barralunga

REES Marche

RSS logo

Calendario

    Beni comuni

    24 giugno 2007 - Soci di Ravenna Banca Etica (Il Coordinamento Della Circoscrizione)

    Banca Etica, la risposta dei soci di Ravenna all'appello di Alessandro Messina

    La circoscrizione locale dei soci residenti nella Provincia di Ravenna della Banca Popolare Etica scrivono ad Alessandro Messina, co-firmatario di un appello che anche noi di Criticamente abbiamo pubblicato alcuni giorni fa

    Caro Alessandro Messina,

    grazie per averci segnalato l’Appello che però non riteniamo di poter sottoscrivere.

    Ti spieghiamo perché.

    Non possiamo non essere d’accordo con molte delle affermazioni contenute nell’Appello, ma su alcune altre esprimiamo qualche riserva: “Banca che parte dall’alto, che non alimenta un dibattito fra soci, che demonizza i punti di vista differenti definendoli come residuali, che è troppo presa da dinamiche di potere e della sua conservazione, che usa i suoi soci o gruppi locali in una democrazia di facciata…” A nostro parere queste affermazioni, riferite chiaramente alla Banca Etica di oggi, sono tutte da verificare in un confronto sereno all’interno dei vari Coordinamenti Locali e fra i Coordinamenti e gli organi istituzionali della banca. Farne il contenuto di un appello ufficiale per l’Assemblea significa, secondo noi, aver già deciso che esse sono verità. Noi invece esprimiamo al riguardo qualche perplessità, che significa “assenza di certezza”.

    Sicuramente fra i soci di Banca Etica vi sono differenze di giudizio e di valutazione ed è una ricchezza.

    Banche armate. Certo che preoccupa “l’idea di una Banca Etica che si fa coinvolgere in iniziative con banche che finanziano la vendita delle armi”. Poteva e doveva Banca Etica essere più intransigente rompendo con quelle banche armate subito dopo aver saputo di tali finanziamenti? Se sì, allora, per coerenza a 360 gradi, doveva rompere anche con tutti quei suoi soci (persone fisiche e giuridiche, comprese le Amministrazioni Pubbliche) che sono correntisti di, o lavorano con, banche armate; doveva rompere alleanze e collaborazioni anche con quelle Organizzazioni, Associazioni, Riviste che hanno conti in quelle banche o in banche dal dubbio operato in campo sociale e ambientale. Banca Etica invece ha scelto la linea del confronto e della pressione chiedendo a queste banche armate di modificare i comportamenti in questione fino ad arrivare progressivamente all’azzeramento dei finanziamenti incriminati. Certamente BE non può essere sola nel fare questa pressione, ha bisogno della coerenza e collaborazione di tutti i soci. Quando questo azzeramento si verificherà (noi speriamo al più presto), Banca Etica avrà ottenuto un grande risultato di contaminazione etica. Come Coordinamento abbiamo chiesto a Banca Etica tempi certi e brevi per risolvere la questione. Inoltre questa linea è stata quella che è emersa quasi all’unanimità dagli interventi della base all’incontro di Montegrotto dello scorso mese di novembre (a proposito di democrazia di facciata!).

    Fondi comuni di investimento. Va probabilmente rivista la politica e la gestione di Etica SGR cercando vie sicuramente etiche per l’allocazione dei fondi. Se ciò non sarà possibile, allora si dovrà ripensare tutta la questione.

    Sui Fondi Pensione la materia è più complessa perché c’è una legge dello Stato a dettare modalità e pratiche. Banca Etica ha scelto di aderire. Se ne può discutere e, se sarà il caso, si può anche uscire.

    Come vedi su alcuni contenuti importanti dell’Appello ci sono diversi punti di vista e ti parliamo di argomenti affrontati e discussi fra noi soci e Coordinatori nelle varie riunioni di Coordinamento e nell’incontro di Montegrotto.

    Fin qui i contenuti dell’Appello. Veniamo ora al problema che a noi sta particolarmente a cuore, quello del metodo.

    L’Appello ci sembra il risultato finale (una specie di sintesi) di una lunga catena di documenti, lettere, articoli su riviste…, tutte prese di posizione spesso condivisibili ma espresse con toni e modalità che sono state recepite dal pubblico come “fronda” (molti ci hanno chiesto: “ma che cosa sta succedendo in Banca Etica?) che ha fomentato incomprensioni, approfondito divisioni e, purtroppo, fatto emergere personalismi: non ci sembra proprio un metodo nonviolento. Se noi fossimo stati gli autorI o i promotori di tali prese di posizione, prima di tutto ci saremmo posti una domanda importante e decisiva: quale potrà essere la conseguenza negativa di queste parole, di questa lettera, di questo articolo?

    Pensiamo che le critiche mosse pubblicamente a Banca Etica potevano essere avanzate nelle sedi opportune con insistenza e con pazienza, si poteva chiedere e pretendere di affrontare i contenuti nei vari Coordinamenti Locali e di Area, nel CDA, nel Comitato Etico. E’ avvenuto tutto questo? Lo chiediamo veramente, non in forma retorica. Noi abbiamo appreso gran parte di quelle critiche attraverso e-mail che giravano e da finansol, una lista di discussione aperta a chiunque, uno spazio che essendo elettronico ha tutti i pregi ma anche i difetti e rischi della comunicazione elettronica. Ma veramente chiunque fuori di Banca Etica è in grado di capire e valutare le implicazioni e le complessità di certe questioni?

    Così abbiamo l’impressione che stiamo finendo in una specie di pantano, dove muoversi può significare essere inghiottiti dalle sabbie mobili.

    Ne possiamo uscire? Noi riteniamo di sì, a condizione che si rinunci a mettere in vetrina cose vere assieme a cose discutibili o non vere, a condizione che abbiamo tutti (ripetiamo, tutti) la paziente fermezza di avviare un dialogo costruttivo per capire innanzitutto le ragioni delle tesi degli altri senza apriorismi e senza portare in tasca verità preconfezionate. In altre parole tutti, noi per primi, abbiamo bisogno di un bagno di apertura reciproca che non significa rinunciare ai principi di fondo (che ci uniscono) ma ammettere un nostro limite grande: che ci possiamo sbagliare.

    “Il metodo qualifica il fine” per noi vale sempre, come vale sempre anche una frase famosa del Vangelo che ci spiazza inesorabilmente: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

    Con amicizia

    IL COORDINAMENTO DELLA CIRCOSCRIZIONE

    DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

    Faenza, 21 maggio 2007

    Sito realizzato con PhPeace 2.6.32

    PhPeace è software libero, e ognuno è libero di ridistribuirlo secondo le condizioni dellaLicenza GNU GPL

    A meno di avvisi di particolari (articoli con diritti riservati) il materiale presente in questo sito può essere copiato e ridistribuito, purchè vengano citate le fonti e gli autori. Non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale pubblicato.

    validateXHTMLcclvalidateCSS

    Segnala eventuali errori al WebMaster | RSS logo