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    18 gennaio 2008 - Loris Asoli
    Fonte: Bolletino Rees Marche

     

    Il Sistema Economico Vigente

     

    Può essere chiamato "capitalismo finanziario neoliberista globalizzato".
    La parola "capitalismo" sta ad indicare che il potere economico è nelle mani di chi ha grandi capitali da gestire. Capitalismo significa anche che le aziende vengono create con l'apporto di capitale privato il quale, oltre a produrre beni e servizi, ha lo scopo della propria riproduzione e ampliamento attraverso i profitti e utili d'impresa.
    L'aggettivo "finanziario" sta ad indicare che il potere sta più nell'aspetto finanziario dell'economia che non in quello produttivo e che il settore produttivo è ormai assoggettato al controllo del capitale finanziario. L'aggettivo finanziario sta anche ad indicare che sono possibili ingenti utili senza far niente altro che scrivere cifre sul computer e che sono facilmente possibili ingenti imbrogli.
    L'aggettivo "neoliberista" sta ad indicare che viene data sempre più importanza all'aspetto della concorrenza e della liberalizzazione dei mercati, tendendo ad eliminare ogni protezionismo locale e, con ciò, ogni possibilità di manovra da parte delle autorità locali. Significa anche che si vuol accentuare la componente dell'economia concorrenziale d'impresa, a scapito della cosiddetta economia sociale (educazione, sanità, beni e servizi primari) e dell'economia pubblica, che nel passato recente avevano un maggiore peso e importanza.
    L'aggettivo "globalizzato" sta a significare che l'alta finanza speculativa vuol cercare di portare il proprio dominio in tutto il mondo, avendo le mani libere di poter fare ciò che vuole. Significa che vengono create grandi imprese transnazionali che attuano una rete internazionale di scambi sia dal lato degli acquisti che delle vendite, al fine di aumentare il dominio del capitale finanziario speculativo internazionale. Significa che le grandi società bancarie-finanziarie si muovono liberamente in tutto il mondo per cercare di portare ovunque il dominio dei propri azionisti e proprietari.

    L'attuale sistema capitalista è intrinsecamente basato sulla "guerra di tutti contro tutti". Il suo principio operativo è: "mors tua vita mea" (la tua morte è la mia vita e il mio successo). Esso costringe gli individui a lottare gli uni contro gli altri, all'interno della lotta delle imprese e degli stati per conquistare il mercato. Si alimenta così nell'animo umano lo spirito di lotta e di guerra, tanto è vero che la società attuale è pervasa di aggressività e violenza sia nei paesi ad economia industriale avanzata che nei paesi sottosviluppati. Certamente non è l'unico fattore scatenante le guerre e i conflitti, ma altrettanto certamente è uno dei principali.
    Mentre dal punto di vista dello sviluppo tecnico, la nostra economia è molto avanzata e continua a progredire (su questo punto c'è solo da chiedersi se tutto ciò che è possibile sia anche buono, e la risposta è certamente "no"), dal punto di vista dei rapporti sociali di produzione essa si trova a prima dell'età della pietra: tutti sono in lotta contro tutti nel cercare il vantaggio personale e la via per emergere. E in questo modo tutti finiscono per essere perdenti, soprattutto dal punto di vista dello sviluppo e perfezionamento dell'anima, dell'interiorità dell'uomo (mondo del pensiero, del sentimento, delle emozioni, intenzioni, immaginazioni, sensibilità artistica, nuove capacità, sviluppo di nuovi sensi, ecc ), che, per la maggior parte delle persone, rimane ad un livello primitivo. Si può dire che si favorisce l'attivazione di una psiche umana di basso livello, costretta ad occuparsi sempre del proprio interesse immediato e di come battere gli altri individui. Naturalmente vale anche il viceversa: una bassa psiche produce il corrispondente sistema e i due processi si alimentano a vicenda.
    I meccanismi economici e di potere che sono stati creati fanno sì che si realizzi il principio: "i ricchi e potenti siano sempre più ricchi e potenti e i poveri sempre più poveri". Nonostante l'enorme progresso scientifico e tecnico, nonostante le enormi eredità di beni e conoscenze, che ogni generazione lascia alle successive, una grossa fetta della popolazione mondiale vive ancora nell'indigenza e nella sofferenza. Anche molti di coloro che vivono in un apparente benessere sono insicuri e infelici. C'è una grande concentrazione di ricchezza e potere in poche mani, invece che benessere per tutti.
    La produzione di grandi accumuli individuali orienta il sistema anche verso grandi produzioni di lusso, che rappresentano un furto verso coloro che vivono nella più assoluta indigenza. Le energie produttive vengono dirottate, dai meccanismi falsati del mercato, verso produzioni non prioritarie. Grandi energie devono anche essere impiegate per il settore della pubblicità che è spesso ingannevole e fuorviante.
    Una serie di altri fenomeni negativi sono ugualmente intrinseci al sistema, strutturalmente inevitabili. Per esempio, la presenza di un certo tasso di disoccupazione al posto dell'uso di tutte le risorse umane disponibili, l'emarginazione dei più deboli dal processo produttivo, in quanto per battere la concorrenza i più deboli sono di intralcio, e ancora la presenza di un certo tasso di aziende che falliscono e di debitori che non pagano i loro creditori.
    Intrinseca al sistema è anche la non trasparenza. La più ingente è quella del sistema bancario internazionale, attraverso il quale passa il riciclo degli utili delle attività criminali, il passaggio di risorse ingenti nei paradisi fiscali, la creazione del denaro dal nulla, il finanziamento di guerre e attività criminose e speculative.
    Un altro notevole settore di non trasparenza è quello delle conoscenze tecniche, le quali, invece di essere trasmesse e generalizzate per il bene di tutti, sono occultate il più a lungo possibile per mantenere il vantaggio sulla concorrenza.
    Con la globalizzazione si globalizza lo sfruttamento dell'uomo e delle risorse della natura. Si cerca la manodopera a prezzo stracciato e a tutela zero per tutto il globo, facendo girare le merci da e per tutto il mondo, con un aumento massiccio dei trasporti e dell'inquinamento. Inoltre tutto il mondo diventa una discarica per i paesi sviluppati.
    Dal punto di vista ecologico, una guerra d'annientamento è in corso verso l'ambiente e la natura, quando sarebbe più che ragionevole e bello di poter dedicare energie al miglioramento ambientale. Per fortuna madre terra Gaia si ribella e non sarà l'uomo ad averla vinta, a suo danno ma anche a suo beneficio.
    Altro fenomeno di degrado morale è che siamo di fronte ad una massiccia prostituzione dell'intelligenza umana verso il capitale finanziario, nei settori dell'informazione, della politica, della cultura, della ricerca e in altri settori.

    Infine, uno degli aspetti più inquietanti dell'attuale sistema di potere è che esso è retto da istituzioni internazionali che non hanno nessuna base democratica e che dettano legge in tutto il mondo, provocando grandi danni a molte popolazioni: G8, OMC organizzazione mondiale per il commercio, Fondo monetario internazionale, Banca mondiale, Banche centrali.

    Oltre a questi aspetti negativi che ho evidenziato, il sistema capitalista (ma non l'attuale sistema, che è la sua degenerazione a base finanziaria occulta) ha anche degli aspetti positivi, che occorre realizzare anche attraverso il sistema dell'economia solidale, ampliandoli e perfezionandoli. Ne elenco alcuni.

    La concorrenza stimola l'innovazione tecnologica e dei processi produttivi, stimola ricerca e creatività e tende a far incrementare la produttività. In un sistema sano dovrebbe portare ad una diminuzione continua dei costi e ad un aumento del benessere sociale. Anche in un sistema ad economia solidale, ricerca, creatività ed innovazione dovranno essere favorite, anche se in modo diverso.

    Il sistema capitalista dà spazio alla libertà d'impresa: in teoria ogni individuo che ha un'idea, un talento, un interesse, una conoscenza, una competenza e capacità, un impulso, potrebbe cercare di fondare un'impresa per realizzare la sua idea produttiva. In realtà è sempre più difficile fondare imprese senza disponibilità di grandi capitali e senza poter essere stati all'interno dei settori chiave di aziende corrispondenti già esistenti. Nell'economia solidale dovrà essere maggiormente facilitata la fondazione di imprese in un contesto di dialogo sociale sul territorio.

    Nelle imprese attuali, c'è una responsabilizzazione degli individui che le creano, nel senso che il loro reddito è collegato alla produttività, alla capacità d'innovazione, alla passione, all'impegno. Anche la responsabilizzazione creativa dovrà essere mantenuta e potenziata nell'economia solidale, ma per altre vie e con altri stimoli.

    Nelle imprese si cerca anche di mettere nei posti di responsabilità le persone più adatte, più capaci, più motivate, più attive e impegnate. Anche questo dovrebbe rimanere e venir potenziato. Le degenerazioni odierne in realtà spesso non fanno cercare i più adatti e motivati, ma i più scaltri e senza scrupoli nel fare profitti.

    Il sistema capitalista di mercato genera una offerta ricca e differenziata che lascia ampia libertà di scelta al consumatore. Anche questo aspetto non dovrebbe venire meno, nel senso che, pur all'interno di un principio di sobrietà ecologica, pur eliminando beni inutili, beni dannosi, beni di privilegio, pur introducendo un aspetto di pianificazione economica che sale dai territori, dovrà comunque essere possibile favorire la differenziazione e ricchezza delle offerte. Anche su questo ci sono oggi delle grandi degenerazioni, nel senso che le grandi multinazionali tendono a standardizzare l'offerta in tutto il mondo e a ridurre drasticamente la biodiversità nei beni più preziosi, quelli alimentari.

    In sostanza, per l'economia solidale sarà possibile eliminare gli aspetti negativi dell'attuale sistema economico, conservandone in modo diverso quelli positivi e potenziandoli.

     

     

     

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