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    4 settembre 2006 - Leonardo Valenti e Paolo Pinciaroli
    Fonte: Bollettino Res Marche N°4 Anno 1 - 04 luglio 2005

    L´Agricoltura Biologica nelle Marche

    • Definizione e Normative

      L’agricoltura biologica è un metodo di produzione conosciuto per il fatto che vieta l’uso dei prodotti chimici di sintesi (concimi, antiparassitari, anticrittogamici, diserbanti).Gli agricoltori che adottano questo tipo di conduzione agricola devono rispettare un disciplinare di coltivazione, che è uguale in tutto il territorio dell’Unione Europea (Reg CEE 2092/91 e successive modificazioni), e assoggettarsi alle visite degli ispettori di un Organismo di Controllo “terzo”, conforme alle norme UNI 45011, riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. L’allegato I del regolamento CEE detta le norme tecniche di produzione:

      • la fertilità e l’attività biologica del suolo devono essere mantenute o aumentate in primo luogo mediante la coltivazione di leguminose, di colture da sovescio o di vegetali aventi apparato radicale profondo, nell’ambito di un adeguato programma di rotazione pluriennale;
      • la difesa fitosanitaria ha carattere preventivo e si impernia sulla scelta di specie e varietà adeguate, appropriati programmi di rotazione colturale, lotta meccanica e biologica.
      Quando il metodo di coltivazione biologica è correttamente applicato le produzioni sono confrontabili con quelle ottenute con il metodo convenzionale, il quale normalmente ha trascurato la buona pratica agricola, degradando la fertilità dei suoli marchigiani, come si desume dai dati del laboratorio agrochimico dell’ASSAM, (pubblicazione: Dall’analisi del Terreno al consiglio di concimazione – anno 2001).

       

    • Gli Inizi negli anni ‘80

      Dietro la spinta di iniziative pionieristiche di produzione e trasformazione, nate agli inizi degli anni ’80, gli agricoltori biologici marchigiani hanno potuto cimentarsi in questa loro attività già da quella data crescendo sia in numero che in esperienza. In questo ha avuto un ruolo importante l’Ente pubblico (Regione, Province e Comuni) che ha destinato a questo settore finanziamenti per compensare gli effetti positivi sull’ambiente prodotti dall’agricoltura biologica. L’impatto minore dell’agricoltura biologica sull’ambiente, intuibile dalla sua definizione, sono stati riconosciuti da studi scientifici anche recenti, come, per esempio, la ricerca della Washington State University, pubblicata da “Nature” nel 2001, che, confrontando 5 anni di analisi tra agricoltura biologica, convenzionale e integrata, mette in evidenza la maggiore sostenibilità, efficienza energetica e redditività dell’agricoltura biologica.

    • L’Evoluzione del Settore

      L’Elenco Regionale degli Operatori biologici è tenuto dall’ASSAM sulla base delle notifiche presentate dagli operatori e delle comunicazioni degli Organismi di Controllo. (tabella 1). La flessione nel numero degli operatori nel biennio 2002 – 2003, dovuta ad una temporanea riduzione delle risorse impegnate nella Misura F2 del PSR (Piano di sviluppo rurale), non ha comunque interrotto la crescita della superficie investita a conduzione biologica, facendo innalzare la superficie media aziendale a 30 ha per l’anno 2004, ben al di sopra dei 7,61 ha della media regionale. Volendo rapportare i dati del biologico del 2004 con gli ultimi disponibili a livello regionale del settore agricolo si evidenzia una consistenza delle aziende biologiche pari al 3,13% con una Superficie Agricola Utilizzabile (SAU) che invece raggiunge il 12,35% di quella regionale. La ripartizione colturale della SAU tra le principali colture praticate nel 2003 mette in risalto la vocazione cerealicolo – viticola della nostra regione. L’evoluzione del settore nella regione ha seguito lo stesso andamento riscontrato a livello nazionale, come visibile dal sito del Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica (SINAB) gestito dal MIPAF, (tabella 2) con una flessione nel numero delle aziende nel 2002 – 2003 che si è ripercossa anche nella superficie biologica cosa che invece non si è prodotta nella Regione Marche. Nel panorama nazionale, nell’anno 2003, le Marche si situano al 9° posto per numero di produttori dopo Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Emilia Romagna, Piemonte, Lazio e Toscana.

    • Gli organismi di Controllo

      Due dei 16 Organismi di controllo autorizzati ad operare in Italia hanno la sede centrale nelle Marche: Istituto Mediterraneo di Certificazione s.r.l. a Senigallia (AN) e Suolo e Salute s.r.l. a Fano (PU). Durante le visite annuali in azienda l’ispettore dell’Organismo di Controllo, nel caso di sospetto sulla corretta conduzione biologica, può prelevare campioni di terreno o prodotto per sottoporlo ad una analisi per la ricerca di pesticidi o diserbanti non ammessi. Le azioni di controllo sono indispensabili per ottenere il marchio “agricoltura biologica – regime di controllo CEE” da apporre in etichetta, necessario per la commercializzazione del prodotto biologico. Lo Stato e la Regione svolgono una azione di vigilanza sulle strutture autorizzate al controllo e certificazione delle produzioni biologiche.

    • Trasformazione e Commercializzazione

      La Regione Marche ha visto nel 1981 e 1982 le prime iniziative di produzione e trasformazione del prodotto principale marchigiano, i cereali, in pasta biologica ad opera diretta dei produttori agricoli. Le Aziende di trasformazione e commercializzazione delle produzioni biologiche sono attualmente 135 e coprono tutti i settori agroalimentari, dall’orto-frutta al vino, dall’olio alla carne, con esportazioni anche all’estero e un fatturato stimato di oltre 60 milioni di euro. Scendendo nei particolari delle produzioni regionali, dopo una prima crescita delle iniziative legate alla trasformazione del prodotto principe regionale, il grano duro, si sta assistendo ad una fase di riflessione e ripensamento con la tendenza ad evidenziare sempre più la provenienza della materia prima regionale per cercare di contrastare la forte concorrenza del mercato globale. Contemporaneamente le aziende biologiche stanno investendo nella ristrutturazione aziendale (il 25% delle domande accolte nella Misura A del Piano di Sviluppo Rurale), nella diversificazione delle produzioni, nell’offerta di ospitalità e di servizi (agriturismo, fattorie didattiche) per accorciare sempre più la filiera produttiva e arrivare direttamente al consumatore.

    • La Zootecnica

      Dal 1999, anno in cui è uscito il Regolamento sulla zootecnia biologica anche, questo settore si è iniziato ad organizzare cercando di adeguare le proprie produzioni alle rigide norme comunitarie. La zootecnia biologica regionale, al 31 dicembre 2003, può contare su 160 aziende di cui 70 con bovini principalmente da carne, 57 con pecore, 4 con capre, oltre a 12 aziende che allevano suini e 17 aziende avicole per la produzione di carne e uova.

    • L’Agriturismo

      Le Marche risultano al secondo posto (dopo la Toscana) tra le regioni italiane per numero di agriturismi (41) nei quali si producono e si utilizzano cibi biologici.

    • Associazionismo

      Sul versante dell’associazionismo dei produttori biologici sono operativi nella Regione tre associazioni: Terra Sana Marche con sede a Montefelcino (PU) che associa mediamente 600 agricoltori, AMAB Marche con sede a Senigallia (AN) con mediamente 500 agricoltori e l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica con sede a Urbino che associa una decina di aziende biodinamiche.

    • Gli Impegni della Regione Marche

      In questo scenario dinamico e innovativo la Regione Marche ha svolto un ruolo di primo piano, convogliandovi risorse proprie, nazionali e comunitarie, incentivandone la coltivazione e promuovendone la conoscenza e il consumo. Questi obiettivi sono stati perseguiti con una serie di leggi regionali che si sono susseguite dal 1990 con L.R. 57/90; 44/92; 76/97 e 4/02. Con l’art. 2 della L.R. 76/97 è stata istituita con funzioni di consulenza per la Giunta regionale la “Commissione per l’agricoltura biologica” che si riunisce periodicamente.

    • Gli Impegni Europei e Nazionali

      L’espansione dell’agricoltura biologica, con sicuri effetti positivi sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti, è diventato uno degli obiettivi prioritari che, sia il Ministero che l’Unione Europea, stanno perseguendo con l’aggiornamento della normativa di settore e con il “Piano di Azione nazionale per l’Agricoltura biologica e i Prodotti biologici”, gestito completamente a livello centrale e finanziato con 5 milioni di euro.

    Tabella 1 : Consistenza dell’agricoltura biologica nella Regione Marche

     

    Anno 2000

    Anno 2001

    Anno 2002

    Anno 2003

    Anno 2004

    Anno 2005
    (previsione)

     

    Produt.ri agricoli

    1.590

    1.905

    1.734

    1.586

    2.054

    2.500

    Trasformatori

    101

    132

    123

    126

    135

     

    Superfice in ettari

    35400

    40600

    45300

    48700

    62600

    70000

    Fonte: Regione MARCHE - Elenco regionale operatori biologici

    Tabella 2: Consistenza dell’agricoltura biologica in Italia

     

    Anno 2001

    Anno 2002

    Anno 2003

    Produt.ri agricoli

    56.440

    51.401

    44.034

    Trasformatori

    3.947

    4.346

    4.264

    Superfice in ettari

    1.237.640

    1.168.212

    1.052.002

    Fonte: elaborazione SINAB su dati Organismi di Controllo

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