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    2 settembre 2006 - Loris Asoli
    Fonte: Bollettino Res Marche N°1 Anno 2 - 04 aprile 2006

    Crisi di Civiltà

    Crisi di civiltà: metalli e composti tossici nei cibi e nell'aria.

    Cari amici del bollettino di economia solidale vi informo sull'"emergenza metalli tossici".
    Il 7 dicembre 2005, sul sito di Beppe Grillo è stato pubblicato un pezzo intitolato "Ferramenta ambulanti", in cui si faceva un elenco di prodotti contenenti metalli. Vi riporto qui di seguito il suddetto elenco, con il testo esplicativo che lo seguiva:

    • Pandoro Motta: Alluminio, Argento
    • SalatiniTiny Rold Gold (USA): Ferro, Cromo, Nichel , Alluminio
    • Biscotti Offelle Bistefani: Osmio, Ferro, Zinco, Zirconio, Silicio-Titanio
    • Biscotti Galletti Barilla: Titanio, Ferro, Tungsteno
    • Macine Barilla: Titanio
    • Granetti Barilla: Ferro, Cromo
    • Nastrine Barilla: Ferro
    • Bauletto Coop: Ferro, Cromo
    • Plum cake allo yogurt Giorietto Biscotti: Ferro. Cromo
    • Ringo Pavesi: Ferro, Cromo, Silicio, Alluminio, Titanio
    • Pane carasau (I Granai di Qui Sardegna): Ferro, Cromo
    • Pane ciabatta Esselunga: Piombo, Bismuto, Alluminio
    • Pane morbido a fette Barilla: Piombo, Bismuto, Alluminio
    • Paneangeli Cameo: Alluminio, Silicio
    • Pane Panem: Ferro, Nichel, Cobalto, Alluminio, Piombo, Bismuto,Manganese
    • Cornetto Sanson (cialda): Ferro, Cromo e Nichel
    • Biscotto Marachella Sanson: Silicio, Ferro
    • Omogeneizzato Manzo Plasmon: Silicio, Alluminio
    • Omogeneizzato Vitello e Prosciutto Plasmon: Ferro, Solfato di Bario, Stronzio, Ferro, Cromo, Titanio
    • Cacao in polvere Lindt: Ferro, Cromo, Nichel
    • Tortellini Fini: Ferro, Cromo
    • Hamburger McDonald's: Argento
    • Mozzarella Granarolo: Ferro, Cromo, Nichel
    • Chewing gum Daygum Microtech Perfetti: Silicio
    • Integratore Formula 1 (pasto sostitutivo) Herbalife: Ferro,Titanio
    • Integratore Formula 2 Herbalife: Ferro, Cromo

    I metalli elencati sono tutti sotto forma di particelle nano e micro-metriche (nano = dal miliardesimo al decimilionesimo di metro, micro = dal milionesimo al centomillesimo di metro).
    Per particelle si intendono "sassolini" composti da una grande quantità di atomi, e questi sassolini non sono utilizzabili dall'organismo che non è in grado di ricavarne gli elementi (oligo-elementi) necessari per il metabolismo. È fondamentale sapere che le particelle in questione non sono biodegradabili e non sono biocompatibili. Come tali non sono utilizzabili e sono patogeniche.
    I metalli, una volta ingurgitati, vanno tranquillamente dall'apparato digerente al sangue, dal quale sono portati dappertutto.

    Nessuno degli inquinanti particolati di cui sopra è biodegradabile e, dunque, resta dov'è per sempre.
    E dov'è è un tessuto umano. Alcuni dei metalli elencati come inquinanti fanno parte di quelli che si chiamano OLIGOELEMENTI e, in quell'ottica, sono essenziali per la vita. Per esempio, il Ferro è un componente dell'emoglobina e, se non ci fosse, i nostri tessuti non potrebbero essere ossigenati; il Rame è fondamentale per la formazione dell'emoglobina, il Cobalto è presente nella composizione della Vitamina B12, e così via. Attenzione, però a non cadere nell'equivoco,ciò di cui stiamo parlando non sono ioni (atomi) che entrano nella composizione di sostanze naturali e che, non raramente, sono indispensabili per la nutrizione; ciò di cui parliamo sono particelle, minuscoli sassolini, che vengono involontariamente immessi come inquinanti nei cibi.
    Le fonti di questi materiali estranei sono tantissime. Tra i tanti esempi che si possono fare, c'è quello del Ferro-Cromo-Nichel nei cibi. Isistemi di macinazione sono spesso costituiti da acciaio (Ferro-Cromo-Nichel, appunto) e questo materiale si usura, perdendo scorie che entrano nel macinato. Queste scorie sono proprio le particelle che nondovrebbero esserci e che, una volta ingerite, entrano nel circolo sanguigno per essere rapidamente sequestrate da vari organi (reni, fegato, ecc.), dove restano in eterno perché non sono biodegradabili.

    Il problema è che sono dei corpi estranei e l'organismo li vede come tali, facendo partire una reazione infiammatoria(granulomatosi) che si cronicizza e può diventare cancro o restare, comunque, un'infiammazione che è pur sempre una malattia. Dunque,un conto è mangiare una bistecca che contiene Ferro organico perché presente naturalmente nel sangue dell'animale del cui muscolo ci stiamo nutrendo e un conto è mangiarsi delle palline piccole piccole di Ferro. Da notare che più queste particelle sono minuscole, più sono aggressive, potendo addirittura penetrare all'interno dei nuclei delle cellule quando la loro dimensione è al di sotto di una certa soglia. Tra i metalli elencati, comunque, ce ne sono diversi che non entrano in nessuna combinazione biologica utile (Titanio, Bario, ecc.) e sono chimicamente tossici. Naturalmente le aziende sono tutte perfettamente a posto dal punto di vista legale, non esistendo alcuna legge che imponga non solo l'eliminazione, ma anche solo la ricerca o l'elencazione in etichetta di quelle sostanze.
    Che la scienza viaggi con un passo diverso rispetto alla legge è un fatto noto di cui non c'è da stupirsi.
    Così come non c'è da stupirsi (anche se può fare leggermente schifo) che le industrie non abbiano alcuna voglia di scoperchiare loro stesse il calderone. Fin che va…

    Siccome ho avuto personalmente una brutta esperienza con la tossicità dei metalli, sono andato a vedere due siti web collegati al laboratorio di ricerca da cui sono provenuti i dati riportati sul sito di Beppe Grillo (www.nanopathology.it / www.biomat.unimo.it). Si tratta del laboratorio di ricerca sulla biocompatibilità dei materiali, dell'Università di Modena e Reggio Emilia, diretto dalla dot.ssa Antonietta M. Gatti, un centro di alta professionalità, quotato non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, che applica tecnologie all'avanguardia. I dati, i testi e le immagini dei siti sono molto allarmanti. Intanto ci sono alcune immagini significative, che mostrano particelle estranee entro tessuti tumorali, facendo supporre che queste particelle possano essere la causa dell'istaurarsi dei tumori. Ecco alcuni esempi di immagini:

    • solfato di bario all'interno di un tumore al fegato
    • particelle di alluminio-silicato adiacenti ai globuli rossi in un tessuto di cancro al colon
    • nano particelle di piombo presenti in un tessuto del fegato di un paziente affetto da granulomatosi multiorgano
    • proteinato di ferro su un fibra d'amianto in asbestosi pleurica
    • aggregato di particelle di argento-molibdeno su tessuto canceroso in colon
    • detrito di cobalto-tungsteno, trovato all'interno di un trombo formatosi in vivo nella circolazione sanguigna.
    • nanoparticelle di mercurio-selenio trovate nella biopsia renale

    Qui di seguito vi riporto ora alcuni testi significativi ripresi dal sito: www.nanopathology.it.

    Nanopatologie

    Con questo termine vengono indicate le malattie provocate dalla presenza di nanoparticelle o di dispositivi di dimensioni nanometriche all'interno di tessuti umani od animali (una nanoparticella è un detrito il cui ordine di grandezza varia tra i 10 -9 e i 10 -7 metri). Che corpi estranei, e non solo virus, batteri e parassiti, possano costituire la causa di varie patologie è un fatto noto. La silicosi, l'asbestosi e le reazioni infiammatorie da detriti prodotti da artroprotesi consumate non sono che alcuni tra i moltissimi esempi possibili. Ciò che non è stato chiaro finora, quando non del tutto ignorato, è che i corpi estranei più piccoli di una data dimensione possono entrare, principalmente per ingestione od inspirazione, all'interno degli organismi umani o animali e viaggiare più o meno liberi attraverso i loro tessuti, riuscendo a superare la barriera gastro-intestinale o gli alveoli polmonari ed essendo trasportati dal sangue o dalla linfa fino a stabilirsi in tessuti nei quali finiscano al termine della loro migrazione. A seconda della loro dimensione, quei corpi estranei si dividono in nanoparticelle quando il loro ordine di grandezza si attesti tra i 10 -9 e i 10 -7 m, e in microparticelle quando, invece, l'ordine di grandezza vari tra i 10 -6 e i 10 -5 metri. Se questi corpi sono chimicamente inerti e non biodegradabili, essi inducono una reazione, qualunque cosa essa sia, che può passare inosservata oppure acquistare rilevanza clinica. La nanopatologia è quella branca della scienza che si occupa delle reazioni che l'organismo oppone alla presenza delle particelle di quelle particolari dimensioni.

    Biocompatibilità

    Si è scoperto che i metalli sono più pericolosi delle materie plastiche per la sopravvivenza delle cellule. La produzione di mediatori infiammatori e di difesa dipende dalla chimica della particella. Prove in vitro suggeriscono che alcuni fenomeni mai rilevati prima possano avvenire quando si entri in ordini di grandezza nanometrici. Dal punto di vista clinico, si sa da lungo tempo che particelle inalate possono indurre malattie come, ad esempio, l'asbestosi e la silicosi. Un altro fenomeno clinico ben noto è che non pochi dispositivi impiantabili, restauri dentali ed artroprotesi tra questi, si consumano in vivo e creano micro e nanodetriti. La possibilità che detriti microscopici inorganici, chimicamente inerti, possano indurre granulomatosi anche in distretti distanti dall'impianto è un fatto conosciuto dal chirurgo ortopedico il quale è costretto a rimuovere, ad esempio, le protesi d'anca consumate perché i detriti della loro erosione provocano la formazione di tessuto granulomatoso, una degenerazione ossea e il conseguente allentamento del dispositivo. I dati che abbiamo raccolto c'inducono a pensare che una patologia possa essere iniziata dalla presenza di particelle inorganiche non metabolizzabili o per le quali, comunque, non esistano meccanismi di eliminazione. Ciò che abbiamo trovato ci dà ampia ragione di sospettare che la dimensione delle particelle, la loro concentrazione locale e la velocità con cui tale concentrazione è raggiunta possano influenzare il tipo di patologia provocata. In conseguenza di ciò, il concetto di biocompatibilità dovrebbe essere rivisto, tenendo presente il fatto che un materiale accettato biologicamente in forma massiccia può non esserlo più quando le sue dimensioni si riducano al di sotto di una determinata soglia critica. E' pure probabile che la chimica differente delle particelle, siano esse ceramiche, metalliche o plastiche, possa influenzare il rapporto fra le cellule e la superficie del materiale, il che può condurre ad una diversa reazione cellulare e, come passo successivo, ad un'espressione clinica, benché la letteratura non abbia finora mai considerato questo aspetto.

    La Storia

    A metà degli anni Novanta, in due diverse circostanze, ci capitò la possibilità di analizzare due filtri cavali che si erano rotti in vivo (i filtri cavali sono dispositivi metallici che si impiantano nel lume della vena cava inferiore per impedire l'embolia polmonare). Sulla loro superficie trovammo tracce di metalli che non appartenevano né al filtro né all'o rganismo. A quel tempo, non fu possibile spiegare il ritrovamento. A fine 1998 un paziente fu trasferito al Policlinico di Modena da un ospedale ubicato in un' altra città. Il problema da risolvere era quello di una febbre intermittente, resistente a qualsiasi trattamento, che si era istaurata oltre otto anni prima. La diagnosi emessa dai medici modenesi fu di una granulomatosi epatica e renale sulla cui origine era impossibile pronunciarsi. Per una serie di coincidenze, i reperti bioptici arrivarono al nostro Laboratorio di Biomateriali, dove furono esaminati secondo un metodo che stavamo allora sperimentando e che si giovava di un microscopio elettronico a scansione ambientale equipaggiato con una microsonda a raggi x con cui, pur con qualche limitazione, potevamo analizzare la composizione chimica elementare del campione. Con grande sorpresa dei medici fu subito evidente che quei tessuti contenevano materiale particolato inorganico la cui composizione era ascrivibile ad una ceramica i cui elementi sono estranei, tanto singolarmente quanto in qualsiasi forma legata, all'organismo umano. Inoltre, nessuno di quei composti è biodegradabile. Costatammo, poi, che il paziente portava una protesi dentaria la cui composizione chimica corrispondeva a quella che avevamo trovato nelle particelle e che la protesi era logorata in modo anomalo a causa di una malocclusione. Occorre aggiungere che quella protesi era stata impiantata appena pochi mesi prima che i sintomi insorgessero. Con quei dati era ragionevole supporre che il paziente si fosse mangiata parte della protesi, inghiottendo per anni particolato inorganico che aveva raggiunto fegato e reni. Come, non avevamo elementi per dirlo. Più di questo, cioè se le particelle avessero innescato la granulomatosi o fossero state catturate da un tessuto già patologico, non si poteva stabilire. Se i problemi erano generati dall'ingestione continua di detriti ceramici, non esistevano terapie applicabili, e la sola possibilità era quella di eliminare la fonte. Di fatto, rimossa la protesi, il paziente migliorò notevolmente, con un recesso dell'epatomegalia e dei problemi di funzionalità renale. Nel frattempo, spinti dalla curiosità per un ritrovamento così insolito, avevamo cominciato a controllare le biopsie di pazienti affetti da malattie criptogeniche, malattie, cioè malattie alle quali la medicina attuale non sa attribuire un'origine. Il primo passo fu quello di cercare altri casi di granulomatosi criptogeniche conservati negli archivi dell' Università di Modena e in quelli del Royal Free Hospital di Londra e dell' Università di Magonza con cui avevamo stabilito una collaborazione.
    Il risultato della ricerca fu che in tutti i casi che ci fu dato di osservare erano presenti particolati inorganici, e quei particolati non potevano essere di origine biologica, dato che gli elementi che li componevano non appartengono ad alcuna forma di vita. Ne consegue che questi detriti dovevano provenire da una fonte esterna attraverso una delle porte naturali del corpo umano, vale a dire l'apparato respiratorio o l'apparato digerente.

    Il ruolo dell' inquinamento ambientale, alimentare , farmaceutico

    La preoccupazione per gli effetti nocivi ambientali che derivano da corpi e particelle estranei al corpo umano sta attualmente aumentando. Da molto tempo l'inquinamento atmosferico è stato riconosciuto come una delle più importanti cause della malattia dei polmoni. Ma l'inquinamento del cibo può portare alla diffusione di inquinanti per tutto il corpo attraverso il sistema e portare a patologie degli organi più interni.Questo progetto ha come obiettivo l'indagine sulla presenza e il significato patologico di nanoparticelle in malattie di origine sconosciuta. Le forme d'inquinamento sono numerose e fonti ulteriori vengono continuamente introdotte dalle nuove tecnologie e dai nuovi stili di vita. E' da parecchio tempo che l'inquinamento atmosferico in generale è sospettato d'indurre malattie polmonari come granulomatosi e cancro, mentre silicosi (specificamente indotta dall'ossido di silicio) e asbestosi (dall'amianto) sono più tipiche di un ambiente di lavoro inquinato. Che l'aria inquinata da particolato di dimensioni intorno ai 10 micron, il cosiddetto "PM-10"c sia dannoso e che l'aria inquinata da "PM-2,5" (dimensioni sotto i 2,5 micron) lo sia ancor di più è fatto talmente noto che molti paesi hanno già preso misure di legge per ridurre quelle presenze limitando in qualche modo l'emissione di fumi, chiudendo aree cittadine al traffico automobilistico, ecc. Le esplosioni come possono accadere in guerra, nelle esercitazioni militari, nelle cave o in qualsiasi altro ambiente, condizione o circostanza sono un'importante ed aggressiva fonte d'inquinamento. In alcuni casi, la temperatura prodotta in seguito a processi militari o industriali è abbastanza alta da indurre la formazione di leghe metalliche prima sconosciute, i cui effetti sull'organismo restano da investigare Ma esiste pure una sorta d'inquinamento naturale. Durante il periodo dell'ultima eruzione dell'Etna in Sicilia, trovammo particelle di basalto sulla verdura proveniente dalla zona circostante il vulcano. Le nostre analisi dimostrano che le particelle che inquinano l'ambiente sono inspirate e si depositano negli alveoli polmonari, e di recente un gruppo belga ha osservato come il particolato da 2,5 micron attraversi la barriera alveolare per entrare nel torrente circolatorio entro un minuto e fermarsi nel fegato entro il loro tempo d'osservazione. (I ricercatori hanno impiegato particelle radioattive marcate che hanno potuto seguire solo per un'ora.) E' stato pure dimostrato come la curva che descrive l'incidenza di malattie cardiovascolari segua molto da vicino l'aumento e la diminuzione di presenza di PM 2,5 nell'ambiente, mentre non è così per le PM 10. Il cibo può costituire un'ulteriore fonte d'inquinamento. Le micro e nanoparticelle diffuse nell'atmosfera precipitano al suolo depositandosi su frutta e verdura, che diventano poi cibo per uomini edanimali. Ed inquinanti sono generalmente introdotti, per esempio, nella farina dalle macine che si consumano. Molto comune in tecnica farmaceutica è l'uso di talco, silice e altri particolati inorganici aggiunti a preparazioni orali come eccipienti, e di abrasivi inorganici immessi in dentifrici e gomma da masticare. Particelle provenienti da protesi ortopediche usurate, da ceramiche e da amalgame dentali si trovano in organi malati. Anche il fumo di tabacco contiene particolato inorganico, e questo può essere sia inalato sia assorbito attraverso la mucosa orale. Penetrando nei tessuti, le particelle avanzano per quanto le loro dimensioni consentono, arrestandosi non appena il filtro opposto dal tessuto è abbastanza stretto. Le particelle da 20 micron introdotte per via orale, ad esempio, per quanto non sempre, sono fermate in genere dalla mucosa intestinale inducendovi una reazione infiammatoria. Se le particelle vengono trasportate dal sangue, possono essere catturate da un tessuto che abbia proprietà di filtro adeguate (dove "filtro" ha un significato puramente fisico) o raggiungere il circolo polmonare oppure restare nel sangue finché non innescano una reazione trombotica. Stante l'omogeneità rilevata nei casi osservati, ogni tessuto sembra possedere una certa selettività chimica o dimensionale, ma particelle provenienti dalla stessa fonte d'inquinamento non si trovano necessariamente nello stesso organo di due pazienti diversi. E' molto probabile che esista una concentrazione di soglia caratteristica di ogni organo o di ogni tessuto, e una volta che questa sia stata superata, il tessuto dia il via ad un'" ovvia" reazione infiammatoria, in genere blanda, tesa ad autodifendersi dall'aggressione proveniente dall'esterno. Di qui le granulomatosi e l'inizio delle altre patologie osservate. Alcuni dei materiali rinvenuti sono definite biocompatibili. Nessuno, tuttavia, è biodegradabile. Alcuni, poi, come il mercurio o il piombo, sono certamente tossici dal punto di vista chimico ed è probabile che diano luogo a reazioni con sostanze presenti nell'organismo.

    Nel sito sono anche riportati casi clinici riguardanti polmoni, fegato, reni, colon e sangue. Riporto qui di seguito il pezzo riguardante il sangue:
    Secondo le prove eseguite, sangue e linfa sono gli ovvi portatori delle particelle che sono poi filtrate da organi quali fegato e reni. La circolazione è un sistema chiuso ed è impossibile dimostrare la presenza di rari corpi estranei al suo interno senza interferire aprendo il sistema e introdurre così inquinamento. Così il nostro Laboratorio dei Biomateriali ha fatto ricorso ad un metodo indiretto che ha il vantaggio di costare poco e di non soffrire d'interazioni dall'esterno. Alcuni centri che avevano impiantato ai pazienti affetti da trombosi venosa profonda o a rischio di tale malattia un filtro cavale rimovibile (il filtro cavale è un dispositivo che viene impiantato nella vena cava inferiore per arrestare l'embolizzazione di trombi verso il circolo polmonare) mandarono al laboratorio il dispositivo espiantato. Nella serie controllata da noi, i filtri erano restati in sito per periodi che andavano da 18 a 385 giorni. I trombi che questi avevano catturato furono staccati per controllare se contenessero corpi estranei, cosa che fu verificata puntualmente in tutti i casi. Si trattava di particelle più piccole di 10 micron (un globulo rosso misura 7 micron) della più svariata composizione. Alcune di queste composizioni, come solfato di bario, composti di zirconio, composti di ferro o di piombo o d'argento erano già state rilevate in altri pazienti ed in altri distretti corporei. Non ci è mai stata data la possibilità di controllare direttamente la linfa, ma tutti i campioni di linfonodi appartenenti a malati di linfoma che abbiamo avuto l'opportunità di osservare contenevano particelle inorganiche. Nei trombi osservati furono rinvenute particelle della più varia composizione, come, ad esempio, talco, solfato di bario, acciaio, composti di piombo e anche argento, solo o legato a mercurio, stagno e rame, una composizione tipica di amalgame dentarie. Ma nel sangue, così come negli altri tessuti che abbiamo considerato, si trovano combinazioni quanto mai insolite, introvabili nei manuali di chimica. Potrebbe trattarsi di nuovi composti formatesi, per esempio, negl'inceneritori o nelle fabbriche di cemento. La presenza di micro e nanoparticelle di origine estranea nel sangue non era mai stata documentata prima d'ora. E' difficile presumere che questi oggetti, tecnicamente emboli, possano viaggiare nel sangue indefinitamente. Allora, prima o poi, dovranno fermarsi da qualche parte. E' pure ragionevole pensare che essi siano trombogenici come lo è qualsiasi corpo estraneo e siano la causa di almeno qualcuno degli episodi di embolia polmonare nei quali non sia stato possibile dimostrare un focolaio di trombosi venosa profonda. E' un dato di fatto che le particelle rinvenute erano contenute all'interno di trombi e non sulla loro superficie.

    Che fare?

    Se siete arrivati a leggere fino a qui avrete capito che la situazione è veramente allarmante. Che fare allora?!

    • Materiali Dentali.
      Su questo settore occorre procedere con estrema cautela. Per primo è consigliabile che il proprio dentista sia una persona sensibile alla problematica della pericolosità dei materiali dentali, per la salute. Poi evitare i metalli e le porcellane e preferire le resine che, seppure meno valide, esteticamente e come robustezza, sembrano dare meno problemi di tossicità.
    • Cibi e bevande.
      Evitare alimenti troppo elaborati industrialmente, specie se confezionati in lattine metalliche. Preferire cibi prodotti con il metodo dell'agricoltura biologica. Per le farine e prodotti contenenti farine (pane, pasta, ecc.) preferire la macinazione a pietra. Personalmente preferisco cucinare con pentole in pirex o in ceramica da forno, piuttosto che in pentolame d'acciaio. L'alluminio è assolutamente da escludere, compreso quello della moka del caffè.
    • Inquinamento ambientale.
      Su questo aspetto, per ora, siamo impotenti perché il pericolo arriva dall'aria e dalle piogge e si diffonde ovunque senza possibilità di controllo, andando a finire nella catena alimentare dell'uomo, tramite verdure, frutta e cibo animale. Si tratta di una vera e propria crisi di civiltà. E' importante rimanere positivi, perché una bassa vibrazione interiore, contribuisce a debilitare l'organismo e il sistema immunitario, mentre pensieri e sentimenti positivi aiutano l'organismo a combattere le sostanze inquinanti.

    Una soluzione di fondo si trova nella direzione che abbiamo incominciato a percorrere con le Reti di economia solidale: dar vita ad una nuova economia rispettosa dell'ambiente e dell'uomo, che dia più importanza alle relazioni e alla salute, piuttosto che ad uno sfrenato consumismo; un'economia capace di sobrietà e che favorisca nuovi stili di vita, che non mortificano il benvivere, ma lo realizzano attraverso altri aspetti (relazioni, convivialità, collaborazione, creatività, pace, arte, bellezza ambientale, ecc), invece che nel consumismo e nella conflittualità distruttivi dell'ambiente. Ce la faremo? O andremo incontro ad una umanità sempre più debilitata da malattie croniche e incurabili? Possiamo intanto cominciare da noi stessi, rendendo positivi e costruttivi i nostri pensieri e le nostre azioni nella vita quotidiana e cercando di collegarci con tutti coloro che si impegnano nella giusta direzione.

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