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    24 giugno 2007 - Loris Asoli
    Fonte: Redazione Rees Marche

    C’e’ salvezza alla crisi di civiltà

    Nel numero precedente del bollettino abbiamo osservato come tutte le civiltà precedenti a quella attuale, in tutti i continenti, hanno vissuto il ciclo nascita-crescita-fioritura-maturità-vecchiaia-morte, del tutto analogamente a quanto avviene per il singolo individuo.
    La nostra orgogliosa civiltà tecnologica mostra oggi molti segni di decadenza, che farebbero presupporre che la fase successiva potrebbe essere quella della “morte”. Particolarmente gravi si mostrano la crisi energetica e quella ecologica e ambientale, con degli scenari apocalittici. Ci sono poi le enormi tensioni internazionali nei rapporti fra i popoli (o fra i potenti dei popoli), con la prospettiva dell’ampliamento dei focolai di guerra, senza escluderne una di carattere mondiale, quando le materie prime energetiche diventeranno insufficienti e troppo costose.

    Ci si può allora domandare se il processo sia ineluttabile e inarrestabile o se, invece, la corsa verso il burrone si possa fermare.
    In tutte le epoche di crisi si sono levate delle voci profetiche che sostanzialmente dicevano: “convertitevi, pentitevi, cambiate”. Si rivolgevano alla coscienza degli individui, affinché invertissero rotta. In primo luogo, dunque, non un’inversione esteriore, pur necessaria, viene richiesta, ma una inversione dentro l’intimo della coscienza umana individuale.
    L’attuale crisi di civiltà è una conseguenza dello stato di coscienza medio dell’umanità attuale. Siamo una umanità tutta orientata egoisticamente verso l’esteriore: i beni materiali, il successo, il potere, la lotta contro gli altri per la propria affermazione, l’apparire, il prestigio, la rivalità, il voler avere di più, l’avidità, l’arroganza, la superbia e quant’altro di negativo. Certamente, oltre a questo c’è anche tanto di buono, ma questo mondo sembra essere più nelle mani di chi lo conduce alla distruzione. La potente tecnologia sviluppata nel precedente secolo e nell’attuale è nata solo parzialmente da uno spirito d’amore, mentre in molta parte è nata dallo spirito di potere, dalla ricerca bellica, dalla conflittualità, oppure dalla ricerca del successo e dei beni materiali. Questa coscienza egocentrica ed egoistica ha creato la civiltà esteriore corrispondente. A sua volta questa civiltà esteriore agisce di ritorno dentro le coscienze umane, soprattutto delle giovani generazioni, e le stimola ad adeguarsi ai “disvalori” in essa presenti o a provare un senso profondo di disagio, frustrazione, impotenza, sfiducia….fino alla disperazione. E’ urgente fornire l’esempio di qualcosa di nuovo che ridoni speranza.
    Ogni epoca di crisi presenta anche grandi opportunità di cambiamenti interiori, di cambiamento della coscienza, di trasformazione e adesione maggiore ai veri valori della vita. Nelle tendenze esteriori negative si possono riconoscere gli aspetti interiori da cambiare. Ognuno può fare la sua parte, tuttavia riuscire ad unire le forze e le coscienze verso una trasformazione positiva collettiva sarebbe la modalità più efficace per raggiungere i risultati.

    Con le Reti di economia solidale, in tutto il mondo, si sta cercando di fare un lavoro che è volto ai cambiamenti esteriori di civiltà, ma che, per potersi realizzare, presuppone anche il cambiamento interiore e di valori. Si sta cercando anche di mettere insieme gradualmente tutti i milioni di persone di buona volontà, che già ora sono orientate positivamente, in modo da non lasciare questo mondo in mano ai suoi attuali signori, ma di dare un esempio diretto che una nuova e migliore società è possibile, auspicabile ed edificabile, già oggi, e che essa porta maggiore felicità e benvivere di quella attuale.
    Non si sa se ci sia ancora tempo sufficiente a disposizione per poterlo fare, ma l’unica strada che sembra possibile è di costruire dal basso, e vivere direttamente, una nuova vita sociale e comunitaria, fondata su principi e valori che producano vera vita positiva sulla terra (maggiore armonia fra le persone e con la natura, la terra, il cosmo e tutti gli esseri). Si tratterebbe di costruire questa nuova società già all’interno dell’attuale decadente. Mentre una civiltà decade e va verso la morte, dal suo seno ne nasca una nuova che ne raccolga l’eredità positiva e ne elimini gli aspetti mortiferi.
    E infatti, riprendendo il paragone con il singolo individuo umano, vediamo che è vero che va verso la morte, ma è anche vero che ha generato altre vite che vanno oltre la sua. Analogamente una pianta muore ma lascia il seme per la continuazione della specie. Dunque può essere visto come sano e naturale che nel seno di una civiltà decadente si lavori a farne nascere un’altra “giovane”, in grado di affrontare e risolvere i problemi di quella precedente e di raccoglierne e portarne avanti gli aspetti positivi.

    Oggi le forze distruttive sembrano essere molto più potenti e all’opera di quelle positive, per cui c’è da supporre che, prima che avvengano consistenti cambiamenti nella coscienza umana di massa, si debbano attraversare innumerevoli crisi e catastrofi, distruttive e “purificatrici”, potenti scuotimenti delle coscienze, in varie parti della terra. Tuttavia ha senso lavorare, già da ora, su se stessi e nelle comunità umane, con finalità positive di cambiamento dei valori di base e delle pratiche di vita. Dovremmo quindi, già oggi, lasciarci scuotere, in ogni momento, dalle piccole catastrofi giornaliere, da tutto ciò che è negativo per la vita, cercando di costruire la controparte positiva.

    Ma, a questo punto, possono sorgere le domande: come si forma “il destino”? può veramente essere sotto il nostro controllo? o bisogna lasciare che avvenga ciò che vuole avvenire, senza troppo interventismo? Alcune leggi spirituali, rivelate in tutte le epoche da individui più “evoluti”, da “iniziati dello spirito”, ci dicono che nel presente convergono le forze spirituali del passato e quelle del futuro.

    La ferrea legge del passato ci dice : “Ciò che semini raccoglierai”. Hai seminato odio, conflittualità, spirito di possesso e potere, orgoglio e presunzione? Allora riceverai e sperimenterai un mondo dominato da tutto questo. Vivrai con chi ha seminato cose analoghe, sperimentandone le conseguenze, fino a che non cambierai ciò che semini ogni giorno ed ogni attimo, attraverso i tuoi pensieri, sentimenti e azioni.

    Tuttavia la legge del futuro ci dà ancora una speranza e una possibilità di agire per fermare o mitigare le tendenze in atto, sospinte dalla legge del passato.
    Essa dice: nel presente sappi “convertirti”, pentirti, chiedere perdono per i torti inflitti agli altri, perdonare per quelli subiti, cambiare la tua coscienza e i tuoi valori, anche se a piccoli passi, giorno dopo giorno. Le tue sincere INTENZIONI e i tuoi piani positivi verso gli altri esseri, possono cambiare il tuo destino nel presente.

    Passato e futuro sono in realtà stati di coscienza del presente. Nel presente agisce quel passato che è ancora attivo nella coscienza presente, mentre il futuro giace nella volontà e negli “intenti” o “intenzioni” attuali, attivi nel presente. Naturalmente gli intenti possono agire se rappresentano una autentica “conversione”, cioè se sono sinceri e se, di conseguenza, si può presupporre che ad essi seguiranno le corrispondenti azioni, nel momento in cui saranno possibili.

    “Cambiare valori, cambiare pensieri e sentimenti, cambiare sinceramente le intenzioni, cambiare le azioni” o, in altre parole, “far evolvere positivamente il proprio stato di coscienza interiore”: sembra essere questa la via che ci viene fornita per non essere travolti dalla crisi di civiltà, ma per accompagnarla consapevolmente al suo declino, avendo già costruito le premesse per il trapasso ad una nuova e migliore civiltà, anche se si dovrà farlo all’interno di periodi burrascosi e catastrofici.
    Non varrebbe quindi a nulla di costruire bunker o di ritirarsi in un’isola, per creare un angolo di mondo sicuro, ma dipenderebbe dallo stato di coscienza individuale, dai valori e dalle intenzioni di ciascuno, dai suoi pensieri, sentimenti e azioni, ciò che egli, come individuo, dovrà sperimentare in quest’epoca caotica: la civiltà decadente e morente o la nuova civiltà dei valori, che sta mettendo solo ora, timidamente, le sue prime gemme e che dovrà valorizzare contemporaneamente sia l’aspetto comunitario che la libertà individuale.

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