terreni, distruzione dell'humus, forte riduzione della biodiversità vegetale e animale nei territori agricoli, corresponsabilità nei cambiamenti climatici, nelle esondazioni dei fiumi e nei fenomeni franosi dei territori agricoli e delle strade, inquinamento delle acque superficiali e di falda, pericolosità del lavoro agricolo, peggioramento del paesaggio.

    Al contrario fra i vantaggi dell'agricoltura fondata sull'ecologia possiamo citare: salubrità del cibo, incremento del suo valore nutrizionale, salubrità delle acque, abbassamento dei costi per la sanità, tutela e incremento della biodiversità naturale e della biodiversità agricola, migliore qualità e salubrità del lavoro agricolo, tutela e incremento del tenore di humus (patrimonio dell'umanità e delle generazioni future), contributo positivo all'arresto dei cambiamento climatici, delle esondazioni dei fiumi e dei fenomeni franosi, minore spreco di energie non rinnovabili, maggiore contributo alla bellezza ambientale e del paesaggio, uso più intensivo dei terreni in quantità di lavoro e in differenziazione colturale, maggiore interesse verso l'incremento degli alberi, delle siepi e verso la regimazione delle acque, idoneità per iniziative di agricoltura sociale, ottima integrazione con lo sviluppo del turismo di qualità.

    La scelta non è per noi discutibile e crediamo che anche gli enti pubblici, deputati alla tutela dell'interesse comune, dovrebbero orientarsi alla coltivazione ecologica dei terreni di loro proprietà e favorire al massimo la conversione dall'agricoltura chimica a quella ecologica.

    LE ATTIVITA' PRODUTTIVE PREVISTE

    L'assemblea degli aspiranti soci della cooperativa (circa 120 persone), ha individuato già numerose attività possibili, anche in relazione alle competenze disponibili e alle finalità della Cooperativa:

    • coltivazione estensiva cerealicola

    • panificazione per il completamento della filiera cerealicola

    • paste, pane e alimenti per la celiachia

    • recupero del mulino vecchio o nuovo mulino

    • orticoltura

    • olivicoltura

    • apicoltura

    • gestione del ristorante presente sul luogo e in via di demolizione

    • agriturismo, agricamping, sentieristica eco-natura

    • offerta spazi per convegni (foresteria per alloggio + vitto e sala convegni)

    • arte nella natura

    • fattoria didattica

    • agricoltura sociale (inserimento socio lavorativo di soggetti con disabilità e lavoratori svantaggiati, progetti di riabilitazione sociale, attività sociali per le comunità locali usando le risorse agricole, prestazioni e servizi che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative, servizi terapeutici con l'ausilio di animali e la coltivazione di piante, educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità, fattoria sociale, agrinidi, fattoria didattica, ecc.)

    • commercializzazione delle produzioni dirette e di quelle dei soci conferitori

    • allevamento di galline ovaiole

    • aree dedicate alle erbe spontanee alimentari, incrementate con semine e trapianti

    • piante officinali, aromatiche e cosmetiche

    • piante tintorie e produzione dei pigmenti tintori

    • centro per la biodiversità, banca del germoplasma e vivaio

    • ditta sementiera per il settore del biologico

    • gestione della Rocca, insieme alle associazioni del territorio e ai comuni di Fermo e Carassai, per manifestazioni varie, culturali e artistiche

    • energie rinnovabili (solare termico e fotovoltaico, ecc.)

    Chiaramente il tutto verrà attivato gradualmente, con progetti appositi per ogni attività, che ne accertino la sostenibilità economica, oltre a quella ecologica. L'evoluzione dei progetti implicherà anche la loro graduale integrazione reciproca, intendendo con questo l'adozione di tecniche e scelte progettuali che portino a intrecciare in maniera sinergica l'utilizzo dei sottoprodotti, delle risorse comuni, delle esternalità.

    Fondamentale è la sostenibilità ambientale, che risulta strettamente legata ad un profondo cambiamento delle logiche di produzione:

    • rispetto delle potenzialità ambientali delle diverse porzioni di territorio;

    • recupero della funzionalità e della biodiversità del sistema rurale;

    • scelta delle modalità di lavorazione dei terreni, con criteri di conservazione del suolo e di incremento della sua fertilità e biodiversità;

    • ricostruzione e manutenzione del reticolo idrografico minore;

    • gestione conservativa delle aree ad elevata naturalità (boschi, praterie, calanchi).

    La prima operazione che verrà fatta, dopo la valutazione delle potenzialità ambientali e la ricostruzione del reticolo idrografico, sarà la conversione al biologico dei terreni, con l'impianto di erbai poliennali, per il disinquinamento e l'incremento della fertilità. Un'altra delle prime attività a cui si vorrebbe dar vita rapidamente è la panificazione biologica a pasta madre, per la quale sono presenti numerose competenze, che dovrebbero garantirne il successo. Il locale utilizzabile a tale fine, con i necessari adeguamenti, è stato individuato in una delle strutture presenti sui terreni di Rocca Montevarmine nei pressi dell'Aso. Un grosso oliveto abbandonato, presente nei terreni, potrebbe anche essere rimesso in coltivazione e reso produttivo. L'avvio rapido dell'orticoltura è visto come indispensabile per garantire sufficiente lavoro, per cui dovranno essere disponibili terreni vocati all'orticoltura, con disponibilità di acqua per l'irrigazione. Per lo stoccaggio provvisorio dei prodotti orticoli sarebbe ugualmente presente, nella stessa area, una struttura che potrebbe essere adeguata allo scopo.

    LA COMMERCIALIZZAZIONE

    Ammesso di risolvere in modo ottimale l'aspetto produttivo e della qualità dei prodotti, l'aspetto commerciale è centrale per ogni progetto. La congiuntura è al momento favorevole, in quanto la richiesta dei prodotti biologici è in forte aumento, mentre le produzioni ristagnano. Si ritiene che questa situazione permanga nel prossimo decennio. Per le produzioni cerealicole è previsto l'uso diretto in azienda e, per le eccedenze, la vendita alla cooperativa La Terra e il Cielo o ad altre strutture produttive e trasformative analoghe. Per il pane si prevede un mercato locale (esteso alle città di Fermo, Ascoli, San Benedetto e comuni minori), un accordo con i Gruppi di acquisto solidale e con le mense pubbliche. Anche per l'olio la congiuntura e favorevole e non dovrebbero esserci problemi a piazzare le produzioni biologiche. Per gli ortaggi e la frutta si conta sull'organizzazione di un centro vendite unico in cui possano confluire oltre alle produzioni orticole dirette, anche le produzioni dei soci conferitori-agricoltori del territorio, con vendite ai soci, alla rete dei GAS, alle mense e, per eventuali eccedenze, a distributori nazionali, tipo Ecor-Naturasì, per i quali tuttavia, occorre attendere la certificazione biologica, che è possibile solo a partire dal terzo anno dall'inizio della conversione, mentre è possibile la vendita dei prodotti dei soci conferitori già certificati.

    L'ASPETTO FINANZIARIO

    Si ritiene di poter raggiungere rapidamente un capitale sociale di 100.000 euro con le adesioni sociali (con circa 330 quote da 300 euro) per i vari tipi di soci. Ogni socio dovrà sottoscrivere per lo meno una azione, ma potrà sottoscriverne anche qualsiasi multiplo di questa cifra.

    Inoltre è già stata contatta Banca Etica, agenzia delle Marche, che si è detta molto interessata al progetto e con fondi disponibili per il finanziamento di progetti di biologico e comunitari. Possibile e utile anche il contatto con altre banche per avere sempre la garanzia di poter anticipare le spese, rispetto al periodo dei raccolti e degli incassi e per poter integrare le quote di finanziamenti pubblici a fondo perduto, provenienti dal PSR (piano di sviluppo rurale) per gli investimenti produttivi e per la misura giovani. Misure particolari dovranno essere prese per favorire l'investimento su terreni non di proprietà (vedi prossimo punto). Particolare attenzione dovrà essere data anche ad entrare in possesso, per i terreni in gestione, dei “Titoli unici Agea” che assegnano contributi all'ettaro per le colture agricole.

    ASPETTO DELLA PROPRIETA'

    Ci teniamo a mettere in evidenza che sarebbe importante che il Comune di Fermo volesse creare un contenitore fondiario in cui possano confluire proprietà e investimenti di miglioramento dei fondi, da soggetti pubblici e privati. Proponiamo cioè che i terreni e le strutture di Rocca Montevarmine confluiscano in questo contenitore, al loro valore di capitale, contenitore dove potrebbero entrare anche altre proprietà, pubbliche e private, sempre al loro valore, così che il tutto sia tradotto in quote o azioni di proprietà. In questo modo gli investimenti sui fondi e sulle strutture potrebbero non gravare sugli enti pubblici, ma essere assunti dagli affittuari o da altri soggetti privati (banche, fondazioni, ecc.), in cambio delle relative azioni di proprietà, corrispondenti al valore degli investimenti effettuati. Per entrare ancora più sul concreto, per esempio, il ristorante in via di distruzione presente a Rocca Montevarmine, per poter essere rimesso in funzione abbisogna di un discreto investimento iniziale (ma la stessa cosa è per il mulino, per il panificio, per il centro stoccaggio, per le case, per la Rocca, ecc.). Si può pensare che una banca o una fondazione bancaria possa essere interessata ad investirvi (ma anche l'affittuario o un'impresa privata) se il valore dell'investimento può essere riconosciuto come quota di proprietà all'interno del contenitore fondiario. Si tratta di problemi pratici di non poco conto che possono fare la differenza, fra il tenere tutto bloccato o il poter mettere tutto in movimento positivo, rivalorizzando tutti i beni presenti netta tenuta di Rocca Montevarmine e arrestandone il notevole attuale degrado.

    Potrebbe essere realizzato in un secondo momento, dopo l'affidamento delle terre e delle strutture, ma sempre in tempi rapidi, in quanto alcuni investimenti sono da effettuarsi subito (panificio, ristorante, centro stoccaggio prodotti, ecc.). In alternativa l'affidamento dovrebbe essere realizzato con tempi lunghi, di circa 30-40 anni (con eventuali clausole da rispettare da parte dell'affidatario, per non perdere l'affidamento anticipatamente), ma sarebbe una soluzione penalizzante la cooperativa, e in pratica non realizzabile, in quanto i privati e le banche non sarebbero interessati ad investire su proprietà non loro e la cooperativa probabilmente non otterrebbe alcun prestito bancario per investimenti su terreni non propri.

    LA RISTRUTTURAZIONE E GESTIONE DELLA ROCCA

    Crediamo che la Rocca, senza il collegamento con la sua parte agricola, che storicamente ha sempre avuto, perderebbe gran parte del suo valore. Nello stesso tempo dovrebbe divenire pienamente accessibile al pubblico e alle iniziative culturali dei comuni, delle associazioni e della stessa cooperativa.

    Per la Rocca proponiamo:

      a) Parte ristrutturata (salone incontri). La gestione e il pagamento delle utenze potrebbe essere a carico della cooperativa, che vi potrebbe porre la propria sede ufficiale, con l'obbligo che il salone sia a disposizione di tutti (Comune di Fermo, comune di Carassai, associazioni varie del territorio), gratuitamente per i comuni, e con il pagamento delle sole spese di riscaldamento ed elettricità per le associazioni. C'è da risolvere il problema della strada non agibile d'inverno. La cooperativa si occuperebbe di liberare la Rocca dai rovi e dalla vegetazione ostacolante e di creare un collegamento con il vicino ristorante (quando rimesso a posto), anche per la tenuta della chiave e l'apertura per gli incontri pubblici.

      b) Parte non ristrutturata: si potrebbe formare un Comitato progettuale (con uno o due rappresentanti del Comune di Fermo, due della cooperativa, uno del Comune di Carassai, due di associazioni del territorio), per redigere un progetto di ristrutturazione finanziabile dall'UE.

    IL PATRIMONIO EDILIZIO E L'ASPETTO ABITATIVO

    Per quanto riguarda le strutture riadattabili alla produzione agricola e connessa, chiediamo che siano comprese nel bando ad un prezzo simbolico d'affitto, in quanto richiedono forti investimenti su proprietà altrui per poter essere utilizzate, fra l'altro per fini produttivi diversi da quelli per cui erano nate. Il patrimonio edilizio abitativo residuo (case non vendute) è in generale di bassa qualità costruttiva iniziale e si trova in una situazione di forte degrado e a rischio distruzione totale. Varie case non hanno neanche più una strada d'accesso.

    Molti aspiranti soci lavoratori della cooperativa, in caso di inizio della loro attività, chiedono di poter abitare sul posto, per ovvie ragioni. Per la cooperativa questo aspetto è essenziale, per poter tutelare le strutture produttive e le culture. Tutto questo pone il problema degli investimenti sulle abitazioni, oltre che sulle strutture produttive, e ripone il problema sopra delineato della necessità di valutare un nuovo tipo di contenitore della proprietà che favorisca gli investimenti su proprietà altrui.

    ASPETTO DEI TEMPI

    Sarebbe importante che il Comune proceda rapidamente nelle pubblicazione del bando per i terreni della proprietà di Rocca Montevarmine, affinché, chiunque lo vinca, possa procedere alla già tardiva preparazione dei terreni per le semine primaverili e si possa non perdere completamente un anno agrario.

    ASPETTO SOCIALE

    L'aspetto sociale principale è il tentativo di creare occupazione per i giovani disoccupati, in maniera via via crescente per i prossimi anni. Inoltre: fornire con cibi sani le mense pubbliche del comune di Fermo ed altri comuni, promuovere l'ecologia in agricoltura, promuovere l'economia della vallata, realizzare attività di agricoltura sociale a favore dei soggetti svantaggiati e di tutta la comunità territoriale, come previsto dalle leggi sull'agricoltura sociale, promuovere spirito cooperativo e comunitario.

    PER L'ADESIONE AL PROGETTO

    Per aderire al progetto, in una delle tipologie di soci previste, o per chiedere chiarimenti o fare osservazioni:

    Olimpia Gobbi luoghi.comuni.ap@gmail.com 320 4395338

    Loris Asoli lorisasoli@alice.it 071 698621

    Mario Carini mariocarini@gmail.com 333 4996836

    Angela Mary Pazzi angelapazzi@yahoo.it 349 8329661

    La quota minima di adesione al capitale sociale è di 300 euro (si possono sottoscrivere multipli qualsiasi della quota minima). Il capitale versato (solo dopo la costituzione della cooperativa) rimane di proprietà del socio e gli viene restituito in caso di uscita dalla cooperativa.

    SCHEDA ADESIONE ALLA COOPERATIVA ROCCA SOLIDALE

    PROGETTO IN PDF

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