Ogm, torna la mobilitazione
Le associazioni ambientaliste e di agricoltori scrivono al governo: «Più opposizione a Bruxelles contro l´avanzata del biotech». E dal 26 febbraio al 4 marzo arrivano in Italia due contadini canadesi per raccontare la loro pessima (e assurda) avventura con gli Ogm e la Monsanto LIVORNO. I presidenti di Verdi Ambiente e Societa´ (Vas), Cia, Fondazione diritti genetici, Legambiente, Cna alimentare, Confartigianato alimentare, Equivita, Alpa, Adiconsum, Federconsumatori, Acli Terra, Slow Food, Crocevia, Coop Italia, Greenpeace, Aiab, hanno inviato una lettera ai ministri della Salute, Maurizio Sacconi, dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dell´Agricoltura, Luca Zaia, per manifestare loro la preoccupazione rispetto alle politiche europee in materia di Ogm e per ribadire la necessità di un´azione decisa e coerente delle autorità competenti nazionali.
La richiesta dei firmatari è che nelle prossime riunioni dei Comitati e dei Consigli europei già in agenda l´Italia assuma un ruolo decisivo a sostegno del settore agroalimentare. In particolare, si domanda un´opposizione energica alle due proposte della Commissione europea che chiede di introdurre nei campi due nuove colture transgeniche (mais Bt11 e 1507) e revocare la moratoria di Francia e Grecia sul mais Mon810.
«Il comportamento dell´Europa e´ schizofrenico - dichiarano i presidenti firmatari -. Solo pochi giorni fa e´ stato votato un regolamento sui pesticidi, in base al quale il glufosinato e´ stato considerato pericoloso e da vietare. Allo stesso tempo, pero´, si propone l´introduzione in campo di due Ogm che, oltre ad avere proprieta´ insetticida, sono resistenti al glufosinato. In questo modo si incentiva l´utilizzo di questa sostanza chimica, a danno della salute dei cittadini e dell´ambiente. Inoltre, l´Europa riconosce il principio di precauzione, ma non accetta che gli Stati membri lo applichino: il numero delle moratorie sul mais Mon810 sta aumentando, a causa delle evidenze scientifiche che ne dimostrano la pericolosita´, mentre la Commissione europea cerca di intervenire con tutti i mezzi per revocarle».
Ma a muoversi non sono solo loro, Percy e Louise Schmeiser - una coppia di anziani agricoltori del Saskatchewan -
saranno in Italia dal 26 febbraio al 4 marzo, chiamati da Naturasì, Coop, Commissione internazionale per il futuro dell´alimentazione e dell´agricoltura e dalla Cia -Confederazione Italiana agricoltori.
Nel 1998 nei campi dei due contadini sono state trovate piante di canola (la colza da olio canadese) geneticamente modificata per la resistenza all´erbicida Round Up. Infastidita dall´evento (da decenni selezionava proprie varietà di alta qualità e resistenti ai forti venti che spazzano le prairies canadesi), la coppia si attendeva scuse e una qualche forma di indennizzo. Al contrario, si è vista chiedere da Monsanto 120.000 dollari per la violazione del brevetto di cui la casa biotech è titolare esclusiva.
La causa, con ingenti spese legali per i due plurisettantenni (con figli e nipotini, del tutto privi del phisique du role dei contestatori), si è trascinata per anni e si è conclusa nel 2004 con la loro condanna. Anche se con una risicata maggioranza di 5 giudici a 4, la Corte suprema canadese ha infatti sentenziato che non importava che la violazione di brevetto (o contaminazione, a seconda dei punti di vista) fosse non solo non voluta dagli Schmeiser, ma addirittura sgradita, e che non aveva assolutamente rilievo il modo in cui fosse accaduta. Il solo fatto che sui loro campi si trovasse DNA sotto brevetto era sufficiente a imporre il pagamento dei diritti di proprietà intellettuale a favore di Monsanto.
Da allora, la coppia si è impegnata con passione per la presentazione della sua esperienza, ottenendo nel 2007 il Right Livelihood Award (il premio Nobel alternativo) conferito al Parlamento svedese.
«Prima della causa, non avevo mai conosciuto nemmeno un rappresentante di Monsanto. In 60 anni, non avevo mai acquistato le loro sementi e non avevo mai partecipato a un loro incontro», dice Percy, condannato a essere cliente di Monsanto per sentenza.
Lo scenario preoccupante che si prospetta se non sarà messa mano a una chiara e puntuale normativa complessiva, vede per gli agricoltori le cui coltivazioni venissero accidentalmente contaminate da pollini OGM il rischio di vedersi intimare il pagamento di royalties, per il solo fatto di "detenere", anche se del tutto involontariamente, materiale genetico brevettato.
Per i prodotti coltivati in Italia il problema non si pone. Per ora: in un meeting della Fao, lo scorso gennaio il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha infatti dichiarato: "Personalmente sono totalmente contrario agli OGM, ma il governo ancora non si è espresso sul tema".
Aspetti brevettuali a parte, gli Schmeiser ritengono impossibile la coesistenza tra piante OGM e tradizionali: «non è possibile "trattenere" gli OGM: una volta che si introduca una nuova forma di vita nell´ambiente, non c´è più modo di richiamarla indietro. Non si può trattenere il vento, né il trasporto dei semi da parte di uccelli, api e altri animali. Gli OGM si diffonderanno ovunque con la stessa facilità con la quale è avvenuto nelle nostre prairies".
"Mia moglie ed io abbiamo 77 e 78 anni. Non sappiamo quanti anni abbiamo ancora a disposizione e come nonni ci chiediamo che tipo di eredità vogliamo lasciare ai nostri nipoti. I nostri nonni e i nostri genitori ci hanno lasciato un´eredità di terra coltivabile. Noi non vogliamo lasciare un´eredità di terra, aria e acqua sature di veleni».
Percy e Louise Schmeiser, come detto, saranno in Italia dal 26 febbraio al 4 marzo, ecco il calendario:
26 febbraio ore 18 Milano (Hotel ATA Fiera in Viale Boezio).Interverranno anche Giulia Maria Mozzoni Crespi (presidente del Fai Fondo per l´ambiente italiano e conduttrice dell´azienda agricola biodinamica Cascine Orsine), Joseph Wilhelm (presidente della società tedesca di prodotti biologici Rapunzel e promotore della marcia europea No-OGM), Fabio Brescacin (amministratore delegato di Ecor/NaturaSì).
27 febbraio ore 20,30 Bologna (Ambasciatori, via Orefici 19), Interverranno l´assessore regionale all´agricoltura Tiberio Rabboni, il preside della facoltà di Scienze agrarie Andrea Segrè, il presidente di FederBio Paolo Carnemolla e il responsabile Innovazione e valori di Coop Italia Claudio Mazzini.
2 marzo ore 18 Firenze (Ospedale degli Innocenti, piazza SS. Annunziata).Intreverranno Ugo Biggeri (Terra Futura), Maria Grazia Mammuccini, amministratrice dell´Arsia/Regione Toscana e Viviano Venturi, agricoltore custode toscano.
4 marzo ore 10,30 Roma (Confederazione italiana agricoltori, Via Mariano Fortuny 20). Interverranno il presidente nazionale Cia Antonio Politi, il presidente nazionale Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e il presidente di Legacoop agroalimentare Luciano Sita.
Sarà disponibile il servizio di traduzione simultanea; la partecipazione agli incontri è libera.