barralunga

REES Marche

RSS logo

Calendario

    Beni comuni

    31 ottobre 2006 - Michela Di Ciocco

    Progetto Scuola delle Alternative

    1. Convegno di lancio

    2. . Weekend formativi residenziali per la condivisione, la rielaborazione e la sintesi delle buone pratiche (Almeno 6)

    3. Visite alle esperienze di ecosol più significative ed intervista video (almeno 20)

    4. Elaborazione ragionata dei video per la pubblicazione sul sito della Rees

    5. Convegno finale

    6. In realtà se siamo bravi durante l'anno potremmo implementare ulteriormente la partnership (associazioni di categoria, sindacati, università, regione marche...) per poter ambire alla presentazione di un progetto triennale, magari con finanziamenti EU.

    1. Convegno di lancio

    La presentazione della scuola, della sua organizzazione e delle sue attività, avviene in seno ad un convegno. Lo scopo principale di questa introduzione è quello di mettere in risalto le peculiarità della scuola e delle attività che in essa si svolgono, oltre che gli scopi ai quali sono finalizzate. Quali sono questi nodi principali (vedi i documenti precedenti)?
    La scuola come luogo di una formazione che rispetti i modi e i valori dell’economia solidale: non più semplice trasferimento di nozioni da un’autorità (la classica figura dell’insegnante) ad un pubblico inchiodato alla posizione di semplice ed acritico assorbimento, ma creazione delle condizioni che permettano la scoperta delle personali competenze (il sapere, il saper fare nascosto nelle nostre esperienze quotidiane e di vita) di ognuno e lo scambio di queste. La formazione diviene consapevolezza, poi condivisione: “apprendere ad apprendere” come gestione diretta di ognuno del proprio continuo imparare. I contenuti sono, così, inscindibili non solo dalle forme, ossia dal mezzo usato per la comunicazione, ma dagli individui, dalle vite da cui provengono. Il sapere viene riportato all’uomo, alla carne, alla faccia e ne fa elementi fondamentali.
    La scuola come luogo di individuazione e cura dello spirito critico, ossia quel complesso di motivazioni, sentimenti ed esperienze, che si trova alla base delle scelte alternative, della decisione di staccarsi dal modello corrente e di costituirne dei nuovi. Il distacco può avvenire in molti modi, può essere progressivo o netto; alla sua base vi è un fattore comune, che poi rappresentano il passo precedente alla costruzione delle ‘buone pratiche’, che possiamo chiamarlo col nome di spirito critico. Si tratta di qualcosa che pervade tutti gli aspetti della vita dell’individuo e che lo porta a rivedere e rivalutare tutti i contesti della sua esistenza: dalla decisione di comprare nelle botteghe del mondo, a quella di bere l’acqua del rubinetto; dalla scelta alimentare del biologico, al boicottaggio di prodotti frutto di azioni e politiche di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente. L’attenzione è puntata sulle diverse sfere dell’individuo tanto quanto verso i diversi campi della società che l’economia solidale va sempre più toccando: le due cose non sono separabili.
    A ciò si aggiunge l’azione di raccordo delle diverse sfere dell’economia solidale; uno sforzo di sintesi delle diverse esperienze, per cercare di manterne unita l’anima, di accrescerne le energie e non disperderle nella multiformità degli interventi.
    Questo significa, inoltre, riuscire a comporre un quadro unico dei valori di riferimento, un orizzonte unico sul quale si stagliano i più diversi interventi, gli esperimenti e gli sforzi. Ciò permette di fare della rete dell’economia solidale, qualcosa di organico, un corpo, un mondo. In tal modo, è possibile avviare riflessioni profonde sugli scopi delle azioni, sulle strategie e sui risultati, facendo continui raffronti tra fini immediati e a lungo termine: un monitoraggio continuo per avere la consapevolezza continua sui passi che si effettuano, sulle politiche, le strategie, le scelte. In un ambiente dominato dall’esperimento, non è poco.
    I suddetti sono solo alcuni degli aspetti fondamentali ed innovativi della scuola che il convegno di apertura ha lo scopo di presentare, illustrare nel modo più semplice e diretto. Accanto ad essi, vengono descritte le attività diverse attraverso le quali essi si svolgono. Come ad esempio la ricerca ed il monitoraggio delle buone pratiche che prepara il terreno alla formazione stessa ed inquadra la situazione nazionale dell’economia solidale, mettendo a disposizione dati importanti da cui partire per le iniziative, su cui comparare le strategie.

    2. Weekend formativi

    I fine settimana formativi rappresentano gli eventi nei quali la nuova modalità di formazione si esplica: della durata di due-tre giorni, sono suddivisi in momenti di “incontro-laboratorio” (al posto della vecchia idea di corso), momenti non strutturati e quindi liberi e momenti di convivialità e condivisione di attività diverse.
    Gli incontri sono si svolgono in base maniera diversa rispetto a quella tradizionale, in primo luogo perchè contenuti nuovi come quelli dell’economi solidale non possono essere trasmessi attraverso vecchi mezzi o canali, senza essere influenzati da logiche e rapporti di forze in essi presenti (il rapporto tra insegnante ed alunno è un rapporto di forza, ad esempio). Caratteristica immediatamente visibile è la mancanza della figura centrale dell’insegnante o del formatore; è presente una figura molto più vicina al moderatore che prepara ed avvia le attività, senza manipolarle o deciderne l’esito a priori. La mancanza di una scaletta preimpostata non implica caos, poiché l’azione del moderatore serve proprio a chiarire lo svolgimento dell’incontro. Impedendo dispersione e confusione, si permette così quella spontaneità indispensabile alla creazione di relazioni tra i partecipanti, in seno alle quali solo possono avvenire gli scambi di esperienze e competenze (competenza e biografia sono inscindibili). Bisogna tenere a mente che il fulcro sono le relazioni, non rappresentano semplicemente il mezzo con cui fare una diversa formazione; e non potrebbe essere altrimenti in un mondo – come quello dell’economia solidale – fatto di relazioni umane, la cui essenza sono ancora le relazioni tra uomini. Il compito è creare le condizioni necessarie alla nascita delle relazioni, all’approfondimento di esse e al renderle a tutti gli effetti la vera essenza dell’economia solidale, del suo essere rete e del suo dare vita a modelli diversi.
    Anche il luogo, lo spazio in cui questi incontri si svolgono è inteso in maniera nuova – non incentrato sullo ‘scontro’cattedra-banchi tipica della classica disposizione frontale, ma strutturato in maniera orizzontale e circolare - perchè assicuri una vera equivalenza nella posizione.
    La residenzialità, a sua volta, non rappresenta un elemento accidentale, ma è mirata a creare una intimità tra i partecipanti, che abbiamo visto essere decisiva. Il luogo non è inteso come semplice scenario, contenitore, per cui le strutture scelte sono in sintonia con valori e pratiche dell’economia solidale, come ad esempio nel caso di fattorie didattiche o di ecovillaggi, che possano offrire l’opportunità di dare spazio a competenze intese anche sul piano pratico (cucinare il pranzo insieme piuttosto che imparare a fare il pane, ecc.) e pragmatico.
    Gli spazi vuoti, ossia privi di impegni ed impostazioni già date, sono fondamentali perché gli stimoli ricevuti decantino, in un certo senso; abbiano il giusto tempo per essere metabolizzati. Ciò vale sia all’interno di uno stesso fine settimana formativo, che tra i diversi appuntamenti della formazione.
    Infatti, ogni appuntamento evolverà rispetto al precedente: gli incontri sono nel numero di almeno sei e possono essere ripartiti in fasi.
    La fase di condivisione è quella che abbiamo già citato nella descrizione della caratteristica fondamentale della scuola (creazione di relazioni e scambio di competenze).
    La novità della formazione travalica la durata della formazione stessa: la nuova formazione è continua ed inerente alla vita dell’individuo intesa in maniera globale, olistica. La scuola è lo spazio libero in cui viene seminato qualcosa (diverso per ogni persona) che germoglia fuori da essa, nella vita di tutti i giorni; questa fase permette alla rete di arricchirsi di contributi personali, elementi sempre nuovi e, cosa importante, profondamente calati nel vissuto delle persone che li apportano, quindi ‘reali, autentici’. Così la scuola cresce investendo la rete di nuove energie e tematiche: potrebbe divenirne motore.
    Segue la fase di rielaborazione, in cui insieme si opera una riflessione su quanto seminato e raccolto, e si studiano modi e forme con i quali rendere fruibili i dati, le sintesi del cammino compiuto insieme.
    La scuola è un centro studi dal quale quei dati recuperati a partire dalle ricerche sulle buone pratiche e dalle sintesi emerse dagli incontri, divengono materiale per la rete dell’economia solidale; destinato a funzioni e forme diverse. Dati a partire dai quali fare informazione per i volontari o verso l’esterno (come ad esempio un ufficio stampa, o una rivista per i soci), decidere strategie o valutare sfere di impegno nuove; per creare una base alla formazione per nuovi volontari, creare ed offrire servizi o consulenze in base alle esigenze così sondate.

    3. Visite alle esperienze di Ecosol

    La ricerca sul mondo delle buone pratiche rappresenta l’altra importante sfera di azione della scuola delle alternative, insieme alla formazione. In questa fase viene operato un rilevamento a livello nazionale degli esperimenti, delle iniziative, dei progressi o meno, in atto nell’economia solidale. La raccolta di dati avviene in maniera diretta; si pensa ricercatori che tocchino fisicamente queste situazioni, incontrando e parlando con chi ha dato loro vita. La ricerca da i suoi frutti in diverse forme; dal cartaceo (raccolta di opuscoli, informazioni sulle iniziative ed i progetti, oltre che contatti) ma soprattutto video.
    Ciò perché la scuola possiede un altro importante strumento per fare formazione ed aggiornamento continui: la piattaforma informatica. Si tratta di un’area del sito della Res – rete dell’economia solidale – dalla quale è possibile attingere strumenti come, ad esempio, il corso multimediale. In questo modo, la formazione in sito è accompagnata da uno strumento formativo ed informativo sempre disponibile e versatile, con il quale accedere a conoscenze, approfondire temi o, appunto, guardare cosa succede nelle altre esperienze di economia solidale, attraverso un reportage video. Corsi (ad esempio, sulla bioedilizia), reportage (ad esempio il biologico al sud, la cooperazione internazionale a nord, ecc.).
    Ai volontari è fornita una panoramica su quello che è un mondo assolutamente vario e multiforme. Un’altra importante funzione è quella di facilitare la crescita della rete stessa, tramite l’avviarsi di collaborazioni grazie alla raccolta dei contatti. Ancora, questi dati fanno da base alle strategie e politiche che si vogliono avviare, permettendo un impatto, una resa migliore degli interventi, data dalla conoscenza del contesto (ad esempio, si può rilevare quale sia il settore in cui cominciare ad agire guardando alle altre eesperienze).
    Dalla mole di dati e contatti così ristretta, deriva anche la consapevolezza di quali siano le tematiche a cui le persone sono più sensibili, di cui la formazione deve farsi carico; non solo, ma anche le contraddizioni, i limiti, le falle di un mondo fatto di esperimenti.

    4. Pubblicazione Video sul sito della Rees

    Valuteremo il da farsi coinvolgendo il gruppo informatico della Rees

    5. Il convegno finale

    Il convegno finale ha il compito di illustrare in maniera lapidaria, i risultati ottenuti dalla scuola nelle sue diverse aree (ricerca e formazione), ma soprattutto l’impatto della nascita di questo organo, della sua azione, sulla rete dell’economia solidale, sul suo ‘stato di salute’. Scoprire se e quali sono stati i benefici e quali i punti critici o le disfunzioni: se la sua opera di raccordo (per l’individuo, tra il livello dell’interiorità e quello dell’impegno sociale; per la rete, tra scopi e mezzi, oltre al rapporto tra le diverse aree in cui si articola) è stata efficace, o se risulta semplicemente come una ulteriore area di impegno, ma che non attua quella unità tra i vari livelli a cui era destinata. Questo monitoraggio finale, il suo risultato, rappresenta la condizione necessaria alla continuazione del progetto della scuola delle alternative.

    6. Progetti futuri

    Per il primo anno il progetto è questo, ma se i risultati saranno positivi, si può pensare a programmare l’attività in maniera triennale, ricercando finanziamenti a livello europeo.

    Piano di attività per il 2007 della Scuola delle Alternative.

    Punti principali

    1. L'organizzazione di almeno 3 seminari residenziali, due eventi da 2-3 giorni ed uno più intenso da 4-6 giorni in estate
    Il prossimo evento che stiamo organizzando avrà luogo dal 28 al 30 aprile

    2. L'organizzazione del corso di formazione per la regione Marche
    L'inizio del corso e le date sono ancora un'incognita, ma si spera di iniziare entro l'anno.

    3. La valutazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali per la costruzione della struttura della scuola stessa.
    La Scuola è ancora in piena sperimentazione, ma piano piano ne stanno emergendo le caratteristiche fondamentali e gli aspetti importanti attorno ai quali muoversi. Ciò che manca è proprio un cammino riguardo la forma della scuola stessa, la sua struttura. Nel corso dell'anno speriamo di delinearne una bozza, che ci permetta di capire come iniziare - chi, con quali strumenti, dove - la grande opera!

    Sito realizzato con PhPeace 2.6.32

    PhPeace è software libero, e ognuno è libero di ridistribuirlo secondo le condizioni dellaLicenza GNU GPL

    A meno di avvisi di particolari (articoli con diritti riservati) il materiale presente in questo sito può essere copiato e ridistribuito, purchè vengano citate le fonti e gli autori. Non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale pubblicato.

    validateXHTMLcclvalidateCSS

    Segnala eventuali errori al WebMaster | RSS logo