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    28 gennaio 2008 - Loris Asoli
    Fonte: Bollettino Rees Marche

     

    Le basi Spirituali del sistema economico vigente

     

    La base spirituale del sistema economico è la coscienza dell'uomo. Esso corrisponde al livello medio di coscienza dell'umanità e ne è lo specchio. Specchio, però, non solo dell'ego umano e delle difficoltà e problemi che esso crea, ma anche dell'evoluzione già compiuta dall'uomo, degli ulteriori compiti che lo attendono e delle possibilità di liberazione ed evoluzione positiva.

    Prendiamo come esempio alcuni aspetti dell'economia.
    La concorrenza conflittuale è uno dei più vistosi. Cerchiamo di vedere alcune dinamiche "spirituali" (di stato di coscienza) che stanno dietro ad essa.

    Per primo c'è da dire che la conflittualità, che in economia si esprime anche come concorrenza conflittuale, è profondamente radicata nell'animo umano. Gli uomini si combattono dall'inizio della storia umana. Non è un caso che nella Bibbia già dall'origine si incomincia con un assassinio fra fratelli, per invidia! Gli uomini si combattono da sempre: per i territori, per i beni, per le risorse naturali, per l'affermazione della propria razza e cultura, per la riproduzione, per il dominio, per invidia! Per questo anche l'economia è una guerra. Tuttavia il seme di una vita diversa, è entrato nella storia e sta operando per la trasformazione. Perché non unire le forze invece di combattersi? Anche attraverso la conflittualità economica (oltre quella bellica), l'uomo è stimolato verso il passo evolutivo di volgersi alla pace, alla collaborazione, al rispetto, all'amore, all'unità, alla creatività collettiva. Finché c'è invidia gli uni degli altri, finché non si gioisce delle capacità positive degli altri, ma le si combatte, si permarrà nell'economia della guerra e della miseria. Eppure l'altra economia, quella della collaborazione, della gioia e della ricchezza per tutti è lì dietro l'angolo, basta volerla veramente: la terra e il cielo offrono un'abbondanza di risorse per tutti e le potenzialità racchiuse nell'uomo e nella vita sono infinite. Ma si gioca a distruggerle invece che a valorizzarle. Se oggi le risorse appaiono scarse ciò è dovuto al sistema economico vigente. Anche l'inquinamento massiccio non è strettamente legato alle esigenze produttive di base delle popolazioni ma al presente modello di produzione.
    Finché gli uomini non sono capaci di amore e comprensione gli uni verso gli altri, finché nessuno vuole ammettere che può migliorare il suo carattere, le sue capacità, il suo modo di fare e non accetta nessuna critica, finché chi fa una critica la fa per spirito di potere e per prevalere e non per amore, l'economia non può che essere economia del conflitto, perché gli uomini devono imparare a rispettarsi ed amarsi e gioire gli uni degli altri, sentendosi come una grande unità e famiglia che tutti li abbraccia nel bene reciproco e universale.

    Ma c'è un secondo aspetto "spirituale", profondo, che possiamo intravedere dietro la concorrenza economica: l'individualità umana deve potersi affermare e realizzare. Il bene deve essere intrapreso per libera adesione interiore e non per costrizione. La libertà individuale come valore deve essere conquistata pienamente. Nelle comunità patriarcali o tribali l'individualità veniva compressa e non poteva esprimersi liberamente. Le regole sociali rigide del gruppo non permettevano la libera espressione. Quando gli uomini saranno in grado, come uno dei compiti più importanti ed essenziali, di donare la massima attenzione alla individualità specifica dell'altro, non ci sarà più bisogno di concorrenza per potersi esprimere. Per attenzione alla individualità non si intende il rispetto dell'ego dell'altro, ma il rispetto delle caratteristiche individuali divine proprie di ogni individuo, presenti in lui anche sotto la scorza di grandi deviazioni. Occorre fare ben attenzione alla differenza fra "ego" ed "io" individuale. Mentre l'ego deve essere annullato, non spazzandolo via, ma trasformando i suoi aspetti in aspetti divini, l'"io" deve essere rivelato nella sua purezza, nella sua origine divina, che è il "Sé" divino.
    Anche per questo aspetto, la concorrenza conflittuale non sarà più necessaria, quando l'umanità avrà imparato a dare il massimo valore ad ogni individualità e a vedere il bene collettivo e individuale nel bene di tutti e di ciascuno. La concezione olistica della vita ci dice che siamo un puzzle composto di tante individualità, ognuna indispensabile per formare il quadro complessivo.

    Un terzo aspetto per cui la concorrenza conflittuale si rivela necessaria si trova nel fatto che molte persone sono indolenti e non danno il massimo per esigenza interiore. Il mercato, la lotta, la concorrenza obbligano ad essere svegli e all'erta per non essere sopraffatti. I piccoli imprenditori devono essere molto all'erta e creativi per poter sopravvivere. Anche i dipendenti non possono essere interiormente passivi, perché sono i primi a perdere il posto di lavoro in caso di difficoltà. La mancanza di vera responsabilità è una motivazione occulta per cui devono esserci padroni e dirigenti che "comandano" e operai che "eseguono", così come è il motivo per cui si realizzano i processi della "flessibilità del lavoro", in cui i dipendenti hanno sempre meno la garanzia del posto del lavoro.
    Guardando invece al settore del pubblico impiego, dove anche sta arrivando la privatizzazione, l'esubero e il conflitto, si può dire che molta parte di esso ha dovuto trasformarsi in lavoro sottoposto alle logiche private d'impresa poiché molte persone non sono mature per lavorare generosamente per il bene pubblico, con motivazione, impegno, intelligenza e amore, e guardano invece solo al proprio interesse personale e quando non sono soggette al controllo sulla produttività, tendono a riposarsi nell'agio del posto di lavoro privilegiato trovato.

    In generale possiamo dire che il compito individuale di ogni uomo è quello di far evolvere la propria coscienza, insieme alla coscienza collettiva umana. Anche nell'ambito del lavoro ci sono tante lezioni da apprendere affinché l'individuo e la specie possano evolvere e anche l'economia, come ogni attività umana, rispecchia i compiti evolutivi da assolvere. Limitandoci a questo terzo aspetto possiamo dire che non ci sarebbe più bisogno di concorrenza, né della divisione fra responsabili e deresponsabilizzati, quando ogni individuò cercasse di dare il massimo per libera esigenza interiore e per esprimere la propria individualità e creatività e il suo bisogno di dare.

    Un quarto aspetto interiore, che sta dietro alla concorrenza è quello della lotta per la riproduzione. il primo istinto dell'uomo è quello della sopravvivenza e il secondo quello della riproduzione. Finché gli uomini lottano gli uni contro gli altri per le donne e le donne le une contro le altre per gli uomini, l'economia solidale sarà difficile da realizzarsi, perché l'uomo tende ad usare il successo economico anche per avere più possibilità nella scelta del partner. La scelta fra uomo e donna dovrebbe invece avvenire sulla base della profonda affinità interiore. In realtà le coppie si formano per "destino": nessun incontro sulla terra è casuale. Ci si trova con persone e situazioni, che sono in relazione al proprio "destino", al proprio passato, alle precedenti incarnazioni. C'è con queste persone un compito, legato sia al passato (quello che c'è da sistemare), che al futuro (quello che c'è nell'anima come compiti da realizzare). In questo ambito una via evolutiva per gli individui può essere quella di raggiungere chiarezza sul proprio compito di vita e di cercare come partner una persona affine, che sia in sintonia con quel compito.

    Sicuramente dietro il fenomeno della concorrenza conflittuale possono esserci anche altre motivazioni che sono in collegamento allo stato attuale della coscienza dell'uomo. Ma guardiamo rapidamente, sempre come esempio, ad altri aspetti attivi nell'economia

    Se guardiamo al fenomeno della rendita, alla possibilità di avere reddito senza lavorare essa può verificarsi sia perché da parte di alcuni non c'è generosità, sia perché da parte della massa degli uomini c'è il desiderio di avere reddito senza dover lavorare.
    Se guardiamo invece al fenomeno degli imbrogli che ci sono ovunque e in particolare nel settore finanziario e valutario, ciò può verificarsi perché nella maggior parte delle persone c'è la predisposizione all'imbroglio per il proprio interesse personale
    Dunque anche per questi due aspetti la realtà economica e sociale, fa da specchio a quanto esiste già nelle coscienze, affinché se ne prenda atto e si sia stimolati a cambiare il comportamento e la coscienza.

    Se guardiamo alla tendenza degli individui ad "accumulare" vediamo che ciò è dovuto o ad un attaccamento ai beni della terra o ad uno uso strumentale di essi per raggiungere altri scopi (potere, successo, prestigio) o all'insicurezza per il futuro o più motivi insieme. Nel momento in cui la coscienza si elevasse alla percezione dell'essere eterno che porta in sé e alla consapevolezza di un mondo divino entro quello umano, non cercherebbe l'attaccamento alle cose della terra. Nel momento in cui gli individui fossero capaci di regalarsi a vicenda la sicurezza per il futuro, e ognuno sentisse negli altri la propria sicurezza, non ci sarebbe bisogno di accumulare per la sicurezza nella vecchiaia. L'accumulo sarebbe semmai sociale e non individuale.

    Quelli fatti sono solo alcuni esempi per cercare di comprendere come il sistema economico in cui viviamo sia in relazione allo stato della nostra coscienza e come esso rispecchi sia i problemi che le possibilità e potenzialità evolutive. Senza scendere in ulteriori altri aspetti dell'economia, per analizzarne il possibile significato di coscienza, in generale possiamo dire che lo stato attuale della civiltà evidenzia sia gli aspetti dell'ego da superare che i nuovi aspetti positivi da realizzare. I singoli individui possono trovarsi più o meno avanti in questo processo evolutivo e gli eventi catastrofici legati agli aspetti dell'ego possono essere più o meno necessari, a seconda del procedere dell'evoluzione delle coscienze. Il processo evolutivo esteriore è legato strettamente al processo evolutivo interiore, di coscienza, ma non c'è una immediata corrispondenza nel tempo. Quello che si semina oggi nella propria coscienza avrà il suo effetto "domani". Il "domani" nel passato poteva essere una nuova epoca storica, ma nel periodo attuale si accorciano sempre più i tempi fra i cambiamenti interiori e gli accadimenti esteriori.

    Nella cultura e nei movimenti spirituali odierni troviamo la presenza di tutte le spiritualità, tutte le culture e tutte le tendenze del passato. Mentre ristagniamo in una civiltà che sembra portarci alla rovina, poche frange più coscienti ed eticamente orientate dell'umanità cercano di darci la visione di cosa potrebbe essere "il regno dei cieli sulla terra" o "il nuovo mondo possibile": pace, armonia, gioia, bellezza, arte, creatività continua, adorazione.

     

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