Due importanti iniziative anti O.G.M. :
1)Consultazione popolare nazionale
2) Raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare istitutiva di un referendum sugli OGM
Una grande battaglia di civiltà per un futuro migliore dell’umanità,
per un modello di sviluppo che punta all’ecologia e alla qualità
Dal 15 settembre al 15 Novembre di quest’anno avrà luogo in Italia una battaglia fondamentale contro la coltivazione e il consumo degli organismi geneticamente modificati, che le grandi multinazionali produttive e finanziarie e i vertici di grandi istituzioni internazionali cercano di imporci. In testa sta l’organizzazione mondiale per il commercio, ma corresponsabili sono anche una parte delle istituzioni europee, compresa la Commissione.
Sia chiaro che i popoli vogliono autoderminare la qualità del proprio cibo, del proprio ambiente, del proprio futuro e del proprio modello produttivo e non subire l’imposizione dall’alto di organismi di potere legati a grandi interessi finanziari a loro estranei.
• Inquinamento transgenico della vita microbica del suolo e quindi, anche per questa via, di tutta la catena della vita (piante, animali, uomini).
• Instabilità delle specie manipolate geneticamente che possono produrre altre specie con caratteristiche non controllate e anche specie sterili
• Aumento esponenziale delle allergie e intolleranze. Nuove malattie su animali e uomini.
• Ogni tipo di manipolazione (teoricamente sono infinite le manipolazioni possibili sulla catena genica) ha un suo rischio specifico. Per esempio, mettendo in un organismo vegetale un gene che gli fornisce maggiore tolleranza ad un diserbante o difesa verso un parassita (come si è cercato di fare) si contribuisce a selezionare erbacce e parassiti che diventano rapidamente resistenti a quei principi attivi. Per di più nelle nuove piante modificate, oltre al aspetto che si è cercato di introdurre, compaiono anche altri aspetti non previsti (esempio: maggiore lignina)
• Controllo monopolistico dei semi e quindi degli alimenti, a causa del meccanismo della brevettabilità delle specie viventi modificate geneticamente.
• Distruzione della grande tradizione agraria europea e scomparsa dei cibi di qualità che da essa derivano, rendendo l’agricoltura dipendente da poche multinazionali, che hanno come fine soltanto il profitto. In particolare andrebbe perso, per il settore alimentare, il valore del “made in Italy”, fatto di coltura millenaria, tradizioni, sensibilità, territori, microambienti, popolazioni.
Tutti i cittadini sono invitati ad esprimersi in occasione della Consultazione nazionale promossa dalla Coalizione “ItaliaEuropa – LIBERI DA OGM”, un ampio schieramento delle maggiori organizzazioni degli agricoltori, dell’artigianato, della piccola e media impresa, della moderna distribuzione, dei consumatori, dell’ambientalismo, della scienza, della cultura, della cooperazione internazionale, che dal 15 settembre al 15 novembre 2007 chiama i cittadini ad esprimersi sul modello agroalimentare italiano, rispondendo al quesito:
“Vuoi che l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità, siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da OGM?”
La Consultazione nasce dalla volontà di coinvolgere tutti i cittadini, non come consumatori passivi, ma come fruitori attivi dei propri diritti, nella scelta e nella condivisione dei processi decisionali. E dall’auspicio di favorire la formazione di un progetto politico integrato, finalizzato a difendere e valorizzare la qualità e le identità territoriali della nostra agricoltura e della nostra produzione alimentare, facendone un motore strategico di sviluppo del Paese.
( http://www.liberidaogm.org )
La seconda iniziativa è una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare istitutiva di un referendum sugli OGM. La legge è stata depositata presso la Corte di cassazione il 20 Luglio e la raccolta di firme a suo sostegno è iniziata in settembre e dura 6 mesi.
La legge proposta è composta da un solo articolo che è il seguente:
Articolo 1
(Referendum popolare)
In applicazione ed attuazione di quanto disposto dalla Direttiva 2001/18/CEdel Parlamento Europeo e del Consiglio CE e dalla legge 15 gennaio 2004, n. 27, di
ratifica ed esecuzione del protocollo di Cartagena, richiamato dall’art. 32 della
Direttiva 2001/18/CE, che prevedono la consultazione del pubblico, prima di
introdurre gli OGM (organismi geneticamente modificati) sul territorio nazionale,
nell’ambiente, in agricoltura e nell’alimentazione umana ed animale, il corpo
elettorale deve essere interpellato, tramite referendum consultivo nazionale indetto
dal Governo, con le modalità previste dalla legge sul referendum abrogativo in
quanto applicabili, da tenersi in un giorno scelto dallo stesso Governo. Il parere sarà
quello espresso dalla maggioranza dei votanti.
Il quesito referendario sarà: "Volete che gli organismi geneticamente
modificati, detti OGM, e loro derivati, siano introdotti, coltivati, prodotti in Italia,
sotto ogni forma, diffusi nell’ambiente, contenuti nell’alimentazione umana ed
animale, si o no?".
L’informazione del pubblico sull’argomento, nei due mesi precedenti la
consultazione, deve essere fornita dai mezzi radiotelevisivi pubblici e privati secondo
le regole previste per le consultazioni elettorali generali, provvedendo, in ogni caso,
a che gli spazi informativi, riservati ai favorevoli e ai contrari all’introduzione degli
OGM sul territorio, siano ripartiti in forma paritaria”
Anche se questa seconda iniziativa non è promossa da un ampio schieramento di forze come la prima, è tuttavia da sostenere con uguale convinzione.
Informazioni sul link http://www.sovranitalimentare.net/leggipopolari/default.htm.
• Non è vero che producono di più delle buone varietà tradizionali
• Non è vero che per la loro coltivazione occorrono meno erbicidi e pesticidi
• Non è vero che è possibile la coesistenza fra colture OGM e colture tradizionali e/o biologiche, come le recenti leggi europee ci vogliono imporre. Coltivare OGM significa distruggere tutto il resto nel giro di pochi decenni.
In pratica mentre la seconda iniziativa vuole sollecitare lo stato a fare una consultazione popolare sugli OGM, come da possibilità prevista dalle stesse istituzioni europee, la prima iniziativa passa direttamente all’azione, senza attendere lo Stato italiano e promuove una consultazione popolare autorganizzata, al di fuori delle disposizioni legali, al fine di dimostrare subito che il popolo italiano non vuol farsi imporre la coltivazione di organismi geneticamente modificati e la loro immissione sul nostro ambiente e sulle nostre tavole. Cosa che tuttavia è purtroppo già in parte avvenuta, perché molti derivati del mais e della soia transgenici sono contenuti come ingredienti in numerosi preparati alimentari. Anche molti allevamenti di animali usano mangimi contenenti mais e soia, che facilmente possono contenere OGM.
Siccome anche la consultazione popolare, per avere efficacia legale, dovrà avere come sbocco un vero referendum (o una consultazione legale) contro gli OGM, si può dire che le due iniziative sono del tutto compatibili e anche complementari, rafforzandosi a vicenda.
invitiamo i visitatori del sito ad iscriversi al Notiziario gratuito on line della Associazione REES Marche, mandando una richiesta a res-redazione@liste.resmarche.it
Infatti attraverso di esso invieremo tutte le notizie che ci perverranno su come e dove partecipare alle due iniziative, firmando il quesito della consultazione e firmando il sostegno alla legge di iniziativa popolare.
La battaglia contro gli OGM è una battaglia fondamentale di questo secolo, per l’agricoltura, per la società, per la salute, per il futuro, per la civiltà. Occorre organizzarsi per impedire la coltivazione dove ancora non c’è (Europa), e per renderla fuorilegge dove già c’è (USA, Argentina, Canada, ecc). Occorre dichiarare illegale la legge europea sulla coesistenza e anche la legge che tollera una contaminazione dello 0,9 % sugli alimenti biologici e fare in modo che le regioni siano sovrane nel decidere le proprie politiche agricole. Ma poiché c’è anche il pericolo che alcune regioni possano dichiararsi favorevoli alla “coesistenza”, l’aspetto più importante è che si crei un forte movimento popolare di consumatori e cittadini che sostenga di non volere alcun prodotto che proviene dai paesi e dalle regioni che tollerano la coltivazione di OGM.
Riassumendo, ecco alcune battaglie fondamentali:
1. Contro gli accordi commerciali che limitano la possibilità di libere programmi agricoli da parti di stati e regioni (è la politica, soprattutto quella locale, che deve regolare l’economia e non l’economia finanziaria speculativa che deve regolare e vanificare la politica e le istituzioni liberamente elette)2. Contro le leggi europee che tendono a portarci verso la coltivazione degli OGM. Contro l’Europa dei poteri forti, per l’Europa dei popoli.
3. Contro il servilismo di quei politici e scienziati che mirano solo ad ottenere denaro, prestigio e potere, attraverso la compiacenza verso le multinazionali del transgenico.
4. Per leggi regionali che siano contro ogni forma di coltivazione ogm e contro ogni immissione sul mercato di alimenti contenenti ogm
5. Per un forte movimento di consumatori e cittadini che boicottino totalmente prodotti che hanno rischio di presenza OGM
E intanto andiamo tutti a firmare!!