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    10 settembre 2007 - Giuseppe Altieri (Agroecologo)

    Il Cavillo di Troia

    Come si tenta di imporre la commistione di coltivazioni OGM attraverso l'escamotage delle soglie di "intolleranza"

    OGM nel biologico allo 0,9% dal 1 gennaio 2009? Allo 0,1% per Decreto Ministeriale?
    Come fermare i "Cavilli di Troia" e ribadire l'unica coesistenza possibile, attraverso la tolleranza zero nel biologico.

    Il nuovo regolamento europeo sul Biologico prevede in ogni caso norme nazionali più restrittive, dal momento che, nel necessario rispetto del principio di precauzione (trattato di Maastricht) e degli Art. 1 e 32 della Costituzione italiana, manca il quadro legislativo per una contaminazione generalizzata di tutte le filiere alimentari e il conseguente obbligo a mangiare ogm per tutti i cittadini europei.
    Oggi non è ammessa alcuna presenza di ogm nei prodotti biologici. Pertanto, se Enti di certificazione consentissero tolleranze dello 0,1%, sarebbe grave e illegale, considerato che „Ogm e prodotti derivati da ogm non devono essere utilizzati nel metodo di produzione biologico“, di cui al vigente Reg.to (CEE) 2092/91, in quanto incompatibili con il concetto di produzione biologica e con la percezione che i consumatori hanno dei prodotti biologici“.
    Dal momento che in Europa e in Italia gli ogm non si coltivano e non sono possibili pertanto contaminazioni, non ha senso parlare di presenze “tecnicamente inevitabili” di ogm nei prodotti biologici, così come nelle sementi di qualsiasi natura, (a parte una sola varietà di Mais su pochi ettari in Spagna con rischi per le altre varietà di Mais). La lunga esperienza delle aziende biologiche italiane dimostra che, anche nei settori potenzialmente più a rischio (soia e mais), nessun inquinamento è ‘tecnicamente inevitabile’, adottando ogni opportuna procedura per rispettare il patto con il consumatore.

    Al contrario, la tolleranza zerogm nei prodotti biologici come nelle sementi di qualsiasi natura (la cui produzione impegna superfici limitate), non consente “commistioni di coltivazioni” con ogm. Mantenendo così la “coesistenza” di mercato tra produzioni Biologiche, Tradizionali, DOP, Europee (100% ogm free) e prodotti “ogm dichiarati” o “contaminati” extraeuropei, che dovrebbero essere etichettati anche se minori dello 0,9%.
    E’ questa l’unica forma di coesistenza possibile, diritto previsto dalle norme comunitarie e internazionali sul libero commercio e libertà d’iniziativa economica. E ribadito da una sentenza della Corte Costituzionale italiana che ha legittimato le Regioni ogm free.
    Prodotti contaminati da “ogm extraeuropei”, non devono essere certificati biologici in base alle norme europee, che prevedono tra l’altro un marchio esclusivo con denominazione d’origine per i prodotti biologici UE (oggi 100% liberi da ogm). Interessi particolari e limitati inquinamenti non devono mettere a rischio l'intero comparto bio e l'insieme dell’agricoltura europea, in quanto il Biologico (unica filiera per legge ogm free) protegge di fatto tutto il sistema agricolo tradizionale europeo, quale barriera alle possibili commistioni con ogm.

    L’accettazione di un qualsiasi livello di tolleranza di ogm nei prodotti biologici, pur consentendo certificazioni private 100% ogm free, renderebbe possibili “inquinamenti” generalizzati degli alimenti, aprendo di conseguenza alle commistioni di coltivazioni ogm, che “contaminerebbero” tutte le altre forme di agricoltura, con danni irreversibili derivanti dalla “violazione della coesistenza” (Dianora Poletti, atti del Convegno dei Giuristi di Pisa 7-8 Luglio 2005 “Regole dell’Agricoltura Regole del Cibo”). La possibile commistione di coltivazioni comporterebbe l’accettazione obbligata di “tolleranze di ogm” in tutte le filiere agroalimentari, in contrasto con la libertà di iniziativa economica degli agricoltori biologici e tradizionali, col diritto di libera scelta del cittadino, con la tutela della biodiversità e tipicità delle produzioni tradizionali europee e della salute dei consumatori (Principio di Precauzione). Una rinuncia definitiva e irreversibile alla (co)“esistenza” delle produzioni biologiche e tradizionali europee, 100% ogm free.
    Che rappresentano un "Diritto precedente" che non può essere sottomesso.

    Una qualsiasi soglia di tolleranza, "limite di rilevazione arbitrario" o "matematicamente arrotondato", negli alimenti come nelle sementi, farebbe venir meno il “principio di responsabilità sull'inquinamento e la contaminazione genetica”, al fine di garantire il pagamento dei danni da parte dei responsabili, nei confronti dei produttori biologici ogm free.
    A tal proposito occorre precisare che le cosiddette bio-energie vanno limitate alle forme naturali tradizionali, ai sottoprodotti agricoli o a colture destinate nei set aside, rigorosamente ogm free e senza impiego di mezzi chimici di sintesi (energia fossile non rinnovabile). Nessuna coltivazione ad altri fini (tessili, farmaceutici, ecc.) può giustificare rilasci di ogm nell’ambiente, che contaminerebbero irreversibilmente tutto il settore agroalimentare.

    Non si comprende come mai il testo di un Decreto Ministeriale, sottoposto ad una riunione tecnica con le Regioni, preveda che „la soglia di presenza accidentale di OGM nei prodotti biologici destinati all’alimentazione umana o animale, non deve superare il limite tecnico analitico di rilevabilità dello 0,1%, consentito eslusivamente per presenze accidentali e tecnicamente inevitabili“. Se si parla di presenze, seppur accidentali, come si può parlare allo stesso tempo di limite di rilevabilità? Come si può garantire l’assenza di ogm attraverso una presenza tollerata?
    Lo 0,1% (1 grammo per kg) rappresenta una vera e propria soglia di tolleranza, valore enorme rispetto ai limiti tecnici di rilevabilità degli ogm. Secondo il Centro Ricerca di ISPRA (Marco Mazzara, Guy Van den Eede: “Ogm, problematiche analitiche e nuove tecnologie di rilevazione”- Atti del Convegno al Centro Congressi Milano,10 ottobre 2002) il LOD (limite di rilevazione) teorico è 0,0026% per il Mais, 0,00125% per la Soia, 0,0173% per il Frumento. Per problemi legati all'estrazione e purificazione del DNA, a basse concentrazioni di ogm i dati quantitativi (LOQ) sono invece molto variabili e meno precisi. Pertanto, introdurre una qualsiasi soglia di tolleranza renderebbe impossibili i controlli, con contestazioni dei risultati delle analisi (come accade comunemente per gli alimenti convenzionali).

    Per garantire l’assenza di ogm, i dati delle analisi devono essere valutati in senso qualitativo (presenza/assenza), evitando definizioni legislative dei limiti di rilevabilità, che dipenderanno dalla massima sensibilità possibile dei metodi d’analisi disponibili. Al di sotto della quale non c'è presenza di ogm nei campioni d’analisi, in quanto "non rilevata". Per cui si presume che anche il lotto di riferimento sia esente da ogm. Presenze accidentali sono, pertanto, solo quelle che non vengono rilevate attraverso le analisi, ovvero che sfuggono al controllo, o che non si riescono a “ripetere” in più campioni (per gli aspetti legali). E non quelle al di sotto di una soglia predefinita (tolleranza). L’analisi è tecnicamente in grado di rilevare anche un singolo Dna transgenico, ovvero “qualsiasi presenza”, dal momento che esso viene riconosciuto e moltiplicato fino alla sensibilità degli strumenti. E come in ogni analisi vi sono “limiti di ripetibilità”. A bassissime presenze, infatti, la possibilità di rilevare ogm in un lotto dipende dal campionamento e dalla metodologia dell’analisi PCR Real Time. Più campioni si analizzano e maggiore è il numero di cicli di replicazione del Dna, maggiore è la probabilità di rilevare presenze. Che qualche ogm possa sfuggire ai controlli (contaminazione accidentale) può anche essere inevitabile ma la presenza di ogm, nel biologico come nelle sementi, quando è rilevata, deve essere perseguita, al fine di garantire il pagamento dei danni da parte dei responsabili.
    Cosa, poi, dica la legge lo precisa, la decisione della Commissione UE del 02/09/2003 (G.U.C.E. L 230/34 del 16/09/2003) che, al punto 55, afferma, con forza vincolante per chi tale normativa deve applicare: “la direttiva 2001/18/CE non prevede alcun valore soglia (de minimis) in relazione alla presenza accidentale o tecnicamente inevitabile di OGM non autorizzati nelle sementi. Di conseguenza gli Stati membri non hanno il potere di determinare le quantità di OGM considerate pericolose, né – quindi - di stabilire tali soglie”.

    Un Decreto Ministeriale che introducesse una soglia di tolleranza dello 0’1% avrebbe pertanto un effetto controproducente, in quanto attualmente siamo in regime di tolleranza zero e non sarebbe legittimo dal momento che il Regolamento che consente una tolleranza di ogm nel biologico entrerà in vigore, semmai, solo dal 2009.

    Si richiedono pertanto leggi nazionali, nel rispetto delle attuali normative in materia di Agricoltura e Zootecnia Biologica, che prevedano:
    - Tolleranza zerogm nei prodotti e alimenti biologici e nelle sementi di qualsiasi natura.
    - Etichettatura obbligatoria per qualsiasi livello di presenza di ogm in tutti gli altri prodotti agroalimentari, anche al di sotto dell’attuale limite di tolleranza dello 0,9%.
    - Norme Regionali/Nazionali di Coesistenza che prevedano il divieto di rilascio ambientale di qualsiasi ogm.
    - Divieto di importazione di sementi da aree a coltivazioni ogm. E modifica del Decreto MIPAF 27 novembre 2003:"Campagna di semina-Modalità di controllo delle sementi di mais e soia per la presenza di ogm", alleg. "Procedura per l’esecuzione delle analisi", definita dall'ENSE (GU n. 281 - Serie generale-pagg.38-40), oggi in vigore, che chiarisca la lettura in senso qualitativo (LOD) dei risultati delle analisi (presenza/assenza), e non approssimando alla prima cifra decimale, dal momento che la legge prevede l'assenza di ogm.
    - Sospensione immediata delle deroghe per l’uso di sementi non biologiche in Agricoltura Biologica e di percentuali di alimenti convenzionali nella zootecnia biologica, facilmente sostituibili con quelli da aziende in conversione al biologico, in regime di controllo.
    - Divieto di importazione di ogm per qualsiasi destinazione sotto forma di semi vivi (mais, soia, colza, cotone, biocarburanti, ecc.) che potrebbero contaminare l’ambiente.
    - Divieto di somministrazione di alimenti contenenti ogm negli e appalti pubblici.
    - Esclusione da qualsiasi aiuto comunitario in caso di produzioni contaminate da ogm.
    - Pagamento dei danni da inquinamenti, contaminazioni e commistioni in genere da parte dei responsabili (proprietari dei diritti, produttori di ogm e commercianti).
    - Abrogazione dei diritti di brevetto sulla vita, patrimonio comune di tutti gli esseri umani. Anche perchè gli ogm non sono stabili e i geni non sono invenzioni ma scoperte.
    - Definizione di una legge nazionale a protezione del germoplasma autoctono, con mappatura genetica e pagamento dei diritti pubblici in caso di usi privati commerciali.
    - Consultazione popolare nazionale, prevista dalla Direttiva Comunitaria, prima di ogni decisione in materia di ogm e nel rispetto degli art.1 e 32 della Costituzione Italiana.
    - Ricorso alla Corte di Giustizia Europea per illegittimità del nuovo Reg. sul Biologico.

    -------------------Nota stampa -------------------

    Al Presidente Coldiretti Segio Marini, Al Ministro De Castro, A tutti i Paralmentari

    Le produzioni agroalimentari biologiche e tradizionali italiane ed europee sono incompatibili con gli ogm: una nega l’altra.

    Le “commistioni” con gli ogm comportano il reato di mancato rispetto della “coesistenza” delle diverse forme di agricoltura e dei prodotti in commercio.Non è meglio farla finita una volta per tutte con gli ogm, visto che neanche esistono in natura?

    E’ possibile che qui in Europa qualcuno sia talmente folle da introdurre "soglie di tolleranza", quando non ci sono coltivazioni ogm? ... invece di approfittare dell'occasione per conquistare i mercati che chiedono il biologico 100% ogm free italiano ed europeo...

    Per le Multinazionali, la partita sugli ogm non ha prezzo... la contropartita è il controllo totale dell'alimentazione del pianeta e della salute dei consumatori.

    Ma i Consumatori Europei all'80% sono contrari agli ogm !!

    E' ora di dichiarare l'Europa Libera da ogm (iniziando dall'Italia).

    E abolire i diritti di brevettabilità della vita, patrimonio comune di tutti gli esseri umani. Anche perchè gli ogm non sono stabili e i geni non sono invenzioni ma scoperte.

    Altrimenti qualcuno (agricoltori, sementieri europei, consumatori, madri e bambini...) scenderà in piazza e farà causa all'Europa e a chi commercializza prodotti biologici contaminati da ogm, per mancato rispetto del principio di diritto alla propria "esistenza", oltre che di quello di "Precauzione".

    E, per ora, se per qualcuno Zero corrispondesse a 0,1%, non è detto che, per qualche Giudice 0,1 non corrisponda invece alla "negazione dell'assenza di ogm" e alla corrispondente "negazione della certificazione del prodotto come biologico".

    Ma dal momento che tutti stiamo parlando di assenza di ogm fino alle soglie di rilevabilità tecnica, sia assodato pertanto che Nessuna Tolleranza di OGM è consentita nelle produzioni e negli alimenti Biologici, fermo restando che qualsiasi traccia si rilevi, indipendentemente dal metodo d’analisi in un qualsiasi prodotto (alimentare, cosmetico, tessile, produzioni energetiche, ecc.) o nei semi, quel prodotto non può essere considerato Biologico. E nel caso di semente dev'essere sequestrato e rispedito al mittente.

    Giuseppe Altieri

    Approfondimenti

    http://www.mangiacomeparli.net

    http://www.agernova.it

    http://www.agroeco.org

    http://www.foodfirst.org

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