La Rete delle Fattorie Sociali al Congresso Mondiale di Modena
Un mondo più giusto sta crescendo, e l'agricoltura biologica contribuisce a coltivarlo. Succede nelle fattorie sociali che utilizzano la coltivazione bio come aiuto per persone con disabilità psichiche, ma anche per detenuti e tossicodipendenti. Oltre 100 realtà sparse in tutta Italia e riunite nella Rete delle Fattorie Sociali, programma gestito da Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica) per favorire la diffusione di un'agricoltura responsabile e allo stesso tempo sostenere l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
La Rete sarà presente al Congresso mondiale del biologico, in programma a Modena dal 16 al 20 giugno, nell'ambito della conferenza "Agricoltura biologica e giustizia sociale", prevista per giovedì 19 giugno.
Giunta al suo terzo anno di vita, la Rete sta per entrare in una nuova fase organizzativa approvando la "Carta dei principi e dei valori dell'agricoltura sociale". E per il futuro le fattorie sociali puntano a coinvolgere aziende agricole e istituzioni. "Stiamo cercando di diffondere anche da noi il modello olandese - dice Alfonso Pascale, presidente dell'associazione Rete delle fattorie sociali -. Nel nostro Paese sono le cooperative sociali di tipo B, quelle cioè che si occupano di inserimento lavorativo delle persone disabili e svantaggiate, a cimentarsi nelle coltivazioni. Nei Paesi Bassi, invece, l'esperienza nasce dall'accordo tra aziende agricole private e i ministeri dell'agricoltura e della sanità".
La giustizia sociale, da sempre al centro della filosofia bio, sarà il leit-motif in tutti i lavori del Congresso modenese. L'agricoltura rimane del resto uno dei motori principali dell'economia mondiale, con conseguenze molto rilevanti soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Rendere i metodi di coltivazione biologici, e quindi responsabili socialmente e sostenibili ecologicamente, significa cambiare il modo di vivere di gran parte della popolazione mondiale. Delle "buone pratiche" già in corso parleranno relatori prestigiosi e provenienti da tutto il mondo: fra i nomi più prestigiosi l'indiana Vandana Shiva, Premio Nobel alternativo per la pace, il francese Serge Latouche, teorizzatore della de-crescita, il presidente della Bolivia Evo Morales, e il tedesco Wolfgang Sachs. Le migliori esperienze bio saranno inoltre protagoniste della conferenza "Cooperazione internazionale per lo sviluppo dell'agricoltura biologica", in programma il 18 giugno, coordinata da Tavolo Equo&Bio, rete di organizzazioni italiane attive nel biologico e nel commercio equo-solidale.
Oltre agli appuntamenti scientifici, durante il Congresso Modena sarà teatro di eventi culturali ed enogastronomici che coinvolgeranno la città e tutta la provincia: tra questi, il Festival-mercato EcoBioEquo, che dalla sera di venerdì 20 fino a domenica 22 giugno porterà nella suggestiva cornice del centro storico di Modena espositori di tutto il mondo, e la Festa della musica, che la sera del 21 giugno animerà la città con artisti e musicisti internazionali.
L'organizzazione del Congresso mondiale segue una precisa strategia ecologica in linea con i principi dello sviluppo sostenibile promossi dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia di Modena e dagli enti locali. Il consorzio ModenaBio 2008 coinvolge tutti i fornitori e i delegati con l'obiettivo di minimizzare gli impatti negativi legati all'aumento della domanda di risorse naturali come l'acqua e l'energia e alla produzione straordinaria di inquinamento e rifiuti.
Il Congresso mondiale prevede la collaborazione di importanti enti scientifici e istituzioni internazionali, a partire da Fibl e Isofar, i due principali istituti di ricerca al mondo, per continuare con Fao, Ifad, Ishs, AgriBioMediterraneo e il Consorzio Qlif.
Per informazioni e aggiornamenti sul programma, sugli ospiti e sugli eventi culturali che accompagneranno il Congresso Ifoam è possibile visitare i siti internet www.modenabio2008.org e www.ifoam.org.
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