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    24 gennaio 2008 - Redazione Rees Marche
    Fonte: Bollettino Rees Marche

    Come si vive nei Paesi del Golfo Persico

    che sono fermi alleati degli USA e della NATO?

    Ovviamente, vi prosperano il benessere, la democrazia e la tolleranza religiosa: niente a che vedere con l'Iran, la Siria e gli altri stati canaglia...
    Ho dato un'occhiata al sito http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it curato dal nostro Ministero degli Esteri e dall'Unità di Crisi della Farnesina, e leggete cosa si dice dell'Arabia Saudita, paese amico e alleato degli USA nella battaglia d'esportazione della democrazia (ho tolto alcune voci "ovvie" per chi viaggia all'estero):

    SICUREZZA
    Sono sconsigliati i viaggi non strettamente necessari ed in particolare quelli individuali e non coordinati con referenti in loco con qualificata esperienza in materia di sicurezza.

    Sistema giudiziario

    La legge islamica è la base dell'autorità della monarchia, del diritto, dei costumi e delle usanze del Paese.

    Le procedure giudiziarie, quindi, sono basate sull'interpretazione locale della Legge islamica. Va pertanto tenuto presente che alcuni comportamenti considerati normali in occidente o in altri Paesi possono costituire una grave offesa ai costumi e alle usanze saudite e, in alcuni casi, veri e propri reati perseguiti dalla legge con particolare severità.

    Tra i reati più gravi di questo tipo vi sono l'importazione, la produzione, il possesso ed il consumo di bevande alcoliche, l'uso ed il traffico di droga, il possesso di materiale pornografico (incluso riviste o cataloghi commerciali), l'omosessualità, la molestia sessuale, la promiscuità, la pedofilia.

    Le pene sono particolarmente gravi e possono includere la mutilazione, la fustigazione in pubblico, l'espulsione dal paese e la pena di morte (in particolare per il traffico di droga, l'omosessualità, la molestia sessuale, ecc.).

    Va ricordato che coloro che commettono all'estero reati contro i minori (abusi sessuali, sfruttamento, prostituzione) vengono perseguiti al loro rientro in Italia sulla base delle leggi in vigore nel nostro Paese.

    Non sono ammesse critiche contro la religione islamica, l'apparato religioso e la casa Reale.

    Durante le indagini, i sospettati sono talvolta trattenuti senza assistenza legale e con limitato accesso all'assistenza consolare. Lo spazio d'azione ed intervento degli uffici consolari è molto limitato.

    L'Islam pervade tutti gli aspetti della vita in Arabia Saudita.
    La pratica in pubblico di culti diversi da quello musulmano ed il proselitismo sono reati perseguiti con severità. L'apostasia è punibile con la morte del musulmano convertito. I simboli legati ad altre religioni come crocifissi, Bibbia, ma anche oggetti che possono ritenersi legati alla "magia nera" (pratica punita dalla legge) sono considerati illegali in pubblico e generalmente le autorità di frontiera ne impediscono l'importazione.

    In linea teorica è ammesso il culto di altre religioni in privato, ma vi sono state notizie di numerosi incidenti con le autorità in proposito.

    L'accesso alle città sante di Mecca e Medina è permesso solo ai musulmani.

    Le norme di condotta nel Paese sono estremamente conservatrici. I funzionari della "Commissione per la prevenzione del vizio e la promozione della virtù" (muttawa) sono incaricati di assicurare il rispetto dei precetti religiosi,sono accompagnati da un agente di polizia e possono essere particolarmente aggressivi con le donne e gli stranieri. La Commissione è particolarmente presente ed attiva nella regione centrale del Paese e nella capitale. Principale compito dei muttawa è assicurare la separazione di genere: è infatti proibito alle donne accompagnarsi a uomini diversi dal padre, dal marito, dai figli o dai fratelli. Una donna colta in promiscuità in pubblico incorre nella fustigazione e nella deportazione. I muttawa assicurano anche il rispetto di alcuni canoni tradizionali di decenza negli abiti femminili e maschili. In genere è ritenuto offensivo esporre il proprio corpo. Le donne saudite sono tenute a coprirsi interamente in pubblico utilizzando l'abaya, un'ampia tunica nera che nasconde le fattezze del corpo ed un velo per nascondere la testa ed il volto. Le donne straniere sono tenute ad indossare l'abaya, ma generalmente non devono coprire il volto; talvolta viene richiesto loro dai muttawa di coprire il capo.

    Per impedire la commistione di genere, molti locali sono dotati di sezioni separate per famiglie e per uomini single.
    È proibito alle donne condurre qualsiasi tipo di veicolo.
    La danza, il cinema, il teatro e la musica in pubblico sono proibiti. Gli spazi privati quali l'abitazione sono di consueto immuni dall'interferenza dei muttawa, che devono ottenere l'autorizzazione del residente prima di entrarvi. Sono tuttavia noti episodi di irruzione compiuti nelle abitazioni private.

    Si raccomanda di rispettare le usanze ed i costumi sauditi.
    In caso di problemi con le autorità locali di Polizia (stato di fermo o arresto) e con i Muttawa, si consiglia di informare l'Ambasciata o il Consolato italiano presente nel Paese per la necessaria assistenza.

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