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    Appello della Tavola della Pace

    Fermare la guerra a Gaza non è un obiettivo impossibile.
    Dobbiamo fare la nostra scelta.
    Complici della guerra o costruttori di pace?
    12 gennaio 2009 - Redazione Rees Marche
    Fonte: Tavola della Pace - 06 gennaio 2009

    Fermare la guerra a Gaza non è un obiettivo impossibile.

    Sign for Non si può rimanere a guardare! Appello per Gaza!

    Bandiere della pace

    Dobbiamo fare la nostra scelta.
    Complici della guerra o costruttori di pace?

     

    Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora
    uccisi prima
    che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti
    morti ci
    dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?

    Vergogna! Quanto sta accadendo è vergognoso. Vergognoso è il silenzio
    dell’Italia e
    del mondo. Vergognosa è l’inazione dei governi europei e del resto del
    mondo che
    dovevano impedire questa escalation. Vergognoso è il veto con cui gli
    Stati Uniti
    ancora una volta stanno paralizzando le Nazioni Unite. Vergogna!

    Niente può giustificare un bagno di sangue. Nessuna teoria dell’autodifesa
    può
    farlo. Nessuno può rivendicare il diritto di compiere una simile strage di
    bambini,
    giovani, donne e anziani senza subire la condanna della comunità
    internazionale.
    Nessuno può arrogarsi il diritto di infliggere una simile punizione
    collettiva ad un
    milione e mezzo di persone. Nessuno può permettersi di violare impunemente
    la Carta
    delle Nazioni Unite, la legalità e il diritto internazionale dei diritti
    umani.

    Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile è il lancio dei missili di
    Hamas contro
    Israele. Inaccettabile è la guerra scatenata da Israele contro Gaza.
    Inaccettabile è
    l’assedio israeliano della Striscia di Gaza. Inaccettabile è la continuazione
    dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Inaccettabili sono
    le minacce
    di distruzione dello Stato di Israele. Inaccettabili sono le violenze, le
    umiliazioni e le immense sofferenze quotidiane inflitte ai palestinesi e
    la costante
    violazione dei fondamentali diritti umani. Inaccettabile è il nuovo muro
    costruito
    sulla terra palestinese. Inaccettabile è il silenzio e l’inazione
    irresponsabile
    dell’Onu, dell’Europa e dell’Italia.

    La continuazione di questo dramma è una tragedia per tutti. La più lunga
    della
    storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti coinvolti. Tutti
    corresponsabili. Questa guerra non sta uccidendo solo centinaia di persone
    ma anche
    le nostre coscienze e la nostra umanità. Il nostro silenzio corrode la nostra
    dignità.

    Complici della guerra o costruttori di pace? Dobbiamo fare la nostra
    scelta. Altre
    opzioni non ci sono.

    Di fronte a queste atrocità, dobbiamo innanzitutto cambiare il modo di
    pensare. Non
    ha alcun senso schierarsi con gli uni contro gli altri. Occorre trovare il
    modo per
    aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla terrificante spirale di
    violenza che li
    sta brutalizzando. Anche la teoria dell’equidistanza è insensata perché
    nega la
    verità e falsa la realtà. La vicinanza a tutte le vittime è il modo più
    giusto di
    cominciare a costruire la pace in tempo di guerra.

    Dobbiamo uscire dalla cultura della guerra. E’ vecchia e fallimentare.
    Nessuna
    guerra ha mai messo fine alle guerre. La guerra può raggiungere
    temporaneamente
    alcuni obiettivi ma finisce per creare problemi più grandi di quelli che
    pretende di
    risolvere. Non c’è nessuna possibilità di risolvere i problemi dei
    palestinesi, di
    Israele e del Medio Oriente attraverso l’uso della forza. La via della
    guerra è
    stata provata per sessant’anni senza successo. Anche il buon senso
    suggerisce di
    tentare una strada completamente nuova.

    Dobbiamo pensare e realizzare il Terzo. Non sarà possibile risolvere la
    questione
    palestinese o mettere fine alle guerre del Medio Oriente senza
    l’intervento di un
    Terzo al di sopra delle parti. Oggi questo Terzo purtroppo non esiste. Il
    Consiglio
    di Sicurezza dell’Onu è ancora paralizzato dal veto degli Stati Uniti. I
    governi
    europei sono divisi e incapaci di sviluppare una politica estera comune.
    Ma questa
    realtà non è immutabile. Esserne consapevoli deve spingerci a lavorare con
    ancora
    maggiore determinazione per pensare e realizzare il Terzo di cui abbiamo
    urgente
    bisogno.

    Fermare la guerra non è un obiettivo impossibile. Le Nazioni Unite devono
    cambiare,
    imporre l’immediato cessate il fuoco, soccorrere e proteggere la popolazione
    intrappolata nella Striscia di Gaza. L’Europa deve agire con decisione e
    coerenza
    per fermare questa inutile strage e ridare finalmente la parola ad una
    politica
    nuova. Non può permettersi di sostenere una delle due parti. Deve avere un
    autentico
    ruolo conciliatore.

    La guerra deve essere fermata ora. Non c’è più tempo per la vecchia
    politica, per la
    retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E’ venuto il tempo di un
    impegno
    forte, autorevole e coraggioso dell’Italia, della comunità internazionale
    e di
    tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a
    tutte le
    altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Per
    questo,
    dobbiamo fare la nostra scelta.

    Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali,
    media, scuole,
    parrocchie, chiese, forze politiche: “a ciascuno di fare qualcosa!“

    Perugia, 6 gennaio 2009

    Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i
    diritti
    umani, Acli, Agesci, Arci, Articolo 21, Cgil, Pax Christi, Libera -
    Associazioni
    Nomi e Numeri contro le mafie, Legambiente, Associazione delle Ong
    italiane, Beati i
    Costruttori di pace, Emmaus Italia, CNCA, Gruppo Abele, Cipsi, Banca Etica,
    Volontari nel Mondo Focsiv, Centro per la pace Forlì/Cesena, Lega per i
    diritti e la
    liberazione dei popoli (prime adesioni, 6 gennaio 2009)

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